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    Predefinito L’antimodernismo sotto Pio x

    II. L’antimodernismo sotto Pio x
    Testo del prof. Roberto de Mattei
    tratto dall'opera "Don Orione negli anni del modernismo",
    edita da Jaca Book, Milano 2002, pp. 320, Euro 23, ISBN 8816-30386-7
    http://www.jacabook.it/ricerca/sched...p?idlibro=2714,
    e curato da Don Flavio Peloso dell'Opera Don Orione,
    http://213.156.45.144/m2wa/donorione...olo.asp?ID=129 ,
    qui riprodotto per gentile concessione del curatore e dell'editrice.
    1. Il Magistero antimodernista di san Pio X

    La reazione antimodernista all’interno della Chiesa si riassume emblematicamente nell’opera di magistero e di governo di Pio X anche senza evidentemente esaurirsi in essa. Il numero dei collaboratori pienamente fedeli agli orientamenti del Pontefice fu tuttavia meno consistente di quanto si possa immaginare e gli antimodernisti costituirono, come i modernisti, una minoranza all’interno della Chiesa.
    Quando, il 4 agosto 1903, cardinale Giuseppe Sarto, patriarca di Venezia, venne elevato al soglio pontificio, il padre Semeria ne apprese la notizia da don Minocchi in Russia. «Chi han fatto Papa?», domandò. «Sarto – rispose Minocchi – con il nome di Pio X». «Un reazionario! Siamo fritti», rispose Semeria1.
    Il «reazionario» Pio X, «fu nel medesimo tempo – come ben sottolinea Roger Aubert – uno dei più grandi pontefici riformatori della storia»2. Il suo programma di restaurazione della società cristiana, riassunto dalla formula Instaurare omnia in Cristo, implicava, oltre alla ferma difesa dell’ortodossia della Chiesa minata dal modernismo, anche un vasto programma di iniziative pastorali e di riforme, a cominciare da quella della Curia pontificia. La reazione di Pio X contro il modernismo non fu d’altra parte, semplice repressione, ma profonda riflessione e fermo giudizio sui problemi che esso sollevava. Ciò risulta chiaramente dalla enciclica Pascendi3, l’atto più significativo del suo regno e uno dei documenti pontifici di maggior spessore teoretico del secolo XX. La Pascendi venne preceduta dal decreto Lamentabili4 che sta ad essa come il Sillabo alla Quanta cura e fu seguita dal giuramento antimodernista Sacrorum antistitum, che ne costituisce il compimento.
    L’ampio ed elaborato documento è diviso in tre punti in cui vengono analizzate e ricondotte a unità le diverse personalità che si fondono nei fautori del modernismo: il teologo, lo storico, il critico, l’apologeta, il riformatore. Seguono le istruzioni disciplinari che i vescovi debbono attuare nella scelta dei professori nei seminari e per l’incremento degli studi filosofici, teologici e delle materie profane ausiliarie.
    Per Pio X, l’agnosticismo, secondo cui la ragione umana è ristretta interamente entro il campo dei fenomeni e non può innalzarsi a Dio, né conoscerne l’esistenza, sia pure per mezzo delle cose visibili, costituisce l’aspetto negativo del modernismo5. La dottrina dell’immanenza vitale ne costituisce l’aspetto positivo6.
    L’immanenza, come ogni fenomeno vitale, nasce per i modernisti da un bisogno che sorge a sua volta da un «movimento del cuore», un sentimento religioso, la cui specificità è la fede che non poggiando su alcune premesse razionali è in realtà fideismo. La fede per essi non è l’adesione dell’intelligenza ad una verità rivelata da Dio, ma una esigenza religiosa che per «vitale immanenza» si sprigiona dall’oscuro fondo (subcoscienza) dell’anima umana. L’immanenza postula l’equivalenza tra coscienza e rivelazione intesa come l’apparire di Dio all’anima: di qui «la legge che erige la coscienza religiosa a regola universale sullo stesso piano della rivelazione e alla quale tutto deve essere sottoposto, perfino l’autorità suprema, nella sua triplice manifestazione, dottrinale, culturale, disciplinare»7.
    L’immanenza viene applicata dal teologo alle formule e verità di fede con la conclusione che le rappresentazioni della realtà divina si riducono a «simboli», espressioni di particolari situazioni di coscienza la cui «formula intellettuale» muta a secondo dell’«esperienza interiore» del credente. Le formule del dogma, per i modernisti, non contengono verità assolute: esse sono immagini della verità che devono adattarsi al sentimento religioso8.
    Il modernismo respinge i concetti della trascendenza teologica di Dio rispetto al creato, della divinità di Gesù Cristo, considerata unicamente presente nella coscienza del credente e della divinità della Chiesa, prodotto dell’esperienza collettiva. In ultima analisi l’unica formula valida della verità religiosa si risolve nella struttura che la coscienza dà a sé stessa di fronte ai singoli problemi della fede. In questo senso viene capovolta la prospettiva tradizionale secondo cui l’esperienza religiosa può essere soltanto un valore secondario e indipendente dalla Rivelazione e dal Magistero ecclesiastico e si riprende il tentativo dello gnosticismo di abbracciare tutte le istanze della verità attraverso un principio unico, la soggettività della verità e la relatività di tutte le sue formule9.
    Il nucleo del modernismo per Pio X non consiste tanto nell’opposizione all’una o all’altra delle verità rivelate, ma nel cambiamento radicale della nozione stessa di «verità», mediante l’accettazione del «principio di immanenza» che sta a fondamento del pensiero moderno10, come riassume la proposizione 58 condannata dal Decreto Lamentabili: «La verità non è più immutabile dell’uomo stesso, giacché essa si evolve con lui, con lui per lui». Dio stesso si fa in noi e non sarà mai attuato in pieno perché il divenire non può arrestarsi. La conseguenza di quest’errore è la professione dell’evoluzione dei dogmi: il significato e valore dei dogmi non proviene più dal loro immutabile contenuto, ma dall’«esperienza religiosa» del credente, dall’emozione soggettiva che il dogma può suscitare in lui. Contrariamente ai principi di identità, di contraddizione e di causalità, il divenire è a se stesso la sua ragione, senza una causa superiore, in un vortice evolutivo in cui l’essere si confonde con il non essere, il vero con il falso, il bene col male.
    Considerata nella sua struttura fortemente teoretica ed anche nel suo inconfondibile stile, la Pascendi può essere considerata come un documento fondamentale del Magistero della Chiesa e fra tutti gli atti di Pio X resta «il monumento più insigne del suo pontificato»11. Essa, come sottolinea Poulat12, è lo sbocco logico dell’orientamento vigorosamente affermato da Pio X, circa mezzo secolo prima, nel Sillabo (1864): «Pio IX denunciava gli errori ad extra (all’esterno della Chiesa) che correvano nel mondo; Pio X, al contrario, colpiva un fenomeno ad intra (all’interno della Chiesa), colpendo quegli stessi errori che si erano infiltrati nella Chiesa, dove avevano preso forme e radici»13.
    La Pascendi costituirà un riferimento anche per l’enciclica Humani generis di Pio xii14 e la Fides et Ratio di Giovanni Paolo ii15.
    Il documento di Pio x fu inaspettatamente elogiato per la sua potenza filosofica e la sua coerenza dai due principali pensatori «laici» dell’Italia del tempo, Benedetto Croce e Giovanni Gentile. Croce, dopo la pubblicazione dell’enciclica, scrisse un articolo sul «Giornale d’Italia» del 13 ottobre 1907, dal titolo Insegnamenti cattolici di un non cattolico. Benedetto Croce a Salvatore Minocchi in cui concludeva ponendo ai modernisti l’alternativa: «o andare innanzi o tornare indietro. Ossia, o ricongiungersi ritardatari alle schiere dei pensatori non confessionali: o, dopo essersi dibattuti vanamente per qualche tempo, ricadere nel cattolicesimo tradizionale»16. Gentile da parte sua scriveva che «in verità l’enciclica Pascendi dominicis gregis è una magistrale esposizione e una critica magnifica dei principi filosofici di tutto il modernismo: e l’accusa di sfiguramento (secondo il termine tolto a prestito dall’enciclica stessa) che l’enciclica avrebbe fatto di esso modernismo, è gridio di paperi, come avrebbe detto il Carducci. L’autore dell’enciclica ha visto fino in fondo e interpretato esattamente, da critico enunctae naris, la dottrina giacente nelle esigenze filosofiche, teologiche, apologetiche, storiche, critiche, sociali dell’indirizo modernista»17.
    L’opera antimodernista di san Pio x fu coronata dal Motu proprio Sacrorum antistitum del 1 settembre 191018 e dal giuramento che esso imponeva. «Questo giuramento, senza nulla aggiungere di essenziale agli atti precedenti, ne è quasi un solenne riassunto»19: esso costituisce una positiva e diretta riaffermazione delle dottrine cattoliche alle quali si oppongono le eresie moderniste.
    In particolare il giuramento respinge «l’eretica invenzione della evoluzione dei dogmi, secondo la quale tali dogmi cambierebbero di significato per riceverne uno diverso da quello che è stato dato loro dalla Chiesa agli inizi»20 e rigetta la concezione modernista che vede nella dottrina cristiana una «creazione della coscienza umana» che si sarebbe formata poco a poco con lo sforzo degli uomini e dovrebbe perfezionarsi indefinitamente. La Chiesa ribadisce che la «dottrina della fede» è stata «trasmessa dagli apostoli e dai Padri ortodossi» come un «deposito divino» e non come un prodotto umano, frutto del pensiero o della coscienza dell’uomo. Infine l’ultimo articolo, fondendo la dottrina del concilio Vaticano i e quella della Pascendi ricorda che la fede non è «un cieco sentimento religioso che erompe dalle oscurità del subcosciente», ma che essa è «un vero assenso dell’intelletto» alla verità rivelata da Dio21.
    Nel corso del suo pontificato, Pio x seguì personalmente l’esecuzione delle disposizioni dell’enciclica e quelle relative al giuramento antimodernista. Questi interventi e le sanzioni ecclesiastiche che colpirono i protagonisti, circoscrissero la portata e gli effetti del movimento ma non valsero ad arrestarne il corso né a frenarne la profonda influenza.
    2. I collaboratori di Pio X nella difesa dell’ortodossia

