PRESENTAZIONE DEL LIBRO CONTENENTE GLI ATTI
DEL CONGRESSO TEOLOGICO-PASTORALE
(11-13 ottobre 2000)
TERZO INCONTRO MONDIALE DEL SANTO PADRE
CON LE FAMIGLIE – GIUBILEO DELLE FAMIGLIA
I FIGLI: FAMIGLIA E SOCIETÀ NEL NUOVO MILLENNIO
È ormai una consuetudine consolidata che gli Incontri mondiali del Santo Padre con le famiglie, con scadenza triennale, inizino con un Congresso Teologico-Pastorale. Così ogni tre anni viene offerta questa singolare opportunità di riflettere in modo approfondito su un tema centrale della pastorale della famiglia e della vita. In occasione di questo III Incontro Mondiale, svoltosi nell’ambito dell’anno giubilare 2000, la riflessione del Congresso si è centrata su: I figli, primavera della famiglia e della società. Nel primo Incontro (Roma, 1994) in occasione dell’Anno Internazionale della Famiglia, il tema è stato: Famiglia: cuore della civiltà dell’amore”, mentre nel secondo, (Rio de Janeiro, 1997), si è centrato su: La famiglia: dono ed impegno, speranza dell’umanità.
Riguardo ai partecipanti al Congresso Internazionale si continua a constatare un crescendo nella presenza ufficiale delle delegazioni che rappresentano le Commissioni per la Famiglia e la Vita delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo. Inoltre vi prendono parte delegazioni dei movimenti, gruppi ed associazioni pro famiglia e pro vita. Tale aumento nella partecipazione rispecchia anche la consapevolezza dell’importanza che la materia ha per la pastorale dell’intero popolo di Dio e la volontà di presenza delle delegazioni. Infatti, la famiglia, e l’aspetto concreto dei figli, ha una dimensione cruciale, certamente per la società, ma non meno per la comunità dei credenti. Mentre nel 1994 le presenze furono intorno a 800 e nel 1997 superarono abbondantemente le 2500, adesso hanno superato le 5000: Vescovi, sacerdoti e laici, uomini e donne, ben consapevoli che portare avanti la causa della famiglia e della vita non è tanto una questione di entusiasmi del momento, ma di una fede cristiana ben formata e di una testimonianza di vita coerente con i criteri che scaturiscono dalla vita e dalla dottrina di Cristo presentata dal Magistero della Chiesa.
I relatori del Congresso sono stati pastori, professori e professionisti esperti nelle diverse aree delle scienze, i quali hanno esaminato, dalla diverse angolature, il tema centrale dei figli alla luce del ricco Magistero Pontificio sulla tematica della famiglia e della vita. Così nella sessione d’apertura, dopo il saluto del Cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano e quello di Sua Em.za il Card. Roger Etchegaray, Presidente del Comitato Centrale per il Giubileo, il Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, Sua Em.za il Card. Alfonso López Trujillo, ha fatto una panoramica globale, mentre Sua Em.za il Card. Carlo Maria Martini, Arcivescovo di Milano, ha presentato la visione biblica: l’immagine di Dio nei figli.
Altre relazioni sono state di tipo filosofico-teologico come quella del Prof. Pedro Morandé dell’Università Cattolica del Cile, sui figli, dono di Dio per la famiglia e l’umanità; di S.E.R. Mons. Angelo Scola, Rettore della Pontificia Università Lateranense e Preside dell’Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, sulla genealogia della persona dei figli; del Prof. Francesco D’Agostino, Presidente Onorario del Comitato Nazionale Italiano per la Bioetica, sui diritti del bambino; dello psicoanalista, il Rev. Tony Anatrella, sull’educazione sessuale, verità e significato. Nella relazione di S.E.R. Mons. Francisco Gil Hellín, Segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia, è stato approfondito il tema della famiglia, l’amore coniugale e la procreazione, mentre S.E.R. Mons. Carlo Caffarra, primo Preside dell’Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e la Famiglia, ha esaminato l’azione del sacerdote nel rapporto tra genitori e figli.
