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Risultati da 1 a 6 di 6
  1. #1
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    Predefinito Velvet di Repubblica e la storia rimodernizzata della cicala e della formica

    Velvet di Repubblica

    Il nuovo inserto del quotidiano dei benpensanti (La Repubblica) si chiama Velvet. Camillo rileva e lamenta "...il nome è un espresso riferimento alla "rivoluzione di velluto, radicale e innovativa". Il primo personaggio scelto dalla rivista è "Gore Vidal". Wow".
    Aggiungo al wow dell'ottimo Christian Rocca qualcosa d'altro.

    Velvet ha un formato di metri 0,80x0,50 a copia. Essendo uno pseudo magazine, fatto in realtà per dare fondo ai fondi della pubblicità degli amici di Repubblica, è fatto di massive foto di modelle bellefighe, di pomposi Gitoni in mise Dolce & Gabbana, di piccoli gadgets da Billionaire dati in pasto al "Popolo" di sinistra, di gengidentrifici equi&solidali, di nettaWC connotati come prodiani, di sopracciglie finte da piazzare sulla fronte delle matrone di San Lorenzo e Capalbio, di cioccolatini al sapore di Unione, della Mercedes Classe A denominata Velvet per l'occasione (bum bum)...

    Ciò che più sarebbe bene rilevare è che gli ambientalisti, campioni dell'ipocrisia galattica, tacciono clamorosamente su questo impressionante spreco di carta.
    Velvet pesa dieci chili di carta a copia, e ogni copia di questo monumento degli acefalisti produce l'abbattimento di una sequoia indonesiana e di un rovere calabrese, e ogni trasporto di una sua copia produce il consumo di un pozzo di petrolio nel Kazzonistan. Ogni volta che un pensionato di Abbiategrasso ne solleva un numero di Velvet per portarlo a casa quale sostituto rossogiacobino della messa cattolica e del culto protestante, ciò gli causa insopprimibili tensioni alla clavicola e danni alle cartilagini cervicali, senza contare i danni al menisco e quelli, più incurabili, alle circonvoluzioni cerebrali. Ciò produce un aumento dei costi generali della Sanità pubblica italiana e mondiale pari al 17%.

    Fuor di retorica, Velvet ha una tiratura di 500.000 copie. Il peso approssimativo di ognuna è di un chilo: 500 tonnellate di cacca in giro per le edicole di tutta Italia, ha detto il mio giornalaio.
    (ANSA) - ROMA, 7 nov - Il 9 novembre debutta in edicola, al costo di 1 euro, Velvet, il nuovo mensile di moda di Repubblica diretto da Michela Gattermayer. Un giornale che, nelle intenzioni dell'editore, vuole spiegare la moda in maniera insolita e originale. Perche' Velvet? 'E' il primo nome che mi e' venuto in mente - dice la direttrice - Sfogliate e scoprite quanto velvet c'e' nella vita di ognuno di noi'. Il primo numero e' di 580 pagine in carta patinata, con in copertina la modella Bianca Balti

  2. #2
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    STORIA DELLA CICALA E DELLA FORMICA - VERSIONE CLASSICA


    La formica lavora tutta la calda estate; si costruisce la casa e accantona le provviste per l'inverno.

    La cicala pensa che, con quel bel tempo, la formica sia stupida; ride, danza, canta e gioca tutta l'estate.

    Poi giunge l'inverno e la formica riposa al caldo ristorandosi con le provviste accumulate mentre la cicala trema dal freddo, rimane senza cibo e muore.





    VERSIONE AGGIORNATA


    La formica lavora tutta la calda estate; si costruisce la casa e accantona le provviste per l'inverno.

    La cicala pensa che, con quel bel tempo, la formica sia stupida; ride,danza, canta e gioca tutta l'estate.

    Poi giunge l'inverno e la formica riposa al caldo ristorandosi con le provviste accumulate.

    La cicala tremante dal freddo organizza una conferenza stampa e pone la questione del perché la formica ha il diritto d'essere al caldo e ben nutrita mentre altri meno fortunati muoiono di freddo e fame.



    La televisione organizza delle trasmissioni in diretta che mostrano la cicala tremante dal freddo nonché degli spezzoni della formica al caldo nella sua confortevole casa con l'abbondante tavola piena di ogni ben di Dio.

