Non so per quali motivi il Sig. Ministro Bersani, nel 1999, abbia deciso di cedere alla Basilicata i diritti di royalties sulle estrazioni del petrolio, circa 100 milioni di prodeuri l'anno. Avrà avuto le sue buone ragioni...



Fatto sta che tutta questa manna piovuta dal ... sottosuolo gli amministratori locali non sanno proprio come utilizzarla: "Fra qualche anno non sapremo più cosa fare di questi soldi. Non è che ogni anno si può rifare la pavimentazione. A noi - racconta il Sindaco di Viggiano - servirebbero 50 posti di lavoro per risolvere il problema della disoccupazione. Ma le confesso che nessuna azienda del mio paese ha fatto domanda per l'ultimo bando finanziato con i ricavi del petrolio ».

Incredibile? Si, se ragioniamo con la nostra mentalità (mi si passi il termine) "nordista". Ma non certamente per un Sud che, lungi dall'integrarsi con il resto del Paese, sembra ancora preferire l'assistenzialismo e la sottomissione alla criminalità locale.

Magari non è il caso della Basilicata solo che, gratta gratta, qualcosa di strano salta fuori...

Dei primi 46,4 milioni versati dall'Eni a titolo di compensazione ambientale, circa 33 milioni se ne sono andati per pagare i 5mila forestali della regione. Qualcosa è stato destinato agli emigrati lucani in Argentina e in borse di studio per gli universitari.
Niente sistema di monitoraggio e niente osservatorio ambientale.
E nessuna traccia della società energetica regionale che doveva utilizzare il gas estratto con il petrolio. Solo la metanizzazione dei Comuni è stata quasi portata a termine.
Lo strumento individuato dalla regione Basilicata per utilizzare gli incassi delle royalties è il «Programma operativo della Val d'Agri» finanziato con 350 milioni di cui circa la metà con i proventi dell'estrazione e l'altra metà con un prestito alla Bei.
Ma le ricadute economiche promesse stentano a farsi vedere, anche perché gli impiegati nei pozzi o nel Centro Olio vengono quasi tutti da fuori.

Nella primavera del 2002 uno scandalo tangenti ha coinvolto amministratori e imprenditori locali.
«È stato messo a posto qualche marciapiede fatto qualche intervento assistenziale e poco di più. Troppi soldi, la verità è che non siamo in grado di spendere tutte queste risorse.
Il problema più spinoso infatti riguarda i 134 milioni destinati alle imprese.
Secondo quel che scrive la stessa Giunta, ne sono stati realmente spesi solo 41 quasi tutti attraverso lo scorrimento delle graduatorie, ovvero premiando progetti imprenditoriali di bandi precedenti ».
Parcellizzazioni inutili che non creano impatto sul territorio. Basta andare alla Bersagliera per capire l'aria che tira. Un piccolo selfservice nel cuore del sito industriale di Viggiano, l'unico dell'alta Valle, a pochi passi dall'impianto Eni. Quando gira il vento arriva la pungente puzza di petrolio e gas. All'ora di punta c'è poca gente in giro, molti capannoni sono abbandonati e fanno tornare alla mente i tempi, per alcuni rimpianti, della Cassa del Mezzogiorno.

L'amara conclusione:

Qui le imprese si contano con il lumicino. Al bar, verso l'una, ci sono solo quattro o cinque muratori. I giovani che studiano se ne sono andati via. Tra i pochi è rimasto proprio il sindaco.

«Anche se adesso ci sono i quattrini, che cosa ci possiamo inventare di nuovo per produrre sviluppo? Se non lo so io che sono un ingegnere s'immagini gli altri».


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