Ci sono state inoltre relazioni con un profilo più specificamente sociale come quella della Prof.ssa Janne Haaland Matlary dell’Università di Oslo, sulla maternità, i figli e il servizio alla società; di S.E.R. Mons. Renato Martino, con la sua esperienza come Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, circa i cinque anni trascorsi dopo le Conferenze Internazionali del Cairo e di Pechino. La Prof.ssa Alicja Grzeskowiak, Presidente del Senato Polacco, ha parlato dei diritti dei bambini e il mondo politico. Altri aspetti sociali sono stati trattati dalla Sig.ra Kathryn Hoomkwap della Nigeria sulla povertà e la famiglia nel Terzo Mondo, e da S.E.R. Mons. Elden Francis Curtiss, Arcivescovo di Omaha, su iniziative a favore di bambini abbandonati.
La Pontificia Accademia per la Vita ha offerto una serie di relazioni riguardanti i suoi contributi specifici alla causa della vita con interventi di S.E.R. Mons. Elio Sgreccia, Vice presidente della medesima Accademia, del P. Angelo Serra e del Prof. Roberto Colombo.
Riguardo alla trasmissione della fede ai figli sono state pronunciate relazioni dalla sig.na Chiara Lubich, Presidente del Movimento dei Focolari, dal sig. Kiko Argüello, Iniziatore del Cammino Neocatecumenale, e dal dott. Salvatore Martínez, Coordinatore Nazionale del Rinnovamento nello Spirito. Sulla cultura della vita e la cultura della morte sono intervenuti Mons. Luigi Giussani, Fondatore di Comunione e Liberazione, il prof. Alessandro Zuccari, Presidente della Comunità di Sant’Egidio, e il P. Marcial Maciel, Superiore Generale dei Legionari di Cristo.
Oltre alla presenza dell’Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia nella persona del suo Preside, sono stati presentati altri Istituti per la famiglia sorti sulla scia pastorale di Giovanni Paolo II o prima o dopo la sua elezione a Successore di Pietro. Sono intervenuti la Prof.ssa Wanda Poltawska per l’Istituto di Cracovia di cui era già direttrice; S.E.R. Mons. Agustín García Gasco per l’Istituto Giovanni Paolo II per la famiglia a Valencia di cui è Vice Gran Cancelliere; la Direttrice dott.ssa Lydia Jiménez per l’Istituto Berit per la Famiglia, Spagna. S.E.R. Mons. Javier Echevarría Rodríguez, Prelato, ha trattato la relazione tra gli Istituti e la Prelatura dell’Opus Dei.
Ogni sessione dei lavori congressuali è stata presieduta da un Cardinale. Un intero pomeriggio è stato dedicato alla presentazione di comunicazioni su temi quali l’educazione dei figli nella fede, i bambini disabili e la famiglia, i nonni nella formazione dei bambini, i figli nella pastorale dei divorziati, i bambini della strada e il dialogo tra genitori e figli oggi. Altre comunicazioni hanno passato in rassegna alcuni recenti convegni promossi dal Pontificio Consiglio per la Famiglia: il Secondo Congresso di Politici e Legislatori dell’Europa (Vaticano, ottobre 1998), il Terzo Incontro di Politici e Legislatori d’America (Buenos Aires, agosto 1999).
S.E.R. Mons. Angelo Comastri, Delegato Pontificio per il Santuario di Loreto, e S.E.R. Mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, Vescovo ausiliare per Nazareth, hanno guidato la preghiera dei partecipanti all’inizio della giornata con la riflessione su alcuni brani biblici.
