Risultati da 1 a 6 di 6
  1. #1
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    Predefinito Siamo legati alle nostre radici....

    Siamo legati alle nostre radici, contrariamente ad altri che hanno optato per soluzioni che, di fatto, annullano o mortificano le loro storie e loro identità. A costoro diciamo con convinzione che non accettiamo nessuna lezione di deontologia politica. Personalmente credo che si possa realizzare una
    forza monarchica che vada oltre le persone e le formazioni politiche, che riesca ad incidere nella vita sociale e culturale del Paese, che abbia nel cuore la tradizione e le idee del futuro. Le situazioni cambiano, si evolvono, anche se le coordinate restano uguali. Un lungo filo ci unisce a tutti coloro che come noi hanno:
    • Una sola vocazione: servire l’Italia per restare italiani;
    • Una sola politica: l’interesse nazionale;
    • Un solo ideale: la Patria.
    Occorre un ”rimescolamento“, un nuovo grande agglomerato attorno a una piattaforma valida, di giustizia, di progresso economico e sociale, contro il degrado della giustizia, l’impoverimento spirituale della Nazione, la precarizzazione crescente del lavoro, l’abbattimento dello Stato sociale e gli attacchi all’unità nazionale. Facciamo in modo che la gente ci riconosca e si riconosca per le attualità delle nostre istanze. All’Italia di oggi proponiamo una società caratterizzata in senso fortemente identitario contro lo snaturamento delle nostre radici storiche, culturali e spirituali prodotto dall’immigrazione extra-comunitaria. Particolarmente problematica risulta essere l’immigrazione musulmana. L’islam non è una semplice credenza, è al tempo stesso religione, Stato e sistema di governo. Si distingue per la permanenza di un’etica che plasma in senso unificatore le norme sociali, i comportamenti di vita quotidiana, lo statuto della donna, l’eredità, il diritto sociale che non sono, né da vicino, né da lontano, compatibili con la nostra civiltà, con la nostra concezione dell’uomo, con le nostre tradizioni giuridiche. I musulmani affermano che l’islam libererà l’Occidente dalla “corruzione”, approfittando della crisi e della conseguente sparizione dei nostri valori. E’ questo il vuoto che vogliono riempire, negando a noi, in casa nostra, il diritto di essere ciò che vogliamo. Rendiamoci conto che non esiste un islam moderato! Parlare di un islam moderato è un semplicistico tentativo di sminuire il pericolo per l’Occidente derivante dall’invasione pacifica da parte dell’islam. Il trasferimento di migliaia di persone di fede islamica in Italia [più di un milione] ed in Europa non porta ad un’integrazione e ad uno scambio, al contrario queste persone scelgono deliberatamente la non integrazione con le culture e le realtà legislative, economiche e sociali dei paesi ospitanti. Sono incapaci di adeguarsi al mondo moderno, di assimilare la modernità. Il problema principale è dunque che oggi l’Occidente ha un’identità debole, mentre l’islam ha una forte, fortissima identità. Ecco allora il pericolo che nel tempo a soccombere sia l’Occidente. In Olanda, un intellettuale, un artista, Theo van Gogh, fu accoltellato ed ucciso da un giovane marocchino perché aveva osato denunciare la violenza sulle donne nell’islam in un film messo in onda dalla televisione olandese. Quel assassinio fu commesso da un ragazzo in possesso della doppia cittadinanza, olandese e marocchina, ed è avvenuto nell’ambito di una società che ha fatto del multiculturalismo il suo fondamento. La verità è che voler creare un paese multiculturale e
    multietnico vuol dire rendere ineluttabile la multiconflittualità. Episodi come quello di Theo van Gogh o come quello di Hina Saleem, la giovane pakistana ammazzata dal padre perché si comportava in modo “troppo occidentale”, e i molteplici episodi che riempiono le cronache quotidiane di tutta Europa segnano la pericolosa escalation dell’intolleranza musulmana e, dimostrano come l’islam sia incompatibile con il resto del mondo, in particolare con l’Occidente. E’ ora di svegliarsi. E’ ora di tornare a essere padroni in casa nostra prima che sia davvero troppo tardi. Proteggiamo le frontiere da questa gente tanto dannosa per la nostra cultura, sicurezza e convivenza, si persegua penalmente e severamente ogni forma di immigrazione clandestina e coloro che la fomentano. Il problema dell'immigrazione deve essere trattato secondo criteri di interesse nazionale. Se l’Italia ha bisogno di immigrati, come prima cosa ne verifichi la reale necessità, provveda poi a reclutarli nei paesi di origine con contratto, certificato penale, certificato medico, senza diritto al voto, e una volta terminato il contratto, si assicuri del loro rimpatrio, pena lo stato di clandestinità e immediato arresto. Basta all’importazione massiccia di manodopera a basso costo. Il