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  1. #21
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    "Bisogna fare Comunità cristiane come la Sacra Famiglia di Nazareth che vivano nell'Umiltà , nella Semplicità e nella Lode , dove l'altro è CRISTO"
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    Citazione Originariamente Scritto da ragazzosemplice Visualizza Messaggio
    Per quanto mi riguardo non ho mai sentito storie di inganni, plagi, estorsioni, frodi e divisioni famigliari per esempio in seno all'Azione Cattolica, invece sono tipi dei movimenti settari come il Cammino sembra essere. e già che ci siano di queste testimonianze come quelle segnalate ai tribunali della Repubblica, è segno che c'è qualcosa che non va.
    Falso e bugiardo te o dove lo hai letto, credulone insipiente, somaro con il paraocchi. Se è vero dammi prove vere e circostanziate, se no sei uno che apre bocca e gli da fiato

    Prima di scrivere formati e informati (non fare solo copia incolla) di cose che non sai e non conosci.

    Se io una cosa non la sò "sto zitto" non vado in cerca di argomenti di altri che supportano un pensiero che non conosci o ne hai solo sentito parlare.

  2. #22
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    E RIPETO QUELLO GIA' SCRITTO

    P.S. - CI TENGO A METTERE IN RISALTO CHE IN QUESTO POST PARLA LA CHIESA UFFICIALE, NON UNO QUALSIASI COME ME O ALTRI, QUINDI SE CRITICHE O DISSENSI CI SARANNO, ESSI VANNO RIVOLTI A MONSIGNOR MIGUEL DELGADO GALINDO (Capo Ufficio al Pontificio Consiglio per i Laici).



    IO MI SONO LIMITATO A EVIDENZIARE IN ROSSO ALCUNI ASPETTI CONTRADDITTORI E A VOLTE MOLTO AGGRESSI NEI TONI DIBATTUTI IN PASSATO. STAVOLTA E' LA CHIESA CHE SOSTIENE IPOTESI DA ME ESPOSTE MA RESPINTE PER IGNORANZA DEL TEMA

  3. #23
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    E gli esposti alle procure della Repubblica quelli perchè non vengono postati? Storei di persone a cui sono stati estorti i risparmi di una vita, famiglie rovinate dalle divisioni portati dalle sette e dalle circonvenzioni psicologiche da manuale, di questo mai si parla?

  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da ragazzosemplice Visualizza Messaggio
    E gli esposti alle procure della Repubblica quelli perchè non vengono postati? Storei di persone a cui sono stati estorti i risparmi di una vita, famiglie rovinate dalle divisioni portati dalle sette e dalle circonvenzioni psicologiche da manuale, di questo mai si parla?
    Lo ripeto (forse non ci sente) FALSO E BUGIARDO fammi vedere o portami prove di sentenze, non puoi perchè sei falso e bugiardo lo ripeto, preconcettuoso, fazioso, livoroso verso la Chiesa e di chi ne fa parte.
    Nel cammino mai e nessuno è andato a chiedere l'elemosina per campare (anzi!!!), nessuna famiglia rovinata e se si è rovinata non è colpa del cammino ma di qualche idiota invasato, che più del cammino avrebbe bisogno di cure altro che spiritualità, come la ereditiera che per far dispetto a tutti lascia i suoi averi al gatto o al cane, ma fammi il piacere c'è gente facoltosà che ha donato tanto al cammino, ma non si è mai sognato di fare causa. qui se c'è un settario solitario e represso che farei curare sei proprio te, non dire di circovenzione di incapace già lo sei di tuo, ti ho consigliato io e altri di cambiare nick: ragazzocomplicato (ma di brutto).

    Poi signor sapientone mi spieghi a quale persona fisica, ente, gruppo, impresa, movimento tali tizi da te citati dovrebbbero o avrebbero a parer tuo, fatto causa alla procura della repubblica? Ahhh.....forse alla Chiesa

  5. #25
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    Citazione Originariamente Scritto da apoliticos Visualizza Messaggio
    Per me la sciagura spirituale di questo cammino gira attorno a un cardine principale . Contiene una trave messa male e capace di far cadere tutto il palazzo al primo terremoto .
    Dice a parole che la famiglia è importante mentre si antepone in essa la piccola e settaria comunità che formano come il luogo di iniziazione e luogo dove vivere la fede , identificato con la Chiesa universale . Ora per un religioso la cui nuova famiglia è la comunità, ciò è senz'altro vero , ma per un padre e una madre di famiglia , per dei figli ,la distruzione del nucleo familgiare con una spersonalizzazione e trasposizione in un nucleo piu grande,un po' come il partito per gli ex comunisti,
    crea delle persone alienate e indottrinate ,ma non cristiani veri , battezzati e con i piedi per terra . Il cammino , non insegna ai coniugi a educare i figli nel concreto e a vivere bene all'interno della propria fagmiglia una vita normale ,famiglia che è già una piccola chiesa da non anteporre a nessun' altra , ma antepone la loro piccola comunità di esaltati, al dovere di ognuno della vita domestica e ordinaria . Vuole scimiottare in tutti i sensi la vita religiosa gia strutturata nella chiesa !Un pò come le comunità di evangelici americani dove spesso abbandonavano le loro città , impegni di lavoro e case, per andare nella foresta amazzonica , per vivere tutti insieme una nuova realtà spirituale basata sulla vita di comunità e non di famiglia . Il fatto che sia nato nelle borgate povere di Madrid insegna questo . Tra quegli strati si registravano famiglie spesso distrutte , specie a causa di condizioni materiali povere , famiglie abbandonate dalla stessa chiesa gerarchica . Ecco che il cammino offriva loro un aiuto , li faceva sentire " chiesa " e cristiani "battezzati" .
    I poveri con famiglie numerose e mezze rovinate , trovavano un luogo di ristoro, dove si sentivano accettate , un luogo dove raccontare le loro difficoltà e dove venivano aiutati da una buona parola .
    Questa buona parola però , spesso era una trappola mortale , nel senso che a quelle difficoltà si rispondeva con un impegno "semiapostolico non legittimo " di formazione ideologica e di missione non richiesta,un po come i quaqqueri americani .
    E tutto questo a discapito di chi ? A discapito della famiglia e della intera comunità ecclesiale . A discapito spesso dell'impegno nel mondo . Non si è piu lieviti nel mondo , ma all'interno della chiesa stessa con le idee del cammino con una vita semireligiosa dove la familgia e un peso sul groppone da trascinare .
    Il mondo ha bisogno di familgie normali che dimostrino che si possa vivere la fede e i comandamenti , senza contraddizioni e in maniera semplice e normale . Il cammino invece ha bisogno di imporre una missionarietà apostolcica ai coniugati non voluta e non richiesta da Cristo in quanto essi gia hanno una loro grande missione da compiere nel mondo come familgie vere e uomini veri .

    Quindi per la gerarchia e per molti parrroci, vedere che delle famiglie vogliano vivere cristianamente una vita religiosa che nemmeno loro vivono , molto spesso , è come vedere calare una manna dal cielo ,quindi offrono piena condivisione e accettazione .
    Non si accogono però del trappolone ideologico contenuto in quel cammino
    E' MESCHINO TRAVISARE LE PAROLE DEL MOTTO DEL CAMMINO ISPIRATE A KIKO DALLA VERGINE MARIA

    "Bisogna fare comunità cristiane come la Sacra Famiglia di Nazareth, che vivano in Umiltà, Semplicità e Lode e dove l'altro è Cristo"


    Un aiuto per te oggi e una speranza per il tuo domani

    INTERVENTO DI KIKO ARGUELLO
    SULLA TRASMISSIONE DELLA
    FEDE AI FIGLI

    Mi hanno invitato a parlare brevemente su come le famiglie nel Cammino Neocatecumenale trasmettono la fede ai figli. Migliaia di famiglie oggi si trovano di fronte al problema dei loro figli che a scuola e all’università stanno abbandonando la Chiesa. Come possano le famiglie cristiane rispondere a questa situazione di secolarizzazione, questo cambio d’epoca, la globalizzazione, ad un ambiente contrario ai valori cristiani?

