Credo che non sarà facile smettere di sorprendersi per le sorprese contenute nella finanziaria gufaiola... ogni giorno ce n'è una nuova! e dobbiamo ringraziare quei pochi giornalisti seri che fanno luce su aspetti che l'uomo della strada difficilmente riesce a cogliere.
Uno di questi è Oscar Giannino che su Libero (anatema!) di oggi ci racconta delle conseguenze del decreto Bersani che tassa anche i proventi illeciti derivanti, ad esempio da rapine, ricatti o estorsioni se non già "confiscati o restituiti a coloro ai quali erano stati indebitamente sottratti".
E fin qui non ci sarebbe niente di male, anzi... Solo che questa norma "non si applicherà ai soli proventi considerati illeciti ( in seguito ) ad una sentenza definitiva di colpevolezza. Per effetto del decreto Visco, la Guardia di finanza può assumere qualunque informazione riterrà opportuna e necessaria per sottoporre a tassazione una qualunque somma collegata anche e solo a reati "presunti" non a quelli per cui è stata pronunciata condanna definitiva.
Vista l'invasività crescente con la quale le Procure negli ultimi anni hanno accentuato i propri interventi nella vita delle imprese, ecco che la norma del decreto Visco può diventare e diventerà qualcosa di assai diverso dall'assoggettamento anche ai ladri dei rigori del fisco riservati agli onesti.
Al contrario: è uno Stato che diventa sempre più rapinatore di tasse crescenti, quello che finisce per diventare socio nelle entrate con gli stessi ladri.
Tanto è vero, che con Visco le imprese che pagano con l'F24 non hanno più diritto automatico a compensare crediti e debiti fiscali, ma dovranno rivolgere domanda esplicita sei giorni prima del pagamento e non potranno procedere, se non autorizzate.
Così, lo Stato si fa ladro agli onesti. E in più, lo Stato rapinatore si riserva anche di considerare ciascuno di noi, non appena finisce nel mirino di un pm, come un ladro di professione da spogliare. Alla faccia del garantismo."
Fonte: Libero di oggi.