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    Predefinito Quando Ratzinger difende i pederasti

    TV: la BBC svela le coperture del Papa di pedofili
    Venerdì 20 Ottobre 2006 Viene proposto questo fine settimane sul canale BBC World il documentario shock che rivela il documento col quale il Vaticano avrebbe aiutato per decenni i pedofili ad evitare conseguenze penali.

    ROMA – Secondo un reportage investigativo realizzato dalla BBC Joseph Ratzinger prima di diventare Papa avrebbe condotto una sistematica campagna per coprire abusi sessuali su minori commessi da preti cattolici. Sex Crimes and The Vatican (Crimini sessuali e il Vaticano) è il titolo di un documentario shock che è stato trasmesso per la prima volta in Gran Bretagna a fine settembre e che in questo fine settimana viene proposto anche sul canale satellitare BBC World, nello spazio di reportage dal mondo denominato “The World Uncovered”. Il coinvolgimento di Papa Benedetto XVI comincia dal fatto che, in qualità di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, per 24 anni ha avuto il compito di far applicare i documenti promulgati dal Vaticano, tra i quali una Istruzione rimasta riservata e risalente al 1962 intitolata “Crimen Sollicitationis”, riguardante l'atteggiamento da tenere in presenza di alcuni gravi delitti, secondo quanto stabilisce il Codice di Diritto Canonico, tra cui “la violazione del Sesto Comandamento (Non commettere atti impuri) da parte di un membro del clero con un minore di 18 anni”. Si raccomandava ai vescovi piuttosto che di denunciare immediatamente i casi di cui fossero venuti a conoscenza alle autorità giudiziarie competenti, di trattare il tutto in modo riservato, cercando di invitare le persone coinvolte (le vittime e i loro familiari) a non parlarne. Il documento è assolutamente reale e del resto della sua esistenza si sa da anni, tuttavia anche in occasione della presentazione di questo nuovo documentario la controversie non sono mancate.

    La Chiesa Cattolica sostiene che le norme contenute nel documento del 1962 non hanno più alcun valore vincolante in quanto nel frattempo sono entrate in vigore le disposizioni che nel 1983 hanno riformato il Codice di Diritto Canonico. Eppure è lo stesso Ratzinger che lo cita come ancora in vigore in una nota dell’epistola “De Delictis Gravioribus” del 18 maggio 2001. Come già detto l’allora Cardinale era Prefetto Congregazione per la Dottrina della Fede e dunque massima autorità in materia. Non solo: secondo quanto sostenuto dagli autori del documentario il Cardinale Ratzinger avrebbe rafforzato la politica della “copertura” introducendo un principio di Competenza Esclusiva secondo il quale tutte le controversie relative ad accuse di abusi su minori sarebbero state gestite direttamente da Roma. Il reportage è presentato da Colm O’Gorman, che fu stuprato da un prete quando aveva 14 anni: «Quello che più mi colpisce – ha detto – è che è sempre la stessa storia, che si ripete ogni volta e in ogni luogo. Dei Vescovi affidano nuove parrocchie e nuove comunità a sacerdoti che sanno aver abusato di bambini in passato e succedono nuovi abusi.» Nel programma vengono presentate interviste e testimonianze di ex dipendenti del Vaticano che sono stati allontanati per aver criticato il modo col quale la Santa Sede ha gestito lo scandalo degli abusi sessuali pedofili esploso in America nel 2001. “Sex Crimes in the Vatican” affronta anche del caso di Joseph Henn (nella foto), il sacerdote ricercato per pedofilia dalla giustizia americana e fino a luglio impiegato con mansioni di segreteria per la congregazione Società del Divino Salvatore, la cui sede è giusto a due passi dal Vaticano. Quando la Corte di Cassazione ha dato il via libera all’estradizione le autorità sono andate per notificargliela, ma lui nel frattempo si era già defilato.

    “Sex Crimes and the Vatican” viene proposto in chiaro a vari orari questo week end su BBC World (canale 520 del bouquet Sky): sabato 21 alle 14,10 e alle 21,10, domenica 22 alle 03,10, alle 09,10 e alle 21,10.

    (Roberto Taddeucci)

  2. #2
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    http://www.adistaonline.it/?op=articolo&id=24910

    DICHIARA FALLIMENTO LA DIOCESI DI DAVENPORT NEGLI USA: SEMPRE PIÙ LONTANI I RISARCIMENTI PER LE VITTIME DI ABUSI

    33602. DAVENPORT-ADISTA. La diocesi di Davenport, nello stato dello Iowa, è la quarta diocesi statunitense ad andare in fallimento perché non in grado di pagare i risarcimenti richiesti dalle vittime di abusi sessuali perpetrati da membri del clero. Due giorni dopo aver portato i libri in tribunale per chiedere la protezione offerta dalla legge americana sotto il cosiddetto "capitolo 11" – un tribunale gestisce i beni della diocesi con lo scopo di rifondere i creditori ma assicurando, per quanto possibile, la sopravvivenza della società – il vescovo, mons. William Franklin, si è visto accettare le dimissioni per raggiunti limiti d'età (ha 76 anni compiuti) dal Vaticano, che ha nominato mons. Martin Amos, ausiliare a Cleveland, come suo successore.