    Dio si è manifestato al suo popolo sul Monte Sinai. Dio ha voluto scegliere un popolo per rivelarsi, attraverso il suo agire, all’umanità’ intera. Ha scelto un popolo di schiavi in Egitto e ha cominciato ad agire con loro. Dio si è rivelato tramite il suo agire nella loro storia. Dopo avere compito dei miracoli, aprendo il mare e guidando il popolo attraverso il deserto, Dio ha fatto un’alleanza con loro. È apparso sul Monte Sinai, lì, dove il popolo vide la montagna tremare e udito un rumore terribile, l’umanità’ ha sentito per la prima volta la voce di Dio. E Dio parlò così: “ Shemà Israel. Adonai Elohenu, Adonai Ehad! Ascolta Israele io sono l’unico! E tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze e amerai il tuo prossimo come te stesso!” ma subito aggiunge: “ questo lo ripeterai ai tuoi figli quando sei in casa, quando sei per strada, quando ti corichi e quando ti alzi! E quando arriverà il momento in cui tuo figlio ti chiederà: “ qual’è il significato di queste leggi, di queste tradizioni e questi comandamenti?” tu gli dirai: eravamo schiavi del Faraone in terra d’Egitto e il Signore ci ha tratto fuori con mano potente. Davanti ai nostri occhi il Signore ha operato segni e prodigi contro il Faraone e contro la sua casa. Ci ha tratto fuori per guidarci verso una terra che aveva giurato ai nostri padri.” . Questo è scritto in Deuteronomio 6.

    Questa parola “Shemà” è oggi il Credo fondamentale di Israele. Gli Ebrei ortodossi la proclamano tre volte al giorno. Questo testo così importante per il popolo ebreo lungo i secoli e che ha tenuto la famiglia ebraica unita, ci aiuta a capire l’importanza per i genitori di trasmettere la fede ai loro figli e ci mostra anche che questo comandamento divino è dato ai genitori e non può essere delegato a nessun altro. Sono loro che devono raccontare ai loro figli le opere che Dio ha compiuto il loro favore.
    Per i primi cristiani la trasmissione della fede ai figli, attraverso le Sacre Scritture compiute in Gesù Cristo, era una missione fondamentale. Ne conosciamo la testimonianza nella seconda lettera di San Paolo a Timoteo: “ Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l’hai appreso e che fin dall’infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù” (2 Tim. 3, 14-15). Questa tradizione è stata mantenuta in diverse forme nelle famiglie cristiane lungo i secoli. Questa è ancora più evidente nella testimonianza di numerosi bambini e giovani che furono martirizzati.

    Il Cammino Neocatecumenale, quale iniziazione cristiana nelle diocesi e nelle parrocchie, insegna oggi alle coppie anche a trasmettere la fede ai loro figli, in particolare attraverso una celebrazione , in una liturgia domestica.

    Noi insegniamo loro che la famiglia Cristiana ha tre altari : il primo è la mensa della santa Eucaristia, dove Gesù offre il sacrificio della sua vita per la nostra salvezza. Il secondo altare è il talamo nuziale, dove si compie il sacramento del matrimonio e si da’ la vita a nuovi figli di Dio. Insegniamo loro come si deve compier l’atto coniugale, che prima hanno bisogno di pregare, e si insegna ai bambini che la stanza da letto dei genitori è un luogo santo. Ai Cristiani si deve insegnare che il talamo nuziale si deve tenere in grande onore e gloria. Il terzo altare è il tavolo dove la famiglia si riunisce per mangiare, benedicendo il Signore per i suoi doni. La celebrazione domestica, nella quale si trasmette la fede ai figli, si svolge attorno allo stesso tavolo, dove i genitori possono passare la fede ai figli.
    Dopo più di trent’anni dall’inizio del Cammino Neocatecumenale, uno dei frutti che più ci consola è vedere la famiglia ricostituita. E la famiglia diventa un vero “ santuario domestico della Chiesa.” Queste famiglie che sono nel Cammino sono tutte aperte alla vita. Il Cammino Neocatecumenale ha uno dei più alti tassi di natalità nel mondo – cinque figli per famiglia – finanche più dei mussulmani. Insegniamo loro cosa vuol dire dare un figlio a Dio. Queste famiglie che sono numerose, compiono il dovere fondamentale della famiglia cristiana, che è di trasmettere la fede ai propri figli. Oltre alle preghiere del mattino e della sera, rendono grazie prima dei pasti e partecipano all’Eucaristia con i loro genitori nelle loro comunità.

    La trasmissione della fede ai figli avviene principalmente, come abbiamo detto, in una liturgia domestica, celebrata regolarmente nel Giorno de Signore. In questa celebrazione, siccome la famiglia è grande, si prepara il tavolo con una tovaglia bianca, una candela i fiori e la Bibbia. Uno dei figli suona la chitarra, un alto il flauto e pregano insieme ai loro genitori e i loro nonni. In questa celebrazione i genitori pregano i salmi delle lodi con i loro figli. I genitori preparano una lettura, che può essere anche il Vangelo della Messa di quella Domenica. Quindi il padre domanda ad ogni figlio: “ cosa ti dice Dio attraverso questa lettura, per la tua vita?”. Colpisce molto vedere come i bambini siano capaci di applicare la Parola di Dio alla loro esperienza di vita. Alla fine, dopo che tutti i bambini hanno parlato, i genitori danno una catechesi basata sulla loro esperienza. Dicono ciò che la Parola significa per loro. Infine invitano i bambini a pregare per il Papa, la Chiesa, per coloro che soffrono ecc.. Poi pregano il Padre Nostro tutti insieme, e si scambiano il segno della Pace. E così ogni Domenica in ogni famiglia cristiana……
    Il risultato di questa preziosa attenzione dei genitori per i loro figli è che quasi il 100% dei figli del Cammino Neocatecumenale rimane nella Chiesa. Questa è la ragione per cui abbiamo portato 50.000 giovani a Toronto e 75.000 a Parigi. È meraviglioso vedere le comunità Neocatecumenali nelle parrocchie che sono piene di giovani, piene di giovani!! All’incontro con il Papa a Roma, a Tor Vergata, abbiamo portato 100.000 giovani tutti provenienti dal Cammino Neocatecumenale. E da queste famiglie numerose, da questo tipo di educazione dei figli, da queste celebrazioni domestiche, stanno sorgendo migliaia di vocazioni, migliaia….Abbiamo già aperto 50 Seminari Diocesani Redemptoris Mater (applausi); da queste comunità sono entrate nei conventi di clausura 4.000 sorelle; tutti i conventi in Italia, le Benedettine e le Clarisse, sono pieni di sorelle che vengono dal Cammino Neocatecumenale.

