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Discussione: Le Virtù Di Sparta.

  1. #21
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    mi viene in mente, su queste tematiche, un'altra citazione di Plutarco, da la Vita di Alessandro.

    per riportarla in breve, prima di partire epr una campagna, alessandro distribuisce tra i suoi uguali, tutti i possedimenti.
    quando finisce di dare a loro, uno di loro si alza e gli chiede: alessandro, ma a te cosa resta?
    e lui: La Gloria.

  2. #22
    LONGINO
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    Citazione Originariamente Scritto da Palvesario Visualizza Messaggio
    Domanda provocatoria ma poi non troppo:

    ma non è che Sparta era strutturata così in riflesso del suo tipo caratteristico di produzione? D'altronde sì, tutti uguali, ma gli iloti rimanevano gli iloti e nessuno si sognava manco di considerarli diversamente da quello che erano.

    bè ad ognuno il propio posto...

    Gli Spartani sottomisero il territorio dei Messeni, sottomisero gli abitanti e li ridussero a servi della gleba (Iloti). Per effettuare il loro controllo spietato sopra gli Iloti i cittadini spartani dovettero sottoporsi ad una disciplina militare durissima. Gli Spartani maschi erano addestrati alla guerra fin dall'età di sette anni anche le altre città greche avevano schiavi

  3. #23
    OH MA CHE TI PENSI ?
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    Citazione Originariamente Scritto da Palvesario Visualizza Messaggio
    Domanda provocatoria ma poi non troppo:

    ma non è che Sparta era strutturata così in riflesso del suo tipo caratteristico di produzione? D'altronde sì, tutti uguali, ma gli iloti rimanevano gli iloti e nessuno si sognava manco di considerarli diversamente da quello che erano.
    evidentemente anche sparta aveva i suoi difetti.
    Comunque considera che stiamo parlando di sei o sette secoli avanti cristo,un po' tutte le organizazzioni sociali dell'epoca erano basate sulla schiavitù.

  4. #24
    Nimmo
    Ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da Emiliano Visualizza Messaggio
    Preferisco Atene.
    Ma lo vedi che rompi il cazzo anche qui?!

    Ma ci vuoi stare zitto una volta tanto?!

    Scusa Longino... ma è allucinante questo qui.

  5. #25
    LONGINO
    Ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da STAMPO ITALIANO Visualizza Messaggio
    complimenti


  6. #26
    LONGINO
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    Citazione Originariamente Scritto da Nimmo Visualizza Messaggio
    Ma lo vedi che rompi il cazzo anche qui?!

    Ma ci vuoi stare zitto una volta tanto?!

    Scusa Longino... ma è allucinante questo qui.
    ciao nimmo

  7. #27
    LONGINO
    Ospite

    Predefinito a sparta

    i fanciulli, appena nati, erano esaminati dagli anziani, e, se risultavano deboli o deformi, venivano esposti sul monte Taigeto perché fossero raccolti dai Perieci o dagli Iloti, oppure lasciati morire.

    a sette anni erano sottratti alla famiglia, e, divisi in squadre, venivano affidati a pubblici educatori (pedonòmi), che dovevano temprarli soprattutto negli esercizi fisici, nelle privazioni e nelle sofferenze: perciò indossavano la stessa veste d'estate e d'inverno; portavano il capo scoperto e i piedi nudi; ricevevano un nutrimento assai scarso (famoso era il brodo nero o spartano, (rozzo intruglio, di cui ridevano volentieri gli altri Greci), e, se non riuscivano a saziare la propria fame, potevano rubare (ma, se si lasciavano scoprire, venivano gravemente puniti, non per il furto, ma per l'incapacità di tenerlo celato!); dormivano su giacigli di canne, e una volta all'anno venivano flagellati a sangue.

    Dai 18 ai 20 anni si addestravano alle armi; dai 20 ai 30 anni facevano parte dell'esercito; a 30 anni acquistavano i diritti politici e potevano ammogliarsi, ma fino ai 60 anni erano obbligati a partecipare una volta al giorno ai pasti militari in comune (i cosiddetti sissizi), per cui fino ai 60 si potevano considerare soldati in permanenza.