    De gentibus non est vir mecum (Is. 63,3), aveva confidato Pio x a mons. Archi che era stato suo metropolitano a Venezia22. La croce del suo pontificato fu la solitudine nell’affrontare la lotta, con pochi veri e devoti collaboratori all’interno dell’episcopato italiano e della stessa Curia romana. Oltre alla sua segreteria, diretta da mons. Giambattista Bressan (1861-1950), Pio x fu coadiuvato soprattutto da due cardinali23, il segretario di Stato Rafael Merry del Val24 (1865-1930) e il prefetto della Congregazione Concistoriale per i Vescovi Gaetano De Lai25 (1853-1928). Se De Lai rappresentò, secondo alcuni, «l’uomo forte del pontificato»26, Merry del Val fu realmente unito a Pio x «cor unum et anima una»27, in undici anni di aspre lotte su molteplici fronti. Una unione intima e costante tra due uomini di così diverse provenienze che si spiega solo, come ben sottolinea Orio Giacchi, se si pensa «all’altissima atmosfera in cui le due anime vivevano»28: canonizzato il Pontefice, in attesa di beatificazione il suo Segretario di Stato, i due personaggi illuminarono indubbiamente con le loro personalità un’oscura epoca nella storia della Chiesa.
    Mons. Alfonso Archi (1844-1938), chiamato nel 1905 alla diocesi di Como che resse fino al 1925, e mons. Giovanni Volpi29 (1860-1931) vescovo di Arezzo dal 1904 al 1919, furono i due presuli più vicini a Pio x, rappresentando «le due punte più in vista dell’antimodernismo all’interno dell’episcopato italiano»30. Entrambi furono, oltre che zelanti pastori, insigni direttori di anime. Mons. Archi fu direttore spirituale della visitandina Benigna Consolata Ferrero31 (1885-1916), di cui è in corso il processo di beatificazione; mons. Volpi, già vicario e vescovo ausiliare della diocesi di Lucca, lo era stato della beata Elena Guerra (1835-1914) e di santa Gemma Galgani (1878-1903)32. I loro nomi non avevano tuttavia il prestigio e l’influenza di altri vescovi, come il cardinale di Pisa, Pietro Maffi (1858-1931) e il cardinale arcivescovo di Milano Andrea Carlo Ferrari (1850-1921), favorevoli alla cosiddetta «stampa di penetrazione», avversata dal Pontefice che appoggiava quei giornali che affermassero apertamente e senza compromessi i principi cattolici in tutti i settori della vita cristiana33.
    Il quotidiano «L’Unità cattolica» fondato nel 1863 a Torino da don Giacomo Margotti (1883-1887), poi trasferito a Firenze nel 1892 e affidato alla direzione di Giuseppe Sacchetti (1845-1906) era il più importante quotidiano intransigente dell’epoca e il più vicino a Pio x34. Esso fu diretto da due giovani sacerdoti, don Paolo de Toth35 (1881-1965) e poi don Alessandro Cavallanti36 (1879-1917).
    A Breganze, nella diocesi di Vicenza, uscì dal 1890 al 1915, la rivista «La Riscossa, Per la chiesa e per la patria» dei fratelli Scotton37, Jacopo (1834-1909), Andrea (1838-1915) e Gottardo (1845-1916). Nella rivista, voce ufficiosa dell’Opera dei congressi, più volte incoraggiata dalla Segreteria di Stato38, Paul Sabatier vedeva, con l’«Unità Cattolica», lo «specchio del pensiero di Pio x»39.
    A Genova infine, nel 1908, l’«Eco d’Italia» divenne «La Liguria del Popolo» sotto la direzione di don Giovanni Boccardo40 (1877-1956), membro, per un certo tempo, del Sodalitium Pianum41, legato a mons. Volpi, che gli affidò la direzione del seminario di Arezzo.
    Nei momenti delle più calde polemiche, Pio x manifestò la sua simpatia e benevolenza, «con gesti ed espressioni pubbliche ed inequivocabili»42, verso questi giornali che sussidiava, come ricorda il suo segretario particolare mons. Pescini, perché combattevano contro il modernismo43.
    3. Mons. Benigni e il Sodalitium Pianum (1909-1921)

    Mons. Umberto Benigni44 (1862-1934), entrò in scena qualche anno più tardi, con la sua agenzia di informazioni «Corrispondenza romana» (1907)45, prima pubblicata in italiano e poi in francese e poi con il Sodalitium Pianum, o Sodalizio San Pio v (1909), sotto il patrocinio del Papa che aveva istituito il Sant’Uffizio e ottenuto la grande vittoria di Lepanto contro i turchi (1571).
    Nato nel 1862 a Perugia dove aveva completato gli studi ecclesiastici, Benigni aveva iniziato una duplice attività nel campo storico e in quello giornalistico nella redazione di quotidiani intransigenti come il ligure «l’Eco d’Italia» e il romano «La voce della Verità». Personalità di forte ingegno e di vasta cultura, con notevoli doti di organizzatore, il 24 maggio del 1906, su proposta di mons. Gasparri, fu chiamato alla Segreteria di Stato come sottosegretario della Congregazione degli Affari Ecclesiastici straordinari e il 28 agosto 1906 venne nominato prelato domestico di Sua Santità46. Rimase in quella carica fino al 7 marzo 1911 quando gli successe l’allora monsignor Eugenio Pacelli47.
    Fu certamente questo il periodo più importante della sua vita. Grazie alla sua conoscenza delle lingue e alle sue relazioni internazionali, egli si occupava in particolare del servizio stampa della Santa Sede, svolgendo, per la prima volta nella storia, un ruolo che lo rese l’antesignano di quella che sarà la «sala stampa» vaticana48.
    Nella sua testimonianza al processo di beatificazione di Pio x, il cardinal Gasparri riferendosi al Sodalitium Pianum sottolinea «con dispiacere che questo fu approvato da Pio x e dalla Concistoriale audito Pontifice»49. Pur non avendo mai ricevuto un’approvazione canonica formale, il Sodalitium pianum fu effettivamente conosciuto e incoraggiato dalla Santa Sede: in particolare dalla S. Congregazione Concistoriale, di cui era prefetto il card. De Lai e dallo stesso Pio x che inviò tre autografi papali di benedizione ed assicurò una sovvenzione annuale; costituito nel 1909, il Sodalizio fu sciolto dopo la morte di Pio x per essere riattivato nel 1915, d’intesa con la Congregazione Concistoriale. Venne definitivamente sciolto in data 25 novembre 192150.
    Da quel momento in poi e fino alla morte, il 26 febbraio del 1934, mons. Benigni non esercitò alcuna carica ufficiale, al di fuori dell’insegnamento51.
    La storiografia contemporanea ha ripreso le accuse di «delazione» e di «spionaggio» già lanciate dai modernisti contro il prelato romano: Benigni sarebbe stato, in una parola, «il peccato di Pio x»52. Si dimentica però il «multiforme e fervido lavorio segreto»53 del modernismo, svolto, come scrive Bedeschi, da un «un reticolo inafferrabile e variegato»54 diffuso nelle principali città italiane (a Napoli Avolio, a Milano Casciola, a Roma Genocchi, a Genova Semeria); in particolare si deve a Sabatier «la creazione di una controinformazione vaticana e modernista»55 attraverso un efficace collegamento coi corrispondenti dalle capitali europee di autorevoli organi di infomazione, dal «Times» al «Journal des Débats», dal «Temps» a «Le Siècle», dal «Daily News» al «Morning Post». Così, nel 1907, Sabatier che era alla ricerca di notizie su Benigni per passarle al giornalista Maurice Pernot56, si rivolge all’oratoriano Mattia Federici per conoscere notizie sul passato genovese del direttore di «Corrispondenza Romana»57: metodi non molto diversi da quelli «spionistici» attribuiti al suo avversario.
    Attorno a mons. Benigni e al Sodalitium pianum si è creata una vera e propria «leggenda nera», in maniera tale da impedire un giudizio obiettivo sul personaggio che ebbe un carattere difficile58, ma intese, come scrive il card. Antonelli nella Disquisitio, «mettere sé stesso, le sue molteplici qualità intellettuali, le sue vaste esperienze, soprattutto nel campo storico-culturale e sociologico, al servizio della Chiesa»59. Va tenuta in conto la obiettiva ricostruzione dell’opera del prelato romano e dei suoi collaboratori di uno studioso come Poulat, così come sono di grande valore storico le conclusioni che scaturiscono dalla Disquisitio, che poté basare il suo esame sul prezioso incartamento della S. Congregazione Concistoriale60.
    1) Il Sodalitium pianum, considerato in sé e sulla base del suo Statuto e Programma, era un’organizzazione buona e destinata a buon fine.
    2) Il Sodalitium pianum voleva essere un organo di penetrazione (vita esemplare dei membri in conformità a tutte le direttive pontificie: vita cattolica «integrale»), e di informazione (raccolta personale, rapida e sicura, di notizie su tutti i campi della vita religiosa, politica, sociale, culturale) a servizio della Curia Romana.
    3) Il Sodalitium pianum nella idea primitiva di Benigni, avrebbe dovuto essere una specie di istituto ecclesiastico «secolare» sottoposto alla S. Congregazione Concistoriale, così come vivono e agiscono gl’Istituti religiosi sotto la S. Congregazione dei Religiosi.
    Il Sodalitium pianum servì effettivamente la Santa Sede offrendo regolari informazioni, facendo uso alle volte, per garantire la sicurezza della corrispondenza, di un apposito cifrario61. Il padre Jules Saubat62 (1867-1949), procuratore generale dei Padri di Betharram, che fu indirizzato a Benigni dal cardinale Merry del Val63 e divenne segretario del Sodalitium pianum, testimonia che «mai nella lotta furono usati mezzi illeciti o disonesti; però tutte le arti umane, anche le più scaltre, furono messe al servizio della verità»64. Ma, depone ancora lo stesso Saubat: «Spia no: la spia è il male al servizio del male e per il male. Qui c’è la vigilanza attraverso mezzi umani sufficientemente onesti, per il bene. Altrimenti bisognerebbe dire: spie sono i Nunzi che sono incaricati di informare; spia il Segretario di Stato a cui tutte le mattine il Papa domanda: Custos quid de nocte? Il Segretario di Stato passa per la scala regia: Benigni passava per la scala di servizio; è tutta qui la differenza»65.
    «In conclusione, e considerando oggettivamente le cose – afferma il card. Antonelli nella Disquisitio – il segreto e il cifrario erano in un certo senso mezzi necessari, per lo meno utili, certo non immorali, dal momento che Benigni non ebbe segreti verso l’autorità competente della Santa Sede con la quale si teneva in contatto»66.
    4. La Compagnia di Gesù al centro della tempesta

    Al centro dell’acceso scontro tra modernisti e antimodernisti si trovò la Compagnia di Gesù la cui rivista «Civiltà Cattolica», fin dalla sua fondazione legata alla Santa Sede, esprimeva il tradizionale spirito di attaccamento al Papato dell’Ordine, al cui interno tuttavia si erano manifestate gravi defezioni, a cominciare da quella del padre Tyrrell, espulso dalla Compagnia solo dopo il 1906.
    All’inizio del secolo, la «Civiltà Cattolica», che era stata un bastione delle posizioni intransigenti, si era piegata al vento delle novità, avvicinandosi a poco a poco, come scriveva l’oratoriano genovese Mattia Federici, amico di Loisy, «alla scuola esegetica che prima riteneva fosse suo compito combattere»67.
    Accanto a Pio x, si schierarono tuttavia le menti più fortemente speculative della Compagnia di Gesù come i padri Louis Billot68 (1846-1931) e Guido Mattiussi69 (1852-1925). Scrittore, conferenziere, professore, promotore del movimento tomistico in Italia70, Mattiussi «fu veramente il propugnatore della verità cattolica. Col suo ingegno potente ed acuto, penetrava con tale facilità le verità più alte, da dare la sensazione che ne avesse piuttosto un’intuizione che una qualunque cognizione»71 scrive il padre (poi cardinale) Paolo Dezza ricordandone «l’irremovibile fermezza nel difendere la verità»72.
    Billot, nel suo volume De inspiratione Sacrae Scripturae (1903), confutava non solo Loisy, ma gli scritti, ispirati alla metodologia storico-critica loisista, dei suoi confratelli Franz-Xavier Funk (1840-1907) Franz von Hummelauer (1841-1914) e Ferdinand Prat (1857-1938), ospitati tra il 1902 e il 1903 da «La Civiltà Cattolica» al cui interno esistevano, intorno al 1902, una tendenza «conservatrice» e una tendenza «progressista»73. Il padre Angelo De Santi (1847-1922), esponente dell’ala «progressista», dimostrava una sorprendente benevolenza nei confronti di Harnack, definendolo «un critico giusto, leale ed erudito»74 e tentando, la ambigua operazione di prendere «il buono che seppe darci il professore berlinese, lasciando a lui e ai suoi il cattivo»75, mentre il padre Prat teorizzava il «terzo partito», tra eterodossia e ortodossia, «quello dell’esegeta geloso di conciliare l’ortodossia più rigorosa con il desiderio di essere del suo tempo»76. Quando la rivista dei gesuiti arrivò al punto di pubblicare un articolo sostanzialmente elogiativo nei confronti del filosofo positivista ed evoluzionista Herbert Spencer, morto nel 1903, scese in campo lo stesso padre Mattiussi.
    Tra i gesuiti vicini a Pio x vanno ricordati inoltre lo storico Ilario Rinieri77 (1853-1941), il sociologo Giulio Monetti78 (1874-1948) e il padre Giuseppe Chiaudano79 (1858-1915), superiore della Provincia piemontese della Compagnia dal 1903 al 1910. Quando nel 1913 il padre Salvatore Brandi (1852-1915) fu colpito da apoplessia, Pio x, che stimava la pietà e la dottrina del padre Chiaudano, lo nominò inaspettatamente rettore del collegio degli scrittori della «Civiltà Cattolica», ma il padre Chiaudano sopravvisse di poco a Papa Sarto. Gli successe il padre Enrico Rosa80 (1870-1938), allievo del padre Sante Schiffini81 (1841-1906), mentre ferveva la polemica sul sindacalismo cattolico.
    Pio X non nascose la sua diffidenza verso la nuova linea della Compagnia di Gesù. Il padre Franz-Xaver Wernz (1842-1914), preposito generale della Compagnia, gravemente malato, il 31 luglio 1914 scrisse una lunga lettera protestando la fedeltà sua e dell’ordine e chiedendo direttive al Papa. Papa Sarto non rispose e in un colloquio confidenziale col nuovo «assistente d’Italia» manifestò le sue preoccupazioni per la linea delle riviste «Etudes» e «Stimmen aus Maria Laach» e per la persona del padre Wlodzimierz Ledochowski (1866-1942), «assistente» del padre Wernz e dall’11 febbraio 1915 suo successore come generale dell’Ordine82.
    5. L’affermazione della «terza forza»

