il Giornale Sabato 11 novembre 2006
Il Senatur: «La Lega resterà fedele alla Casa delle libertà perché tutela i diritti del Settentrione»
Bossi: «Il Nord avrà a Verona il suo parlamento»
Problemi economici per i media: chiude
Il Federalismo, rischia Telepadania
Il congresso potrebbe essere posticipato
per far «crescere» il figlio Renzo.
Adalberto Signore
da Roma
Congressi nazionali,
stato dell’arte del federalismo in Lombardia, Veneto e Piemonte, situazione economica dei media padani e riapertura del Parlamento del Nord. Sono
questi i temi all’ordine del giorno del consiglio federale di via Bellerio, con breve fuori programma dovuto alla lettura di un documento di Giancarlo
Pagliarini alquanto polemico verso i vertici del partito («ormai dipendiamo da Roma »). Come critico è l’intervento di Franco Colleoni, convinto
che il Carroccio sia ormai «schiacciato su Forza Italia ». A chiudere la disputa ci pensa Umberto Bossi: «Basta con queste contestazioni, mi avete rotto i coglioni».
La seduta si apre con il capitolo congressi nazionali (che poi in Lega sono i regionali). Quello lombardo e quello piemontesesi terrannoa gennaio (il14eil 21), quello veneto slitta invece a febbraio. Non si è fatta alcuna data, invece, per il congresso federale, che dovrebbe riconfermare il Senatùr segretario del movimento. In realtà, parere destinato a slittare di un bel po’ per volontà dello stesso Bossi. Nelle ultime settimane, infatti, a più d’una persona il Senatùr confidava di essere tentato dall’idea di aspettare ancora un anno, allorché il figlio Renzo «avrà finito gli studi e potrà dedicarsi a tempo pieno alla Lega». Un’idea che sembra lasci molto perplessa la moglie Manuela e che ha destato
uncerto nervosismo tra i colonnelli. Alle prese - se Giancarlo Giorgetti davvero non si ricandideràalla segreteria della Lega Lombarda - anche con un’altra disputa. In un movimento «lombardocentrico» come il Carroccio, infatti, e viste le condizioni di Bossi che non gli permettono più di essere in prima linea come una volta, è chiaro che la segreteria della Lombarda rischia di essere
una sorta di trampolino di lancio per la successione. A via Bellerio, però, i più si dicono convinti che Giorgetti stia solo prendendo tempo e che alla fine
seguirà le indicazioni del Senatùr che insiste sulla ricandidatura di tutti gli uscenti (Gian Paolo Gobbo in Veneto e RobertoCota in Piemonte). Anche se, ancora ieri, Giorgetti sembrava escluderlo: «Non ne posso più, non vedo l’ora
che arrivi il congresso per farla finita».
Dopo la nomina di Giacomo Stucchi a commissario della provincia di Bergamo, si passa al problema dei media padani. Che da qualche tempo versano in difficoltà economiche, al punto che nelle scorse settimane si è deciso di chiudere (o vendere) il mensile Il Federalismo e si è ridotta la distribuzione
della Padania (da qualche mese non arriva più nel centro Italia), mentre sembrano a rischio le sorti di Tele-Padania. Non è un caso che dalla scorsa settimana Bossi abbia deciso di essere presente sull’emittente satellitare tutti
i venerdì con un’intervista. Ieri ha parlato del Tfr che, «invece di essere una buonuscita si è trasformato in una malauscita per colpa di Prodi». La riforma,
ha detto il leader del Carroccio, «è unarapina ai lavoratori e i soldi rischiano di
scomparire nei buchi neri dell’Inps».
Altro capitolo la riapertura del Parlamento del Nord, della cui organizzazione viene incaricato Roberto Maroni. Dovrebbe diventare operativo - spiega Bossi ai microfoni di Sky Tg24 - in un paio di mesi.
Con TelePadania il Senatùr parla a lungo anche delle alleanze, ribadendo la «fedeltà» alla Casa delle libertà «che si occupa appunto della libertà
del Nord». Mentre sull’ipotesi diuna grande coalizione, assicura che «se ci dovesse essere la Lega non ne farà parte».
Netta, invece, la chiusura alla sinistra che «non vuole cambiare niente». «Anche se - aggiunge - fino a qualche mese fa,mi ha detto Maroni, qualcuno parlava di riforme. Poi hanno cambiato atteggiamento».
E ancora: «Tutti sanno quello che vuole la Lega e se qualcuno è pronto a devolvere le competenze alle regioni del Nord allora se ne può parlare. Bisogna
capire se questo governo accetta, io resto molto scettico».