    E questo non è un movimento. Queste comunità sono nelle parrocchie come un’iniziazione Cristiana che appartiene alla Chiesa. La Chiesa ha riconosciuto che non siamo un’associazione nè una congregazione, nè un movimento. La nostra missione è quella di aiutare le parrocchie e i Vescovi ad avere un itinerario di iniziazione Cristiana che aiuta a maturare la Fede – come la Santa Famiglia di Nazareth –. Perché Nostro Signore, la Parola del Padre, che prese carne dalla Vergine Maria, nacque come un bambino che aveva bisogno di crescere per diventare uomo, per diventare adulto. Soltanto da adulto avrebbe potuto compiere la sua missione di salvare il mondo, quando raggiunse i 30 anni. E come divenne adulto? Obbedendo a Maria e Giuseppe. Similmente oggi molta gente che ha ricevuto il Battesimo ha una fede piccola, una fede infantile. Questa fede deve crescere in un ambiente come la Famiglia di Nazareth, diventando adulta obbedendo al parroco e ai catechisti, in obbedienza al parroco e ai catechisti.
    Siamo grati al Pontificio Consiglio per la Famiglia che ha cominciato a interessarsi a questo fenomeno. Sono rimasti sorpresi da tutti questi giovani e ci hanno invitati a proporre all’intera Chiesa lo stesso tipo di celebrazione (domestica) che noi facciamo. Quando incontrammo Mons. Bugnini, che era uno stretto collaboratore di Papa Paolo VI ed era incaricato di tutto il rinnovamento liturgico, l’OICA ecc…, ci disse che nella Chiesa mancava una liturgia domestica; e quando seppe che cosa stavamo facendo, rimase molto colpito. Quindi siamo molto contenti di collaborare col Pontificio Consiglio per la Famiglia e di dare il nostro piccolo contributo attraverso quello che Dio sta facendo con noi. Mi piacerebbe proporre tutto ciò a tutti gli altri, per aiutare altra gente, altre ottime famiglie di tutte le altre realtà Cristiane che hanno difficoltà con i loro figli durante la loro crescita, nella scuola. In tutta Europa c’è un ambiente di sinistra con una terribile educazione sessuale che è contro l’insegnamento Cristiano. I genitori soffrono molto vedendo i loro figli contaminati da questa cultura. Questa è la verità.
    E vorrei far capire a tutta la Chiesa che quello che sto dicendo non è un problema secondario, una devozione; è questione di vita o di morte per la Chiesa. Una questione di vita o di morte! Se la Chiesa non è capace di trasmettere la fede alla prossima generazione, morirà (applausi). Questo è così importante che il Santo Padre e il Pontificio Consiglio per la Famiglia hanno capito che stiamo perdendo……ci sono parrocchie nelle quali i giovani non ci sono più. Dove sono? Non e’ questione di fare del teatro o altre stupidaggini con i bambini, ma di dare loro un contenuto vero e serio. Perché essi vanno a fronteggiare un ambiente che completamente agli antipodi con la realtà del Vangelo. Attraverso la globalizzazione del mondo intero, la secolarizzazione sta arrivando con molto rapidità mettendo in crisi tuta a religione. In Europa stiamo perdendo le scuole Cristiane, non ci sono più scuole in cui si insegni la religione. Gli ordini religiosi non hanno più vocazioni e stanno abbandonando le scuole e le università. Abbiamo perso le università, e ai nostri figli si insegna Hegel, Marx….. tutto l’opposto, il nichilismo. Queste cose ce le dicono i nostri giovani.

    Ma alla Chiesa riamane qualcosa che è una formula vincente: la famiglia (applausi). Noi abbiamo visto che i nostri figli, educati in una famiglia stabile, non vacillano a scuola. Diventano obiettori. Quando alle lezioni di educazione sessuale gli viene insegnato a masturbarsi e altre cose contrarie al Vangelo, si alzano in piedi e fanno obiezione. I genitori vanno a parlare con il preside. Non soccombono a tutto questo. All’università’, dove tutto è contrario ai valori Cristiani, non soccombono, non si possono convincere. Dietro a loro c’è la loro famiglia e la loro comunità Cristiana, una comunità Neocatecumenale di 40 o 50 fratelli che sono tutti uniti, dove appare Dio, dove non ci sono più classi sociali. Tutti sono fratelli: ingegneri, donne delle pulizie, vagabondi, tutti fratelli! Non ci sono più differenze di lingua o cultura, tra bianchi e neri, tra gente colta e ignoranti, o altro. Non ci sono poveri o ricchi, sono tutti fratelli che si aiutano l’un con l’altro. Se c’è una famiglia con molti figli che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, la comunità fa una colletta per aiutarli. La comunità aiuta la famiglia, e la famiglia salva la Chiesa! (applausi).

    La nostra società sta distruggendo la famiglia, e, in particolare, l’Europa sta andando verso l’apostasia e sta tenendo la famiglia separata. A causa del lavoro non hanno più tempo per tornare a casa per mangiare insieme. Le nuove generazioni non mangiano mai insieme. In Europa non ci sono punti di incontro, non ci sono momenti. La mattina un ragazzo esce a giocare a basket e una ragazza va a ballare. Sono sempre fuori, non si incontrano mai, non si siedono mai a parlare. La donna lavora, l’uomo lavora, quando tornano a casa i figli già dormono. E la famiglia si sta distruggendo in termini di tempo (il ritmo del lavoro e gli orari scolastici), in termini di composizione (coppie omosessuali, coppie di fatto, divorzio) in termini di stile di vita (la gente vive in un modo che è contro la famiglia) e soprattutto attraverso una cultura che ci circonda che è contraria al Vangelo.
    Siamo convinti che la reale battaglia che la Chiesa è chiamata a fronteggiare nel Terzo Millennio, la sfida che dobbiamo raccogliere, nella quale si gioca il nostro futuro, è quella della famiglia. Per questo ho detto che sono contento di collaborare col Pontificio Consiglio per la Famiglia, portando l’esperienza di così tante famiglie, dopo tanti anni nei quali abbiamo visto che questa è una formula vincente. Con loro stiamo cercando di fare una guida. Sulla base di un’esperienza ultra trentennale, con famiglie di differente cultura e classe sociale, possiamo fare qualcosa di valido, non solo uno schema disegnato al tavolino del bar, ma qualcosa che ha dietro un’esperienza, qualcosa di serio, una guida per la famiglia, un’esperienza del Cammino Neocatecumenale attraverso la quale la Chiesa può aiutare la famiglia a trasmettere la fede ai figli. Penso che tutto ciò sia un grande contributo per la famiglia.

    Spero che questo piccolo seme che gettiamo ora possa un giorno diventare un albero ricco di frutti, perché se un bambino di 4 anni ha visto suo padre pregare nell’assemblea con sincerità, non lo dimenticherà mai, mai (applausi). Molto adulti non dimenticheranno mai il modo in cui hanno celebrato nelle proprie famiglie, dove hanno visto l’amore dei loro genitori per Dio e come pregavano con vero convincimento. Pregate per me. Grazie.

    KIKO ARGUELLO


    ============================

    Vaticano: Un Cammino di rinnovamento per una fede “non solo domenicale”

    Intervista a Kiko Arguello, fondatore del Cammino Neocatecumenale

    Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Il Cammino Neocatecumenale è uno strumento nelle mani dei Vescovi, in risposta all’ateismo e alla secolarizzazione del mondo moderno”. Lo ha dichiarato, in un’intervista rilasciata all’Agenzia Fides, Kiko Arguello, fondatore del Cammino Neocatecumenale, dopo l’approvazione ad experimentum per un periodo di cinque anni degli Statuti del Cammino Neocatecumenale, avvenuta il 29 giugno presso la sede del Pontificio Consiglio dei Laici.

    Kiko, come avete accolto il provvedimento di approvazione degli Statuti del Cammino?