    I telespettatori sono colpiti dal fatto che, in un paese così ricco, si lasci soffrire la povera cicala mentre altri vivono nell'abbondanza.

    I sindacati manifestano davanti alla casa della formica in solidarietà della cicala mentre i giornalisti organizzano delle interviste domandando perché la formica divenuta così ricca sulle spalle della cicala ed interpellano il governo perché aumenti le tasse della formica affinché essa paghi la sua giusta parte.

    In linea con i sondaggi il governo redige una legge per l'eguaglianza economica ed una ( retroattiva all'estate precedente ) antidiscriminatoria.

    Le tasse sono aumentate e la formica riceve una multa per non aver occupato la cicala come apprendista, la casa della formica sequestrata

    dal fisco perché non ha i soldi per pagare le tasse e le multe: la formica lascia il paese e si trasferisce in Liechtenstein.

    La televisione prepara un reportage sulla cicala che, ora ben in carne, sta terminando le provviste lasciate dalla formica nonostante la primavera sia ancora lontana. L'ex casa della formica, divenuto alloggio sociale per la cicala, comincia a deteriorasi nel disinteresse della cicala e del governo.Sono avviate delle rimostranze nei confronti del governo per la mancanza di assistenza sociale, viene creata una commissione apposita con un costo di 10 milioni. Intanto la cicala muore di overdose mentre la stampa evidenzia ancora di più quanto sia urgente occuparsi delle ineguaglianze sociali; la casa è ora occupata da ragni immigrati in larga parte ex-camperisti.

    Il governo si felicita delle diversità culturali del paese così aperto e socialmente evoluto.

    I ragni organizzano un traffico d'eroina, una gang di ladri, un traffico di mantidi prostitute e terrorizzano la comunità.

  3. #3
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    Messaggio n°120 del 06/11/2006

    La pensione di "Gollum"