rifiuto della società multiculturale, in nome dell’identità italiana, in difesa del nostro patrimonio culturale e storico, deve essere un punto irrinunciabile e qualificante del nostro impegno politico. Norme e valori condivisi si formano lentamente in un paese. Un sistema di norme e valori rispecchia la convivenza tra le persone nell’ambito di un territorio circoscritto che è la Nazione. E’ questo insieme di fattori a plasmare il nostro sistema. Sono queste costanti a determinare la nostra identità, a rendere gli italiani italiani e a distinguerci dagli altri. Privata di identità, la Nazione perde definitivamente la padronanza del proprio destino. L’immigrazione massiccia che subiamo è un attentato alla nostra identità e, di conseguenza all’Italia. Gli italiani devono restare padroni di sé stessi affinché l’Italia resti l’Italia. Un’ Italia aperta e garante delle sue diversità locali e regionali. Un’ identità sostenuta da valori sentiti e riconosciuti da ogni italiano: valori di ordine politico, morale e religioso. Quando questo tessuto connettivo è assente la realtà italiana non avrà mai sostanza e, a lungo andare neppure continuità. Il nostro patriottismo non è incompatibile con la solidarietà. E’giusto aiutare i popoli in gravi difficoltà economiche o in situazioni di guerra o in crisi per calamità naturali, attraverso la cooperazione, a casa loro e nel rispetto dei loro usi e costumi, anche per evitare all’origine le cause dell’immigrazione. Ma è ancora più giusto che si presti attenzione, prima di ogni cosa, ai nostri giovani in cerca di prima occupazione, ai nostri ultraquarantenni espulsi dal mondo del lavoro, alla sicurezza sociale dei nostri lavoratori, alle sacrosante rivendicazioni delle fasce più deboli della popolazione, e a garantire una vecchiaia degna a tutti coloro che hanno partecipato generazioni dopo generazioni allo sviluppo ed alla prosperità della Nazione. Esistono fasce cospicue di cittadini e di famiglie che vivono in condizioni economiche molto vicine alla miseria e quando questa caratteristica non si è ancora concretizzata viene ampiamente sostituita da una precarietà assolutamente insopportabile. Siamo stanchi delle politiche di privilegio nei confronti degli extracomunitari e, di fatto, di discriminazione nei confronti degli italiani, basta ricordare fra i tanti il 30% degli alloggi pubblici che per legge è assegnato ad extracomunitari. Non è nell’importare popolazioni straniere la soluzione della denatalità, ma nell’avere una vera politica della famiglia. La finalità prima del matrimonio e della famiglia è la perpetuazione della nostra società, della nostra cultura e del nostro patrimonio; la famiglia e il matrimonio devono essere quindi protetti, incoraggiati e difesi da chi vorrebbe distruggerli in nome di utopie pericolose. Non possiamo accogliere tutta la miseria del mondo. Non possiamo essere un rifugio per terroristi. Gli stranieri che vengono in Italia devono lavorare, o altrimenti ritornare nei loro rispettivi paesi d’origine. I delinquenti stranieri devono essere espulsi. L’Italia deve accogliere solamente i veri rifugiati politici: quelli che rischiano nei loro paesi la vita per motivi politici. Gli immigrati devono integrarsi acquisendo la conoscenza della nostra lingua e gli elementi basilari del nostro ordinamento, o andar via. Fra le perle del governo prodiano ce n’è una che domina incontrastata: la proposta di dare agli extracomunitari la cittadinanza italiana con soli cinque anni di permanenza in Italia. Chi ha formulato questa proposta, non ha sentito cosa pensa la gente, e quando diciamo la gente parliamo degli italiani da Capo Passero alla vetta del Bernina, senza distinzione di regione e di parallelo: una pura e semplice idiozia per gli uni e per gli altri. Essere italiano, lo si eredita, lo si merita, lo si conserva. L'Italia a maggioranza cattolica sta per diventare un paese musulmano! In nessun altro paese occidentale, la sinistra ed i suoi lacchè sono così vergognosamente succubi delle minoranze musulmane più agguerrite da volerle trasformare in maggioranza. Non ci si rende conto che continuando con le concessioni il fenomeno aumenta. La cittadinanza, come è avvenuto e avviene per i nostri connazionali trapiantati in altri Paesi, deve essere conquistata e non essere una concessione “missionaria” o addirittura “strumentale” a settori dell’estremismo di sinistra ed a quanti a loro assimilabili. Non si può propugnare un abbattimento totale delle regole. In Svizzera, per portare un esempio, ogni richiesta di cittadinanza e quindi di naturalizzazione è sottoposta, seguendo precise regole, al parere del consiglio comunale del comune di residenza del richiedente. La proposta del governo prodiano è in netta controtendenza rispetto ai Paesi dell’Unione Europea nei quali il fenomeno dell’immigrazione