“La donna della Costa d’Avorio può dare un grande contributo alla società”
Seconda parte della testimonianza di Christian Kadjo, una numeraria dell’Opus Dei residente a Abidjan (Costa d’Avorio), un paese francofono situato nell’Africa occidentale, dove i cattolici sono il 12% della popolazione

26 ottobre 2006


A Roma



Nel 1985 mi proposero di fare un viaggio a Roma per partecipare all’UNIV, un Congresso Universitario. L’idea mi piacque molto, perché avevo sempre sognato di andare a Roma, ma non ne avevo mai avuto la possibilità. Quell’anno ero al quarto anno di Scienze Imprenditoriali e avevo cominciato a fare pratica in una ditta francese di informatica. Con i soldi guadagnati riuscii a pagarmi il viaggio a Roma, che fu un’esperienza straordinaria. Fu il primo anno della Giornata Mondiale della Gioventù, ed ebbi modo di vedere il Papa e persone di tutte le nazionalità.

Al ritorno decisi di chiedere l’ammissione all’Opus Dei. Poco dopo dovetti andare in Francia per il mio lavoro di praticante, a conclusione degli studi che avevo cominciato in Costa d’Avorio e che dovevo completare nella sede principale della ditta. Rimasi lì circa nove mesi e poi sono ritornata in Costa d’Avorio, dove per sette anni ho lavorato in una banca commerciale.

Poi sono stata a Roma per tre anni, per perfezionare gli studi di Teologia e di Filosofia, e infine sono ritornata nel mio Paese, ma a Yamoussukro, la seconda città del Paese dove è stato aperto un Centro dell’Opus Dei.

Lì ho dato lezioni di marketing per cinque anni nella stessa Scuola dove avevo studiato. Contemporaneamente ho diretto un Centro dell’Opus Dei frequentato da donne di tutte le età: adolescenti, giovani donne e signore sposate.



La situazione della donna in Costa D’Avorio



Nel 2002 sono ritornata ad Abidjan, dove sovrintendo a diverse attività; tra di esse una ONG che persone dell’Opus Dei, cooperatori e amici hanno creato negli anni novanta per migliorare la condizione delle donne della Costa d’Avorio, affinché possano svolgere il loro ruolo specifico nell’economia e nello sviluppo del Paese. La Costa d’Avorio ha raggiunto l’indipendenza politica nel 1960 e ha avuto un certo sviluppo, ma dal punto di vista economico si dibatte fra numerose difficoltà e problemi.

Con questa ONG ci proponiamo di contribuire allo sviluppo della nostra patria, dove la donna, nell’ambito educativo, non ha ancora le stesse opportunità dell’uomo. Non sempre può andare a scuola e, quando vi riesce, non sempre termina gli studi, perché se i genitori non hanno i soldi per pagare gli studi di tutti i figli, in genere è il figlio maschio a continuarli, mentre la ragazza rimane in casa. Sopravvive la mentalità secondo la quale l’uomo è l'unico capo famiglia, e quindi è lui a dover provvedere al sostentamento della famiglia. Alla donna – si pensa ancora – deve bastare restare a casa e imparare tutto quello che può dalla propria madre.

Invece noi pensiamo che se alle donne della Costa d’Avorio si desse la possibilità di accedere a una scuola che dia loro una buona formazione intellettuale, esse potranno dare un grande contributo alla società, porteranno a buon fine molti progetti e, insieme al marito, faranno fare alle loro famiglie importanti progressi.