    Se a qualcuno la riforma del TFR sembra una beffa la riforma delle pensioni sarà per molti uno psicodramma collettivo degno di certe pellicole d'essay di un qualche regista minimalista morto suicida.
    Perché il problema non è una riforma previdenziale, bensì trasformare il sistema pensionistico in un certo modo. Nel modo di convincere i lavoratori regolari a continuare a stare in regola, pagare i contributi per avere lo stesso importo mensile di chi non ha l'"anzianità" contributiva. Perché il dilemma è solo questo, sappiatelo; vedete, il 90% del deficit dell'INPS non è dovuto all'invecchiamento della popolazione, ai parametri di Maastricht o alle congiunzioni astrali, come fanno impudentemente credere i giornali supini. Il disastro dell'ente previdenziale pubblico è causato dal fatto che in alcune regioni esiste un patologico squilibrio tra contributi effettivamente versati e pensioni erogate. In aggiunta, altra causa premimente dell'ammanco sono le pensioni statali concesse a coloro che aveva meno di 35 anni di lavoro, le famigerate pensioni-baby.
    A Roma lo sanno, lo sanno ma non SONO CAPACI si ammetterlo. Dovrebbero disaminare il loro fallimento nello sviluppo del meridione compensato con le pensioni assistenziali, facendo credere a quelle dignitose genti di essere una sorta di "razza inferiore" necessitante il generoso ausilio del governo centrale. Dopo un secolo e mezzo di unità "nazionale", il meridione dall'economia annientata, dalla cultura avvilita, giace su un cumulo di macerie sociali e morali se non dentro una fogna. L'Urbe, indegna capitale di una repubblica delle banane, sa solo diffidare: "stateve boni" sennò vi mandiamo l'esercito.
    La riforma delle pensioni del governo Dini del '95 prevedeva 35 anni di contributi interamente versati e 57 anni di età per smettere di lavorare, sennò in pensione a 65 anni (per gli uomini).
    La riforma Maroni prevede 40 anni di contributi pagati indipendenti dall'età e i soliti 65 anni per chi non avesse racimolato sufficienti versamenti.
    Dal Centroitalia in giù nessuno o quasi raggiunge questi requisiti. A Sud di Firenze pochi hanno 35 anni di lavoro regolare sia per la tendenza (spesso necessità) al lavoro saltuario, a lavorare in nero e al lavoro statale in cui, un concorso dopo l'altro, si entra in non giovane età. Le regioni settentrionali coprono coi loro contributi l'80-95% della spesa pensionistica regionale mentre a Sud la copertura si aggira al 30-45%. La solida realtà è presto spiegata; coi contributi versati al Nord si coprono l'assistenza al Mezzogiorno ed i privilegi dei dipendenti pubblici.
    La faccenda non è altro che QUESTA, devono scovare un sistema, un escamotage per non "penalizzare" certe categorie e nel contempo persuadere i sempliciotti del Nord a non passare a loro volta al nero. In nome della "solidarietà" stanno ricercando una via per dare una medesima pensione sia all'immigrato-nonno appena ricongiunto, al ministeriale romano entrato in servizio a 37 anni dopo 10 anni di fuori corso alla "Sapienza" ed al "sessantottino" il quale, tra una manifestazione per il Chapas e un presidio contro la TAV , è invecchiato senza trovare il tempo di lavorare. Erogare la medesima pensione conquistata dal metalmeccanico bergamasco entrato in fabbrica a 15 anni; il quale potrebbe andare in pensione a 55 anni coi 40 anni di contribuzione mentre quegli altri dovrebbero tutti attendere il compimento del 65° anno di età. Notate che i mass-media alludono sovente all'età anagrafica, 57, 60 anni o altro e non, come dovrebbero, agli anni di contributi concretamente versati; i
    furbastri smanierebbero inoltre reintrodurre surrettiziamente le pensioni anticipate, ovviamente solo per i loro amici dipendenti pubblici, e preferibilmente solo del Centrosud.
    Abbiatene cognizione, LA COSA NON VA GIU' ai cattocomunismi romano-marocchini: per che mai i bergamaschi dovrebbero mettersi a riposo a 55 anni, solo perché hanno avuto voglia di lavorare? Si chiedono logorandosi dall'invidia.
    Nell'ombra dei più reconditi meandri dei palazzoni ministeriali, nelle più malagevoli catacombe romane i furfanti, viscidi "Gollum" di tolkeniana memoria, tramano e pensano, ripensano, si spremono le meningi. A come fregare ancora una volta il metalmeccanico bergamasco, per farlo stare in fabbrica fino a 65 anni, ben più dei già sovrumani 40 di lavoro.
    I romani alla Rutelli, Epifani, Veltroni, Giordano (quello di PRC) mai concepiranno che nella "capitale" i LORO parenti ministeriali e in Alitalia debbano "faticare" fino a 65 anni mentre i "leghisti" di Bergamo e Treviso tollerarli andare in pensione a 55-60.
    Costoro, adepti del paese delle tenebre Unione-Mordor, macchinano in cerca di una soluzione, sperano in un qualche "Sauron-padoascoppiato" di loro più malvagio che dia lumi per proteggere lo "statu quo": dei loro privilegi di nullafacenti statali, della loro miserabile spocchia di laureati in università dove distribuiscono diplomi di laurea con la stessa velocità con cui li stampano; della loro cultura dell'invidia per l'"hobbit" padano che sa fare i lavori manuali, che non si vergogna di sporcarsi le mani e la tuta di grasso per vedere il cliente soddisfatto della sua proprietà riparata. Gestiscono gli "orchi" dell'informazione, esigono le testate giornalistiche abbiano sede a Roma, bramano il controllo dei giornali del Nord tramite "imprenditori" romani per ghermire la buona fede dei cittadini che considerano che il Gazzettino, la Stampa ed il Corriere della Sera tengano agli interessi locali. Devono seminare le bugie dei sindacati sulla "equità" e sulla "solidarietà" e pie
    gare gli operai a dare i soldi.
    Probabilmente useranno il solito vecchio trucco del "federalismo" (nota 1), per giustificare la mancata soppressione delle milioni di pensioni assistenziali del Mezzogiorno e delle pensioni-baby statali, PRINCIPALI genesi dello sfascio dell'INPS. ll trucchetto dei fondi pensione integrativi potrebbe non funzionare appieno per sottrarre soldi agli "hobbit grassi" polentoni ed avocarli in foschi patronati locati ineluttabilmente sulle rive del Tevere. Come da noi preventivato garantiscono i pubblici dipendenti, mentre dilagano precariato e salari da fame nel settore privato crescentemente esposto al gelido vento della competizione globale.
    Loro pregano, invocano, supplicano angeli decaduti "arcoriani", poiché hanno bisogno di quei denari, non basta il TFR, per retribuire i milioni di dipendenti pubblici ed i "nuovi italiani", i "Cavalieri Neri" dello stato-zombie. Alla stregua di preti simoniaci votati a concedere qualsiasi indulgenza (e indulto!) a chiunque possa protrarre il loro potere accidioso.
    Questa non è la trama di un film minimalista girato in "caralpacco" con sottotitoli in ungherese ma la cruda tangibilità, non si tratta di un romanzo dell'orrore ma la quotidianità pervadente il suolo italico.
    Stanno per finire i tempi di giocondità per gli abitanti (e pensionati) della "Contea". Cari lettori "hobbit" fate preparativi per il tenebroso viaggio verso il Monte Fato.

