Nel mirino la manifestazione Gender Bender dedicata
alle indentità sessuali, sponsorizzata dal Comune
Bologna, la Curia contro Cofferati
"Soldi pubblici per il festival porno"
di CARLO GULOTTA
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BOLOGNA - "La città usa denaro pubblico per finanziare un festival omosessuale dove si esibiscono pornostar mascherate da artisti. Questa invasione barbarica oltraggia la fede e la ragione dei cittadini". E ancora: "Qui si contrabbanda per cultura l'interesse di una lobby. Siamo alla mistificazione. L'ennesima". Scoppia una polemica a Bologna fra la Curia e il Comune: stamattina, sulle pagine di "Bologna Sette", il settimanale della diocesi bolognese e inserto domenicale di "Avvenire", un commento non firmato attacca il Festival "Gender Bender" dedicato alle identità sessuali e sostenuto dagli assessorati alla cultura di Comune, Provincia e Regione. E il commento, "ampiamente condiviso" dalla Curia, dice il vicario generale Ernesto Vecchi, contiene accuse durissime sulla manifestazione e per chi la sponsorizza.

Fra l'altro, nei mesi scorsi Vecchi fu duramente contestato dalla comunità gay per un commento su un pestaggio a due giovani omosessuali. "La violenza e la trasgressione sono cugine", disse il numero due della Curia bolognese.

"Mettere in scena la masturbazione o piccanti rapporti omosessuali è forse un servizio sociale primario? - scrive oggi "Bologna Sette" - Verrà mostrato un video con un attore che esplora, attraverso l'autostimolazione, le possibilità del piacere, della soddisfazione erotica. C'è una doppia aggravante: il presunto evento è stato presentato in pompa magna da autorevoli rappresentanti istituzionali che dovrebbero avere a cuore la sensibilità di tutti i bolognesi, e non solo di quelli con problemi di genere. E, ancora più grave, l'iniziativa è realizzata col contributo degli assessorati". Polemica durissima, come si vede, sui contenuti del Festival e sullo stato della cultura sotto le Due Torri. "A Bologna tira aria malsana - si legge ancora nel commento di "Bologna Sette" - alcuni rappresentanti istituzionali sembrano ancora fermi alla concezione dell'"indottrinamento delle masse"".

Ma l'assessore alla cultura del Comune, Angelo Guglielmi, respinge le critiche, fondate "su un pregiudizio non accettabile. Non capisco su quali basi si reggono i sospetti che si tratta di un festival al limite del porno. "Gender Bender" propone eventi spettacolari di qualità per la prima volta a Bologna. Mi meraviglia che la Curia, così accorta e attenta, questa volta sia incorsa in un infortunio. Criticano la rassegna ancor prima di averla vista...". Contro la Curia bolognese si scaglia anche il presidente onorario dell'Arcigay e deputato Ds Franco Grillini. "Si tratta di moralismo da quattro soldi. La Curia pensi piuttosto ai giganteschi finanziamenti alle scuole confessionali, quelli sì incostituzionali".

(29 ottobre 2006)