    Secondo mons. Franklin, che l'ha annunciata con una lettera sul settimanale diocesano The Catholic Messenger, la decisione di dichiarare fallimento serve ad assicurare un risarcimento anche a chi lo richiederà in futuro: pagare adesso, ha scritto, "vorrebbe dire che coloro che hanno già avanzato una richiesta consumerebbero quel che rimane dei beni della diocesi, lasciando senza soldi chi non ha ancora deciso di farsi avanti".

    L'ultimo colpo alle dissestate finanze diocesane era arrivato il 18 settembre, quando una giuria aveva assegnato un risarcimento di un milione e mezzo di dollari a Michl Uhde. Soldi che la diocesi dice di non avere, dopo aver pagato a partire dall'ottobre 2004 dieci milioni e mezzo di dollari in accordi extragiudiziali con le vittime. Oltre al caso di Uhde – per cui la diocesi aveva scelto per la prima volta di andare in tribunale invece di patteggiare – ci sono altre 25 cause pendenti con richieste di risarcimento pari a 7 milioni di dollari.

    Lo scandalo delle molestie sessuali aveva toccato i livelli più alti della Chiesa dello Iowa: solo tra i casi ancora pendenti, ci sono quindici denunce contro mons. Lawrence Soens, vescovo emerito di Sioux City, sette contro mons. Thomas Feeney, ex-vicario generale a Davenport, e una contro mons. Carl Meinberg, ex-presidente della locale università cattolica.

    Ma la decisione di dichiarare fallimento ha suscitato numerose polemiche nella comunità locale. Per i comitati delle vittime, infatti, portare i libri in tribunale non era necessario e servirà soltanto a gonfiare le tasche degli avvocati della diocesi. Il "capitolo 11" blocca il pagamento di ogni risarcimento fino a quando il tribunale fallimentare non avrà deciso il modo migliore di amministrare i beni della diocesi.

    Gli avvocati delle vittime avevano invece presentato un piano alternativo, che prevedeva il pagamento di tutti i risarcimenti pendenti senza che la diocesi andasse in bancarotta – ma il vescovo e il suo staff legale non hanno dato nessuna risposta a questa proposta e si sono rifiutati di sottoporre i beni della diocesi – stimati in appena 5,6 milioni di dollari – ad una valutazione indipendente.

    Il motivo di questa scelta, secondo Ann Green, leader di un gruppo di cattolici locali, è uno: verrà fissato dal tribunale un termine ultimo per tutte le richieste di risarcimento, passato il quale le vittime non potranno più rivalersi economicamente sulla diocesi. Ma chi è vittima di abusi, dice la Green, "viene a patti con il ricordo dell'abuso subito solo con i propri tempi. Non può essere forzato, né farlo secondo i comodi del vescovo". La Green lamenta anche la totale chiusura di Franklin, che non ha mai voluto partecipare a incontri di riconciliazione nelle parrocchie né incontrarsi con i loro rappresentanti.

    Apparentemente conscio della propria impopolarità, alla conferenza stampa di presentazione del proprio successore Franklin, che non intende abbandonare Davenport ma si è offerto di aiutare il nuovo vescovo, ha detto soltanto: "Per 17 mesi abbiamo pregato per un nuovo vescovo. Ora, le nostre preghiere sono state esaudite". La concomitanza del fallimento e della nomina del suo successore sarebbe, per lui, pura coincidenza.

    Intanto, un'altra delle diocesi ‘fallite', quella di Spokane, vicino a Washington, ha venduto il prestigioso edificio dove sono ospitati i propri uffici centrali per circa due milioni di dollari. Cifra ingente, ma una goccia nel mare a fronte di richieste di risarcimenti per oltre 80 milioni di dollari. Il vescovo mons. William Skylstad, che è anche presidente della Conferenza episcopale statunitense, non dovrà però traslocare, almeno per ora: gli acquirenti si sono detti infatti intenzionati a negoziare un accordo conveniente per riaffittare l'edificio alla diocesi. (a. s.)

  3. #3
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    La chiesa cattolica è destinata a confrontarsi quotidianamente con questi problemi fintanto che persiste nel vietare una vita sessuale normale ai propri religiosi.

  4. #4
    Forumista senior
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    Discrimina i gay per il solo fatto che sono gay (anche se non fanno del male a nessuno), ma difende i violentatori di bambini (solo perchè sono preti).

    La Chiesa è sempre meno credibile, e sempre meno affidabile.

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da Morghen Visualizza Messaggio
    Discrimina i gay per il solo fatto che sono gay (anche se non fanno del male a nessuno), ma difende i violentatori di bambini (solo perchè sono preti).

    La Chiesa è sempre meno credibile, e sempre meno affidabile.
    La Chiesa Cattolica ha smesso di esistere come tale esattamente lo stesso giorno in cui è stata formalmente fondata, nel consiglio di Nicea.

    Da quel momento in poi, è diventata la più grossa operazione mediatica mai concepita da essere umano. Altro che Publitalia, Dell'Utri dovrebbe prendere esmpio dagli archivi Vaticani. Lì vi è la summa su come indottrinare per benino un po più che un miliardo di persone e vivere nell'agio nei secoli dei secoli Amen.

  6. #6
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    Concordo.

 

 

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