    Tra modernisti e antimodernisti esisteva un «terzo partito»83 impersonata fino al 1913 dal cardinale Mariano Rampolla del Tindaro84 (1843-1913), Segretario di Stato di Leone XIII e mancato Papa nel conclave del 1903. Rampolla, nel 1901, aveva scelto come suoi collaboratori diretti mons. Giacomo Della Chiesa85 (1854-1922) e mons. Pietro Gasparri86 (1852-1934); il primo lo aveva nominato segretario della Congregazione per gli Affari ecclesiastici ordinari e Sostituto alla Segreteria di Stato; il secondo, segretario della Congregazione degli Affari ecclesiastici straordinari. Pio X, dopo aver nominato segretario di Stato il card. Merry del Val, aveva allontanato dalla Segreteria di Stato entrambi i protetti del cardinal Rampolla, il primo sostituito da mons. Nicola Canali (1874-1961), il secondo da mons. Raffaele Scapinelli di Legniguo (1858-1933). Dopo il 1908, la Segreteria di Stato, diretta da un cardinale Segretario comprendeva due sezioni, alla prima delle quali, la congregazione per gli Affari ecclesiastici straordinari, vennero affidati i compiti propri della Segreteria di Stato, mentre la seconda si occupava degli Affari interni. Dal cardinale Segretario di Stato Merry del Val dipendevano monsignor Canali, sostituto della Segreteria di Stato, a cui erano affidati gli Affari ecclesiastici ordinari e monsignor Scapinelli di Legniguo, segretario della sezione degli Affari ecclesiastici straordinari, coadiuvato fino al 1911 dal sottosegretario Umberto Benigni; una terza sezione si occupava dei brevi pontifici.
    Mons. Gasparri fu creato cardinale nel concistoro del 6 dicembre del 1907 per assumere il compito di stendere la nuova codificazione del diritto canonico; mons. Della Chiesa, nell’ottobre del 1907, fu nominato a sua volta arcivescovo di Bologna, dove attese per ben sette anni la sua elevazione al cardinalato, avvenuta il 25 maggio del 191487. Pio X morì il 3 agosto 1914; appena tre mesi dopo il conferimento della porpora, il 3 settembre 1914 mons. Della Chiesa venne eletto a sorpresa al soglio pontificio: «I retroscena del Conclave, ormai noti abbastanza nei circoli romani – scrive Buonaiuti a Houtin il 17 settembre 1914 – mostrano indubbiamente che l’elezione del card. Della Chiesa ha voluto rappresentare l’indicazione di un governo ecclesiastico che fosse l’antitesi perfetta del regime di Pio X»88.
    Quattro mesi dopo la morte di Pio X, mons. Eudoxe Mignot (1842-1918), arcivescovo di Albi, fece pervenire al cardinal Ferrata, primo segretario di Stato del neoeletto Benedetto XV, un Memoriale in cui attaccava duramente il movimento di reazione antimodernista promosso da san Pio X e invitava la Santa Sede ad una politica di «riconciliazione» con i modernisti89. Il 13 ottobre 1914, nominando, dopo il cardinale Ferrata, il cardinale Pietro Gasparri suo Segretario di Stato90, Benedetto XV manifestò la sua decisa volontà di mutare l’orientamento del pontificato piano91, tornando alla linea di governo «rampolliana» abbandonata da Pio X.
    Benedetto XV in accordo con il cardinale Gasparri smantellò il Sodalitium pianum92 e tese la mano, senza successo, a Buonaiuti93. Dopo la morte di Benedetto XV, l’ultima battaglia tra la tendenza ecclesiastica antimodernista che si richiamava a Pio X e la linea moderata impersonata dal card. Gasparri si svolse nel corso di un conclave che, secondo quanto avrebbe confidato lo stesso Gasparri, fu «uno dei più contrastati nella storia»94. Il cardinale arcivescovo di Milano Achille Ratti venne eletto Papa il 6 febbraio del 1922 con il nome di Pio XI. L’aspro dibattito che aveva contrapposto il modernismo all’antimodernismo andò estinguendosi. Si aprì una stagione di apparente tregua in cui il modernismo parve inabissarsi e l’antimodernismo dissolversi.
    NOTE