    di Domenico Gatti del Canna-Power Team
    Nota 1: Avrete notato che da un lato aumentano senza sosta la centralizzazione a Roma del controllo come le anagrafi tributarie, registro automobilistico, perfino il magistrato del Po e dall'altro "federalizzano" la tassazione per fare pagare maggiori imposte al Settentrione, che si ritrova con meno potere e più pressione fiscale. Anche per le pensioni l'età pensionabile potrebbe essere regionalizzata, almeno per i dipendenti privati, in modo che in certe regioni "svantaggiate" si potrà andare in pensione prima di altre indipendentemente dalle "marchette" effettivamente pagate all'INPS.

    http://www.fottilitalia.com/
    il sito anti-italiano per eccellenza

    PODCAST: http://www.fottilitalia.com/ABpodcasting.rss

  4. #4
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    Notizia del 28 febbraio 2006 - 14:49
    >
    > L'auto ad aria è... volata via
    >
    > Eolo, la vettura che avrebbe fatto a meno della benzina è stata fatta
    > sparire. Perché?
    >
    >
    >
    >
    > VIVAMO IN UN MONDO DOVE CI VOGLIONO FAR CREDERE CHE IL PETROLIO E'
    > IMPORTANTE QUANTO L'ACQUA
    >
    > QUESTA DEVE DAVVERO FARE IL GIRO DEL MONDO!
    >
    > Guy Negre, ingegnere progettista di motori per Formula 1, che ha
    lavorato
    > alla Williams per diversi anni, nel 2001 presentava al Motorshow di
    Bologna
    > una macchina rivoluzionaria: la "Eolo" (questo il nome originario
    dato al
    > modello), era una vettura con motore ad aria compressa, costruita
    > interamente in alluminio tubolare,fibra di canapa e resina,
    leggerissima ed
    > ultraresistente.
    >
    > Capace di fare 100 Km con 0,77 euro, poteva raggiungere una velocità
    di110
    > Km/h e funzionare per più di 10 ore consecutive nell'uso urbano.
    > Allo scarico usciva solo aria, ad una temperatura di circa -20°, che
    veniva
    > utilizzata d'estate per l'impianto di condizionamento.
    > Collegando Eolo ad una normale presa di corrente, nel giro di circa 6
    ore il
    > compressore presente all'interno dell'auto riempiva le bombole di aria