Infine, un gruppo di coppie e relatori è stato incaricato di preparare, come risultato dei lavori, la bozza delle Conclusioni e Raccomandazioni del Congresso. Una volta approvate dall’assemblea, tali Conclusioni e Raccomandazioni, che serviranno da guida e orientamento per il lavoro pastorale che svolgono le Commissioni Nazionali e i movimenti, gruppi ed associazioni pro famiglia e pro vita, l’indomani, 14 ottobre 2000, sono state presentate al Santo Padre Giovanni Paolo II durante l’Incontro festivo con le famiglie del mondo. In tale occasione, il Pontefice ha rivolto queste parole di incoraggiamento alle famiglie: “Impegniamoci, carissimi, con tutte le nostre forze, a difendere il valore della famiglia e il rispetto della vita umana, fin dal momento del concepimento. Si tratta di valori che appartengono alla ‘grammatica’ fondamentale del dialogo e dell’umana convivenza tra i popoli”.
La figura dei figli nella famiglia rispecchia la qualità di una cultura. Infatti, i figli rendono presente per la società il valore della donazione coniugale, vero fondamento delle famiglie. La luce del Vangelo, mentre sottolinea il valore trascendentale dei figli, richiama che essi sono frutto dell’amore coniugale dei genitori: focolari forti, stretti dall’amore, aperti alla procreazione e all’educazione dei figli. Questo è un valore sociale di primordiale portata nel quale il matrimonio e la famiglia sono insostituibili.
Alfonso Cardinale López Trujillo
Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia
Francisco Gil Hellín
Segretario
Incontro del Cammino a Valencia
Ancora un contributo sull'incontro delle famiglie del Cammino neocatecumenale dopo la conclusione del V Incontro Mondiale delle Famiglie.
Il Cammino Neocatecumenale ha celebrato un incontro mondiale delle famiglie nella Citta delle Arti e delle Scienze di Valencia prendendo spunto dal V Incontro Mondiale delle Famiglie tenutosi in questi giorni nella città del Turia ( il fiume che attraversa Valencia, ndr).
In questo incontro si sono offerte più di 200 famiglie per la missione “ad gentes” che consiste nell’impiantare la Chiesa in quelle zone che ne sono completamente prive.
All’incontro hanno partecipato circa 150.000 persone di oltre 100 paesi.
La celebrazione è stata presieduta da Mons. Agustin Garcìa Gasco, Arcivescovo di Valencia, che ha messo in risalto “l’importanza della vita quotidiana di Gesù Cristo a Nazareth prima di iniziare la sua vita pubblica” ; con questa idea della Famiglia di Nazareth il prelato ha voluto far risaltare il valore del significato di “famiglia” che si realizza dall’unione di un maschio e una femmina : solo questa unione può creare una vita.
L’Arcivescovo di Valencia ha anche sottolineato che “il matrimonio e la famiglia sono un bene fondamentale e un patrimonio di tutta l’umanità”.Poi un’ultima postilla: “lo stato e le istituzioni non possono dare amore,solo la famiglia può farlo”.
Da parte sua il Cardinale Antonio Maria Ruoco Varela, Arcivescovo di Madrid, ha messo in risalto “l’importanza delle famiglie che si offrono per la evangelizzazione di tutto il mondo” e ha aggiunto che non c’è evangelizzazione se non c’è la famiglia.
L’iniziatore del Cammino Neocatecumenale, Kiko Arguello, ha spiegato nel suo intervento che “l’uomo moderno ha paura della sofferenza e per questo si rifugia nella droga, nel gioco e nella sessualità”. Kiko ha anche spiegato “la grande opera che stanno portando avanti le famiglie del Cammino Neocatecumenale in luoghi completamente paganizzati, come l’Olanda, dove l’evangelizzazione di queste famiglie sta dando frutti abbondanti”.
L’iniziatore di questo carisma ecclesiale ha anche rimarcato che “nel cristiano non ci sono moralismi perché tutto si vive nella gratuità dell’amore di Dio”.
