Treviso - Al coro dei fischi leghisti all'inno di Mameli sabato scorso a Vicenza si aggiunge Giancarlo Gentilini. Con una precisazione: "Hanno fischiato l'inno intendendo fischiare questo governo bolscevico. I bolscevichi che si mettono sull'attenti quando sentono l'inno di Mameli sono dei personaggi che non meritano di alzarsi in piedi, anzi dovrebbero andar via. Mameli è il segno della libertà e loro sono ancora ancorati alle bandiere rosse con la falce e il martello".
Il vicesindaco rigetta l'obiezione che l'inno italiano dovrebbe essere accolto da tutti quanti. "Sì certo, anch'io mi metto sull'attenti. Ma io ho un'altra estrazione politica, so che dietro l'inno di Mameli ci sono milioni di morti italiani. Loro invece sono portatori della falce e martello, dovrebbero uscire, andarsene quando suona l'inno. La bandiera italiana è il simbolo della libertà, mentre la bandiera che io vedo ancora sventolare nelle piazze, con la falce e il martello, è il simbolo della più retriva e sanguinaria dittatura di tutti i secoli. Anch'io fischierei se vedessi i rappresentanti di questo governo, che non hanno niente di italiano".