    1 Il dialogo è riportato in A. Agnoletto, Salvatore Minocchi, cit., pp. 116-117. In termini pressoché analoghi si esprimeva Blondel in una lettera all’abbé Johannes Wharle del 5 agosto 1903, cit. in M. Blondel-A. Valensin, Correspondance 1899-1912, Aubier, Paris 1957, vol. I, p. 94.
    2 R. Aubert, Pio IX tra restaurazione e riforma in Storia della Chiesa, vol. XXII/1, La Chiesa e la società industriale (1878-1922), a cura di E. Guerriero e A. Zambarbieri, tr. it. San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano), 1990, p. 137. cfr. anche M. Guasco, Modernismo, cit., p. 194. Tra le biografie: Yves Chiron, Saint Pie X, réformateur de l’Eglise, Publications du Courrier de Rome, Versailles 1999.
    3 Pio X, Enciclica Pascendi dominici gregis dell’8 settembre 1907, in AAS, vol. 40 (1907), pp. 596-628; Denz-H, nn. 3475-3500. Tra le opere di scrittori antimodernisti che si affiancarono a Pio X in occasione della pubblicazione della Pascendi, cfr. Franz Heiner, La dottrina dei modernisti confutata, Desclée, Roma 1907; Id., Le disposizioni contro il modernismo contenute nell’enciclica «Pascendi» e nel motu proprio «Sacrorum antistitum», Pustet, Roma 1911; Giovanni Battista Lemius, Catechismo sul modernismo secondo l’enciclica «Pascendi Domini gregis» di Sua Santità Pio X, Desclée, Roma 1908; Ilario Rinieri s.j., La enciclica «Pascendi Dominicis gregis» e la evoluzione della Chiesa e del dogma, Tip. S. Bernardino, Siena 1908; Christian Pesch s.j., Fede, Dogmi e fatti storici. Studio sulle dottrine moderniste, Pustet, Roma 1909; Enrico Rosa s.j., L’enciclica Pascendi e il modernismo. Studi e commenti, La Civiltà Cattolica, Roma 1909; Guido Mattiussi s.j., Dichiarazione del giuramento antimodernista imposto dal S. P. Pio X. Lezioni di apologetica, Tip. S. Alessandro, Bergamo 1912; Felice Cappello s.j., Errori modernisti nello studio del diritto pubblico ecclesiastico, ossia La natura giuridica della Chiesa cattolica difesa contro le aberrazioni del modernismo e del semi-modernismo, Tip. Cuggioni, Roma 1912.
    4 Decr. S. Officii Lamentabili del 3 luglio 1907, in AAS, vol. 40 (1907), pp. 470-478; Denz-H, nn. 3401-3466.
    5 Il modernismo si collega in tal modo alle due linee scaturite dal protestantesimo, il razionalismo, che subordina la religione alla filosofia e l’irrazionalismo fideistico che pone l’essenza della religione nel sentimento individuale del divino. Gli errori ottocenteschi del fideismo e del razionalismo confluiscono, nella tesi hegeliana per cui la fede riposa unicamente sulla ragione e in quella analoga e contrapposta dei «filosofi del sentimento» (Jacobi, Schleiermacher, Fries) secondo cui la fede si riduce al manifestarsi interiore del «sentimento di dipendenza (Abhengigkeitsgefühl)»: l’«esperienza religiosa» si sostituisce simultaneamente sia alla ragione che alla fede. Cfr. C. Fabro, Dall’essere all’esistente, Morcelliana, Brescia 1957, pp. 71-125.
    6 Il testo si collega alle condanne di Pio IX del fideismo (Denz-H, 2751-2756 e 2765-2769), del razionalismo (Denz-H, 2828-2831 e 2850-2861) e dell’ontologismo (Denz-H, 2841-2847).
    7 La proposizione XX del decreto Lamentabili condanna la definizione della rivelazione di Loisy secondo cui «la rivelazione non ha potuto essere altro che la coscienza acquisita dall’uomo della sua relazione con Dio». La Chiesa non nega che la verità rivelata sia ricevuta «nell’uomo», ma si rifiuta di vedere nella rivelazione il prodotto di un’attività semplicemente umana e naturale. L’uomo riceve il messaggio divino ma il suo contenuto procede da Dio ed è stato affidato alla Chiesa come un deposito da conservare fedelmente e da proclamare infallibilmente. La Rivelazione non è dunque una realtà in divenire, prodotto della coscienza umana, ma un deposito di verità soprannaturali affidato alla custodia della Chiesa; cfr. René Latourelle, Teologia della Rivelazione, tr. it., Cittadella, Assisi 1973, pp. 289-299.
    8 «È superfluo far notare con quale fedeltà questo quadro ricostruisce le diverse affermazioni trovate in Sabatier, Loisy e Tyrrell. Indubbiamente in quegli autori, esse non hanno i contorni netti che attribuisce loro l’enciclica. Rimane però il fatto che, nell’insieme i tratti vi corrispondono. Il documento pontificio le ha riunite e confrontate per scoprirne gli elementi dissolvitori»; R. Latourelle, cit., p. 295.
    9 Cornelio Fabro, Modernismo, in EC, vol. VIII, col. 1191.
    10 Ibidem, col. 1190.
    11 Ibidem, col. 1190.
    12 E. Poulat, Modernistica, cit., p. 25.
    13 Ibidem, p. 25.
    14 Pio XII, Lettera enciclica Humani generis del 12 agosto 1950, in AAS, vol. 42 (1950), pp. 562-563.
    15 Nella Fides et Ratio, Giovanni Paolo II ricorda esplicitamente il «prezioso contributo» (n. 54) dei suoi predecessori, affermando che oggi «i problemi di un tempo ritornano, ma con peculiarità nuove» (n. 55). «Il pragmatismo dogmatico degli inizi di questo secolo, secondo cui le verità di fede non sarebbero altro che regole di comportamento, è già stato rifiutato e rigettato», afferma Giovanni Paolo II, ricordando esplicitamente la proposizione 26 del Decreto Lamentabili. «In questo caso – aggiunge – si cadrebbe in uno schema inadeguato, riduttivo, e sprovvisto dell’incisività speculativa necessaria. Una cristologia, ad esempio, che procedesse unilateralmente «dal basso», come oggi si suole dire, o una ecclesiologia, elaborata unicamente sul modello delle società civili, difficilmente potrebbero evitare il pericolo di tale riduzionismo» (n. 98); Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Fides et Ratio del 14 settembre 1998, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XXI,2 (1998), Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2000, pp. 277-454.
    16 L’articolo di Benedetto Croce è ora riportato in Pagine sparse, Laterza, Roma-Bari 1960, pp. 383-387.
    17 Giovanni Gentile, Il modernismo e i rapporti fra religione e filosofia, Sansoni, Firenze 1962 (1908), pp. 49-50. «Giudizio perfetto – commenta Augusto Del Noce – perché effettivamente la Pascendi definisce in maniera insuperabile l’essenza del modernismo»; A. Del Noce, Giovanni Gentile. Per una interpretazione filosofica della storia contemporanea, Il Mulino, Bologna 1990, p. 184.
    18 Motu proprio Sacrorum antistitum del 1 settembre 1910, in ASS, 2 (1910), p. 669-672; Denz-H, nn. 3537-3550. L’obbligo del giuramento fu sospeso nel 1967.
    19 R. Latourelle, cit., p. 296.
    20 Denz-H, n. 3541.
    21 Denz-H, n. 3542.
    22 E. Poulat, Intégrisme et catholicisme intégral, cit., pp. 100-101.
    23 A questi due nomi, il cardinale Augusto Silj, nella sua testimonianza al processo di beatificazione (Positio, p. 719) aggiunge quello del prefetto dell’Indice, il cappuccino José Vives y Tuto (1854-1913).
    24 Su Merry del Val, oltre alla sua Positio, cfr. le biografie di mons. Pio Cenci, Il Cardinale Merry del Val. Segretario di Stato di San Pio X Papa, L.I.C.E. – R. Berruti, Roma-Torino 1955 (l’opera è redatta in realtà dal card. Canali); P. G. Dal Gal, Il servo di Dio card. Raffaele Merry del Val, Paoline, Roma 1956 e José M. Javierre, Merry del Val, Juan Flors, Barcelona 1965. Si veda, più avanti, pp. 96-99.
    25 Su De Lai, cfr. la voce di R. Cerrato in DBI, 36 (1988), pp. 278-280; E. Poulat, Intégrisme et catholicisme intégral, passim. De Lai, formatosi al seminario di Vicenza, prima di completare i suoi studi presso il Pontificio Seminario Romano, era stato ordinato sacerdote nel 1876 e aveva iniziato la sua carriera curiale. Nel 1889 aveva conosciuto il vescovo Giuseppe Sarto, in occasione di una sua visita alla diocesi di Mantova. Nel 1903, dopo l’elezione di Pio X, era stato promosso segretario della Congregazione del Concilio e l’anno successivo membro della commissione per la formazione del codice di diritto canonico. Creato cardinale nel concistoro del 16 dicembre 1907, venne nominato segretario della Congregazione concistoriale il 20 ottobre 1908 ufficio che mantenne fino all’ottobre 1928, quando gli successe il card. Carlo Perosi.
    26 E. Poulat, Intégrisme et catholicisme intégral, cit., pp. 65, 270.
    27 Cfr. G. Dal Gal, cit., pp. 69-76.
    28 Orio Giacchi, Il Cardinale Raffaele Merry del Val, Società Editrice «Vita e Pensiero», Milano 1933, p. 9.
    29 Su mons. Volpi, cfr. la voce di A. Romiti in DSMC, vol. III/2, 899-900. cfr. anche Alfonso Cenni o.s.b., Il vescovo del Sacro Cuore. Mons. Giovanni Volpi (1860-1931), Tip. Artigianelli, Lucca 1962.
    30 L. Bedeschi, L’antimodernismo in Italia, Edizioni San Paolo, Milano 2000, p. 182.
    31 Cfr. Massimo Petrocchi, Storia della spiritualità italiana, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1984, p. 554.
    32 Cfr. M. Petrocchi, cit., pp. 523-527.
    33 «Come infatti si possono approvare – scriveva il 20 ottobre 1912 al Prevosto di Casalpusterlengo – certi giornali che colla etichetta nascosta di Cattolici, perché qualche volta riferiscono i ricevimenti pontifici o le note vaticane, non solo non dicono mai una parola sulla libertà e l’indipendenza della Chiesa, ma fingono di non accorgersi della guerra continua che gli vien fatta? Giornali, che non solo non combattono gli errori che avvolgono la società, ma portano il loro contributo alla confusione delle idee e massime divergenti dalla ortodossia, che prodigano incensi agli idoli del giorno, lodano libri, imprese ed uomini nefasti alla religione?» (cit. in Disquisitio, p. XVII). Sul problema della stampa cattolica, cfr. più ampiamente Disquisitio, pp. 53-100. Sul cardinale Andrea C. Ferrari, ora Beato, cfr. Maria Torresin, Il Cardinale Andrea C. Ferrari, arcivescovo di Milano, e San Pio X, in «Memorie storiche della diocesi di Milano», vol. IX (1963), pp. 37-297; Carlo Snider, L’episcopato del cardinale Andrea C. Ferrari, 2 voll., Neri Pozza, Vicenza 1981-1982.
    34 L. Bedeschi, Note e documenti per la storia dell’antimodernismo. De Toth e Cavallanti alla direzione dell’Unità Cattolica in «Nuova Rivista Storica», LV (1971), fasc. 1-2, p. 90132; id., L’antimodernismo in Italia, cit., pp. 53-68; Maurizio Tagliaferri, L’Unità Cattolica. Studio di una mentalità, Pontificia Università Gregoriana, Roma 1993.
    35 Su De Toth, cfr. il profilo di Marco Invernizzi, in Voci per un Dizionario del Pensiero Forte, a cura di Giovanni Cantoni, Cristianità, Piacenza 1997, pp. 239-244.
    36 Di Cavallanti si veda Modernismo e modernisti, Libreria del Sacro Cuore, Torino 1908, 2a ed.; su di lui cfr. il necrologio in Civ. Catt. 1612 (1917), p. 370 e le voci di L. Bedeschi in DBI, 22 (1979) pp. 680-683 e P.L. Ballini in DSMCI, vol. III/1, pp. 200-202.
    37 Cfr. Ermenegildo Reato, voce Scotton, in DSMCI, vol. II, pp. 591-593; G. Menara, I fratelli Scotton (mons. Jacopo, Andrea e Gottardo). Memorie biografiche, Tip. S. Maria Novella, Firenze 1925; L. Bedeschi, L’antimodernismo, cit., pp. 68-74. Il nome di mons. Andrea Scotton, che Pio IX nominò Cameriere Segreto e Pio X Protonotario Apostolico, resta legato in particolare a un Corso completo di Catechismo, più volte ristampato (S.A.T. Editrice, Vicenza): Il simbolo apostolico (1949); I Sacramenti (1950); I comandamenti (1950); L’orazione e la giustizia cristiana (1952).
    38 E. Reato, voce cit., p. 591.
    39 P. Sabatier, Les modernistes, cit., p. 224. «Hanno torto questi scrittori del Periodico – scriveva Pio X il 28 marzo 1911 al cardinal Ferrari, attaccato dai fratelli Scotton – quando negli attacchi si lasciano sopraffare dalla passione, quando dai casi particolari vengono alle conclusioni generali, quando discendono alle personalità, ma hanno pure una attenuante alla loro colpa quando conoscendo il male si trovano di fronte a chi ostinatamente lo nega e adoperano per difendersi le stesse armi colle quali sono colpiti» (Disquisitio, p. 178).
    40 Su don Giovanni Boccardo, direttore de «La Liguria del Popolo» dal 1908 al 1915, si veda L. Bedeschi, Lineamenti socioreligiosi dell’antimodernismo genovese, in «Fonti e documenti», 4 (1975), pp. 23-29. Il Boccardo fu ospite del Convitto Ecclesiastico dell’Opera di don Orione dal 1951 alla morte, il 6 dicembre 1956.
    41 Cfr. Disquisitio, p. 287; E. Poulat, Intégrisme et catholicisme intégral, cit., pp. 582-583.
    42 Giacomo Martina, Storia della Chiesa, vol. IV, Morcelliana, Brescia 1995, p. 99.
    43 Pio X, Positio, p. 109.
    44 Su mons. Umberto Benigni le due opere fondamentali sono i volumi di E. Poulat, Intégrisme et catholicisme intégral (cit.) e Catholicisme, démocratie et socialisme. Le mouvement catholique et mgr. Benigni, Castermann, Bruxelles-Paris 1977; per una sintesi bio-bibliografica cfr. la voce dello stesso Poulat in DSMCI e quella di P. Scoppola in DBI, vol. VIII (1966), pp. 506-508. Si veda inoltre: Sergio Pagano, Documenti sul modernismo romano dal fondo Benigni, e id., Il fondo di mons. Umberto Benigni dell’Archivio Segreto Vaticano, Inventario e indici in «Ricerche per la storia religiosa di Roma», 8 (1990), pp. 223-300, 347-402.
    45 Il primo numero della «Corrispondenza romana» apparve il 23 marzo 1907, prima come ciclostilato, poi a stampa; dal numero del 2 ottobre 1909 cambiò il titolo in «La Correspondance de Rome» e durò fino al 31 dicembre 1912. Il direttore responsabile, Giovanni Grandi, e il gerente erano laici. Emile Poulat ne ha ricostruito e riprodotto una collezione pressoché completa (Feltrinelli Reprint, Milano 1971, 3 voll.).
    46 Nel 1907 mons. Gasparri fu elevato alla porpora e al suo posto, come immediato superiore di Benigni, fu chiamato, il 18 maggio 1908, mons. Raffaello Scapinelli di Leguigno.
    47 La ragione per cui Benigni lasciò la Segreteria di Stato risale probabilmente a una divergenza di vedute con Merry del Val. Che uscisse dalla Segreteria di Stato con onore lo si rileva dal fatto che Pio X creò per lui ex novo il posto di un ottavo Protonotario apostolico partecipante, mentre quel Collegio non aveva mai avuto più di sette membri. Sui rapporti Benigni-Merry del Val, Poulat scrive con giudizio: «Observation capitale: ce n’est pas dans la compréhension des évènements, dont ils ont l’un et l’autre une vue identique, mais sur la conduite des affaires que leur divergence s’est affirmée» (Intégrisme, cit., p. 77).
    48 L. Bedeschi, L’antimodernismo, cit., p. 49-50.
    49 Disquisitio, p. 10.
    50 Fra i cardinali che ebbero stima del Sodalitium pianum e di cui si servirono bisogna ricordare, oltre a Merry del Val e De Lai, il cappuccino José Vives y Tuto (1899-1913), prefetto della Congregazione dei Religiosi, il domenicano Tommaso Pio Boggiani (1863-1942), assessore della Concistoriale e poi Arcivescovo di Genova e Cancelliere di Santa Romana Chiesa, Girolamo Gotti (1834-1916), prefetto di Propaganda, il redentorista Wilhelmus van Rossum (1854-1932) poi prefetto di Propaganda (1918), Hector-Irenée Sevin (1852-1916) arcivescovo di Lione; Disquisitio, p. 234.
    51 Nel 1933 un anno prima della morte, Benigni pubblicò l’ultimo volume della sua Storia sociale della Chiesa, il cui primo volume era apparso nel 1907. «Morì povero – ricordò don Paolo de Toth – e questa è una delle sue migliori glorie e delle più significative prove della sua onestà e lealtà»; Disquisitio, p. 48.
    52 La formula è stata usata da uno dei suoi difensori, il padre Jules Saubat, in Disquisitio, p. 34. «Ceux qu’il combattit sont unanimes à voir en lui leur pire ennemi; en même temps qu’un produit typique et repoussant de ce catholicisme intégral qui leur apparaissait comme l’inversion du vrai catholicisme. Pour eux, il aura été sans contexte le péché de Pie X, un péché qui a retardé la canonisation en cours du Pontificat apres avoir failli l’arrêter»; E. Poulat, Catholicisme, démocratie et socialisme, cit., pp. 39-40.
    53 L. Bedeschi, Interpretazioni e sviluppo, cit., p. 86.
    54 Ibidem, pp. 86-87.
    55 Ibidem, p. 85.
    56 Pernot avrebbe utilizzate le notizie fornite da Sabatier nel saggio Le Vatican et l’organisation de la presse,apparso su «La grande revue», dicembre 1908, pp. 209-227.
    [IMG]file:///C:/Documents%20and%20Settings/utente/Desktop/DOCUMENTI/Pagine%20Cattoliche%20-%20Il%20Modernismo%20(1%20di%203)_file/pix.gif[/IMG]

  2. #2
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    Lightbulb Re: L’antimodernismo sotto Pio x

    3 SETTEMBRE 2018: SAN PIO X, PAPA E CONFESSORE…
    Oggi 3 settembre 2018 è la FESTA DI SAN PIO X….
    Il giorno 1 settembre 2018 è stato invece l’anniversario della prescrizione del “Giuramento antimodernista” e l’8 settembre sarà quello della pubblicazione dell'enciclica “Pascendi Dominici Gregis” da parte di Papa Pio X…
    Papa Pio XII il 29 maggio 1954 canonizzò il beato Pio X (l'ultimo Pontefice veramente Santo, Giuseppe Melchiorre Sarto, Riese, Treviso, 2 giugno 1835 - Roma, 21 agosto 1914)…
    San Pio X pregate ed intercedete per noi e per la Chiesa Cattolica affinché - quando Dio vorrà – i vertici neomodernisti usurpatori che occupano il vaticano da decenni si convertano o siano spazzati via dalla Santa Sede di Pietro e venga nuovamente eletto un vero e legittimo Vicario di Cristo e Romano Pontefice: così sia!!!
    Sancte Pie X, ora pro nobis!!!