All’evento hanno partecipato i Vescovi delle Diocesi di Cartagena, Granada, Huesca,
Tarragona,Tarazona e i tre Vescovi ausiliari di Valencia, oltre ad altri prelati provenienti da altre nazioni.
Da mettere in luce il fatto che l’inizio dell’incontro è stato scandito dalla processione di migliaia di presbiteri che portavano la statua della Vergine degli Indifesi ( Virgen de los Desamparados) , patrona di Valencia, che ha presieduto la celebrazione insieme al crocefisso del Cristo del Salvador, proveniente dalla omonima parrocchia della città valenciana.
Fonte : Agenzia Veritas
Ancora su Kiko a Valencia
Un'altro articolo sull'intervento al Congresso Teologico-pastorale
La trasmissione della fede è stato il titolo della tavola rotonda realizzata ieri al Congresso Teologico-pastorale, alla presenza dei massimi rappresentanti delle nuove realtà ecclesiali e comunità cristiane. Tra questi erano presenti Kiko Arguello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale, Andrea Riccardi fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Salvatore Martinez responsabile del Rinnovamento nello Spirito Santo e Graziella De Luca del Movimento dei Focolari.
Tutti hanno insistito sulla necessità e la importanza di trasmettere la fede alla generazione seguente, ai figli.
Kiko ha enfatizzato il fatto che Dio ha realizzato un catecumenato nella storia con il suo popolo, il popolo di Israele, facendolo uscire dallo stato d’Egitto (dallo stato di schiavitù,ndr) attraverso Mosè e portandolo nel deserto.E lì, nel deserto, Dio si manifesta sul Monte Sinai al popolo e la prima parola che gli dà dall’alto del Monte è : “Shemà Israel, Adonai elohenu, Adonai ehad”, Io Sono l’Unico.
Succede allora qualcosa di sorprendente, Dio esiste, non c’è che un solo Dio e amerai Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze e il prossimo tuo come te stesso, e questo lo insegnerai ai tuoi figli quando ti alzi e quando ti corichi, quando cammini o ti metti in viaggio. Kiko sottolinea quindi come già dal principio si manifesta l’importanza di trasmettere la fede ai figli, che Dio è Amore e ama gratuitamente.
Dobbiamo saper interpretare la storia attuale, dice Kiko, perché parlare della famiglia nei momenti attuali richiede la conoscenza di ciò che stà succedendo con essa nei tempi di oggi.
Kiko ricorda le parole con le quali fu annunciato il Concilio Vaticano II : “La Chiesa si trova oggi in una crisi in atto, entrando in una nuova epoca come nei momenti più tragici della sua storia “, come disse Giovanni XXIII con una parola profetica.
L’Europa sta andando verso l’apostasia per questo è necessario un discernimento reale di ciò che sta succedendo..Questa illuminazione dello spirito del Papa è stato provvidenziale perchè sorgesse il Concilio Vaticano II, per prepararsi al cambio epocale.
La Chiesa si prepara a una nuova epoca, con un rinnovamento pastorale, teologico, liturgico ed ecclesiale profondo.Il Concilio ha detto che si ristabilisca il catecumenato nella Chiesa e Dio ha suscitato realtà ecclesiali che aiutano a portare avanti il Concilio.
Perciò il Cammino neocatecumenale sta portando una iniziazione cristiana alle parrocchie per fare adulti nella fede, creando comunità cristiane come la Sacra Famiglia di Nazareth.Perché la comunità è lo specchio della fede, nel vivere in comunità puoi vedere che non sei capace di amare l’altro. E’ pertanto una kenosis per poter entrare nel profondo del nostro essere, scoprire la fede e che Dio ha vinto la morte.
Il Cammino neocatecumenale ha costruito una celebrazione domestica, una liturgia familiare che si celebra tutta la mattina della Domenica, una celebrazione liturgica.Si canta, si leggono i Salmi, si legge una Parola e il padre chiede a
Ciascuno dei figli come questa parola illumina la sua vita di oggi. Oggi è in gioco la fede dei nostri figli, ha concluso Kiko.
