Cancro Nucleare. Germania chiude entro il 2020.
In Italia si discute a ondate intermittenti sul futuro energetico del paese,insinuando in maniera ogni volta più esplicita la possibilità di riaprire le centrali nucleari come unica soluzione. Mentre noi facciamo questo, la vicina Germania pianifica di chiudere tutte le sue centrali a partire dal 2020.
Data anticipata rispetto alle previsioni del governo tedesco, anche grazie alla pressione esercitata dalle ancora forti influenze ambientaliste e da alune evidenze scientifiche.
Uno studio fra i tanti merita di essere citato, tanto per mettere la pulce nell’orecchio per la prossima volta in cui sentirete dire che il nucleare serve e non fa poi tanto male.
La vicinanza a stabilimenti che sfruttano l’energia nucleare aumenta notevolmente il numero di bambini che sviluppano precoci e gravissime forme di cancro.
Lo studio è tanto più importante perché non proviene dalle “solite” associazioni ambientaliste, nell’opinione comune portate naturalmente all’esasperazione di certi “dettagli”.
Stavolta si tratta di uno studio dell’Università di Meinz, pubblicato ufficialmente su Pubmed, con tutti i crismi della scientificità e, addirittura, per alcuni ricercatori che hanno avuto modo di commentarne i risultati (se sapete il tedesco, trovate alcuni interventi sulla Suddeutsche Zeitung), probabilmente sottostimato.
I ricercatori di Meinz si sono concentrati, in particolare, sull’area attigua alla centrale nucleare di Krummel, dove è stato rilevato un eccezionale incremento delle leucemie, tanto infantili, quanto negli adulti.
Le analisi cariotipiche sul dna della popolazione ha rilevato un aumento considerevole della percentuale di cromosomi dicentrici, mutazione dagli effetti piuttosto gravi, inversamente proporzionale alla distanza dalla centrale. Alcune decine di adulti hanno mostrato di avere cromosomi dicentrici nelle proprie cellule linfocitarie e di avere trasmesso ai propri figli la mutazione, portando ad un aumento inconsueto nella media nazionale della leucemia infantile.
In parole povere: più vicino al reattore, più probabilità di sviluppare cancro e mutazioni genetiche e di trasmettere queste mutazioni ai propri figli, insieme all’aumentata possibilità di ammalarsi di leucemia.
Lo studio è molto articolato (150 pagine liberamente accessibili) e molto dettagliato ed è stato presentato al Ministero della salute tedesco perché possa servire da ispirazione e riferimento nella politica nucleare del Paese.
Nonostante l’energia nucleare copra ancora il 30% del consumo elettrico nazionale, la Germania è intenzionata a modificare il proprio sistema di produzione energetica, aumentando l’utilizzo di fonti rinnovabili. È quindi molto probabile che le crescenti possibilità di applicazione di fonti energetiche alternative ed i problemi di smaltimento delle scorie radioattive (che preoccupano non solo la Germania, ma l’Europa intera) allontanino sempre di più la possibilità di un futuro nucleare per la Germania.
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