RETROSCENA BWIN HA FATTO UN’OFFERTA AL CLUB BIANCONERO PER AVERE IL NOME SULLE MAGLIE, MA LA RISPOSTA È STATA NEGATIVA


La Juve dice no allo sponsor del Milan

La società: «E’ anche questione di opportunità»
4/11/2006
di Fabio Vergnano




Giovanni Cobolli Gigli
TORINO. Una volta Juventus e Milan viaggiavano di conserva. Si randellavano sul campo perfino nei tornei estivi, ma le sinergie commeciali erano totali, sul fronte del business il loro flirt non conosceva crisi. Una volta. Oggi con un campionato di differenza e una calciopoli di mezzo, molte cose sono cambiate. Rispetto, ma distanze doverose. Cobolli Gigli e Blanc non hanno più Galliani come referente. Quindi ci sono tante ragioni per mantenere le distanze. Anche uno sponsor in comune sulla maglia può essere motivo di disagio.

La notizia è arrivata ieri. Bwin, uno dei maggiori operatori mondiali nel campo delle scommesse, ha fatto sapere di essere interessato a mettere il proprio nome sulle maglie della Juventus. Di cui, fra l’altro, è già official partner come si dice nel linguaggio eternamente british del marketing. Ma Bwin è già sulle maglie di Maldini e compagni, cui garantisce 40 milioni spalmati in quattro anni. «Non ci interessa e poi non è il caso di avere lo stesso sponsor del Milan» hanno fatto sapere gli uomini del marketing di casa Juve. Ma ovviamente non è soltanto un problema di opportunità dopo le note vicende delle intercettazioni, che ora vedono la Juve in B e il Milan addirittura in Champions. La questione è legata all’accordo che il club bianconero ha con la Tamoil, che aveva firmato un accordo decennale con la Juve alla stratosferica cifra di 240 milioni. Se Del Piero e compagni fossero rimasti in A, lo sponsor libico avrebbe garantito per questa stagione 20 milioni. La retrocessione ha cambiato le carte in tavola perchè nel contratto, la serie B comportava una revisione degli accordi. Per questa il settore marketing guidato da Marco Fassone ha dovuto ridiscutere il contratto la Tamoil («un accordo dignitoso»), così come è stato fatto per gli altri sponsor che hanno tagliato il loro impegno economico del 15-20 %. In pratica oggi la Juve gioca portando sulle maglie il nome di uno sponsor senza che ci sia una firma su un pezzo di carta. L’accordo per questa stagione è vicinissimo e si sta trattando per gli anni a venire, quando i bianconeri saranno di nuovo nel campionato più importante.

Insomma, alla Juventus lavorano da quattro mesi su tutti i fronti. Quello del marketing è certamente uno dei più delicati, perchè garantisce il sostegno economico più importante soprattutto in prospettiva. Una programmazione a lunga gittata, che va di pari passo con quella del mercato. Se non sono previsti movimenti importanti già a gennaio, a parte la cessione in prestito di De Ceglie e di uno fra Palladino e Guzman, in vista della prossima stagione, quella del ritorno in A, si pensa a un robusto rafforzamento perché la volontà è quella di ritrovare subito le antiche posizioni di prestigio.

La società, o meglio, il direttore sportivo Alessio Secco, sta lavarando su un doppio binario. Da una parte si cerca di trovare l’accordo con i campioni che sono rimasti o che sono stati forzati a rimanere, per un prolungamento del contratto. Dall’altra ci guarda al mercato nazionale e internazionale per trovare individuare i giocatori più utili al progetto futuro. A parte Del Piero che è ormai un’istituzione e tratterà direttamente con John Elkann un contratto che comprenda anche il post calcio, gli altri si trovano in una situazione delicata.Da giorni Secco e Blanc trattano con Camoranesi e Trezeguet, con l’intenzione di prolungare i loro contratti. Quello del francese scade nel 2008, l’altro nel 2009. Ma alla Juve manca qualcosa in difesa e a centrocampo ed è in questa direzione che si lavora. Uno dei nomi che resta di attualità è quello del palermitano Barzagli. Traslocando a centrocampo, il più appetito è sempre l’argentino Mascherano del West Ham. La Juventus ha provato a prenderlo fino all’ultima ora dell’ultimo giorno del mercato estivo. Ora è pronta a ritornare alla carica. Mascherano, che avrebbe accettato la Juve anche in B, ha il difetto di non essere un mostro di velocità, ma soprattutto di costare parecchio: 30 milioni. Cifre al di fuori della portata della Juve che arriverebbe al massimo a 15. E sarebbe già molto con le difficoltà attuali.