Quindici minuti di discorso trascorsi velocemente che però sono stati sufficienti a chiarire come nel Cammino neocatecumenale si trasmette la fede ai figli, soprattutto nella celebrazione domestica domenicale che Kiko ha suggerito di estendere a tutta la Chiesa come metodo valido ai giorni d’oggi.
Circa 4000 persone hanno assistito a questa tavola rotonda.
Pablo Martinez Serrano
Caminaen.com
Traduzione: A.S.-catechumenium.it
SINTESI DELLA CATECHESI E VIDEO DELL'INCONTRO DEL CAMMINO A VALENCIA
Kiko all'incontro delle famiglie di Valencia
Sintesi della catechesi e un video amatoriale da scaricare
http://www.catechumenium.it/public/f...f2006_0001.zip
Riportiamo la traduzione della sintesi relativa alla catechesi di Kiko pronunciata Lunedì sera 10 Luglio scorso all'incontro delle famiglie del Cammino neocatecumenale, a complemento del grande Incontro Mondiale delle famiglie.
Come abbiamo già riportato negli articoli precedenti, si è trattato di un incontro vocazionale dedicato per la prima volta alle famiglie, in vista di una futura, massiccia missione "Ad gentes" sulla scorta della primissima esperienza fatta dai 7 gruppi di famiglie accompagnate dai presbiteri e inviate da Benedetto XVI in occasione dell'incontro con il Cammino neocatecumenale avvenuto il 12 Gennaio 2006 in Vaticano (queste famiglie e i loro presbiteri hanno avuto una convivenza a Porto San Giorgio verso fine Giugno scorso).
Inoltre alleghiamo un video amatoriale girato da un fratello spagnolo presente all'incontro di Valencia
che riproduce alcuni momenti del'evento: l'attesa dell'inizio, la "alzata delle famiglie" e i fuochi d'artificio finali. La qualità del video non è altissima ma è comunque una bella testimonianza da vedere.
Il file è di circa 36 Mbyte perciò chiederà alcuni minuti per essere scaricato (con l'ADSL).
“E’ Dio che opera, non noi”.
Kiko ha ripetuto questa verità durante l’incontro che ha avuto luogo con le famiglie del Cammino Neocatecumenale provenienti da tutto il mondo e riunite a Valencia il giorno dopo la chiusura del V Incontro Mondiale delle Famiglie.
Davanti alla necessità di una nuova evangelizzazione che passi attraverso la famiglia e coinvolga tutta la comunità cristiana, Kiko ha sottolineato il fatto che nel futuro non si potrà concepire la fede come una esperienza individuale, avvertendo che il futuro della Chiesa passa attraverso l’esistenza della piccola comunità e della famiglia come nuclei che si sostengono reciprocamente per generare nuovi cristiani.
Con una vigorosa predicazione kerigmatica nella traccia della Lettera di San Paolo agli Efesini, Kiko ha proclamato che l’amore di Cristo è la risposta alla sofferenza dell’uomo e che la Croce del Risorto è la chiave della salvezza di tanti uomini, deboli e indifesi, che subiscono senza resistere a quelli che incontrano.
Per questo ha insistito sulla evangelizzazione “opportuna e inopportuna”, ricordando che il cristiano, che è stato salvato dalla tenebra, deve mostrare la Luce meravigliosa che è Cristo Risorto dalla morte, essendo questa lenta trasformazione che si produce nell’uomo un processo graduale per la realizzazione del quale esiste il Neocatecumenato.
Le parole che Kiko ha proclamato si sono accompagnate a preghiere e canti, in tal modo che tutto il contesto liturgico invitava all’ascolto di una parola insieme potente e verace.Poco prima dell’inizio, Kiko ha messo in risalto l’importanza della luna piena che faceva atto di presenza all’incontro: “per i giudei, la luna piena ha un significato speciale, perchè riporta il popolo Ebreo alla Pasqua, alla “notte delle notti” nella quale Dio liberò Israele dall’Egitto.
