A La7 Daria Bignardi chiede: meglio da Briatore o alla Certosa?
E Dal leader Pdci arriva risposta provocatoria. Fi insorge
In Tv la gaffe di Diliberto "Al Billionaire, ma col tritolo..."
di ANTONELLO CAPORALE

ROMA - Se ami la Jaguar perdi il diritto di essere di sinistra. Lo statuì tempo fa Oliviero Diliberto, che è ottimo comunista, persona spiritosa ma decisamente crudele nel riferire ciò che è bene e ciò che è invece male. Diliberto è contro il politicamente corretto, contro l'enfasi patriottica. Presentadosi e riassumendo in una parola com'è fatta la sua testa, ha detto: "Sono teorico del j'accuse". E perciò il suo animo impetuoso e certamente severo si è adombrato per una domanda di Daria Bignardi a La7. "Scelga un posto dove trascorrere una bella serata. Un luogo tra questi due però: la villa della Certosa del Cavaliere o il Billionaire di Briatore". Per Diliberto, che ha avuto in garage una Fiat Palio, l'alternativa è parsa troppo satanica. Ha fatto così col capo e poi si è fatto esplodere: "Al Billionaire ma imbottito di tritolo!".

Il rito kamikaze gli dev'essere parso l'unica via di uscita onorevole e consapevolmente antagonista, l'ultima difesa allo sfregio di entrare nel capanno lussuoso di Flavio, l'uomo-dollaro. A parte, nessuno se lo è chiesto, di capire come diavolo ci sarebbe potuto arrivare - se non da imbucato - nel vippissimo fortino sardo. Diliberto infatti teorizza (e dichiara anche di praticare) l'insuperabilità di una vita da quattromila euro al mese, "perché il resto lo dò al partito. E dico che non è affatto poco, con quella cifra si vive bene, si arriva alla fine senza scosse, si ha anche la possibilità di fare spese voluttuarie".

L'intera mattina è passata tranquilla, nessuno si è accorto di niente, o comunque chi ha visto e udito, conoscendo Diliberto, ha compreso e perdonato. Verso le due, appena dopo l'ora del ristorante, hanno raccontato l'episodio a un deputato di Forza Italia, Giorgio Jannone. Jannone, subito scosso, ha diramato una lunga e preoccupata nota nella quale si ritiene che la battuta, ancorché illustrata col sorriso, fosse proprio vicina nel configurare un gravissimo reato penale: "Questa è apologia del terrorismo! Non è ammissibile che Diliberto possa esprimersi in questi toni. Neanche se scherza". E' partita una richiesta di chiarimento, una delle tante che i deputati si scambiano durante la giornata e sempre attraverso testi scritti. Infatti costoro pur abitando sotto lo stesso tetto di Montecitorio, e avendo agevolmente la possibilità di chiarirsi, producono note ufficiali che convergono spesso in interrogazioni e interpellanze. Così ieri: alla carta di Jannone, altre carte. Una dell'onorevole Piero Testoni e una del deputato Salvatore Cicu: "Deve scusarsi per quello che ha detto".

C'è stata attesa e qualche preoccupazione per Briatore, nel senso che si è ritenuto che anch'egli potesse valutare di dover prendere la parola, specialmente adesso che è preso dalla curiosità di capire e calcare la scena politica. No, Briatore non ha commentato. E Diliberto non ha aderito alla richiesta di scuse ne gli è parso utile ridefinire il grado di provocazione e l'ampiezza dello scherzo delle sue parole.

(24 ottobre 2006)