    Siamo molto contenti di questi Statuti, dopo il duro lavoro di questi anni per elaborarli. Ringraziamo il Santo Padre che ci ha aiutato moltissimo. Diciamo grazie di cuore a Dio, al Papa, a mons. Stafford e mons. Rylko, del Pontificio Consiglio per i Laici, che hanno lavorato con noi. Ricordo che nel primo incontro con il Santo Padre, a Castelgandolfo, il 5 settembre 1979, egli ci parlò di ateismo-battesimo-catecumenato. Allora non mi era chiaro perchè anteponesse il battesimo al catecumenato: ma quel discorso lo abbiamo compreso più avanti. Visitando la parrocchia di Santa Maria Goretti a Roma, il Papa ci chiese se avevamo riflettuto sulla genesi del Cammino Neocatecumenale e su dove fosse la debolezza della Chiesa di oggi. La risposta fu questa: per rispondere alla forza dell’ateismo moderno, della secolarizzazione, non basta per i cristiani frequentare la Messa domenicale; è necessario invece un catecumenato post-battesimale per rafforzare la fede. Il Papa, che veniva dall’esperienza dell’ateismo comunista, ha visto nel Cammino qualcosa che sentiva profondamente, una realtà molto vicina alla sua esperienza. Questi Statuti delineano il Cammino Neocatecumenale non come un’associazione, ma come un catecumenato post-battesimale, un cammino di iniziazione cristiana, uno strumento dato dalla Santa Sede ai Vescovi perché si possa riscoprire il battesimo, in risposta all’ateismo del mondo moderno.
    Quali sono i vostri rapporti con la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, oggi e in futuro?

    I rapporti sono ottimi. Nell’aprile scorso, in collaborazione con il Dicastero di Propaganda Fide, abbiamo tenuto in Malesia un incontro con 120 vescovi dell’Asia, da India Filippine, Corea, Giappone. Il Cardinale Sepe ha inviato una lettera bellissima, perché alcuni Vescovi asiatici volevano conoscere il Cammino, che in quest’incontro abbiamo illustrato ai Vescovi. Noi lavoriamo in tutto il mondo per l’evangelizzazione. Speriamo che, grazie alla conferma della Santa Sede, i Vescovi abbiano uno strumento per evangelizzare perchè in Asia, ad esempio, la situazione dell’ateismo e della secolarizzazione è terribile. Di fronte alla modernità, di fronte alla “catechesi” continua che viene dal mondo, non è possibile che il cristiano viva una “Fede solo domenicale”. Per questo la famiglia cristiana e la comunità cristiana vanno sostenute: noi offriamo questo sostegno, vogliamo salvare la famiglia. La Chiesa primitiva ha convertito l’impero romano, pur senza avere templi e altari: avevano solo comunità che hanno mostrato al mondo la natura in Cristo. In cosa consiste questa natura: un Cristiano si lascia crocifigge per i nemici. In questo amore il mondo crederà. Per arrivare a questo amore, c’è bisogno che il Battesimo do ogni cristiano Cresca e che la sua Fede diventi Sacramento, cioè segno visibile.
    Può raccontarci una esperienza di Evangelizzazione in America Latina?

    I Vescovi dell’America Latina, negli ani dell’immigrazione e urbanizzazione, ci chiesero di aiutarli. Città come Lima, San Paolo, Caracas erano tutte coronate da baraccopoli dove imperversavano numerose sette protestanti americane. La Chiesa non riusciva a contrastare questo fenomeno: i sacerdoti erano pochi e avevano molte difficoltà. Le famiglie protestanti si stabilivano nei quartieri poveri, invitavano la gente al gruppo di preghiera e, con il sostegno finanziario americano, facevano pure opere di solidarietà. E così la fede cattolica stava scomparendo. Allora abbiamo inviato numerose famiglie che, con il mandato e la benedizione del Papa, hanno ricominciato la loro vita nelle baracche delle metropoli sudamericane ed evangelizzavano. Andavano per le case mostrando una propria foto in compagnia del Papa e una icona della Vergine Maria, per sottolineare di non essere protestanti. Hanno cominciato a creare comunità di fede.
    Ma vi era anche necessità di presbiteri e allora il Papa ci diede il permesso di istituire il primo Seminario Missionario Redemptoris Mater a Roma: esso forma sacerdoti che sono tutti alle dipendenze dei vescovi. Sono preti fidei donum, ma sono diocesani. Oggi abbiamo 46 seminari nel mondo. Non abbiamo bisogno di fondare una congregazione missionaria, perché è la parrocchia che, come comunità cristiana, diventa missionaria. Qui nascono famiglie missionarie, catechisti itineranti, vocazioni religiose: tutti hanno come punto di partenza la propria comunità cristiana.
    Anche i nostri seminari sono diocesani: regaliamo vocazioni ai Vescovi e sosteniamo i costi della formazione dei seminaristi. I presbiteri che ne escono un nostro dono del tutto gratuito ai Vescovi.
    E per l’impegno missionario in Asia?

    Posso dirvi di alcune famiglie europee che sono andate in missione in Giapone. Sono nella povertà più assoluta, perché non sanno la lingua, il che è una grande povertà. Dopo anni di cammino, le nostre famiglie si sentono chiamate a portare la fede laddove la famiglia è distrutta, come in tante parti del mondo. Nel terzo millennio il grande attacco del Demonio è verso la famiglia, che è la base della società. Le famiglie, aperte alla vita, con tanti figli, danno una coraggiosa testimonianza di vita cristiana.
    Ci racconta di un’esperienza in Africa?

    In Africa abbiamo tre seminari (in Camerun, Zambia e Congo). Nell’evangelizzazione abbiamo avuto molte difficoltà, perché i religiosi missionari presenti sul luogo all’inizio hanno sentito una sorta di “concorrenza”, non conoscendoci. Abbiamo sofferto molto in Kenya e Tanzania, dove alcune comunità cristiane ci hanno rifiutato, certo non per cattiveria ma perché non ci conoscevano e diffidavano di noi. I nostri catechisti itineranti seguono un modello primitivo: andare a due a due, senza nulla di proprio, con la sola forza della Parola di Dio. Credo che in Africa il catecumenato sia molto importante per sconfiggere le divisioni etniche, la magia, i settarismi. Chi è cristiano deve avere dentro di sé la vita eterna e compiere opere di vita eterna, che un buddista, musulmano, un marxista non possono fare. La Chiesa primitiva non dava il battesimo a chi non dimostrava con i fatti la fede ricevuta.
    Nel Cammino Neocatecumenale utilizzate la musica come strumento di missione?

    Come gli inni della Chiesa primitiva, i canti sono per noi proclamazione della Parola di Dio, non semplici ornamenti della liturgia. E’ la teologia messa in forma di canto, appropriata per ogni tappa del cammino. Il canto è un importantissimo strumento di missione perché crea l’unità: da una pluralità di individui, riesce a formare una koinonia, un comunità d’amore.
    Alcuni, guardando la vostra esperienza di fede, parlano di “nuovo francescanesimo”: vi riconoscete in questa definizione?

    Non so, non sta a me dirlo. Francesco, un uomo che si convertì, contribuì al profondo rinnovamento della Chiesa del suo tempo. La nostra esperienza è cominciata andando verso i poveri, perché pensavamo che fra gli ultimi della terra fosse rivelato il Mistero della Croce di Cristo. Ma Dio aveva un altro piano per noi e ci ha donato un Cammino di fede da porre a servizio della Chiesa.
    Avremmo potuto formare un’associazione riconosciuta dalla Chiesa o una congregazione, ma abbiamo preferito restare uno strumento nelle mani dei Vescovi. Anche se questo, talvolta, significa soffrire perché non tutti i vescovi accettano il nostro carisma. Ma noi siamo animati da una grande amore per la Chiesa.
    Ricevete spesso delle critiche, come quella di essere un cammino elitario, selettivo…

    Le critiche sono necessarie perché ci aiutano a crescere. Le calunnie, invece, ci fanno del male. Davanti noi c’è Cristo e noi percorriamo le sue orme luminose. Posso solo dire che spesso gli attacchi contro di noi derivano da una scarsa conoscenza. Da sedici secoli nella Chiesa manca il catecumenato, la gente non sa cosa sia e la Chiesa si sta abituando a una “Pastorale del tempio”, curandosi del popolo che frequenta i Sacramenti. Occorre tornare alla “Pastorale del Corpo di Cristo”, dove i carismi della comunità diventano mezzo di evangelizzazione. Il Camino propone un catecumenato, costituendo la Parrocchia come ‘comunità di comunità’. Nelle parrocchie, dove spesso la fede è vissuta in modo individualistico, avere una comunità cristiana di fratelli con cui condividere ogni giorno la propria fede è un dono immenso. E non è solo sociologia, ma una comunità radunata da Dio attraverso l’annunzio della Buona Novella.
    Quali sono le sue speranze per il prossimo futuro?