Ugualmente per la vita del cristiano la Pasqua di cristo è l’evento per antonomasia, la festa sopra la quale si fonda tutta la teologia dei Padri della Chiesa e degli Apostoli, perché fa presente la Morte e Resurrezione di Cristo, come dire, la storia della nostra salvezza.
Kiko ha ricordato come senza l’esperienza della Pasqua non si possono fare quelle opere che solamente quelli che possiedono lo Spirito possono realizzare.
Un esempio che ha portato approfittando di questa occasione, è stato quello delle famiglie in missione in Olanda, nella quale si trovano da quasi vent’anni e che per anni hanno vissuto senza essere compresi dai propri familiari, in posti di lavoro miserabili e perseguitati da un clero critico con Roma e perciò basato su un proprio cammino pastorale.
Nonostante ciò, ha commentato Kiko, “ la sofferenza e la morte di queste famiglie si sta trasformando in gioia e allegria perché già si sono aperti due Seminari Redemptoris Mater in Olanda (Haarlem e Roermond) e sono decine le parrocchie che hanno chiesto di aprire il Cammino”. “I sacerdoti in Olanda hanno visto un nuovo modo di vivere, una fede rinnovata, che non conoscevano” , perciò la testimonianza delle famiglie destinate a quel paese è stata determinante per poter cominciare a vedere qualche frutto.
Kiko ha anche proclamato come Dio abbia concesso al Cammino molti doni, come la trasmissione della fede nelle famiglie, nelle celebrazioni domestiche o l’impulso missionario delle famiglie e dei presbiteri.
“I frutti non sono dovuti all’eloquenza umana né alla grande conoscenza della dottrina, ma al vivere la fede in piccole comunità attraverso le quali lo stesso Spirito agisce”. Per questo, ha aggiunto, in un prossimo futuro non si potrà concepire la fede come atto individualista, di gente sola, ma che si vivrà in comunità facendo presente l’ “Amatevi gli uni gli altri come Io vi ho amato”.
In riferimento a questo, Kiko ha chiesto ai presenti all’incontro: “Perché siamo qui? Perché il Cammino neocatecumenale? Cosa ci chiede Dio?” , e, dandosi subito una risposta, :”Non sono io, è il Concilio che ci ha portati qui, che ha fatto risorgere l’Iniziazione cristiana e che rinnoverà, e già lo sta facendo, la Chiesa”.
Per questo motivo il messaggio della Chiesa al mondo è immenso e incomparabile a qualsiasi altra notizia: la vittoria sopra la morte. “Però come potrà la Chiesa annunciare al mondo la libertà, la vita immortale?Andate, Io sono con voi!”, ha concluso Kiko.
“Lo Spirito Santo precede e conferma” ha ripetuto più volte Kiko. Non è un potere dell’uomo né la abilità di un catechista, ma è lo stesso Spirito di Cristo ciò che accompagna l’annuncio del Vangelo, confermando nel cuore le parole di chi è inviato.
Kiko ha ricordato che questi “sono frutti di equipes di catechisti molto poveri” e che “non siamo noi che diamo la fede ma lo Spirito Santo che viene mediante la stoltezza della predicazione”, parafrasando l’Apostolo San Paolo.