  8. #28
    LONGINO
    Ospite

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    Anche le fanciulle, benché allevate in famiglia, erano addestrate agli esercizi ginnastici e ricevevano la stessa educazione dei maschi; e le donne spartane rimasero famose per la loro fortezza d'animo e per il loro amor di patria


  9. #29
    Kether è Malkuth del NM
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    Citazione Originariamente Scritto da lupo1982 Visualizza Messaggio
    UGUALI NON erano gli ILOTI:
    lo erano gli Spartiati.
    come ben spiega Evola ne gli uomini e le orvine, il concetto di eguaglianza è sempre stato attribuito a caste aristocratiche.
    uguali erano gli spartiati, uguali erano gli alti ufficiali di alessandro, uguali erano i filosofi della repubblica di platone.
    gli iloti non hanno mai sostenuto di essere uguali al popolo.
    Certo, questo lo capisco anche io (e già non lo condivido ma vabbè). Dicevo in termini generali: quanto la tipologia produttiva di Sparta e le caratteristiche geografiche hanno influito nel creare un ordinamento sociale di quel tipo e, di riflesso, formare una mentalità che poi è passata alla storia?

    Secondo il mio modestissimo parere molto.

  10. #30
    Marco-Torino
    Ospite

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    tratto da "La Verità" numero zero, bollettino di ProgettoTorino
    Sparta come non ve l’hanno spiegata a scuola