    > compressa, che veniva utilizzata poi per il suo funzionamento.
    > Non essendoci camera di scoppio né sollecitazioni termiche o
    meccaniche la
    > manutenzione era praticamente nulla, paragonabile a quella di una
    > bicicletta.
    >
    > Il prezzo al pubblico doveva essere di circa 18 milioni delle vecchie
    lire,
    > nel suo allestimento più semplice.
    >
    > Qualcuno l'ha mai vista in Tv?
    >
    > Al Motorshow fece un grande scalpore, tanto che il sito
    www.eoloauto. it
    > venne subissato di richieste di prenotazione: chi vi scrive fu uno dei
    tanti
    > a mettersi in lista d'attesa, lo stabilimento era in costruzione, la
    > produzione doveva partire all'inizio del 2002: si trattava di
    pazientare
    > ancora pochi mesi per essere finalmente liberi dalla schiavitù della
    > benzina, dai rincari continui, dalla puzza insopportabile, dalla
    sporcizia,
    > dai costi di manutenzione, da tutto un sistema interamente basato
    > sull'autodistruzion e di tutti per il profitto di pochi.
    >
    > Insomma l'attesa era grande, tutto sembrava essere pronto, eppure
    > stranamente da un certo momento in poi non si hanno più notizie.
    >
    > Il sito scompare, tanto che ancora oggi l'indirizzo www.eoloauto. it
    risulta
    > essere in vendita.
    >
    > Questa vettura rivoluzionaria, che, senza aspettare 20 anni per
    l'idrogeno
    > (che costerà alla fine quanto la benzina e ce lo venderanno sempre le
    stesse
    > compagnie) avrebbe risolto OGGI un sacco di problemi, scompare senza
    > lasciare traccia.
    > A dire il vero una traccia la lascia, e nemmeno tanto piccola: la
    traccia è
    > nella testa di tutte le persone che hanno visto, hanno passato
    parola,hanno
    > usato Internet per far circolare informazioni.
    >
    > Tant'è che anche oggi, se scrivete su Google la parola "Eolo", nella
    prima
    > pagina dei risultati trovate diversi riferimenti a questa strana
    storia .
    >
    > Come stanno oggi le cose, previsioni ed approfondimenti. Il
    progettista di
    > questo motore rivoluzionario ha stranamente la bocca cucita, quando
    gli si
    > chiede il perché di questi ritardi continui. I 90 dipendenti assunti
    in
    > Italia dallo stabilimento produttivo sono attualmente in cassa
    integrazione
    > senza aver mai costruito neanche un'auto.
    > I dirigenti di Eolo Auto Italia rimandano l'inizio della produzione a
    data
    > da destinarsi, di anno in anno.
    >
    > Oggi si parla, forse della prima metà del 2007...
    >
    > Quali considerazioni si possono fare su questa deprimente vicenda?
    > Certamente viene da pensare che le gigantesche corporazioni del
    petrolio non
    > vogliano un mezzo che renda gli uomini indipendenti.
    >
    > La benzina oggi, l'idrogeno domani, sono comunque entrambi guinzagli
    molto
    > ben progettati.
    > Una macchina che non abbia quasi bisogno di tagliandi nè di cambi
    olio,che
    > sia semplice e fatta per durare e che consumi soltanto energia
    elettrica,
    > non fa guadagnare abbastanza. Quindi deve essere eliminata, nascosta
    insieme
    > a chissà cos'altro in quei cassetti di cui parlava Beppe Grillo tanti
    anni
    > fa, nelle scrivanie di qualche ragioniere della Fiat o della Esso,
    dove non
    > possa far danno ed intaccare la grossa torta che fa grufolare di gioia
    le
    > grandi compagnie del petrolio e le case costruttrici, senza che
    > "l'informazione" ufficiale dica mai nulla, presa com'è a scodinzolare
    mentre
    > divora le briciole sotto al tavolo....
    >
    > INVECE DELLE SOLITE IDIOTE CATENE DI S. ANTONIO, FACCIAMO GIRARE
    QUESTE
    > INFORMAZIONI !!!
    > LA GENTE DEVE SAPERE !!!!!!!
    >
    > ____________ _________ _________ _________ _________ _________ _
    > Memorizza e condividi online le tue foto con Live Space!
    > http://spaces. live.com/ default.aspx? page=Ed02
    >

  5. #5
    kalashnikov47
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    Citazione Originariamente Scritto da Jenainsubrica Visualizza Messaggio
    STORIA DELLA CICALA E DELLA FORMICA - VERSIONE CLASSICA


    La formica lavora tutta la calda estate; si costruisce la casa e accantona le provviste per l'inverno.

    La cicala pensa che, con quel bel tempo, la formica sia stupida; ride, danza, canta e gioca tutta l'estate.

    Poi giunge l'inverno e la formica riposa al caldo ristorandosi con le provviste accumulate mentre la cicala trema dal freddo, rimane senza cibo e muore.







    VERSIONE AGGIORNATA


    La formica lavora tutta la calda estate; si costruisce la casa e accantona le provviste per l'inverno.

    La cicala pensa che, con quel bel tempo, la formica sia stupida; ride,danza, canta e gioca tutta l'estate.

    Poi giunge l'inverno e la formica riposa al caldo ristorandosi con le provviste accumulate.