Dopo la presentazione,Kiko ha proclamato con forza la Lettera di San Paolo agli Efesini , là dove si parla del matrimonio, comparando la relazione coniugale degli sposi con quello di Cristo e la Chiesa. Facendo successivamente riferimento alla Lettera agli Ebrei (2,14), Kiko ha proclamato un kerigma semplice , svelando il perchè l’uomo che si separa da Dio cade nella morte: “L’uomo, per paura della sofferenza, della morte, divorzia, abortisce, adultera, ruba, inganna…. e facendo ciò che essi stessi rifiutano, cadono nella morte, perché si separano da Dio e si convertono in dio di sé stessi, vivendo come essi credono si debba vivere (il relativismo morale, ndr) e come la ragione e la conoscenza gli indicano”. “Non è perché sono cattivi – ha chiarito – ma è che la condizione umana, a causa del peccato originale , porta l’uomo alla morte. E’ un essere debole, per questo Cristo è venuto per spezzare le catene che a causa della nostra debolezza non possiamo rompere e liberarci così dalla schiavitù dei nostri peccati che ci impediscono di essere felici”.
“L’uomo, come dice San paolo, è come condannato ad offrire tutto a sé stesso, a vivere tutto per sé stesso sebbene sappia dove sta la verità. Non fa quello che vorrebbe veramente fare, ma lo rifiuta.Per questo Cristo è venuto a distruggere il peccato dell’uomo, perché possa fare spazio per lo Spirito Santo.Con la sua morte e Resurrezione ha vinto ciò che l’uomo non poteva vincere con le sue sole forze e con il suo Spirito lo ha fortificato perché possa vivere”.
A questo punto Kiko ha nuovamente insistito che è lo Spirito Santo che unito all’uomo come lo sposo alla sposa, formando una sola carne con lui, opera in modo che egli possa fare opere di santità, opere di vita eterna.
“Il cristianesimo non è moralismo, è tutta grazia di Dio.Non c’è alcun sforzo, perché è lo Spirito che opera”, ha concluso.
“La fede è una esperienza di Cristo, un incontro personale con il Signore, perché, come dice San Paolo, lo spirito di Cristo dà testimonianza al nostro Spirito che siamo figli di Dio”.
Per finire, Kiko ha insistito sulla necessità della conversione, che non è altro che aderire come la Vergine all’annuncio ricevuto : “Sia fatto in me secondo la tua volontà”.
Kiko ha preso come esempio San Giovanni di Dio , fondatore dell’ordine ospedaliero e che fondò numerosi ospedali (specialmente a Granada) per aiutare i più poveri e indifesi. Il Santo per poter sostenere e mantenere i suoi pazienti, chiedeva insistentemente l’elemosina. Uno dei benefattori, ha spiegato Kiko, era il proprietario di una casa d’appuntamenti.Dopo un anno dal quale il Santo gli chiedeva continuamente aiuto, un giorno gli disse: “Quando verrai con me?” , al che gli rispose “Oggi stesso!” e dal quel momento lasciò la sua vita precedente e si unì a San Giovanni divenendo uno dei suoi più fedeli e impegnati discepoli.
A questo punto Kiko ha chiesto: “Quando è stato più felice quest’uomo : quando era con le prostitute o quando stava con San Giovanni di Dio…?. La conversione può essere questione di un istante, di un momento. Guarda, sto alla porta e busso.Colui che apre a mio Padre e a me, entreremo e prenderemo dimora presso in lui”.
Concludendo Kiko ha detto che la Chiesa si sta preparando a una nuova era, per affrontare le sfide che il Beato Papa Giovanni XXIII profetizzò quando convocò il Concilio Vaticano II: “La Chiesa sarà la Lumen Gentium – Luce delle Genti. La cristianità sta passando e già la Chiesa sta apparendo come luce del mondo che illumina l’uomo che vive nelle tenebre.
Per questo l’evangelizzazione “Ad gentes” si inscrive dentro questa nuova sfida che spetta alla Chiesa: annunciare il Vangelo agli uomini che non hanno mai sentito parlare di Dio.
Fonte- Cammineo.info
Traduzione : A.S. – catechumenium.it
IN CONCLUSIONE QUELLO POSTATO IN PRECEDENZA E' FALSO E' PRECONCETTO FAZIOSO E DENIGRATORIO
DA CHI NON CONOSCE O NON RICONOSCE IL VALORE DELLLA FAMIGLIA