Prodi: costretto all'impopolarità
Manovra: "Ma gli italiani capiranno"
Sapeva di scontentare tutti ma lo ha fatto per rimettere in sesto i conti dello Stato. Il premier Romano Prodi difende la sua Finanziaria dicendo che non c'era altra soluzione e affermando in un'intervista al settimanale francese "L'Express" di essere certo che tra poco gli italiani capiranno che è stata la scelta giusta. E ancora una volta assicura: quando recupereremo parte dell'evasione abbasseremo le tasse.
"Non c'era altra soluzione" dice sicuro il presidente del Consiglio. "Si sarebbero forse potuti evitare alcuni errori di procedura, alcune discussioni tra ministri. Tra sei mesi penso che gli italiani cominceranno a capire". Romano Prodi si riferisce in particolare al rafforzamento dei controlli fiscali previsto nella manovra.
"E' evidente che la reazione di quelli che non pagano le tasse non può che essere negativa" commenta. "Ma siamo chiari. Berlusconi aveva detto, e credo sia vero, che il 40% dell'economia era rappresentata dal sommerso. Ma lui se ne faceva vanto mentre noi crediamo sia una delle più grandi calamità italiane. Se arriviamo a recuperare un terzo di questo 40% noi riusciremo a rimettere in sesto i conti. Potremo a quel momento anche abbassare le tasse. In un paese penalizzato da una debole crescita, con uno Stato in deficit è impossibile operare cambiamenti senza scontentare l'opinione pubblica. Mi trovo in una fase storica dove, per agire bene, sono obbligato a scontentare la gente. Lo sapevo e lo faccio con cognizione di causa".
Della Finanziaria Prodi dice: "Rappresenta un cambio di prospettiva della politica economica. Il mio primo obiettivo è creare le condizioni per la ripresa. Secondo alcuni taglio troppo le spese dello Stato; per altri non le taglio abbastanza. Avremmo potuto accontentarci dei tagli necessari per arrivare ad un deficit del 2,8% del Pil e rientrare nei parametri di Maastricht. Siamo stati più audaci. Lo abbiamo dimostrato diminuendo le tasse sul costo orario del lavoro. Questo dovrebbe sostenere la ripresa delle esportazioni".
Secondo il presidente del Consiglio, "il nostro Paese soffre delle sue rigidità. E' per questo che abbiamo iniziato a liberalizzare settori come le farmacie, i taxi, le libere professioni. Dobbiamo continuare ad opporci ai corporativismi e liberalizzare il settore dei servizi di pubblica utilità come l'energia e i trasporti". Prodi, comunque, manifesta ottimismo: "Un grande Paese è come una grande nave e richiede tempo per virare. Occorre fare un grande cambiamento di rotta. Ma no, non è frustrante".
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E si, ogni governo che sale su noi dobbiamo capire che può incularci come vuole...
Maledetti siate voi e i vostri accoliti