    “San Pio X, papa e confessore, 3 settembre
    Guéranger, L'anno liturgico - San Pio X, Papa e Confessore
    Guéranger, L'anno liturgico - San Pio X, Papa e Confessore
    http://www.unavoce-ve.it/pg-3set.htm
    3 SETTEMBRE
    SAN PIO X, PAPA E CONFESSORE.”


    «DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII DOPO IL RITO DI CANONIZZAZIONE DI SAN PIO X* Sabato, 29 maggio 1954.»
    https://w2.vatican.va/content/pius-x...529_pio-x.html


    Pascendi Dominici Gregis (8 settembre 1907) | PIO X
    “LETTERA ENCICLICA PASCENDI DOMINICI GREGIS DEL SOMMO PONTEFICE PIO X.”





    Santa Messa celebrata da Don Floriano Abrahamowicz ieri Domenica 2 settembre a Paese alla domus Marcel Lefebvre in onore di San Pio X:


    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    XV domenica d. Pentecoste (Festa di San Pio X alla domus Marcel Lefebvre)
    https://www.youtube.com/watch?v=q0ACQKbp5Pc
    XV domenica d. Pentecoste (Festa di San Pio X alla domus Marcel Lefebvre) (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=Q3JVWDby2_Q
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815
    CATECHISMO - PIO X. Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.»


    http://www.cmri.org/ital-index.html
    «Sul Giuramento Antimodernista
    di S.E. Mons. Mark A. Pivarunas, CMRI
    Festa di S. Pio X Papa
    3 settembre 1995.»


    "CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA (detto di Pio X)."
    http://www.corsiadeiservi.it/public/...hismo_PioX.pdf

    Catechismo di San Pio X: SPIEGAZIONE DEL CATECHISMO DI SAN PIO X per catechisti

    CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA


    http://www.centrosangiorgio.com/down...ristiana_5.pdf



    http://tabulafati.com/ec/images/condannamodernismo.jpg
    Don Ugo Carandino, L'ENCICLICA CHE CONDANNO' IL MODERNISMO. La "Pascendi" di San Pio X, Amicizia Cristiana, 2005.




    https://www.sursumcorda.cloud/artico...e-dragone.html

    https://www.sodalitiumshop.it/Spiega...r-i-catechisti
    “Padre Dragone, Spiegazione del Catechismo di San Pio X. Per i catechisti, CLS - Centro Librario Sodalitium, Verrua Savoia 2009.

    C.T. Dragone s.s.p. (740 pagg.)
    Indispensabile per fare il catechismo ai propri figli e per la formazione degli adulti. Le domande del Catechismo Maggiore sono spiegate chiaramente e con l’aiuto di esempi. Contiene la spiegazione delle prime nozioni della Fede cristiana, Credo, comandamenti, precetti, virtù, sacramenti, preghiera.”
    https://www.sodalitiumshop.it/WebRoo...5/IMG_26_1.jpg




    “31 agosto, 1 e 2 settembre: triduo a san Pio X (festa il 3 settembre) http://www.sodalitium.biz/triduo-san-pio-x/”
    Triduo a san Pio X - Sodalitium

    «Pio X santo, che t’affacciasti alla vita in un’umile casa di un più umile paese e nella stessa povertà dei natali, pur elevato Pontefice del mondo, volesti vivere e morire sulle orme di Gesù umile e povero, spegni in noi quello smodato desiderio di terra e di grandezza, e ottienici di trovare nella povertà e semplicità quella beatitudine dei poveri di spirito che solo anelano il regno dei cieli. Gloria al Padre.
    Pio X santo, che, proclamato Pastore della cattolicità, difendesti con soave fermezza i diritti della Chiesa e l’ortodossia della dottrina, e ti proponesti d’attuare nel mondo un’universale restaurazione in Cristo, sostieni in noi, insidiati dall’errore, quel coraggio nella professione della fede e nell’adesione alla Chiesa che garantisca la nostra santificazione e restauri sull’intiera umanità il regno di Dio.
    Gloria al Padre.
    Pio X santo, tutto amore e soavità per gli uomini, per la cui salvezza donasti il tuo molteplice ministero e per la cui pace offristi la vita, fa che l’umana famiglia viva e prosperi nell’unità implorata da Cristo e s’accenda sul mondo quella vera pace che è frutto di fraternità e giustizia e che è beatificante preludio in cielo. E a noi, imploranti la tua protezione, dona le grazie che aspettiamo: assistici in vita, aiutaci in morte e fa che siamo partecipi con te della visione di Dio nei secoli dei secoli. Così sia. Gloria al Padre.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...a-1024x676.png





    San Pio X - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-pio-x/
    «3 settembre, San Pio X, Papa e Confessore (Riese, 2 giugno 1835 – Roma, 20 agosto 1914). Eletto papa il 4 agosto 1903, fu canonizzato da Pio XII nel 29 maggio 1954.
    Preghiera a San Pio X composta da Pio XII:

    O San Pio X, gloria del sacerdozio, splendore e decoro del popolo cristiano. Tu, in cui l’umiltà parve affratellarsi con la grandezza, l’austerità con la mansuetudine, la semplice pietà con la profonda dottrina; Tu, pontefice della Eucarestia e del catechismo della fede integra e della fermezza impavida; volgi il tuo sguardo verso la Chiesa santa, che tu tanto amasti e alla quale dedicasti il meglio dei tesori che, con mano prodiga, la divina Bontà aveva deposto nell’animo tuo; ottienile la incolumità e la costanza, in mezzo alle difficoltà e alle persecuzioni dei nostri tempi; sorreggi questa povera umanità, i cui dolori così profondamente Ti afflissero, che arrestarono alla fine i palpiti del Tuo gran cuore; fa’ che in questo mondo agitato trionfi quella pace, che deve essere armonia fra le nazioni, accorda fraterna e sincera collaborazione tra le classi sociali, amore e carità tra gli uomini, affinché in tal guisa quelle ansie, che consumarono la Tua vita apostolica, divengano, grazie alla Tua intercessione, una felice realtà, a gloria del Signore nostro Gesù Cristo, che col Padre e lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli. Così sia.
    Orazione della Messa: O Dio, che per difendere la fede cattolica e per restaurare ogni cosa in Cristo, hai riempito di celeste sapienza e di fortezza apostolica il Sommo Pontefice San Pio X, concedici propizio di seguire i suoi insegnamenti e i suoi esempi per meritare il premio eterno.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...93-300x200.jpg







    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




    Viva San Pio X! - Centro Studi Giuseppe Federici
    http://www.centrostudifederici.org/viva-san-pio-x-2/




    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
    "Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    Viva San Pio X!
    Celebriamo la festa di san Pio X pubblicando l’editoriale dell’ultimo numero della rivista Sodalitium (n. 69, luglio 2018), che indica la linea dottrinale antimodernista da seguire per rimane fedeli all’insegnamento del santo pontefice. http://www.centrostudifederici.org/viva-san-pio-x-2/ "
    "Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    3 settembre, San Pio X, Papa e Confessore (Riese, 2 giugno 1835 – Roma, 20 agosto 1914). Eletto papa il 4 agosto 1903, fu canonizzato da Pio XII nel 29 maggio 1954. Oratorio IMBC San Lorenzo Martire a Potenza. Oggi Santa Messa ore 19.30. [ http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/ ] "


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    Tradidi quod et accepi
    http://tradidiaccepi.blogspot.it


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    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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    "SAN PIO X
    Papa e Confessore.
    Dalla Costituzione Apostolica «Divino Afflatu» di san Pio X, Papa e Confessore.

    (AAS 3 [1911], 633-635)
    La Chiesa che canta le lodi di Dio.
    I salmi furono composti per divina ispirazione e si trovano raccolti nelle Sacre Scritture. Risulta che fin dagli inizi della Chiesa sono serviti meravigliosamente a nutrire la pietà dei fedeli. I cristiani mediante i salmi offrivano continuamente a Dio il sacrificio di lode, cioè il frutto delle labbra che rendevano omaggio al suo nome (cfr. Eb 13, 15; Os 14, 3). Una parte ragguardevole della stessa sacra Liturgia e del divino Ufficio, secondo l'uso già accolto nella Legge antica, è costituito da salmi. Da essi nacque quella «voce della Chiesa» di cui parla Basilio, e la salmodia, «figlia di quella innodia», come la chiama il nostro predecessore Urbano ottavo, «che risuona incessantemente davanti al trono di Dio e dell'Agnello». Sono i salmi soprattutto che, secondo sant'Atanasio, insegnano agli uomini consacrati al culto divino, «in che misura si debba lodare Dio, e con quali parole rendergli decorosamente omaggio». Egregiamente dice a tal proposito sant'Agostino: «Per essere opportunamente lodato dall'uomo, Dio stesso si è lodato; e poiché si è degnato di lodare se stesso, per questo l'uomo ha trovato come lo possa lodare».
    Nei salmi si trova una sorprendente efficacia per suscitare negli animi di tutti il desiderio delle virtù. Benché, infatti, tutta la nostra Scrittura, e antica e nuova, sia divinamente ispirata e utile all'istruzione (cfr. 2 Tm 3, 16), però il libro dei salmi, secondo sant'Atanasio è, per così dire, il giardino paradisiaco nel quale si possano cogliere i frutti di tutti gli altri testi ispirati. Così il salterio non solo innalza i canti degli altri libri biblici, ma vi unisce anche i suoi, che modula al suono della cetra. Sant'Atanasio aggiunge: «In verità, a me che innalzo canti, i salmi sembrano essere come degli specchi in cui uno contempla se stesso e il suo stato interiore e da ciò si sente animato a recitarli». Sant'Agostino nelle Confessioni esclama: «Quanto ho pianto al sentire gli inni e i canti in tuo onore, vivamente commosso dalle voci della tua Chiesa, che cantava dolcemente! Quelle voci vibravano nelle mie orecchie e la verità calava nel mio cuore e tutto si trasformava in sentimento di amore e mi procurava tanta gioia da farmi sciogliere in lacrime».
    Chi non si sentirebbe altamente edificato nel ripetere qualcuno di quei numerosi passi che cantano così liricamente e profondamente l'infinita grandezza di Dio, la sua potenza, la sua eccelsa santità, la sua bontà e misericordia con tutte le altre infinite prerogative divine?
    Quell'intenso sentimento religioso che li permea è straordinariamente efficace a muovere il cuore alla gratitudine verso i benefici divini, o ad ispirare l'umile supplica in ordine a nuove grazie, o a suscitare salutari propositi di conversione dal peccato.
    I salmi accendono l'amore a Cristo perché sono come un quadro che presenta ben delineata l'immagine del Redentore. Giustamente dunque sant'Agostino ne «sentiva in tutti i salmi la voce che esultava e che gemeva, che si allietava nella speranza o che sospirava la meta».

