
Originariamente Scritto da
ignitus
Sul termine temporale del 2.030 é possibile fornire ulteriori ragguagli.
L'indicazione di Gaston Georgel a cui si é fatto riferimento si trova nell'opera "Chronologie des derniers temps (d'après la doctrine traditionnelle des Cycles cosmiques" (Archè, Milano, 1986); é già presente, peraltro, ne "Les Quatre Ages de l'Humanité" (Archè, Milano, 1976 - trad. it. presso Il Cerchio di Rimini).
Si arriva alla stessa data, al 2029 precisamente, elaborando la profezia del Re del Mondo fatta nel 1890 quando apparve ai Lama del monastero di Narabanci, profezia riportata a pag. 342 del libro di Ossendowski "Bestie, Uomini, Dei" (cit. dall'edizione del 1973 delle Mediterranee). Un testo che, come molti sapranno, racconta le peripezie del viaggio movimentato che l'ingegnere polacco Ossendowski fece nel 1920-1921 attraverso l'Asia centrale per sfuggire ai bolscevichi e che René Guénon utilizzò (come spunto diremmo oggi) per scrivere il suo "Re del Mondo". Ma la cosa più sorprendente (e forse per alcuni "sconvolgente") é che si giunge al medesimo termine temporale (l'anno 2030 circa - fine del "Kali-Yuga") leggendo attentamente una nota "dimenticata" dello stesso Guénon. [Riportiamo qui, per la prima volta in assoluto, la nostra "scoperta" che lo stesso Georgel, a quanto é dato di conoscere, non menziona nelle sue opere].
Il grande "esoterista" francese nella suddetta nota afferma [1]:
"Riteniamo che la durata della civiltà atlantidea dovette essere uguale a un "grande anno" inteso nel senso del semiperiodo di precessione degli equinozi; quanto al cataclisma che vi pose termine, taluni dati concordanti sembrano indicare che esso ebbe luogo 7.200 anni prima dell'anno 720 del Kali-Yuga, anno che é ancora il punto di partenza di un'era conosciuta, ma di cui coloro che ancora attualmente l'usano non sembrano più sapere l'origine né il significato".
Non ci é sfuggita la "velata allusione" (Guénon é solito alludere più che indicare espressamente) a quel "punto di partenza di un'era conosciuta" che, a nostro avviso, deve collocarsi intorno all'anno 3.730 a.C., origine della tradizione cinese, e non al 3.760 a.C., anno di inizio della datazione ebraica, poiché Guénon in un altro articolo [2] così si esprime "...si sa così che l'origine della tradizione che si può chiamare propriamente cinese risale a circa 3.700 anni prima dell'era cristiana. Per una coincidenza curiosa, la stessa epoca é anche quella dell'inizio dell'era ebraica; ma per quest'ultima sarebbe difficile dire a quale avvenimento si riferisca in realtà tale punto di partenza", laddove, invece, i Cinesi "sono forse l'unico popolo che abbia costantemente avuto cura, fin dalla prima origine della sua tradizione, di datare i suoi annali con rilevamenti astronomici precisi, i quali contengono la descrizione dello stato del cielo nel momento in cui si producevano gli avvenimenti di cui é stato conservato il ricordo".
Ora, considerando la durata del Kali-Yuga di 6.480 anni [3], i calcoli da effettuare sono i seguenti: 3.730+720=4.450 (inizio del Kali-Yuga) 6.480-4.450=2.030 (fine del Kali-Yuga).
Il 2.030 é certamente un anno indicativo e la nostra "intuizione" potrebbe dimostrarsi fondata se solo potessimo anche determinare il momento della prossima "precessione degli equinozi", ciò che un buon astronomo sarebbe in grado di calcolare senza difficoltà.
Tuttavia, non é nostra intenzione inseguire tentativi di "previsione del futuro" perché questo é proprio uno dei pericoli di un tal genere di ricerche, specialmente nella nostra epoca, in cui le cosiddette "profezie" vanno tanto di moda. In realtà, nessuna tradizione ha mai incoraggiato simili cose, ed é proprio per ostacolarle, nei limiti del possibile, che certi aspetti della dottrina dei cicli sono stati sempre avvolti nell'oscurità.
___________________________
[1] nota n. 3 dell'articolo "La situazione della civiltà atlantidea nel "Manvantara" (nella rivista "Le Voile d'Isis", agosto-settembre 1931);
[2] René Guénon: "Taoismo e Confucianesimo" (in "Le Voile d'Isis", 1932);
[3] rif. in René Guénon: "Alcune considerazioni sulla dottrina dei cicli cosmici" (Journal of the Indian Society of Oriental Art, giugno-dicembre 1937)
P.S.:
Non ci risulta che Guénon abbia mai indicato una data o un anno preciso, nemmeno nella sua copiosa corrispondenza; ma é possibile che "quella lettera" ci sia sfuggita tanti sono oramai i "glossatori" e le "conventicole" guénoniane autoproclamatisi "custodi gelosi" di questo o talaltro documento.