vanta una storia più lunga della nostra. Se tutti questi paesi hanno adottato o stanno adottando misure restrittive alla concessione della cittadinanza agli immigrati, una ragione ci sarà pure. Dovrebbe perciò essere un’ovvietà per un esecutivo alle prime avvisaglie di questi problemi, confrontarsi con quei governi prima di adottare leggi che definire avventate è puro eufemismo. Ma la demagogia di questo governo supera qualsiasi considerazione razionale. Lorsignori hanno deciso di dimezzare i tempi per concedere la cittadinanza agli immigrati, punto e basta! L’ondata di nuovi cittadini italiani che si verificherebbe con una tale iniziativa, presenta, infatti, un ghiotto bottino elettorale stimato in una milionata di voti. Se poi, fra qualche anno, ci troveremo ad affrontare i problemi che oggi affrontano paesi come la Francia, la Germania, la stessa Spagna, la Danimarca (dove i musulmani fra dieci anni saranno maggioranza) l’Olanda, eccetera, non importa. L’importante è catturare gran parte di quei consensi e restare al potere. Condizione essenziale della preservazione della nostra identità, della nostra prosperità e che costituisce altresì speranza di un avvenire è la trasmissione del sapere. La scuola è uno dei luoghi privilegiati dove si costruisce l'avvenire del nostro paese, forma le generazioni nuove e determina il volto della società di domani. La conoscenza, la cultura, i valori, la memoria, le discipline intellettuali e morali, tutto questo patrimonio di verità e di riferimenti transita per l'istituzione scolastica ed universitaria per conservarsi, riprodursi e svilupparsi col passare dei decenni e dei secoli. Questo patrimonio costituisce la grandezza di una nazione. La sua funzione consiste nel trasmettere la nostra eredità di civiltà, i cui fondamenti sono l'ordine e la sicurezza. Senza di questi si instaura il regno dell'arbitrarietà e della violenza. Le leggi, i valori e la morale sono scherniti e si sviluppa un processo di regressione che conduce alla barbarie. La sicurezza è la prima delle libertà. Bisogna assicurare il rispetto dello stato di diritto sull'intero territorio, ristabilire l'ordine nelle zone dove regna il non-diritto. Non è un semplice " senso " di insicurezza che ci fa dire che la delinquenza imperversa impunita nel nostro Paese, ma è una triste constatazione che tutti possono fare. Esigiamo che ogni cittadina/o possa potere passeggiare dovunque in Italia ed a qualsiasi ora in totale sicurezza e senza timore di essere coinvolta/o in risse furibonde, accoltellamenti, stupri e delizie simili. Basta! Esigiamo che sia applicato il principio della “tolleranza zero”. Il crimine non deve pagare mai! I delinquenti devono essere fermati e sanzionati immediatamente con pene certe e senza alcuna debolezza di discutibile legalità e moralità sociale. Serve la repressione, ma contano anche i messaggi inviati dal potere politico chiamato a far capire che le regole vanno rispettate. Se si dà la sensazione di essere troppo tolleranti, è più facile commettere reati, e questo è un discorso che vale per tutti i criminali. Prima del recente provvedimento congiunto di amnistia e indulto, erano circa 62 mila i detenuti nei 207 istituti di pena italiani. Tra questi la percentuale straniera era del 31,4% nel dicembre 2004 cresciuta al 33,3% nel dicembre 2005. Solo lo scorso anno sono stati 13.654 gli stranieri che hanno varcato le soglie della galera. Di questi 62 mila ne sono stati scarcerati circa 20 mila e tra questi vi è anche chi si è macchiato di gravi reati. Inoltre, il provvedimento è stato esteso, per la prima volta nella storia italiana ai reati di falso in bilancio, corruzione fiscale e finanziaria anche nei confronti della Pubblica Amministrazione, azzerando con un colpo di spugna tutti i fatti di “mala-amministrazione” e di “mala-attività imprenditoriale”. Persone colpevoli di reati come tangentopoli, calciopoli, bancopoli. Persone che dovrebbero stare in carcere, anche se sono sovraffollate perchè non vanno in albergo ma in carcere. La verità è che a questa classe politica non importa fare delle buone leggi, ma solo raccogliere più voti in questo paese di sconti e di amnistie. Il clima di sfiducia nei confronti del sistema dei partiti non stimola di sicuro i cittadini ad esprimere il proprio bisogno di partecipazione. Questi partiti dovrebbero vergognarsi per aver venduto la dignità, l’onore e il valore giuridico della costituzione, tramite parlamentari corrotti e indegni! Presto venderanno le loro madri e le loro sorelle; la Patria l’hanno già venduta da un pezzo. Sia data precedenza assoluta ai diritti delle persone oneste e non a quelli dei delinquenti. Si riformi la Giustizia, si semplifichino le procedure, ma soprattutto si accordino i mezzi necessari per lottare contro la delinquenza e restaurare un vero Stato di diritto.

