Modena - 8 Novembre 2006 – Il patibolo dell'impiccagione di Ciro Menotti e Vincenzo Borelli nella zona del Baluardo della Cittadella sarà restaurato seguendo le indicazioni contenute in una proposta del comitato modenese dell'Istituto per la Storia del Risorgimento. Lo ha stabilito il Consiglio comunale di Modena approvando all'unanimità un Ordine del Giorno con cui Mauro Manfredini (Lega Nord) impegna il Consiglio a fare propria la proposta dell'Istituto e dà mandato all'assessore ai Lavori pubblici di presentare in una prossima seduta il progetto esecutivo e il piano finanziario.
Le linee progettuali proposte dall'Istituto per la Storia del Risorgimento prevedeno lo spostamento dei fittoni di marmo e delle catene ora poste tra il patibolo e il parchetto nel lato tra il patibolo stesso e piazza 1° Maggio (dov'è presente il parcheggio degli autobus), in modo da segnare un confine di protezione dagli urti e dall'invasione dei pesanti automezzi, inserendolo così nell'area monumentale del parco.
Il progetto prevede anche la collocazione di un lampione in stile per garantire adeguata illuminazione e la realizzazione di un muro di altezza ridotta che riprenda il carattere delle rovine delle mura della Cittadella e consenta di fissare un bassorilievo in bronzo di Ciro Menotti - opera di uno scultore appositamente incaricato - oltre che la manutenzione dell'originale recinzione in ferro battuto e dell'originale filetta di sostegno. Per il progetto, che prevede anche la piantumazione di roseti e siepi e la collocazione di un'apposita segnaletica, l'Istituto si è detto disponibile ad operare per reperire una parte dei finanziamenti necessari.
Illustrando l'Ordine del Giorno Manfredini ha ricordato il sacrificio di Ciro Menotti e Vincenzo Borelli del 26 maggio 1831, sottolineando che nel 1916 il luogo del sacrificio era stato individuato con certezza da un'apposita commissione: "Dopo la demolizione della cinta muraria e dei bastioni - ha spiegato - nel 1931 il luogo individuato dalla commissione venne sistemato a monumento rievocativo e recintato da un'inferriata. Fu anche posata una lapide commemorativa fissata ad un sostegno di mattoni murati, che riproponeva uno dei due sostegni emersi durante la demolizione delle mura e ei bastioni che, pur senza riscontri, si pensò essere i due sostegni originali delle due forche del supplizio". Manfredini ha quindi sottolineato che l'azione del tempo rende necessario un intervento di ripristino "che renda idonea la conservazione del luogo per l'alto significato storico e per la conservazione visibile della memoria cittadina", aggiungendo che l'attuale collocazione - con lo sviluppo urbano - "si è venuta a trovare al confine tra piazza 1° Maggio (parcheggio del pullman) e il parchetto della Cittadella, compromettendone la visibilità e l‘integrità".
Nel corso del dibattito l'assessore ai Lavori pubblici Roberto Guerzoni ha assicurato la "piena condivisione da parte della Giunta sul testo, frutto del lavoro in Conferenza dei capigruppo", mentre Enrico Artioli (Margherita) ha rilevato che "il principio è il recupero di una storia locale, che andrebbe ulteriormente potenziata anche attraverso la programmazione di visite scolastiche".
Biografia:
Ciro Menotti (Migliarina, Carpi, 22 gennaio 1798 - Modena, 23 maggio 1831) è stato un patriota e un martire italiano.
Affiliato alla Carboneria fin dal 1817, maturò fin da giovane un forte sentimento democratico e patriottico che lo portò a rifiutare la dominazione austriaca in Italia. Affascinato dal nuovo corso del re Luigi Filippo d'Orléans, dal 1820 tenne frequenti contatti con i circoli liberali francesi: l'obiettivo era quello di liberare il ducato di Modena dal giogo dell'Austria.
Inizialmente, il duca di Modena Francesco IV si dichiarò favorevole al progetto rivoluzionario di Ciro Menotti, forse perché aveva l'ambizione a candidarsi come sovrano di un eventuale Regno dell'Alta Italia libero dall'egemonia austriaca. Nel gennaio del 1831 Menotti organizzò nei minimi dettagli la sollevazione, cercando il sostegno popolare e l'approvazione dei neonati circoli liberali che stavano nascendo in tutta la Penisola.
Il 3 febbraio 1831, dopo aver raccolto le armi, Menotti radunò i suoi seguaci più fidati, dando ufficialmente il via al tentativo di golpe. Francesco IV, tuttavia, con un brusco voltafaccia decise di ritirare il suo appoggio alla causa menottiana ed anzi chiese l'intervento restauratore della Santa Alleanza. Gli storici si sono sempre chiesti il motivo di questo doppio gioco del duca: certi pensano che il rampollo della famiglia Asburgo-Este capì che il progetto di un Regno dell'Alta Italia era solo un'utopia; alcuni invece sostengono che Francesco era geloso del carisma di Menotti, altri ancora credono che il duca ebbe paura di perdere, dopo la rivoluzione, molti dei suoi priviligi.
In ogni caso, dopo un iniziale successo, Menotti fu sopraffatto dalla truppe austriache intervenute in favore del duca Francesco IV, che durante i combattimenti si era recato in esilio volontario a Mantova. Arrestato, fu sottoposto a un rapido processo e fu condannato a morte mediante impiccagione per volontà esplicita del sovrano restaurato. La sentenza fu eseguita sugli spalti della Cittadella a Modena.
Ciro Menotti, figura di rivoluzionario impavido e di eroe romantico, sarebbe diventato nella coscienza degli italiani dell'Ottocento un grande patriota: fu infatti considerato un precursore non solo del moti del 1831 ma anche dell'intero Risorgimento.
La sua persona inoltre è stata immortalata da numerosi libri, canzoni e opere teatrali ispirati alle sue gesta. Una esauriente biografia di Menotti è contenuta nel volume "Ciro Menotti e i suoi compagni" edito nel 1880 dalla Tipografia Azzoguidi di Bologna. Nello stesso volume, scritto dall'ex ufficiale garibaldino Taddeo Grandi, sono narrate nei particolari le vicende che portarono alla realizzazione del monumento al Menotti in Modena. Tale monumento venne commissionato da un comitato di cittadini allo scopo di ricordare gli avvenimenti della notte del 3 febbraio 1831. Fu realizzato dallo scultore modenese Cesare Sighinolfi ed eretto nel 1879 proprio di fronte all'ingresso del palazzo, con lo sguardo rivolto verso la stanza dove venne firmata la sua condanna a morte, che era, al tempo dei Granduchi, il centro del potere.
W L'UNNITà DITTAGLIA!!!! W IL RISORGIMMENTO!!! PADDANIA LIBBERA DAI POPOLI PADDANO-ALPINI