23/10/2006
Islam, Santanchè sotto scorta
L'imam di Segrate: "Non lancio fatwe"
Daniela Santanchè, deputato di Alleanza Nazionale, da questo momento è sotto scorta. Lo ha deciso il Viminale dopo lo scontro verbale che l'onorevole ha avuto venerdì scorso in una trasmissione televisiva con l'imam di Segrate Abu Shwaima, che l'ha definita "un'infedele". Il leader religioso respinge le accuse: "E' una polemica montata ad arte, io non lancio fatwe". La Santanché: "Ho paura per mio figlio".
Una polemica nata sul significato del velo indossato dalle donne islamiche: per la Santanché un simbolo politico "di sottomissione delle donne", per l'imam invece "non un simbolo politico ma imposto da Dio nel Corano".
I timori per la sicurezza del politico italiano sono nati dopo quella bollatura da "infedele" lanciata in diretta televisiva. Un'accusa che per molti si tradurrebbe in fatwa, ovvero un'implicita condanna a morte. E per questo il ministero dell'Interno ha deciso immediatamente di approntare un servizio di scorta. Abu Shwaima rifiuta questa interpretazione delle sue parole: "Dovrei essere io ad avere la scorta, non la signora Santanchè - ha tuonato il medico giordano - le donne che non indossano il foulard non sono apostate da condannare. Libere di non farlo ma sbagliano di sicuro e se la vedranno con Dio".
Dal canto suo il deputato di An non intende frenare la sua battaglia: "Certo che ho paura, ma se quello pensa di farmi chinare la testa sbaglia - afferma -. Quello è solo un violento, uno che si è autoproclamato leader religioso, e che mi ha insultato in diretta e ancor più fuori onda perché voleva imperdirmi di parlare". I timori maggiori sono quelli di qualche ritorsione nei confronti del figlio di 9 anni. "Però non voglio spaventarlo - continua la Santanchè - non gli dirò nulla, ha diritto alla sua spensieratezza di bambino. Però voglio che cresca da uomo libero in un Paese libero".
Parole di solidarieta per la parlamentare sono arrivate da tutti i settori del mondo politico, da ministro per le Pari opportunità Barbara Pollastrini ("Il Shwaima sappia che in Italia non sono accettabili minacce, intimadazioni e condanne") al presidente della Camera Fausto Bertinotti ("netta condanna" per l'aggressione subita). Maurizio Gasparri di An ha chiesto carcere ed espulsione per l'imam di Segrate.
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca...lo332839.shtml