    Poter dare la vita per Cristo, giorno per giorno. La pace sia con te, e prega per me.
    (P.A. 9/7/2002)



    PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA

    PRESENTAZIONE DEL LIBRO CONTENENTE GLI ATTI
    DEL CONGRESSO TEOLOGICO-PASTORALE
    (11-13 ottobre 2000)
    TERZO INCONTRO MONDIALE DEL SANTO PADRE
    CON LE FAMIGLIE – GIUBILEO DELLE FAMIGLIA
    I FIGLI: FAMIGLIA E SOCIETÀ NEL NUOVO MILLENNIO

    È ormai una consuetudine consolidata che gli Incontri mondiali del Santo Padre con le famiglie, con scadenza triennale, inizino con un Congresso Teologico-Pastorale. Così ogni tre anni viene offerta questa singolare opportunità di riflettere in modo approfondito su un tema centrale della pastorale della famiglia e della vita. In occasione di questo III Incontro Mondiale, svoltosi nell’ambito dell’anno giubilare 2000, la riflessione del Congresso si è centrata su: I figli, primavera della famiglia e della società. Nel primo Incontro (Roma, 1994) in occasione dell’Anno Internazionale della Famiglia, il tema è stato: Famiglia: cuore della civiltà dell’amore”, mentre nel secondo, (Rio de Janeiro, 1997), si è centrato su: La famiglia: dono ed impegno, speranza dell’umanità.
    Riguardo ai partecipanti al Congresso Internazionale si continua a constatare un crescendo nella presenza ufficiale delle delegazioni che rappresentano le Commissioni per la Famiglia e la Vita delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo. Inoltre vi prendono parte delegazioni dei movimenti, gruppi ed associazioni pro famiglia e pro vita. Tale aumento nella partecipazione rispecchia anche la consapevolezza dell’importanza che la materia ha per la pastorale dell’intero popolo di Dio e la volontà di presenza delle delegazioni. Infatti, la famiglia, e l’aspetto concreto dei figli, ha una dimensione cruciale, certamente per la società, ma non meno per la comunità dei credenti. Mentre nel 1994 le presenze furono intorno a 800 e nel 1997 superarono abbondantemente le 2500, adesso hanno superato le 5000: Vescovi, sacerdoti e laici, uomini e donne, ben consapevoli che portare avanti la causa della famiglia e della vita non è tanto una questione di entusiasmi del momento, ma di una fede cristiana ben formata e di una testimonianza di vita coerente con i criteri che scaturiscono dalla vita e dalla dottrina di Cristo presentata dal Magistero della Chiesa.
    I relatori del Congresso sono stati pastori, professori e professionisti esperti nelle diverse aree delle scienze, i quali hanno esaminato, dalla diverse angolature, il tema centrale dei figli alla luce del ricco Magistero Pontificio sulla tematica della famiglia e della vita. Così nella sessione d’apertura, dopo il saluto del Cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano e quello di Sua Em.za il Card. Roger Etchegaray, Presidente del Comitato Centrale per il Giubileo, il Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, Sua Em.za il Card. Alfonso López Trujillo, ha fatto una panoramica globale, mentre Sua Em.za il Card. Carlo Maria Martini, Arcivescovo di Milano, ha presentato la visione biblica: l’immagine di Dio nei figli.
    Altre relazioni sono state di tipo filosofico-teologico come quella del Prof. Pedro Morandé dell’Università Cattolica del Cile, sui figli, dono di Dio per la famiglia e l’umanità; di S.E.R. Mons. Angelo Scola, Rettore della Pontificia Università Lateranense e Preside dell’Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, sulla genealogia della persona dei figli; del Prof. Francesco D’Agostino, Presidente Onorario del Comitato Nazionale Italiano per la Bioetica, sui diritti del bambino; dello psicoanalista, il Rev. Tony Anatrella, sull’educazione sessuale, verità e significato. Nella relazione di S.E.R. Mons. Francisco Gil Hellín, Segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia, è stato approfondito il tema della famiglia, l’amore coniugale e la procreazione, mentre S.E.R. Mons. Carlo Caffarra, primo Preside dell’Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e la Famiglia, ha esaminato l’azione del sacerdote nel rapporto tra genitori e figli.
    Ci sono state inoltre relazioni con un profilo più specificamente sociale come quella della Prof.ssa Janne Haaland Matlary dell’Università di Oslo, sulla maternità, i figli e il servizio alla società; di S.E.R. Mons. Renato Martino, con la sua esperienza come Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, circa i cinque anni trascorsi dopo le Conferenze Internazionali del Cairo e di Pechino. La Prof.ssa Alicja Grzeskowiak, Presidente del Senato Polacco, ha parlato dei diritti dei bambini e il mondo politico. Altri aspetti sociali sono stati trattati dalla Sig.ra Kathryn Hoomkwap della Nigeria sulla povertà e la famiglia nel Terzo Mondo, e da S.E.R. Mons. Elden Francis Curtiss, Arcivescovo di Omaha, su iniziative a favore di bambini abbandonati.
    La Pontificia Accademia per la Vita ha offerto una serie di relazioni riguardanti i suoi contributi specifici alla causa della vita con interventi di S.E.R. Mons. Elio Sgreccia, Vice presidente della medesima Accademia, del P. Angelo Serra e del Prof. Roberto Colombo.
    Riguardo alla trasmissione della fede ai figli sono state pronunciate relazioni dalla sig.na Chiara Lubich, Presidente del Movimento dei Focolari, dal sig. Kiko Argüello, Iniziatore del Cammino Neocatecumenale, e dal dott. Salvatore Martínez, Coordinatore Nazionale del Rinnovamento nello Spirito. Sulla cultura della vita e la cultura della morte sono intervenuti Mons. Luigi Giussani, Fondatore di Comunione e Liberazione, il prof. Alessandro Zuccari, Presidente della Comunità di Sant’Egidio, e il P. Marcial Maciel, Superiore Generale dei Legionari di Cristo.
    Oltre alla presenza dell’Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia nella persona del suo Preside, sono stati presentati altri Istituti per la famiglia sorti sulla scia pastorale di Giovanni Paolo II o prima o dopo la sua elezione a Successore di Pietro. Sono intervenuti la Prof.ssa Wanda Poltawska per l’Istituto di Cracovia di cui era già direttrice; S.E.R. Mons. Agustín García Gasco per l’Istituto Giovanni Paolo II per la famiglia a Valencia di cui è Vice Gran Cancelliere; la Direttrice dott.ssa Lydia Jiménez per l’Istituto Berit per la Famiglia, Spagna. S.E.R. Mons. Javier Echevarría Rodríguez, Prelato, ha trattato la relazione tra gli Istituti e la Prelatura dell’Opus Dei.
    Ogni sessione dei lavori congressuali è stata presieduta da un Cardinale. Un intero pomeriggio è stato dedicato alla presentazione di comunicazioni su temi quali l’educazione dei figli nella fede, i bambini disabili e la famiglia, i nonni nella formazione dei bambini, i figli nella pastorale dei divorziati, i bambini della strada e il dialogo tra genitori e figli oggi. Altre comunicazioni hanno passato in rassegna alcuni recenti convegni promossi dal Pontificio Consiglio per la Famiglia: il Secondo Congresso di Politici e Legislatori dell’Europa (Vaticano, ottobre 1998), il Terzo Incontro di Politici e Legislatori d’America (Buenos Aires, agosto 1999).
    S.E.R. Mons. Angelo Comastri, Delegato Pontificio per il Santuario di Loreto, e S.E.R. Mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, Vescovo ausiliare per Nazareth, hanno guidato la preghiera dei partecipanti all’inizio della giornata con la riflessione su alcuni brani biblici.
    Infine, un gruppo di coppie e relatori è stato incaricato di preparare, come risultato dei lavori, la bozza delle Conclusioni e Raccomandazioni del Congresso. Una volta approvate dall’assemblea, tali Conclusioni e Raccomandazioni, che serviranno da guida e orientamento per il lavoro pastorale che svolgono le Commissioni Nazionali e i movimenti, gruppi ed associazioni pro famiglia e pro vita, l’indomani, 14 ottobre 2000, sono state presentate al Santo Padre Giovanni Paolo II durante l’Incontro festivo con le famiglie del mondo. In tale occasione, il Pontefice ha rivolto queste parole di incoraggiamento alle famiglie: “Impegniamoci, carissimi, con tutte le nostre forze, a difendere il valore della famiglia e il rispetto della vita umana, fin dal momento del concepimento. Si tratta di valori che appartengono alla ‘grammatica’ fondamentale del dialogo e dell’umana convivenza tra i popoli”.
    La figura dei figli nella famiglia rispecchia la qualità di una cultura. Infatti, i figli rendono presente per la società il valore della donazione coniugale, vero fondamento delle famiglie. La luce del Vangelo, mentre sottolinea il valore trascendentale dei figli, richiama che essi sono frutto dell’amore coniugale dei genitori: focolari forti, stretti dall’amore, aperti alla procreazione e all’educazione dei figli. Questo è un valore sociale di primordiale portata nel quale il matrimonio e la famiglia sono insostituibili.
    Alfonso Cardinale López Trujillo
    Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia
    Francisco Gil Hellín
    Segretario



