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Discussione: La fiamma e la celtica

  1. #11
    M. Murelli
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    Citazione Originariamente Scritto da Fiaba Visualizza Messaggio
    Grazie anche a te
    Ovvio che ho intenzione di comprarlo! A proposito, la casa editrice?
    È segnalato in orionlibri.com Vi è riportato l'indice e una prima scheda. Domani dovrei essere in grado di recensirlo. Chi lo acquista su orionlibri.com contribuisce con il 25% (lo sconto che ci fa la casa editrice) al fondo per "Gigi". Lo stesso discorso vale per tutti gli altri libri n catalogo. Lo sconto che le case editrici ci fanno varia dal 25% al 40%. Per i libri Barbarossa al fondo "Gigi" va il 100%. Verso fine anno verrà messo a disposizione per chi interessato il rendiconto finale.

  2. #12
    EUROPA CRISTIANA
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    Citazione Originariamente Scritto da Fiaba Visualizza Messaggio
    Qualcuno ha letto "La fiamma e la celtica" di Nicola Rao?
    Dovrebbe esser appena uscito, mi è stato segnalato ma non so nulla....
    e' usito il 7 nov.,avevo aperto un 3d,e' scivolato via
    andreas

  3. #13
    M. Murelli
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    Citazione Originariamente Scritto da andreas Visualizza Messaggio
    e' usito il 7 nov.,avevo aperto un 3d,e' scivolato via
    Forse perché pensavano che in quel 3d si parlasse di immigrati musulmani Dai, non prendertela, è una battuta da venerdì sera dopo una settimana passata in miniera

  4. #14
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    mi è arrivato stamattina in libreria, sembra fatto bene. appena ho una notte intera di tempo me lo leggo

  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da M. Murelli Visualizza Messaggio
    È segnalato in orionlibri.com Vi è riportato l'indice e una prima scheda. Domani dovrei essere in grado di recensirlo. Chi lo acquista su orionlibri.com contribuisce con il 25% (lo sconto che ci fa la casa editrice) al fondo per "Gigi". Lo stesso discorso vale per tutti gli altri libri n catalogo. Lo sconto che le case editrici ci fanno varia dal 25% al 40%. Per i libri Barbarossa al fondo "Gigi" va il 100%. Verso fine anno verrà messo a disposizione per chi interessato il rendiconto finale.
    Direi che è un'ottima iniziativa. Grazie per la segnalazione

  6. #16
    M. Murelli
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    Non ha nulla a che vedere con questo 3d ma mi pare troppo aprirne uno nuovo. Si tratta di questo. Ieri o l'altro ieri è apparsa sul "Secolo d'Italia" una recensione a tutta pagina (così mi dicono) a firma di Luciano Garibaldi del libro edito per la collana "La testa di Ferro" dal titolo "Fascismo intransigente". È possibile recuperarlo e magari postarlo? Grazie.

  7. #17
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    Non si riesce a postarne qualche riga? giusto per assaggiarne lo stile....

  8. #18
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    Citazione Originariamente Scritto da M. Murelli Visualizza Messaggio
    Non ha nulla a che vedere con questo 3d ma mi pare troppo aprirne uno nuovo. Si tratta di questo. Ieri o l'altro ieri è apparsa sul "Secolo d'Italia" una recensione a tutta pagina (così mi dicono) a firma di Luciano Garibaldi del libro edito per la collana "La testa di Ferro" dal titolo "Fascismo intransigente". È possibile recuperarlo e magari postarlo? Grazie.
    Scusa se mi permetto ma con tutti i 3d da "fondoscala" che vengono spesso aperti non mi pare uno spreco aprirne uno per questo. Avresti molte più probabilità di trovare le informazioni che cerchi.

