L'Udc scarica Berlusconi «L'esperienza della Cdl è finita»
«L´esperienza della Cdl è conclusa». Parola del segretario dell´Udc Lorenzo Cesa che, alla direzione nazionale del partito, non ha usato mezzi termini per esprimere un distacco sempre più netto non tanto dal raggruppamento di centrodestra, ma soprattutto dal suo attuale leader. Silvio Berlusconi. «Noi consideriamo conclusa l'esperienza della Cdl - ha detto Cesa nella sua relazione - così come la considerano conclusa gli amici della Lega e di Alleanza Nazionale». Dunque, ha ribadito, «bisogna ridiscutere tutto, dal programma alla leadership, senza pregiudiziali. Perché sarebbe inaccettabile se ci venisse detto che l'alleanza di centrodestra è immutabile ed esiste solo se a guidarla è l'onorevole Berlusconi. Quello legato ad un solo uomo non è mai un progetto politico. E il risultato delle elezioni in Molise lo conferma».
Le elezioni in Molise dunque, sono state per il segretario del partito di Casini un segnale inequivocabile l´Udc ha «scelto la strada giusta», quella di «un'opposizione responsabile quanto decisa», non «strumentale e sopra le righe»: «Gli elettori ci hanno premiato, siamo cresciuti, siamo il secondo partito della coalizione in quella regione». Insomma: altro che riscossa della Cdl. Per l´Udc sembra che oramai solo Silvio Berlusconi ancora ci creda. E a Berlusconi, il segretario centrista dice ancora una volta, come già aveva fatto a Fiuggi a settembre, che «dobbiamo ridiscutere tutto nel centrodestra: dal programma alla leadership». «La nostra opposizione alla sinistra e al governo è fuori discussione - ci tiene a ribadire Cesa - Quando diciamo che in Italia ci sono due opposizioni, non lo diciamo per annunciare un disimpegno ma per sottolineare piuttosto i due modi di opporsi al governo che stanno emergendo oggettivamente nel centrodestra». L'Udc, ha detto il segretario, conduce «una opposizione responsabile quanto decisa, centrata sull'interdizione parlamentare; i nostri alleati preferiscono a volte toni sopra le righe e un uso strumentale della protesta di piazza che non appartengono alle nostre corde e in cui non ci riconosciamo». Insomma, conclude Cesa, «il populismo non ci appartiene, noi semmai siamo per il popolarismo».
Prima conseguenza di questa linea: il no alla manifestazione contro la Finanziaria del 2 dicembre: «Saremo a Palermo - dice Cesa - per una grande manifestazione in cui parleremo dei nostri valori e dell'immigrazione alla presenza di esponenti del Ppe».
La Direzione nazionale (55 componenti) approva all'unanimità. Anche se sull'assenza dell'Udc alla manifestazione della Cdl del 2 dicembre spuntano 3 'dissidenti´: Carlo Giovanardi, Emerenzio Barbieri e Raffaele Grimaldi. L'ex Ministro, in particolare, ha motivato le sue ragioni in Un intervenuto in cui ha definito «sbagliata» la decisione di non esserci in piazza contro la Finanziaria insieme ad An, Lega e Fi. Ma il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, pur «comprendendo» le ragioni di Giovanardi gli ha spiegato che «non ci può essere un'altra strada da quella dell'opposizione moderata».
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