    Incontro del Cammino a Valencia

    Ancora un contributo sull'incontro delle famiglie del Cammino neocatecumenale dopo la conclusione del V Incontro Mondiale delle Famiglie.


    Il Cammino Neocatecumenale ha celebrato un incontro mondiale delle famiglie nella Citta delle Arti e delle Scienze di Valencia prendendo spunto dal V Incontro Mondiale delle Famiglie tenutosi in questi giorni nella città del Turia ( il fiume che attraversa Valencia, ndr).


    In questo incontro si sono offerte più di 200 famiglie per la missione “ad gentes” che consiste nell’impiantare la Chiesa in quelle zone che ne sono completamente prive.


    All’incontro hanno partecipato circa 150.000 persone di oltre 100 paesi.


    La celebrazione è stata presieduta da Mons. Agustin Garcìa Gasco, Arcivescovo di Valencia, che ha messo in risalto “l’importanza della vita quotidiana di Gesù Cristo a Nazareth prima di iniziare la sua vita pubblica” ; con questa idea della Famiglia di Nazareth il prelato ha voluto far risaltare il valore del significato di “famiglia” che si realizza dall’unione di un maschio e una femmina : solo questa unione può creare una vita.


    L’Arcivescovo di Valencia ha anche sottolineato che “il matrimonio e la famiglia sono un bene fondamentale e un patrimonio di tutta l’umanità”.Poi un’ultima postilla: “lo stato e le istituzioni non possono dare amore,solo la famiglia può farlo”.


    Da parte sua il Cardinale Antonio Maria Ruoco Varela, Arcivescovo di Madrid, ha messo in risalto “l’importanza delle famiglie che si offrono per la evangelizzazione di tutto il mondo” e ha aggiunto che non c’è evangelizzazione se non c’è la famiglia.


    L’iniziatore del Cammino Neocatecumenale, Kiko Arguello, ha spiegato nel suo intervento che “l’uomo moderno ha paura della sofferenza e per questo si rifugia nella droga, nel gioco e nella sessualità”. Kiko ha anche spiegato “la grande opera che stanno portando avanti le famiglie del Cammino Neocatecumenale in luoghi completamente paganizzati, come l’Olanda, dove l’evangelizzazione di queste famiglie sta dando frutti abbondanti”.


    L’iniziatore di questo carisma ecclesiale ha anche rimarcato che “nel cristiano non ci sono moralismi perché tutto si vive nella gratuità dell’amore di Dio”.


    All’evento hanno partecipato i Vescovi delle Diocesi di Cartagena, Granada, Huesca,


    Tarragona,Tarazona e i tre Vescovi ausiliari di Valencia, oltre ad altri prelati provenienti da altre nazioni.


    Da mettere in luce il fatto che l’inizio dell’incontro è stato scandito dalla processione di migliaia di presbiteri che portavano la statua della Vergine degli Indifesi ( Virgen de los Desamparados) , patrona di Valencia, che ha presieduto la celebrazione insieme al crocefisso del Cristo del Salvador, proveniente dalla omonima parrocchia della città valenciana.



    Fonte : Agenzia Veritas





    Ancora su Kiko a Valencia
    Un'altro articolo sull'intervento al Congresso Teologico-pastorale

    La trasmissione della fede è stato il titolo della tavola rotonda realizzata ieri al Congresso Teologico-pastorale, alla presenza dei massimi rappresentanti delle nuove realtà ecclesiali e comunità cristiane. Tra questi erano presenti Kiko Arguello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale, Andrea Riccardi fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Salvatore Martinez responsabile del Rinnovamento nello Spirito Santo e Graziella De Luca del Movimento dei Focolari.


    Tutti hanno insistito sulla necessità e la importanza di trasmettere la fede alla generazione seguente, ai figli.


    Kiko ha enfatizzato il fatto che Dio ha realizzato un catecumenato nella storia con il suo popolo, il popolo di Israele, facendolo uscire dallo stato d’Egitto (dallo stato di schiavitù,ndr) attraverso Mosè e portandolo nel deserto.E lì, nel deserto, Dio si manifesta sul Monte Sinai al popolo e la prima parola che gli dà dall’alto del Monte è : “Shemà Israel, Adonai elohenu, Adonai ehad”, Io Sono l’Unico.


    Succede allora qualcosa di sorprendente, Dio esiste, non c’è che un solo Dio e amerai Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze e il prossimo tuo come te stesso, e questo lo insegnerai ai tuoi figli quando ti alzi e quando ti corichi, quando cammini o ti metti in viaggio. Kiko sottolinea quindi come già dal principio si manifesta l’importanza di trasmettere la fede ai figli, che Dio è Amore e ama gratuitamente.


    Dobbiamo saper interpretare la storia attuale, dice Kiko, perché parlare della famiglia nei momenti attuali richiede la conoscenza di ciò che stà succedendo con essa nei tempi di oggi.


    Kiko ricorda le parole con le quali fu annunciato il Concilio Vaticano II : “La Chiesa si trova oggi in una crisi in atto, entrando in una nuova epoca come nei momenti più tragici della sua storia “, come disse Giovanni XXIII con una parola profetica.


    L’Europa sta andando verso l’apostasia per questo è necessario un discernimento reale di ciò che sta succedendo..Questa illuminazione dello spirito del Papa è stato provvidenziale perchè sorgesse il Concilio Vaticano II, per prepararsi al cambio epocale.