  9. #19
    M. Murelli
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    Il libro di Rao si apre così

    Un funerale per il neofascismo
    UN giovane sfreccia con la sua auto per le strade dell’Eur. È insieme
    alla sua ragazza e stanno andando fuori Roma. La giornata è limpida
    in questi ultimi giorni di marzo. Sono sereni. Federico, questo il suo
    nome, ha poco più di 30 anni e nella vita fa politica a tempo pieno. È
    un dirigente di Alleanza Nazionale, uno che nel suo quartiere ha un
    peso. È consigliere di Municipio, ma punta più in alto. Mancano due
    mesi alle elezioni comunali e sta meditando di candidarsi al Campidoglio.
    Ma il destino ha deciso diversamente.
    Sono passate da poco le 13 quando Federico sente un dolore al petto,
    una fitta molto forte. Ha paura. In zona c’è un ospedale, il Sant’Eugenio.
    Il sangue gli sale alla testa, i riflessi si annebbiano. Si agita, decide
    improvvisamente di invertire la marcia e raggiungere il Pronto
    Soccorso. Siamo all’incrocio tra via Laurentina e piazzale Douhet. In
    quel preciso momento passa veloce uno scooterone, un 125: Federico
    non lo vede, sente solo l’impatto con la moto. Devastante. L’auto, impazzita,
    passa sopra il conducente dello scooter, infliggendogli danni
    tremendi. Morirà meno di un’ora dopo.
    Il caso ha voluto che la vittima dell’incidente fosse una persona
    che Federico conosceva bene. Era un suo compagno di partito. Presidente
    di circolo di An e dirigente di primo piano della destra sociale.
    Ma quell’uomo era molto altro e molto di più. Il giovane Federico ancora
    non lo sa, ma si è appena scontrato con la storia e ha travolto una
    leggenda. Questa leggenda aveva un nome e un cognome: si chiamava
    Peppe Dimitri.
    Il giorno dopo la notizia viene pubblicata soltanto dalla cronaca di
    Roma del Corriere della Sera. Il quotidiano del partito di Federico e
    della sua sfortunata vittima, il Secolo d’Italia, si occuperà dell’accaduto
    due giorni dopo.
    La prima pagina del giornale di An di domenica 2 aprile 2006 è interamente
    dedicata alle imminenti elezioni politiche. Tra una settimana
    gli italiani decideranno se confermare la fiducia alla coalizione di
    centrodestra o dare il benservito a Berlusconi & C. e richiamare alla
    guida del Paese, dopo dieci anni, Romano Prodi.
    «I conti tengono. Smentiti i gufi», titola a tutta pagina il quotidiano
    di Alleanza Nazionale. Un po’ per rassicurare gli elettori, un po’ per
    rispondere agli avversari che stanno accusando il governo uscente di
    aver lasciato senza una lira le casse dello Stato. Sempre in prima pagina,
    in basso a sinistra, campeggia la pubblicità del comizio che
    Gianfranco Fini terrà il 6 aprile in piazza Santi Apostoli per chiudere
    la campagna elettorale a Roma.
    Sono in pochi a notare un minuscolo articolo, seminascosto, che
    compare a pagina 6, di taglio basso e senza firma. Si intitola: «L’ultimo
    saluto a Peppe Dimitri. I funerali a Roma». Comincia così: «In tanti ieri
    a Roma hanno rivolto l’ultimo saluto a Peppe Dimitri, morto giovedì
    per le ferite riportate in un incidente stradale. La chiesa di Santa Maria
    della Consolazione, a due passi dal Campidoglio, era piena. Pieni
    erano anche il sagrato e il piazzale antistante, dal quale sono stati tributati
    gli ultimi omaggi all’amico e al militante che, con diverse esperienze,
    ha attraversato la storia della destra dagli anni ’70 a oggi...»
    In realtà il funerale a cui il Secolo d’Italia accenna timidamente è
    un evento storico. Probabilmente il rito più importante del neofascismo
    italiano. La cerimonia più imponente, carica di significati e di
    contenuti della sessantennale storia dei fascisti in democrazia. L’ultimo
    saluto a Peppe Dimitri è forse l’ultimo omaggio tributato dalla comunità
    neo- e postfascista a se stessa. Mai prima d’ora si era assistito
    a qualcosa di simile e quasi certamente mai vi si assisterà più...
