Due arresti a Gravina per estorsione
Quando hanno fatto irruzione nella loro abitazione, i poliziotti hanno sequestrato una pistola Beretta calibro 7,65 con matricola cancellata e numerose munizioniGRAVINA IN PUGLIA (BARI) - Con l’ accusa di concorso in estorsione ripetuta e continuata, agenti del commissariato di polizia di Gravina in Puglia hanno arrestato Sabino Loglisci, di 38 anni, e Emiliano Marraffini, di 28, entrambi con precedenti penali. I due sono accusati inoltre di violenza privata continuata, rapina aggravata, porto illegale di arma, minacce e Loglisci anche di inosservanza alla sorveglianza speciale di ps.
Tornato libero nell’agosto scorso grazie all’indulto, Sabino Loglisci, il pregiudicato di 38 anni ed ex collaboratore di giustizia arrestato dagli agenti del commissariato di Gravina in Puglia, aveva abbandonato il programma di protezione e nel giro di un mese, insieme ad un complice, aveva compiuto nel suo paese una decina di estorsioni a cittadini e commercianti. A riferirlo sono stati i dirigenti del commissariato di Gravina in una conferenza stampa cui ha presenziato anche il pm della procura di Bari Marcello Guercia, che ha diretto le indagini. Loglisci e il suo complice, Emiliano Marraffini, di 28 anni, sono stati arrestati su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Bari Michele Parisi.
A mettere nei guai i due pregiudicati sono state le denunce delle vittime delle estorsioni, che sia pure con difficoltà hanno raccontato i soprusi subiti e di essere stati costretti, secondo le loro possibilità finanziarie, a pagare da poche centinaia di euro sino, in un caso, a 10.000 euro di tangente.
Le indagini sono cominciate dopo la denuncia di una donna che aveva subito da Loglisci minacce, anche di morte, sia telefoniche che di persona. Nei confronti del pregiudicato, sottoposto nel frattempo alla sorveglianza speciale, sono partite le intercettazioni che hanno confermato le estorsioni e le minacce nei confronti di numerosi cittadini di Gravina. Dalle telefonate è emersa anche la costante volontà di Loglisci di cercare armi.
Quando hanno fatto irruzione in casa di Loglisci, arrestandolo insieme a Marraffini che abitava nello stesso appartamento, i poliziotti hanno sequestrato una pistola Beretta calibro 7,65 con matricola cancellata e numerose munizioni. Durante il trasferimento in commissariato, Loglisci ha anche danneggiato l’auto della polizia infrangendo due vetri.
9/11/2006
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