    Cortes

  2. #2
    email non funzionante
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    Predefinito

    Caro Cortes,
    benvenuto tra noi.....rileggerò con più calma dopo, è un bel pò lungo questo post!

    Noi di NFM vogliamo concretizzare anche qua su Pol una federazione Monarchica.
    NOI SIAMO LA VERA ITALIA !
    RICOSTRUIAMO LA NOSTRA PATRIA !

  3. #3
    roberto m
    Ospite

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    grazie Cortes di avere accettato il mio invito a scrivere su questo forum... cio' dimostra che un avvicinamento NFM-PDUM è desiderato non solo da noi

  4. #4
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    Predefinito Credo che......

    ...... il problema fondamentale che debba unire tutti noi monarchici sia in primo luogo quello istituzionale; poi per quanto riguarda i rami Savoia o duchi d'Aosta se ne potrà parlare in un secondo momento. La prima tappa è quella istituzionale e non ritengo che debba essere motivo di divisione.

  5. #5
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    Predefinito

    E infatti siamo tutti per la Monarchia!
    NOI SIAMO LA VERA ITALIA !
    RICOSTRUIAMO LA NOSTRA PATRIA !

  6. #6
    roberto m
    Ospite

    Predefinito

    bravo cortes spero che le tue posizioni vengano esposte al prossimo congresso pdum

 

 

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