    La Chiesa si prepara a una nuova epoca, con un rinnovamento pastorale, teologico, liturgico ed ecclesiale profondo.Il Concilio ha detto che si ristabilisca il catecumenato nella Chiesa e Dio ha suscitato realtà ecclesiali che aiutano a portare avanti il Concilio.


    Perciò il Cammino neocatecumenale sta portando una iniziazione cristiana alle parrocchie per fare adulti nella fede, creando comunità cristiane come la Sacra Famiglia di Nazareth.Perché la comunità è lo specchio della fede, nel vivere in comunità puoi vedere che non sei capace di amare l’altro. E’ pertanto una kenosis per poter entrare nel profondo del nostro essere, scoprire la fede e che Dio ha vinto la morte.


    Il Cammino neocatecumenale ha costruito una celebrazione domestica, una liturgia familiare che si celebra tutta la mattina della Domenica, una celebrazione liturgica.Si canta, si leggono i Salmi, si legge una Parola e il padre chiede a


    Ciascuno dei figli come questa parola illumina la sua vita di oggi. Oggi è in gioco la fede dei nostri figli, ha concluso Kiko.


    Quindici minuti di discorso trascorsi velocemente che però sono stati sufficienti a chiarire come nel Cammino neocatecumenale si trasmette la fede ai figli, soprattutto nella celebrazione domestica domenicale che Kiko ha suggerito di estendere a tutta la Chiesa come metodo valido ai giorni d’oggi.


    Circa 4000 persone hanno assistito a questa tavola rotonda.



    Pablo Martinez Serrano


    Caminaen.com



    Traduzione: A.S.-catechumenium.it






    SINTESI DELLA CATECHESI E VIDEO DELL'INCONTRO DEL CAMMINO A VALENCIA

    Kiko all'incontro delle famiglie di Valencia
    Sintesi della catechesi e un video amatoriale da scaricare

    http://www.catechumenium.it/public/f...f2006_0001.zip

    Riportiamo la traduzione della sintesi relativa alla catechesi di Kiko pronunciata Lunedì sera 10 Luglio scorso all'incontro delle famiglie del Cammino neocatecumenale, a complemento del grande Incontro Mondiale delle famiglie.
    Come abbiamo già riportato negli articoli precedenti, si è trattato di un incontro vocazionale dedicato per la prima volta alle famiglie, in vista di una futura, massiccia missione "Ad gentes" sulla scorta della primissima esperienza fatta dai 7 gruppi di famiglie accompagnate dai presbiteri e inviate da Benedetto XVI in occasione dell'incontro con il Cammino neocatecumenale avvenuto il 12 Gennaio 2006 in Vaticano (queste famiglie e i loro presbiteri hanno avuto una convivenza a Porto San Giorgio verso fine Giugno scorso).
    Inoltre alleghiamo un video amatoriale girato da un fratello spagnolo presente all'incontro di Valencia
    che riproduce alcuni momenti del'evento: l'attesa dell'inizio, la "alzata delle famiglie" e i fuochi d'artificio finali. La qualità del video non è altissima ma è comunque una bella testimonianza da vedere.
    Il file è di circa 36 Mbyte perciò chiederà alcuni minuti per essere scaricato (con l'ADSL).

    “E’ Dio che opera, non noi”.

    Kiko ha ripetuto questa verità durante l’incontro che ha avuto luogo con le famiglie del Cammino Neocatecumenale provenienti da tutto il mondo e riunite a Valencia il giorno dopo la chiusura del V Incontro Mondiale delle Famiglie.
    Davanti alla necessità di una nuova evangelizzazione che passi attraverso la famiglia e coinvolga tutta la comunità cristiana, Kiko ha sottolineato il fatto che nel futuro non si potrà concepire la fede come una esperienza individuale, avvertendo che il futuro della Chiesa passa attraverso l’esistenza della piccola comunità e della famiglia come nuclei che si sostengono reciprocamente per generare nuovi cristiani.
    Con una vigorosa predicazione kerigmatica nella traccia della Lettera di San Paolo agli Efesini, Kiko ha proclamato che l’amore di Cristo è la risposta alla sofferenza dell’uomo e che la Croce del Risorto è la chiave della salvezza di tanti uomini, deboli e indifesi, che subiscono senza resistere a quelli che incontrano.
    Per questo ha insistito sulla evangelizzazione “opportuna e inopportuna”, ricordando che il cristiano, che è stato salvato dalla tenebra, deve mostrare la Luce meravigliosa che è Cristo Risorto dalla morte, essendo questa lenta trasformazione che si produce nell’uomo un processo graduale per la realizzazione del quale esiste il Neocatecumenato.
    Le parole che Kiko ha proclamato si sono accompagnate a preghiere e canti, in tal modo che tutto il contesto liturgico invitava all’ascolto di una parola insieme potente e verace.Poco prima dell’inizio, Kiko ha messo in risalto l’importanza della luna piena che faceva atto di presenza all’incontro: “per i giudei, la luna piena ha un significato speciale, perchè riporta il popolo Ebreo alla Pasqua, alla “notte delle notti” nella quale Dio liberò Israele dall’Egitto.
    Ugualmente per la vita del cristiano la Pasqua di cristo è l’evento per antonomasia, la festa sopra la quale si fonda tutta la teologia dei Padri della Chiesa e degli Apostoli, perché fa presente la Morte e Resurrezione di Cristo, come dire, la storia della nostra salvezza.

