se per te il deficit PIL del primo semestre non ha alcun valore statistico, a mio avvisao allora le previsioni a lungo termine, lasciano il tempo che trovano... l'anno scorso si diceva che nel 2006 il debito sarebbe stato al 110% del PIL... mentre a maggio si è parlato del 107,4%, adesso a quanto siamo arrivati con le previsioni???... ma che stamo a giocà a tombola???... inoltre l'Ocse annunciava a maggio che il deficit italiano al 2006 sarebbe stato pari al 4,2%... Visco invece a maggio sostenne che sarebbe arrivato al 4,5 %... adesso tu mi parli del 4,3% grazie a bersani e co. ... boh!
se non esiste nessun problema per le piccole e medie imprese, mi domando come mai ad esempio a Torino ci sia stata una manifestazione con 2000 presenze facenti parte delle associazioni Api, Ascom, Casartigiani, Cna, Confagricoltura, Confartigianato e Confesercenti che hanno manifestato contro di la manovra di Prodi & co. e tra le altre cose contro la riforma del TFR... in quell'occasione Alessandro Altamura (Margherita), assessore al Commercio del Comune di Torino, al termine dell'assemblea ha dichiarato ai giornalisti: «Come assessore sono attento ai problemi del commercio, dell'imprenditoria e dell' artigianato. Sarebbe stato utile a tutte le forze politiche ascoltare ciò che questi lavoratori hanno spiegato qui questa mattina. C'è un disagio effettivo che coinvolge queste categorie. Spero che la Finanziaria, nella sua discussione, riuscirà ad intervenire su alcuni punti che anche io ritengo migliorabili». ... ma non era il governo precedente che promulgava leggi senza ascoltare le parti???... fin'ora è stato dimostrato che questo governo sta facendo di peggio... ha iniziato con il decreto bersani senza non ascolatre le parti... e adesso continua con la Finanziaria...
Come qualsiasi soglia predefinita, anche la scelta dei 50 addetti come criterio di classificazione del mondo delle imprese italiane si rivela in qualche misura arbitraria. Il rischio di mettere insieme le mele con le pere vale in questo caso come per la più consolidata aggregazione tra piccole e medie imprese. Meglio, quindi, è praticare un approccio flessibile di analisi che sappia di volta in volta applicare il metro di misura più appropriato. Sia esso la bipartizione tra sopra e sotto i 50 addetti, la classificazione nelle quattro tipologie di imprese indicate da Eurostat ovvero la tradizionale accezione di PMI. Non c’è una classificazione per principio superiore alle altre. Nondimeno, il discrimine dei 50 addetti rappresenta un’occasione utile per ribadire i vantaggi della crescita dimensionale delle imprese italiane. Per sottolineare come l’aumento del numero degli addetti si accompagni ad incrementi della produttività e degli investimenti proporzionalmente superiori agli aggravii dei costi. Insieme all’aumento della dimensione, l’elaborazione dei dati ASIA-ISTAT ci dice che è l’apertura alle esportazioni e alla concorrenza estera a migliorare significativamente la “performance” economica delle imprese italiane. Crescita dimensionale e internazionalizzazione sono opportunità di sviluppo sostenute da solide evidenze. Da Affari&Finanza (la Repubblica)
di lunedì 30 ottobre