    ENCICLICHE DI PAPA SAN PIO X
    • E Supremi (4 ottobre 1903): sulla restaurazione di tutte le cose in Cristo.
    • Ad Diem Illum Laetissimum (2 febbraio1904): sull'Immacolata Concezione di Maria.
    • Iucunda Sane (12 marzo 1904): su papa Gregorio I.
    • Acerbo Nimis (15 aprile 1905): sull'insegnamento della dottrina cristiana.
    • Il Fermo Proposito (11 giugno 1905): sull'istituzione e lo sviluppo dell'Azione Cattolica.
    • Vehementer Nos (11 febbraio 1906): sulla laicità dello Stato in Francia.
    • Tribus Circiter (5 aprile 1906): sui mariaviti o preti mistici della Polonia.
    • Pieni l'Animo (28 luglio 1906): sul clero in Italia.
    • Gravissimo Officii Munere (10 agosto 1906): sulle associazioni di culto in Francia.
    • Une Fois Encore (6 gennaio 1907): sulla separazione tra Chiesa e Stato.
    • Pascendi Dominici Gregis (8 settembre1907): sugli errori del modernismo.
    • Communium Rerum (21 aprile 1909): su sant'Anselmo d'Aosta.
    • Editae Saepe (26 maggio 1910): su san Carlo Borromeo.
    • Iamdudum (24 maggio 1911): sulla legge di separazione fra Chiesa e Stato in Portogallo.
    • Lacrimabili Statu (7 giugno 1912): sugli indigeni del Sudamerica.
    • Singulari Quadam (24 settembre 1912): sulle organizzazioni dei lavoratori.

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    "NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DEL SANTISSIMO NOME DI NOSTRA SIGNORA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA.
    (3 - 11 Settembre)

    ℣. Deus, ☩ in adiutorium meum intende.
    ℞. Domine, ad adiuvandum me festina.
    Gloria Patri.

    [℣. Provvedi, ☩ o Dio, al mio soccorso.
    ℞. Signore, affrettati ad aiutarmi.
    Gloria al Padre.]

    I. A tutta ragione, o Maria, nel significato del vostro nome vi chiamate Patrona, perocché nata dai più illustri personaggi che dominarono la Palestina, Voi non vi compiaceste mai d'altro che dell'oscurità e dell'abbandono in cui traeste la maggior parte dei vostri giorni, e del fedele servizio del vostro Dio, a cui vi consacraste irrevocabilmente fino dai vostri primi anni. Deh, impetrate anche a noi questo spirito di umiltà e di fervore, affinché non ci gloriamo mai di altro che di vivere a vostra imitazione sempre crocefissi con Cristo ond'essere con Cristo glorificati. Ave Maria.

    II. Ben vi si addice, o Maria, il glorioso titolo di Illuminata significatoci dal vostro nome, perocché, esente da ogni macchia, adorna di ogni virtù fino dal principio della vostra esistenza, foste arricchita di tanti lumi, così nell'ordine della natura, siccome in quello della grazia, da superare i profeti, gli apostoli e tutti gli Angeli, ad essere universalmente salutata per la Sede della Sapienza. Deh! un raggio almeno di tanta luce fate risplendere sopra di noi affinché, dissipate le fitte tenebre della nostra ignoranza, conosciamo con chiarezza il nostro vero bene, e non seguiamo mai altra scorta che quella dei vostri esempj e delle vostre ispirazioni. Ave Maria.

    III. Nelle tempeste che ci minacciano ad ogni istante durante la nostra navigazione in questo mare del mondo, a chi ricorreremo, o Maria, se non al santissimo vostro nome che significa Stella del mare? Per Voi si dispersero le eresie, e dalle battaglie più pericolose uscì trionfante la Chiesa. Per Voi le persone, le famiglie, gli Stati, furono non solo liberati, ma tante volte ancor preservati dalle più gravi calamità, perocché i nemici si disperdono, i morti si mettono in fuga, e la morte è costretta a rendere le proprie prede appena invochisi il vostro Nome. Deh! sia sempre viva la nostra fiducia in una mediazione così potente, affinché in ogni nostro bisogno possiamo sperimentarvi ancor noi per quella che sempre vi dimostraste, il soccorso degl'indigenti, la difesa dei perseguitati, la salute degli infermi, la consolazione degli afflitti, il rifugio dei peccatori e la perseveranza dei giusti. Ave Maria.


    ℣. Ora pro nobis, sancta Dei Genetrix.
    ℞. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

    Oremus.
    Beatissimæ Virginis Mariæ Nomen venerantibus, da nobis, quæsumus, Domine: ut ejus quoque virtutes imitantes, nostra in cœlis nomina scripta esse gaudeamus.
    Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia sæcula sæculorum.
    ℞. Amen.

    ℣. Nos cum prole pia benedicat Virgo Maria.
    ℞. Amen.

    [℣. Prega per noi, o Santa Madre di Dio.
    ℞. Affinché siam fatti degni delle promesse di Cristo.

    Preghiamo.
    Concedi a noi che veneriamo il Nome della Beatissima Vergine Maria, ti preghiamo, o Signore, che, imitando anche le virtù di lei, gioiamo che i nostri nomi siano scritti nei cieli.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
    ℞. Amen.

    ℣. La Vergine Maria benedica noi e tutti i suoi devoti.
    ℞. Amen.]

    Sancta María, Dei Génetrix Virgo, * Intercéde pro nobis.
    Santa Maria, vergine Madre di Dio, * intercedi per noi."

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    https://www.radiospada.org/
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    “3 SETTEMBRE 2018: SAN PIO X, PAPA E CONFESSORE.”
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    “Oggi è la Festa di San Pio X:
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    3 settembre, nella Festa di San Pio X:

    https://www.radiospada.org/2013/06/r...crisi-attuale/
    «Rileggere San Pio X per capire la crisi attuale.

    Nel Vangelo è detto: “Non può un albero buono produrre frutti cattivi”. Come può, quindi, l’albero apparentemente buono produrre caos, ovvero il male?
    Male, mancanza di perfezione, o caos, o imperfezione; quel male, può dirsi, così definito da Plotino, mancanza di ordine al fine proprio e liberamente voluto, concezione che supera gli schemi platonici ed aristotelici e ci raffigura una realtà composta da coeterni principi, tenaci: fonte di ordine (ordinatore) e diretta negazione (dis-ordinatore): Dio e materia, Spirito e caos.
    L’Aquinate scrive che: “Di due contrari l’uno non può essere causa dell’altro. Ora, il male è contrario al bene. Dunque il bene non può essere causa del male”[S. Th. Iª q. 49 a. 1 arg. 2]. Ma se caos è male, ed è certo esserlo, come individuarne il colpevole? Dove rintracciarne l’autore?
    Al cospetto di confusione, sempre più presente ed astutamente propagata, è opportuno determinare la viva piaga (di morte) per poterla suturare ed estirparne il male incurabile; Sant’Agostino, ad esempio, ci insegna ad odiare il male per benevolenza e lo fa anche analizzando i nuclei famigliari; ci dice che se la moglie è “una collaboratrice del serpente”, tende ad allontanare il marito da Dio – o viceversa – usando raggiri ed ordini, ma anche usando la Parola di Dio, è necessario “guardarsi da Eva”.
    Il Santo d’Ippona ci narra di un uomo “martire che armi alle mani si avvia alla corona” e di una moglie che tenta di dissuaderlo usando molto astutamente la Legge: “L’uomo non separi ciò che Dio ha congiunto”- ma Agostino avverte “Bada però che tua moglie non ti separi da Dio. È vero che l’uomo non deve separare ciò che Dio ha congiunto, ma potrà un’affezione umana separare da Dio lo stesso uomo? Come la mettiamo con quella parola che avete or ora ascoltata: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo?» È un caso in cui non devi proprio temere: non si tratta in realtà dell’uomo che separa ciò che Dio ha congiunto, ma di Dio stesso che viene a separare [da te] chi tenta di separarti [da Lui]”.
    La soluzione alla portata dell’uomo per arginare il male o per eliminarne del tutto la fonte ci viene fornita nei seguenti termini “Rispondile: Se un membro del mio corpo andasse in cancrena e in tal modo minacciasse di incancrenire l’intero corpo, non verrebbe amputato dal medico? Orbene, dalla bocca del Signore, che è il vero medico, ascolto queste parole: «È preferibile per te che perisca uno dei tuoi membri anziché tutto il tuo corpo vada nella geenna». Compresa la legge in senso giusto, rispondi a colei che malamente ricorre alla legge” [D. 159/a, c. 7, Intendere bene l’amore e l’odio verso i familiari].
    Dionigi, ad esempio, affermava che “il male non ha causa”: ne viene la diretta conseguenza che “neanche il bene può essere causa del male” [De div. nom. 4,30], eppure Sant’Agostino sosteneva che “Non c’è altra sorgente che il bene, da cui possa derivare il male” [Contra Iul. 1,9]; e il Dottore Angelico scrive: “È necessario affermare che ogni male, in un modo o nell’altro, ha una causa […]il male nell’azione stessa viene causato diversamente che nell’effetto. Si ha il male nell’azione per il difetto di qualche causa dell’azione medesima, e cioè della causa agente principale, o di quella strumentale […]negli esseri dotati di volontà, il difetto dell’azione (il male) viene dalla volontà attualmente difettosa (errore), perché non attualmente sottoposta alla sua regola. E tuttavia questo difetto non è ancora una colpa: ma la colpa segue dal fatto che si opera con tale difetto (libera adesione all’errore)” [S. Th. Iª q. 49 a. 1 ad 3].
    A questo punto possiamo domandarci se e come è possibile che Dio possa essere causa di male eimperfezione, a fronte del fatto che Egli è l’Essere perfettissimo? Noi sappiamo che “il male consistente in una deficienza dell’azione, causata da un difetto dell’agente, non si può riportare a Dio come a sua causa”, poiché “Dio quando causa nelle cose quel bene che è l’ordine dell’universo, per concomitanza e indirettamente (quasi per accidens) causa la corruzione delle cose, secondo l’espressione della Scrittura; «Il Signore fa morire e fa vivere». Mentre l’altro passo: «Dio non fece la morte», va spiegato, «come cosa direttamente voluta». Ora, all’ordine dell’universo appartiene anche l’ordine della giustizia, il quale richiede che venga inflitta la punizione ai peccatori. Per questo motivo Dio è l’autore di quel male che è la pena: non però di quel male che è colpa” [S. Th. Iª q. 49 a. 2 co. ].
    Il male o caos o confusione nell’ordine dunque si manifesta come mancanza al bene e può essere di due specie: il malum poenae, la mancanza di una perfezione dovuta, come ad esempio lo zoppo; ilmalum culpae, la mancanza di ordine al fine proprio, liberamente voluta da una creatura razionale [Cfr. Il male in San Tommaso, F. Latteri].
    Resta tuttavia difficile comprendere come possa originarsi il caos, come possa nascere confusione, come possa propagarsi il male anche in ambienti che dovrebbero battersi per la vittoria dell’ordine stesso ripudiando l’errore – di Dio sul maligno, dello Spirito sulla materia; l’Aquinate ci dice:“L’affondamento della nave si attribuisce all’influsso del pilota, per il fatto che non compie quello che si richiede per la salvezza della nave stessa”, tuttavia non dobbiamo disperare poiché “Dio non cessa dal compiere quello che è necessario per la salvezza” [S. Th. Iª q. 49 a. 2 ad 3].
    L’uomo pensante che tuttavia ignora la teologia e la filosofia forse non si interrogherà mai sul perché e sul come l’evoluzione porti progresso e degrado, ciò nonostante ne percepirà sempre la presenza e ne avvertirà “pregi e difetti”, intuendo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato; parimenti lo studioso che oggi vuol approfondire, certamente si interrogherà e andrà alla ricerca di soluzioni già paventate o ne contribuirà all’elaborazione.
    Caos, dubbi, negligenze, senso di abbandono, scandali, addirittura repulsione: è questo quanto alcuni di noi avvertono guardando all’operato di alcuni uomini di Chiesa. Ma come è possibile?
    San Pio X fu profeta e già cent’anni fa individuò nel “modernismo” quel complesso di dottrine sorte nel secolo XIX così perniciose e decadenti che avrebbero portato confusione nel mondo cattolico. Perniciose “ideologie ispirate alle moderne filosofie dell’immanenza e usate per interpretare il cristianesimo e renderlo accessibile alla cultura contemporanea”.
    Il “modernismo” oggi così diffuso “nelle vene stesse e nelle viscere” della Chiesa, fu deplorato e condannato da San Pio X poiché stava prendendo piede nei salotti e nelle scuole di teologia, nei testi di filosofia e di dogmatica (censurati dal S. Uffizio), e nei seminari; fu definito come demolitore della religione poiché “infetto da agnosticismo” in quanto “discredita la ragione per esaltare il sentimento”; complesso di dottrine (“modernismo”) ispirato all’immanentismo perché “fa derivare i dogmi dal fondo della coscienza”, colmo di relativismo ed evoluzionismo dato che ha pretesa “che le formule dogmatiche debbano essere mutevoli secondo le vicende umane e secondo le personali esperienze religiose” [Dizionario del Cristianesimo, E. Zoffoli, Sinopsis, 1992, p. 321]. Sostanzialmente è l’evoluzione del protestantesimo misto di agnosticismo.
    I maggiori rappresentanti del “modernismo” furono l’abate Alfredo Loisy in Francia, l’ex gesuita Tyrrell in Inghilterra, H. Schell in Germania, Romolo Murri ed Ernesto Buonaiuti in Italia. Scopo del modernista (sia egli teologo, filosofo, storico, apologeta) è quello di conciliare la dottrina cattolica con il pensiero moderno (essenzialmente immanentista), cercando una riforma della Chiesa dall’interno.
    Il primo intervento di San Pio X contro il “modernismo” fu il Decreto Lamentabili, della Sacra Congregazione del Sant’Uffizio del 3 luglio 1907, nel quale si elencavano e condannavano 65 proposizioni che stravolgono la dottrina cattolica pur presentandosi astutamente come derivate e fondate sulla stessa dottrina. L’intelligenza di San Pio X fu così sapiente ed ispirata che stupì gli stessi “modernisti” dell’epoca poiché il Sovrano Pontefice non trascurò alcunché.
    L’8 settembre del 1907 il Decreto fu seguito dalla Enciclica Pascendi Dominici gregis, come condanna definitiva ai “modernisti” ed al “modernismo”, in quanto sintesi di tutte le eresie.
    Nel Decreto prima e nell’Enciclica poi, il Santo Pontefice deplora che “anche tra i cattolici si trovino non pochi scrittori che, trasgredendo i limiti stabiliti dai Padri e dalla santa Chiesa stessa, sotto le apparenze di una più alta intelligenza e col nome di considerazione storica, cercano un tale progresso dei dogmi che, in realtà, sono la corruzione dei medesimi”.
    San Pio X sottolinea inoltre con energia che “ciò che importa anzitutto è che la filosofia scolastica che Noi ordiniamo di seguire si debba precipuamente intendere quella di San Tommaso d’Aquino; intorno al quale tutto ciò che il nostro predecessore stabilì intendiamo che rimanga in pieno vigore e, se è necessario, lo rinnoviamo e confermiamo e severamente ordiniamo che sia da tutti osservato […]: discostarsi dall’Aquinate, specialmente in cose metafisiche, non avviene senza grave danno” [Pascendi, n° 94s).
    L’opera di Papa Sarto proseguì con l’introduzione del Giuramento antimodernista, che è una“Dichiarazione di ripudio delle dottrine moderniste a cui era tenuto tutto il clero cattolico”. Fu prescritta da Pio X (1910) e confermata dal S. Uffizio. Il Giuramento antimodernista, obbligatorio per tutti gli uomini di Chiesa e per gli aspiranti tali, “fu un colpo mortale a questa corrente di pensiero che, caduta nel dimenticatoio per oltre cinquant’anni, riemerse come un fiume carsico soltanto a cavallo del Concilio Vaticano II” [ZENIT.org, 29/11/2007].
    Il Giuramento antimodernista, che invito tutti a studiare unitamente al decreto Lamentabili ed allaPascendi, fu abolito da Paolo VI nel 1966; venne inoltre eliminato anche l’Index Librorum Prohibitorum eretto nel 1559 (oggi “lista di libri sconsigliati”) e delegittimato notevolmente il Sant’Uffizio (oggi Congregazione per la Dottrina della Fede).
    Non è facile rispondere alla propria coscienza; io non posso imporre risposte e soluzioni! Come sempre invito il lettore alla preghiera, alla riflessione ed allo studio, nella consapevolezza che la soluzione potrà avvenire solo da pronunciamenti chiarificatori da parte del supremo Magistero.
    Carlo Di Pietro.»