    La cicala tremante dal freddo organizza una conferenza stampa e pone la questione del perché la formica ha il diritto d'essere al caldo e ben nutrita mentre altri meno fortunati muoiono di freddo e fame.



    La televisione organizza delle trasmissioni in diretta che mostrano la cicala tremante dal freddo nonché degli spezzoni della formica al caldo nella sua confortevole casa con l'abbondante tavola piena di ogni ben di Dio.

    I telespettatori sono colpiti dal fatto che, in un paese così ricco, si lasci soffrire la povera cicala mentre altri vivono nell'abbondanza.

    I sindacati manifestano davanti alla casa della formica in solidarietà della cicala mentre i giornalisti organizzano delle interviste domandando perché la formica divenuta così ricca sulle spalle della cicala ed interpellano il governo perché aumenti le tasse della formica affinché essa paghi la sua giusta parte.

    In linea con i sondaggi il governo redige una legge per l'eguaglianza economica ed una ( retroattiva all'estate precedente ) antidiscriminatoria.

    Le tasse sono aumentate e la formica riceve una multa per non aver occupato la cicala come apprendista, la casa della formica sequestrata

    dal fisco perché non ha i soldi per pagare le tasse e le multe: la formica lascia il paese e si trasferisce in Liechtenstein.

    La televisione prepara un reportage sulla cicala che, ora ben in carne, sta terminando le provviste lasciate dalla formica nonostante la primavera sia ancora lontana. L'ex casa della formica, divenuto alloggio sociale per la cicala, comincia a deteriorasi nel disinteresse della cicala e del governo.Sono avviate delle rimostranze nei confronti del governo per la mancanza di assistenza sociale, viene creata una commissione apposita con un costo di 10 milioni. Intanto la cicala muore di overdose mentre la stampa evidenzia ancora di più quanto sia urgente occuparsi delle ineguaglianze sociali; la casa è ora occupata da ragni immigrati in larga parte ex-camperisti.

    Il governo si felicita delle diversità culturali del paese così aperto e socialmente evoluto.

    I ragni organizzano un traffico d'eroina, una gang di ladri, un traffico di mantidi prostitute e terrorizzano la comunità.


  6. #6
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    LA TASSA PIU' BELLA DEL MONDO

    Difficile a credersi, ma secondo noi in italia esiste la tassa più bella del mondo.
    Di che tassa si tratta? Si tratta dell'abbonamento alla Rai-TV. Sì, dato che, per chi non lo sapesse, il canone è una "tassa di possesso" dell'apparecchio televisivo.
    Per quale motivo è un magnifico balzello? Per non pagare legittimamente il canone basta non avere alcun televisore e quindi conservarsi una deliziosa sanità mentale e avere tempo per leggere libri, giocare coi figli e dedicarsi ai propri soddisfacenti hobby.
    Cosa volete di più?
    Aumento del canone Rai? Che facciano, lo portino pure a mille euri annuali. Tanto peggio per i rimbambiti che passano le ore a guardare film ritriti, telegiornali fasulli, telefilm americani sessuomani e reality show buoni per veri sociopatici. Per la TV italica gli imam paiono essere l'unica autorità morale tele-riconosciuta e le sponde del Mediterraneo l'unica area civile del pianeta.
    Che fare per notizie essenziali? Basta una radio per la quale il canone non è più previsto, e naturalmente internet e la sua libertà.
    Troppo bello per essere vero?
    Sì, temiamo; si sa i comunisti non amano la libertà (altrui). Hanno iniziato l'instaurazione di un regime da ex "cortina di ferro": incentivi per nuovi televisori e tasse su internet; la gente deve guardare la TV che LORO verificano e censurano a differenza della "rete", geneticamente ostica alla censura. Perciò noi profetizziamo che prima o poi modificheranno lo "status" del canone Rai OBBLIGANDO a pagarlo anche chi il televisore NON ce l'ha. Magari rinominandolo in "tassa sulle telecomunicazioni" o simile.
    Si studiano "riforme" del canone (tra cui la solita differenziazione "razziale" tra Nord e Sud), ma state tranquilli, il solo scopo è farvi pagare anche se la "tv" non la volete, nella volontà di recuperare soldi per erigere il loro mondo "multiculturale" , "equosolidale" ed il resto della loro superbia.

    di Domenico Gatti del Canna-Power Team

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