ci sono pene peggiori di quella capitale, magari qualche lavoretto forzato: trovare l acqua nel sahara, spaccare pietre inutili in qualche angolo sperduto del mondo etc....
Partito Cristiano dell'Avvenire
Lega dei Combattenti
Partito Socialista per la Prosperità
Unione dei Comunisti
Il Popolo delle Libertà
Lega Rivoluzionaria Euroasiatica
Partito dei Dottori
Lega Patriottica
ci sono pene peggiori di quella capitale, magari qualche lavoretto forzato: trovare l acqua nel sahara, spaccare pietre inutili in qualche angolo sperduto del mondo etc....
appenderlo, ma solo alla fine di tutti gli altri processi in corso
contrario alla pena di morte e all'ergastolo a priori.
Contraria alla pena di morte. Sempre.
Sono contrario alla pena di morte. La mia contrarietà, oltre che per la barbarie, è principalmente dovuta alla possibilità di errori giudiziari, anche se in questo caso non ci sono dubbi che l'ex rais si sia macchiato dei crimini imputatigli.
Nella situazione di Saddam Hussein è inoltre da rilevare come egli sia stato regolarmente condannato da un tribunale regolarmente insediatosi ma per crimini (contro l'umanità) che di solito non vengono giudicati dalla giustizia ordinaria dei singoli stati (visto che poi l'Iraq oggi non si può propriamente definire uno stato riappacificato...).
PS Curioso che la sentenza di condanna sia arrivata proprio due giorni prima delle elezioni di medio termine USA...
....e chissà comunque come andrà a finire....
http://www.asianews.it/view.php?l=it&art=3066
18 Aprile 2005
IRAQ
Presidente Talabani: non firmerò condanna a morte di Saddam
In un’intervista il nuovo capo di stato iracheno afferma non ci sarà un governo islamico perchè l’Iraq è uno stato multietnico e multireligioso.
Baghdad (AsiaNews) – Jalal Talabani, nuovo presidente iracheno, ha dichiarato che non firmerà un’eventuale condanna a morte dell’ex capo di stato Saddam Hussein.
In un’intervista all’emittente inglese BBC Talabani – che è stato un avvocato impegnato nella difesa dei diritti umani – ha detto che egli si è sempre opposto alla pena capitale e ha fatto sapere che i suoi principi personali non gli permettono di avallare una decisione del genere, nonostante tutte le sofferenze e abusi inflitti dal regime baathista alla minoranza curda, della quale egli fa parte: “No, personalmente io non firmerò la sua condanna a morte” ha affermato Talabani, che però ha proseguito: “È noto che la presidenza dell’Iraq è costituita da 3 persone. Sono queste che devono decidere. Per questo io posso essere assente. Posso andarmene in vacanza e lasciare che siano gli altri due (i vicepresidenti, il sunnita Ghazi Yawer e lo sciita Abdel Abdul Mahdi) a decidere”.
Talabani non crede che la condanna a morte dell’ex rais indebolirà gli sforzi per fiaccare i ribelli: “Penso che se Saddam verrà messo a morte, molti dei suoi seguaci deporranno le loro speranze e i loro auspici che un giorno egli possa tornare al potere”.
Il nuovo capo di stato si è detto favorevole ad un’amnistia per gli insorti che hanno preso le armi perché contrari al nuovo governo. Inoltre ha sostenuto che agli ex membri del partito baathista dovrebbe essere permesso di lavorare nell’amministrazione civile statale, ma non nell’esercito, a meno che essi non abbiano partecipato all’opposizione segreta a Saddam Hussein.
Alla domanda sul ruolo dell’islam nella politica irachena, Talabani ha risposto che se si è in generale d’accordo che l’islam sarà la religione di stato e avrà una grande influenza sulle leggi statali, non si arriverà a un governo islamico. “In Iraq” ha detto Talabani “questo è impossibile, perché ci sono curdi, arabi, sciiti, sunniti, cristiani: imporre un governo islamico vorrebbe dire dividere l’Iraq”. Egli ha ammonito che ogni tentativo di rendere islamico il governo del paese produrrà la frantumazione dell’Iraq.
I partiti sciiti – con i quali i curdi hanno stretto alleanza per formare il nuovo governo – si sono detti d’accordo per un compresso secondo i quale l’islam sarà una delle varie fonti della legislazione irachena.
Onore al legittimo Presidente Iracheno!
Saddam Libero!
Comincio (continuo) a pensare che, a volte , siano più responsabili i seguaci del rais. duce. caudillo, conducator, ecc. C'è un gioco osceno tra il seguace e il dittatore. Se il dittaore crede di dirigere il gioco, spesso si sbaglia. Egli è il prodotto non il produttore. Suscita e libera pulsioni represse e rimosse, sollecitato però da una massa che chiede di essere liberata dalla catena del pregiudizio che essa stessa ha creato ed imposto. Ripeto si tratta di un rapporto osceno - Fuori scena. Che poi si voglia liberarsi di lui come della propria cattiva coscienza, è normale. Il capro, il farmaco.
Noto che:
1) C'è chi dice: contario perchè sono contrario alla pena di morte. Posizione legittima.
2) C'è chi dice: contrario, perchè non voglio che diventi un martire. Posizione assurda, politica, priva di etica: scegliete la pena in base al tornaconto che vi darà???
Comunque vada, Saddam Hussein sarà un martire. E in futuro sarà simbolo e modello per le generazioni che verranno. Gli americani (e gli inglesi) da secoli sbagliano completamente strategia, non hanno capito niente di come si approccia in situazioni del genere e avranno ancora una volta brutte sorprese. Perchè Norimberga, Bonzanigo di Mezzegra e altri fatti sono incredibilmente analoghi a questi odierni, e sappiamo bene a cosa abbiano portato. Con la differenza che oggi la stampa è enormemente più potente e quel 5% indipendente e non asservito punge e scoperchia il pentolone.
Oggi assistiamo a una fiumana di dichiarazioni di sodati e ufficiali, che sentenziano l'incapacità dei capi nella gestione delle ultime guerre, e gli errori madornali commessi a livello politico.
A mio avviso questo sarà l'ennesimo errore.
PS: Una domanda. Come può un tribunale istituito da uno stato straniero, il quale foraggiava e riforniva l'imputato, far condannare a morte l'imputato stesso? Non è come condannare a morte il proprio passato? Credo sia una delle vergogne più grandi degli ultimi decenni, permettere che ciò avvenga senza battere ciglio, senza una sola riga di condanna nei nostri giornaletti asserviti.
Contrario alla pena di morte, in questo caso ed in generale