    Ma chi è Peppe Dimitri? Romano, classe 1956, esordisce nella militanza
    nera nei primi anni Settanta al Vivona, il liceo classico dell’Eur,
    il suo quartiere. Il Vivona, come l’Eur del resto, è un santuario di
    Avanguardia Nazionale, il gruppo extraparlamentare fondato da Stefano
    Delle Chiaie nel 1960, sciolto e poi rifondato nel ’70 da un gruppo
    di fuoriusciti dal Msi reduci dalle contestazioni all’università di Roma,
    guidati da Cesare Perri, Adriano Tilgher e Guido Paglia.
    Dopo una breve esperienza nei boy-scout, Peppe si avvicina al
    mondo di Avanguardia. È il 1972 e ha 15 anni. È gracilino e riservato.
    Timido ed educato. Nel giro di quattro anni (nel ’76 Avanguardia sarà
    sciolta) l’ex boy-scout si trasforma. Nel fisico e nella mente. E diventa
    il responsabile operativo (a sinistra si direbbe del servizio d’ordine)
    del movimento.
    Gli scontri fra rossi e neri sono sempre più frequenti. A Milano i
    compagni decidono di schedare i fascisti in tutte le scuole. Per individuarli,
    identificarli, isolarli. E colpirli... Da destra non si fa nulla per
    impedire l’escalation della violenza. Anzi. Si risponde colpo su colpo.
    Talvolta in maniera gratuita. A Roma i fascisti sono più numerosi rispetto
    a Milano. Schedarli tutti, tanto più nei loro feudi come l’Eur, i
    Parioli, Vigna Clara o il quartiere Trieste, non è semplice. Ma in periferia
    e nelle zone di confine i neri sono di meno e per loro la vita è molto
    più dura.1
    In questo clima milita il giovane Peppe, che nel giro di pochi anni
    diventa uno dei più amati e seguiti capisquadra della Capitale. Mette
    su chili di muscoli. Le sue spalle sono sempre più larghe e un po’ contrastano
    con il suo volto pulito da bravo ragazzo, che non c’entra niente
    con molte facce truci che circolano nell’ambiente. Allestisce campi
    in boschi abbandonati o in montagne dai sentieri impervi per temprare
    i giovani militanti e addestrarli alla resistenza fisica, al corpo a corpo,
    alla sopravvivenza in situazioni estreme. All’autodifesa, ma anche
    all’offesa. Con l’uso di armi bianche, come bastoni e soprattutto martelli.
    Diventa ben presto un esperto di arti marziali. E un appassionato
    di tattica militare e di guerriglia urbana.
    Ma Dimitri è molto altro. Innanzi tutto un profondo conoscitore e
    divulgatore del mondo misterioso e magico delle rune, l’antico linguaggio
    dei Germani ripreso e riutilizzato dalle Ss. Ma anche un aficionado
    del paganesimo e dell’impero romano.
    Nel 1976 Avanguardia viene sciolta perché oggetto di un’inchiesta
    per ricostituzione del partito fascista. I suoi giovani sono allo sbando.
    Ed ecco che il diciannovenne Dimitri, insieme ad altri due militanti
    neofascisti, Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi, fonda Lotta Studentesca,
    che nel ’78 diventerà Terza Posizione. «L’idea di dar vita a un movimento
    politico nuovo, composto da giovani», confessò tanti anni fa,
    «venne a me e Roberto davanti a una birra alla Lampada Osram», un
    locale vicino a Termini che non esiste più da molto tempo.
    Sono gli anni del terrorismo diffuso, dell’innalzamento del livello di
    scontro, del passaggio dalle armi bianche a quelle da fuoco. Così Peppe
    non può non mettere a disposizione dei camerati le sue capacità
    militari. E, pur senza macchiarsi di reati di sangue, mentre da un lato.....

  10. #20
    M. Murelli
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    Citazione Originariamente Scritto da Fiaba Visualizza Messaggio
    Scusa se mi permetto ma con tutti i 3d da "fondoscala" che vengono spesso aperti non mi pare uno spreco aprirne uno per questo. Avresti molte più probabilità di trovare le informazioni che cerchi.
    Può essere... ma credo che per un po' di giorni ci sarà abbastanza frequentazione qui... e dal momento che i lettori del "Secolo" sono sempre meno, forse qui ho più opportunità. Grazie per il consiglio, comunque.

 

 
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