    “Il 3 settembre 1914 Papa Benedetto XV Della Chiesa viene esaltato al Sommo Pontificato.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...ed&oe=5C37C880






    https://www.radiospada.org/
    https://i0.wp.com/radiospada.org/wp-.../san-pio-X.jpg
    https://www.radiospada.org/2016/10/q...il-modernismo/
    “Il 1° settembre 1910 san Pio X col Motu Proprio “Sacrorum Antistitum” prescrive il Giuramento antimodernista a tutto il Clero con compiti ministero, magistero e giurisdizione e ai Professori laici delle Scuole e Università cattoliche.”
    “8 settembre 1907: con l'Enciclica "Pascendi" San Pio X, condanna infallibilmente l'eresia modernista, "sentina di ogni eresia".”
    “Insegnamenti di san Pio X:

    «Qualunque cosa faccia il cristiano, anche nell'ordine delle cose terrene, non gli è lecito di trascurare i beni soprannaturali, ché anzi deve secondo gli insegnamenti della cristiana sapienza dirigere tutte quante le cose al bene supremo come ad ultimo fine: tutte le sue azioni inoltre, in quanto sono buone o cattive in ordine ai costumi, ossia in quanto convengono o meno col diritto naturale e divino, sotto stanno al giudizio e alla giurisdizione della Chiesa» (S, Pio X, Enc. “Singulari quidam”, 24 sett. 1912 ).”

    «Il 29 maggio 1954 Sua Santità Pio XII annoverava tra i Santi il suo beato predecessore Pio X. Oltre alla santità personale del Sarto, Papa Pacelli canonizzava l'opera restauratrice e instauratrice della Cristianità con l'esaltazione del Sacerdozio e la devozione eucaristica, la lotta contro gli eretici Modernisti, la composizione del Codice di Diritto Canonico.»

    “3 SETTEMBRE 2018: SAN PIO X, PAPA E CONFESSORE.”

    https://www.radiospada.org/2012/09/i...lla-sua-festa/
    "Instaurare omnia in Christo: un ricordo di San Pio X nel giorno della sua festa."
    https://i0.wp.com/www.radiospada.org...1%2C1211&ssl=1








    «Pio X alle glorie dell'Altare.
    https://www.youtube.com/watch?v=fefTtXBJ-jM
    La settimana Incom 01102 del 02/06/1954 Pio X alle glorie dell'Altare.

    Descrizione sequenze:Riese: monumento a Pio X ; la casa natia di Pio X ; targa dedicata a Pio X ; la stanza da letto di Pio X ; la cucina dell'abitazione natia ; piazza San Pietro fedeli affluiscono verso piazza San Pietro per la cerimonia di canonizzazione ; piazza San Pietro affollatissima ; il sindaco e altra rappresentanza del comune di Riese ; le nipoti di Pio X ; Scelba, Einaudi e donna Ida giungono a San Pietro ; corteo aperto dalla guardia svizzera con vescovi e cardinali esce dal portone di bronzo e si fa strada tra la folla ; il papa Pio XII avanza sulla sedia gestatoria ; il papa sul ripiano della basilica scende dalla gestatoria ; il Papa circondato da cardinali sale verso il trono ; i cardinali si succedono ai piedi del trono per compiere l'obbedienza ; rito di canonizzazione ; tra il pubblico donna con specchietto ; veduta di piazza San Pietro gremita di fedeli ; Pio XII decreta la santificazione al microfono ; ritratto di Pio X ; il corpo di Pio X in una teca di cristallo infiorata, trainata da cavalli bianchi, circondata da guardie svizzere, scortata da una fila di ecclesiastici percorre le vie di Roma ; folla di fedeli in corteo ; Santa Maria Maggiore illuminata di notte.»





    http://www.cmri.org/ital-index.html
    «Sul Giuramento Antimodernista
    di S.E. Mons. Mark A. Pivarunas, CMRI
    Festa di S. Pio X Papa
    3 settembre 1995


    Carissimi beneamati in Cristo,

    Oggi celebriamo la festa del Papa S. Pio X, il cui motto era “Instaurare omnia in Christo” (“Ricapitolare tutte le cose in N.S. Gesù Cristo”) ed è particolarmente dai suoi insegnamenti papali che troviamo i principi dottrinali che giustificano la nostra posizione teologica per mantenere la Fede cattolica tradizionale e rigettare le false innovazioni della Chiesa Conciliare del Concilio Vaticano II.

    All’inizio di questo XX secolo, il santo pontefice metteva in guardia il gregge di Cristo da certi moderni errori in filosofia e teologia che minacciavano di distruggere la Fede cattolica e che in seguito chiamò l’eresia del Modernismo. Il Papa aveva così a cuore questo pericolo che promulgò uno speciale decreto, il Lamentabili (3.7.1907) ed una speciale enciclica, la Pascendi (8.9.1907), nei quali chiaramente e sistematicamente espose e refutò tali errori dottrinali. Ciononostante, poiché ancora si facevano sforzi per continuare a promuovere la causa modernista, Papa S. Pio X nella sua paterna sollecitudine redasse e pubblicò, il 1° settembre 1910 il Giuramento Antimodernista. Quest’ultimo lo impose a tutti i seminaristi prima del conferimento degli ordini maggiori, a tutti i professori di filosofia e teologia dei seminari e delle università, e a tutti i confessori, i pastori d’anime, i predicatori e i superiori religiosi.

    Dal tempo della sua pubblicazione, questo Giuramento venne prestato fedelmente da tutto il clero fino all’arrivo del Concilio Vaticano II, quando fu abrogato. Dal tempo dell’abrogazione, il clero modernista, che prima era rimasto ben nascosto, venne prepotentemente allo scoperto con le più assurde teorie ed errori riguardo all’interpretazione delle Sacre Scritture, alla Sacra Tradizione e alle dottrine della nostra Fede cattolica. Come son diventate applicabili le parole di S. Paolo a Timoteo durante gli ultimi trent’anni, nei quali il Modernismo è divenuto così aggressivo!:

    “Predica la parola, insisti a tempo, e fuori tempo; confuta, esorta, sgrida con ogni pazienza e dottrina. Perché verrà un tempo in cui non sopporteranno la sana dottrina, ma per prurito di udire, ammucchieranno a se stessi dei maestri secondo i loro desideri, e si distoglieranno dall’ascoltare la verità volgendosi piuttosto alle favole” (II Timoteo 4:2-4).

    Per meglio apprezzare gli avvertimenti profetici di Papa S. Pio X contro il Modernismo e per comprendere appieno i suoi devastanti effetti sulla Chiesa, rivediamo il Giuramento Antimodernista.

    Prima di tutto, comprendiamo che il Modernismo si manifesta sotto diverse forme. Alcuni modernisti sono agnostici e negano la capacità della ragione umana di conoscere Dio, la sua esistenza ed essenza. Alcuni negano le prove esterne della divina rivelazione — i miracoli e le profezie. Molti modernisti professano il relativismo dogmatico — la continua evoluzione progressiva dei dogmi e delle dottrine da un senso ad un altro completamente differente. Molti modernisti hanno un concetto completamente erroneo della fede che si può identificare col termine di immanenza vitale — un sentimento cieco della religione che si originerebbe nel subcosciente.

    Queste varie forme di Modernismo attaccano la nostra Fede Cattolica in una moltitudine di modi diversi. E così, la prima parte del Giuramento Antimodernista di Papa S. Pio X è una forte affermazione delle principali verità cattoliche opposte a questa eresia:
    1) la dimostrabilità dell’esistenza di Dio da parte della ragione umana;
    2) il valore e la convenienza dei miracoli e delle profezie come criteri della divina rivelazione;
    3) l’istituzione storica della Chiesa da parte di Cristo;
    4) il carattere immutabile della dottrina cattolica;
    5) la ragionevolezza ed il carattere soprannaturale della fede.

    Il Giuramento Antimodernista cita dapprima le verità cattoliche opposte al moderno agnosticismo:

    “Io professo che Dio, origine e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza mediante la luce naturale della ragione a partire dal mondo creato (v. Rom. 1:20), cioè, dalle opere visibili della creazione, come una causa dai suoi effetti, e che, pertanto, si può anche dimostrare la Sua esistenza.