    Quando si discetta su Sparta, spesso le panzane che giungono alle nostre orecchie traggono origine da una concezione dicotomica del Bene e del Male. Neanche a dirlo, l’occidente “liberaldemocratico” assume da sempre una posizione faziosa nell’esporre i fatti storici, esaltando coloro che sente intimamente più affini e calunniando chi percepisce come proprio nemico. Nel caso specifico, Atene fu il paradigma dal quale il cosiddetto “mondo civile” ebbe la sua genesi, mentre Sparta resta sinonimo di barbarie.
    La ragione dell’astio nei confronti della società spartana, è frutto di una peculiarità sgradita all’uomo moderno: la Comunità era posta dinanzi a qualsiasi altro interesse particolare. Una vita sobria, dura, interamente indirizzata al bene comune. La differenza tra i singoli era sancita da meriti personali, laddove veniva garantita l’uguaglianza sostanziale di tutti gli spartiati (omoioi o eguali): “[3] per eliminare l'arroganza, l'invidia, la delinquenza e il lusso e le due afflizioni, ancora più gravi e antiche, cioè la ricchezza e la povertà, (Licurgo) persuase tutti i cittadini a mettere in comune i terreni posseduti ed a procedere ad una nuova distribuzione, per vivere tutti in condizioni di parità, con la proprietà di appezzamenti simili e in grado di produrre uguale reddito, ansiosi di primeggiare soltanto in virtù, [4] convinti che i cittadini non sono differenti o disuguali se non per il biasimo per i malvagi o per la lode per i virtuosi.” (Plutarco, Vita di Licurgo, 8).
    L’uguaglianza spartana, era un privilegio difficile da conservare ed in caso di ignominia o mancata adesione al codice d’onore, si perdevano tutti i diritti esclusivi degli omoioi. La motivazione era da ricondurre alla visione comunitaria della società: un gesto di viltà o di egoismo individualista, avrebbe potuto mettere in pericolo l’intero corpo sociale. E’ importante sottolineare come fu una scelta ponderata il rifiuto di un’uguaglianza universalistica (ovvero estesa anche ai Perieci e agli Iloti), che avrebbe comportato l’obbligo di uniformarsi al modello proposto da parte di tutti, con la conseguente eliminazione o asservimento di coloro che non si fossero adeguati (gli U.S.A. nella loro missione colonizzatrice, hanno scelto proprio l’opzione scartata da Sparta).
    La legislazione emanata da Licurgo, ebbe come fondamento la paideia (educazione) e per questa ragione non vennero prodotte leggi scritte, né fu consentito di farlo in seguito alla sua dipartita. Per Plutarco di Cheronea (conoscitore dei testi platonici), l’ingiunzione di Licurgo era sintomo di un ideale aristocratico-gentilizio prepolitico. Il Legislatore di Sparta, oltre alla ridistribuzione delle terre, attuò una serie di provvedimenti: abolì l’utilizzo di monete d’oro e d’argento, sostituendole con monete di ferro che avevano valore soltanto in Laconia. Il risultato fu lo sradicamento di ogni forma di lusso e di crimine legato al denaro: a quel punto, le attività a scopo di lucro, frivole ed inutili, non trovarono più spazio.
    Venne sancito l’obbligo del pasto in comune per favorire la coesione tra i membri della Comunità: gli spartiati si riunivano in gruppi di circa quindici persone ed ogni componente contribuiva con periodici conferimenti di vivande. Partecipavano ai pasti anche i ragazzi per renderli avvezzi alla frugalità e alla concordia.
    Un ruolo di assoluto rilievo era riservato al sesso femminile. La preparazione atletica e morale delle donne era equipollente a quella degli uomini, essendo anch’esse partecipi di una comunità aristocratica che trascendeva la famiglia. Lo Stato provvedeva all’educazione dei figli a partire dai 7 anni e la donna aveva come dovere civico basilare la maternità, esattamente come l’uomo aveva il dovere civico della guerra. I nati erano esaminati dagli anziani che dopo averne valutato la complessione fisica, ne decidevano la sorte. Le madri lavavano i neonati con il vino per irrobustirne la tempra e le nutrici crescevano i piccoli abituandoli alla forza e al coraggio. La situazione delle donne spartiate era assai migliore, se rapportata a quella delle donne delle altre città greche: l’uguaglianza che assicura alle donne una metousia (comunione) nell’onore e nell’eccellenza (Plutarco, Vita di Licurgo, 15,7) era da considerarsi una prerogativa ambita.
    L'educazione dei giovani da parte dello Stato era tipicamente militare, ma veniva insegnato loro anche a leggere e scrivere, la poesia, la musica e la danza. Dai 12 anni vivevano in gruppo ed erano comandati dagli “Ireni” (Precetti dei fanciulli). Smettevano la tunica indossata per cinque anni ed in sostituzione ricevevano un semplice mantello, sufficiente per tutto l’anno. La cena era una brodaglia nera composta da carne e sangue di maiale, vino e spezie: placava a malapena l’appetito, ma questo consentiva di sviluppare l’astuzia per procurarsi ulteriore cibo. A 20 anni, coloro che superavano il durissimo addestramento, assumevano lo status di nuovi guerrieri ed erano inquadrati in uno dei 4 battaglioni dell’esercito.
    Fino ai 30 anni, continuavano le esercitazioni e il servizio nelle forze armate. Raggiunta la suddetta età, potevano occuparsi delle cariche pubbliche e scendere nell’Agorà, ma continuando a consumare il pasto in comune per essere d’esempio ai giovani. Il tempo libero (scholè) era poi parte integrante della vita; Plutarco scrive a riguardo: "…non potevano assolutamente dedicarsi a un mestiere manuale e non sentivano nessun bisogno di accumulare denaro con pena e fatica, dal momento che la ricchezza non era affatto invidiata e apprezzata; quindi erano gli Iloti che lavoravano la terra agli spartiati e corrispondevano loro il reddito..." (Plutarco, Vita di Licurgo, 24,2).
    Il potere politico a Sparta era gestito da due re appartenenti alle famiglie degli Agiadi e degli Europontidi; da 28 geronti (anziani oltre i sessant’anni), che costituivano il senato chiamato Gerusia; dall'Apella, assemblea popolare degli spartiati con più di trent'anni; da 5 efori o magistrati, che avevano la facoltà di giudicare le mozioni della Gerusia e di censurare le decisioni dell’Apella o dei re. Tutti erano giudicabili e passibili di punizioni severe, a prescindere dalla carica istituzionale ricoperta.
    Al termine di questa brevissima carrellata sul popolo della Laconia, la domanda che può essere posta è: a distanza di secoli, la comunità spartana può essere considerata un archetipo alla quale l’oziosa società occidentale, possa ispirarsi per risorgere? La Nostra risposta è perentoria ed affermativa. Volontariamente non abbiamo citato episodi clamorosi come le gesta di Leonida e del suo manipolo alle Termopili o il coraggio delle madri di Sparta. Nella sobrietà del loro vivere quotidiano, troviamo già le linee guida per intraprendere la lotta. Non occorre descrivere fatti eclatanti per destarci da uno stile di vita che intorpidisce lo spirito rivoluzionario, ma bensì la presa di coscienza su quale sia la strada da percorrere e quali siano i modelli da seguire.

    Dani
    Per ulteriori approfondimenti su Sparta consigliamo la lettura della Vita di Licurgo di Plutarco e, ovviamente della Repubblica di Platone.

 

 
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