    “In secondo luogo, accetto e riconosco le prove esterne della rivelazione, cioè, gli atti divini e specialmente i miracoli e le profezie come i segni più sicuri dell’origine divina della religione cristiana e credo che queste stesse prove sono bene adatte per essere comprese in tutte le epoche e da tutti gli uomini, anche al tempo presente.”

    Come possono alcuni modernisti negare la nostra capacità di conoscere l’esistenza di Dio allorché l’armonia e l’ordine del mondo intorno a noi richiedono come causa un Essere intelligente e infinito? Come possono alcuni modernisti negare i miracoli e le profezie dell’Antico e del Nuovo Testamento — testimoniati da così tanta gente che visse e morì per la verità di ciò a cui aveva assistito? Da questi due aspetti del Giuramento, posiamo capire la mentalità della mente modernista che si allontana dalla verità oggettiva e dall’evidenza concreta per seguire teorie e speculazioni puramente soggettive.

    Tutto ciò coincide con precisione con le parole di S.Paolo sopra citate:

    “....non sopporteranno la sana dottrina, ma per prurito di udire, ammucchieranno a se stessi dei maestri secondo i loro desideri... e si volgeranno piuttosto alle favole” (II Timoteo 4:2-4).

    La successiva parte del Giuramento da considerare tratta propriamente della fondazione della Chiesa da parte di Cristo e della invariabilità delle dottrine insegnate da Cristo agli Apostoli, e da loro fedelmente trasmesse ai loro successori:

    “In terzo luogo, credo con fede ugualmente ferma che la Chiesa, guardiana e maestra della parola rivelata, fu personalmente istituita dal reale e storico Gesù Cristo quando visse tra noi, e che la Chiesa fu costruita su Pietro, il principe della gerarchia apostolica, e i suoi successori nel corso del tempo.

    “In quarto luogo, sinceramente professo che la dottrina della fede ci fu trasmessa dagli Apostoli attraverso i Padri di retta dottrina esattamente con lo stesso significato e sempre con lo stesso senso. Perciò, rigetto interamente l’eretica rappresentazione distorta che i dogmi evolverebbero e cambierebbero da un significato ad un altro, differente da quello che la Chiesa tenne in precedenza.”

    Per i modernisti, le dottrine della Chiesa sono evolute di età in età, proprio come dicono che la Chiesa è evoluta. Questa evoluzione, pretendono, continuerà fino alla fine del tempo. Secondo il pensiero modernista, le verità insegnate da Cristo e fedelmente spiegate di secolo in secolo dalla Chiesa Cattolica, devono ora esser aggiornate ai tempi attuali. Quanto spesso non abbiamo sentito i preti modernisti istruire i loro fedeli a dimenticare il loro vecchio modo di pensare e di mettersi al passo coi tempi!

    Quanto è contrario tutto ciò alle parole di Cristo agli Apostoli!:

    “Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre vi manderà nel Mio Nome, vi insegnerà ogni cosa, e vi ricorderà ogni cosa che ho detto” (Giov. 14:26).

    “E chiederò al Padre e vi darà un altro Consolatore che dimori per sempre con voi, lo Spirito di Verità che il mondo non può ricevere, perché né Lo vede, né Lo conosce” (Giov. 14:16).

    “Andate, dunque, insegnate a tutte le nazioni... insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Matt. 28:19).

    “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crede ed è battezzato sarà salvato, ma chi non crede sarà condannato” (Marco 16:16).

    Come possono mai le verità divine, insegnate da Cristo ed attentamente preservate nella Chiesa Cattolica mediante la divina assistenza dello Spirito Santo, cessare di essere vere col passar del tempo o il cambiamento delle circostanze? Il comando di Cristo agli Apostoli “di insegnare ogni cosa a tutte le nazioni” e la Sua promessa di essere con la Sua Chiesa “tutti i giorni, fino alla consumazione del mondo” garantiscono in ogni età la preservazione delle divine verità.

    Di tutti gli aspetti del giuramento, questo quarto punto è il più importante che dobbiamo considerare. Poichè quando confrontiamo gli insegnamenti infallibili di Papa Pio IX nel Sillabo degli Errori e nell’enciclica Quanta Cura, con i decreti del Vaticano II, troviamo una differenza assolutamente irriconciliabile. Papa Pio IX condannò esplicitamente l’indifferentismo religioso e la libertà religiosa; il Vaticano II insegna chiaramente il contrario. E come hanno spiegato questa contraddizione i modernisti al Concilio Vaticano II? Non l’hanno affatto spiegata, perché non potevano!

    Hanno invece aggirato la questione, procrastinandola. P. Courtney Murray S.J., autore del decreto del Vaticano II “Dignitatis Humanae” sulla Libertà Religiosa, si rese conto delle contraddizioni fra gli insegnamenti di Papa Pio IX e questo decreto del Vaticano II, e disse che la riconciliazione fra i due avrebbe dovuto esser lasciata all’opera dei futuri teologi.

    Il quinto aspetto del Giuramento Antimodernista concerne la fede. Infatti è dal falso concetto modernista della fede “ immanenza vitale ” che i modernisti pretendono che i seguaci delle false religioni del mondo, come l’Animismo, il Buddismo, l’Induismo, ecc., abbiano “fede.”

    Il Giuramento Antimodernista chiaramente identifica questo errore e perciò presenta il concetto cattolico di fede:

    “In quinto luogo, tengo per certo e sinceramente confesso che la fede non è un cieco sentimento della religione scaturente dalle profondità del subconscio sotto l’impulso del cuore ed il movimento di una volontà abituata alla moralità; ma la fede è un genuino assenso dell’intelletto alla verità ricevuta tramite l’ascolto di una fonte esterna. Con questo assenso, a causa dell’autorità di Dio supremamente verace, crediamo esser vero che ciò che è stato rivelato e attestato da un Dio personale, nostro Creatore e Signore.”

    Ancora una volta, vediamo come i modernisti si allontanano dalla verità oggettiva per entrare nel regno della speculazione soggettiva. Quando si riduce la fede a mero umano “sentimento della religione scaturente dalle profondità del subconscio” allora si considera che ognuno abbia “fede.” L’animista, il praticante del vudu, l’indù, e il buddista, secondo il modernista, hanno “fede” — “sentimento della religione.” Non c’è dubbio che tale falso principio indusse Giovanni Paolo II ad invitare 150 religioni del mondo ad Assisi a pregare i loro dei per la pace del mondo. Ed è stato già detto prima così tante volte, il falso ecumenismo di Assisi fu un assoluto abbandono del Primo Comandamento di Dio:

    “Io sono il Signore Dio tuo; non avrai altro dio all’infuori di Me.”

    Infine, il Giuramento Antimodernista riguarda parecchi altri errori modernisti, fra i quali, dovremmo fare particolare attenzione alla falsa interpretazione della Sacra Scrittura:

    “Similmente, rigetto quel metodo di giudizio e interpretazione della Sacra Scrittura che, dipartendosi dalla Tradizione della Chiesa, dall’analogia della fede, e dalle norme della Sede Apostolica, abbraccia le erronee interpretazioni dei razionalisti e senza alcuna prudenza o restrizione adotta la critica testuale come unica e suprema norma.”

    Oggi possiamo frequentemente trovare preti modernisti e teologi che negano apertamente il racconto biblico di Adamo ed Eva, il peccato originale, il diluvio, e moltissimi altri eventi storici della Bibbia. In questa materia, troviamo che i modernisti in realtà non credono alla divina ispirazione della Sacra Scrittura. Come li descrisse Papa S. Pio X nell’enciclica Pascendi:

    “I modernisti non esitano ad affermare comunemente che questi libri (la Sacra Scrittura) e specialmente il Pentateuco e i primi tre Vangeli, sono stati gradualmente formati da successive addizioni ad una primitiva breve narrazione.”

    A partire da questa falsa teoria sulla Sacra Scrittura, essi cercano di scrivere una storia di tale “evoluzione vitale” nei Libri Sacri che, una volta di più, non è basata su una qualunque evidenza oggettiva, ma solo sulla loro falsa speculazione:

    “Indubbiamente essi (i modernisti) scrivono attualmente questa storia, e con una tale e facile sicumera che si potrebbe credere che abbiano visto coi loro stessi occhi gli scrittori all’opera mentre accrescevano i Libri Sacri attraverso le età.”

    (...)

    Avendo considerato brevemente alcuni dei più importanti errori del Modernismo, possiamo meravigliarci che Papa S. Pio X sia stato così adamantino nell’esporre e refutare questa eresia? Il Modernismo ha condotto all’apostasia del nostro tempo. Guardiamo dunque sempre a N.S. Gesù Cristo, ai Suoi insegnamenti, e alla Sua Chiesa per rimanere sul cammino della salvezza; e che anche noi possiamo vivere il motto di Papa S. Pio X: “Instaurare omnia in Christo.”
    In Christo Jesu et Maria Immaculata,
    + Mark A. Pivarunas, CMRI.»



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    “Pascendi Dominici Gregis”
    https://www.youtube.com/channel/UCo9...SfgXjCViAIOOqg

    “Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
    https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

    https://www.facebook.com/fidecatholica/

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    Ligue Saint Amédée
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    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

    3 septembre : [Diocèse de Lausanne, Genève et Fribourg] Bienheureux Apollinaire de Posat, Martyr (? 1792) :: Ligue Saint Amédée
    “3 septembre : [Diocèse de Lausanne, Genève et Fribourg] Bienheureux Apollinaire de Posat, Martyr († 1792).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...e_de_posat.jpg





    3 septembre : Saint Pie X, Pape (1835-1914) :: Ligue Saint Amédée
    “3 septembre : Saint Pie X, Pape (1835-1914).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...3_st_pie_x.jpg








    SANCTE PIE X, ORA PRO NOBIS!!!
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    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

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  3. #3
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    Predefinito Re: L’antimodernismo sotto Pio x

    Sarebbe più da un altra sezione del forum.
    ma grazie di avere messo un po di vita anche qua.
    Religione, Patria, Famiglia e Autogestione dei Mezzi di Produzione.

  4. #4
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    Predefinito Re: L’antimodernismo sotto Pio x

    i post di Holuxar sono inaffrontabili.....

  5. #5
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    Predefinito Re: L’antimodernismo sotto Pio x

    E' una tradizione del forum.
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  6. #6
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    Predefinito Re: L’antimodernismo sotto Pio x

    Sentite,arrivati a sto punto a noi non interessano più nè infrastrutture,nè aumento pensioni, nè scuola,nè treno,nè aerei etc. arrivati a sto punto il politico che non parte dall etica,dalla morale,non ci interessa assolutamente ,sarebbe preferibile vederlo piuttosto appeso.LE TRASMISSIONI DELLA R a i ITALIANA SUI GAY ORAMAI SONO COMIZI TRAVESTITI DA STORIE DI ATTUALITA'.IL GRUPPO GAY E' MOLTO FORTE E SI SENTE SICURO .GLI MANCANO SOLO MOTIVAZIONI IDEOGICHE SOLIDE .PER ADESSO SI AFFIDANO A CULATTONI DI QUARTIERE NON AVENDO DI MEGLIO DA PORTARE ...

  7. #7
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    Predefinito Re: L’antimodernismo sotto Pio x

    ci ha lasciato una donna che ha vissuto all insegna della menzogna , della violenza e del sopruso della via di Dio , ma è sempre una cratura(ribelle ?) e chiediamo la misercordia di Dio.

  8. #8
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    Predefinito Re: L’antimodernismo sotto Pio x

    La giustizia di Dio raggiunge l'essenza profonda delle cose. Dinnanzi a lei, tutto si presenta nella sua nuda verità e niente è in grado di opporle resistenza. (Santa Faustina k.)

  9. #9
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    Predefinito Re: L’antimodernismo sotto Pio x

    Citazione Originariamente Scritto da Affus Visualizza Messaggio
    ci ha lasciato una donna che ha vissuto all insegna della menzogna , della violenza e del sopruso della via di Dio , ma è sempre una cratura(ribelle ?) e chiediamo la misercordia di Dio.
    e chi era?

 

 

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