    Kiko ha ricordato come senza l’esperienza della Pasqua non si possono fare quelle opere che solamente quelli che possiedono lo Spirito possono realizzare.
    Un esempio che ha portato approfittando di questa occasione, è stato quello delle famiglie in missione in Olanda, nella quale si trovano da quasi vent’anni e che per anni hanno vissuto senza essere compresi dai propri familiari, in posti di lavoro miserabili e perseguitati da un clero critico con Roma e perciò basato su un proprio cammino pastorale.
    Nonostante ciò, ha commentato Kiko, “ la sofferenza e la morte di queste famiglie si sta trasformando in gioia e allegria perché già si sono aperti due Seminari Redemptoris Mater in Olanda (Haarlem e Roermond) e sono decine le parrocchie che hanno chiesto di aprire il Cammino”. “I sacerdoti in Olanda hanno visto un nuovo modo di vivere, una fede rinnovata, che non conoscevano” , perciò la testimonianza delle famiglie destinate a quel paese è stata determinante per poter cominciare a vedere qualche frutto.
    Kiko ha anche proclamato come Dio abbia concesso al Cammino molti doni, come la trasmissione della fede nelle famiglie, nelle celebrazioni domestiche o l’impulso missionario delle famiglie e dei presbiteri.
    “I frutti non sono dovuti all’eloquenza umana né alla grande conoscenza della dottrina, ma al vivere la fede in piccole comunità attraverso le quali lo stesso Spirito agisce”. Per questo, ha aggiunto, in un prossimo futuro non si potrà concepire la fede come atto individualista, di gente sola, ma che si vivrà in comunità facendo presente l’ “Amatevi gli uni gli altri come Io vi ho amato”.
    In riferimento a questo, Kiko ha chiesto ai presenti all’incontro: “Perché siamo qui? Perché il Cammino neocatecumenale? Cosa ci chiede Dio?” , e, dandosi subito una risposta, :”Non sono io, è il Concilio che ci ha portati qui, che ha fatto risorgere l’Iniziazione cristiana e che rinnoverà, e già lo sta facendo, la Chiesa”.
    Per questo motivo il messaggio della Chiesa al mondo è immenso e incomparabile a qualsiasi altra notizia: la vittoria sopra la morte. “Però come potrà la Chiesa annunciare al mondo la libertà, la vita immortale?Andate, Io sono con voi!”, ha concluso Kiko.
    “Lo Spirito Santo precede e conferma” ha ripetuto più volte Kiko. Non è un potere dell’uomo né la abilità di un catechista, ma è lo stesso Spirito di Cristo ciò che accompagna l’annuncio del Vangelo, confermando nel cuore le parole di chi è inviato.
    Kiko ha ricordato che questi “sono frutti di equipes di catechisti molto poveri” e che “non siamo noi che diamo la fede ma lo Spirito Santo che viene mediante la stoltezza della predicazione”, parafrasando l’Apostolo San Paolo.
    Dopo la presentazione,Kiko ha proclamato con forza la Lettera di San Paolo agli Efesini , là dove si parla del matrimonio, comparando la relazione coniugale degli sposi con quello di Cristo e la Chiesa. Facendo successivamente riferimento alla Lettera agli Ebrei (2,14), Kiko ha proclamato un kerigma semplice , svelando il perchè l’uomo che si separa da Dio cade nella morte: “L’uomo, per paura della sofferenza, della morte, divorzia, abortisce, adultera, ruba, inganna…. e facendo ciò che essi stessi rifiutano, cadono nella morte, perché si separano da Dio e si convertono in dio di sé stessi, vivendo come essi credono si debba vivere (il relativismo morale, ndr) e come la ragione e la conoscenza gli indicano”. “Non è perché sono cattivi – ha chiarito – ma è che la condizione umana, a causa del peccato originale , porta l’uomo alla morte. E’ un essere debole, per questo Cristo è venuto per spezzare le catene che a causa della nostra debolezza non possiamo rompere e liberarci così dalla schiavitù dei nostri peccati che ci impediscono di essere felici”.
    “L’uomo, come dice San paolo, è come condannato ad offrire tutto a sé stesso, a vivere tutto per sé stesso sebbene sappia dove sta la verità. Non fa quello che vorrebbe veramente fare, ma lo rifiuta.Per questo Cristo è venuto a distruggere il peccato dell’uomo, perché possa fare spazio per lo Spirito Santo.Con la sua morte e Resurrezione ha vinto ciò che l’uomo non poteva vincere con le sue sole forze e con il suo Spirito lo ha fortificato perché possa vivere”.
    A questo punto Kiko ha nuovamente insistito che è lo Spirito Santo che unito all’uomo come lo sposo alla sposa, formando una sola carne con lui, opera in modo che egli possa fare opere di santità, opere di vita eterna.
    “Il cristianesimo non è moralismo, è tutta grazia di Dio.Non c’è alcun sforzo, perché è lo Spirito che opera”, ha concluso.
    “La fede è una esperienza di Cristo, un incontro personale con il Signore, perché, come dice San Paolo, lo spirito di Cristo dà testimonianza al nostro Spirito che siamo figli di Dio”.
    Per finire, Kiko ha insistito sulla necessità della conversione, che non è altro che aderire come la Vergine all’annuncio ricevuto : “Sia fatto in me secondo la tua volontà”.
    Kiko ha preso come esempio San Giovanni di Dio , fondatore dell’ordine ospedaliero e che fondò numerosi ospedali (specialmente a Granada) per aiutare i più poveri e indifesi. Il Santo per poter sostenere e mantenere i suoi pazienti, chiedeva insistentemente l’elemosina. Uno dei benefattori, ha spiegato Kiko, era il proprietario di una casa d’appuntamenti.Dopo un anno dal quale il Santo gli chiedeva continuamente aiuto, un giorno gli disse: “Quando verrai con me?” , al che gli rispose “Oggi stesso!” e dal quel momento lasciò la sua vita precedente e si unì a San Giovanni divenendo uno dei suoi più fedeli e impegnati discepoli.
    A questo punto Kiko ha chiesto: “Quando è stato più felice quest’uomo : quando era con le prostitute o quando stava con San Giovanni di Dio…?. La conversione può essere questione di un istante, di un momento. Guarda, sto alla porta e busso.Colui che apre a mio Padre e a me, entreremo e prenderemo dimora presso in lui”.

    Concludendo Kiko ha detto che la Chiesa si sta preparando a una nuova era, per affrontare le sfide che il Beato Papa Giovanni XXIII profetizzò quando convocò il Concilio Vaticano II: “La Chiesa sarà la Lumen Gentium – Luce delle Genti. La cristianità sta passando e già la Chiesa sta apparendo come luce del mondo che illumina l’uomo che vive nelle tenebre.
    Per questo l’evangelizzazione “Ad gentes” si inscrive dentro questa nuova sfida che spetta alla Chiesa: annunciare il Vangelo agli uomini che non hanno mai sentito parlare di Dio.


    Fonte- Cammineo.info
    Traduzione : A.S. – catechumenium.it


    IN CONCLUSIONE QUELLO POSTATO IN PRECEDENZA E' FALSO E' PRECONCETTO FAZIOSO E DENIGRATORIO
    DA CHI NON CONOSCE O NON RICONOSCE IL VALORE DELLLA FAMIGLIA


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    Predefinito

    devo essere sincero.
    postare tutta questa mole di interventi è riversare addosso alle persone informazioni in modo un po' goffo. mi chiedo quanti le leggano tutte fino in fondo.

    anche perchè non è necessario postare 100 volte la stessa cosa. basta una volta. questi quattro o cinque testi postati dicono sempre la stessa cosa in pratica: sono testi agiografici, dove kiko dice "il mondo è cattivo, la chiesa con le vecchie strutture non è in grado di rispondere. il cammino neocatecumenale sì. e se entri nel camino ti salvi". più o meno la sintesi è questa.

    che poi nel 2000 al seminario sulla famiglia abbia parlato il fondatore dei legionari di cristo, tale Marcial, successivamente allontanato da benedetto XVI per aver crimini sessuali su ragazzi aderenti ai legionari... beh, io non mi vanterei tanto di averlo conosciuto. nel migliore dei casi uno ci fa la figura di non capire chi abbia davanti, no?

    ma voglio soffermarmi sul primo testo, perché è talmente smaccatamente agiografico da risultare a un tempo divertente e preoccupante.

    Insegniamo loro come si deve compier l’atto coniugale,
    questa non l'ho capita. i neocatecumeni insegnano agli sposi che prima di fare l'amore devono pregare? tutte le volte? ossia si riprende alla lettera la scena di tobia?

    madonna.....spontaneità addio, eh? devo dire che se io dessi un bacetto a mia moglie, sperando in un po' di coccole e lei dicesse "ah sì? bene. però prima recitiamo una preghiera", una doccia fredda sarebbe meno spiazzante.

    io credevo che il fare l'amore in sè fosse preghiera. che senso ha aggiungere preghiera a preghiera, se non una ridondanza clericale?

    ma ancora...

    La trasmissione della fede ai figli avviene principalmente, come abbiamo detto, in una liturgia domestica, celebrata regolarmente nel Giorno de Signore. In questa celebrazione, siccome la famiglia è grande, si prepara il tavolo con una tovaglia bianca, una candela i fiori e la Bibbia. Uno dei figli suona la chitarra, un alto il flauto e pregano insieme ai loro genitori e i loro nonni. In questa celebrazione i genitori pregano i salmi delle lodi con i loro figli. I genitori preparano una lettura, che può essere anche il Vangelo della Messa di quella Domenica. Quindi il padre domanda ad ogni figlio: “ cosa ti dice Dio attraverso questa lettura, per la tua vita?”. Colpisce molto vedere come i bambini siano capaci di applicare la Parola di Dio alla loro esperienza di vita. Alla fine, dopo che tutti i bambini hanno parlato, i genitori danno una catechesi basata sulla loro esperienza. Dicono ciò che la Parola significa per loro. Infine invitano i bambini a pregare per il Papa, la Chiesa, per coloro che soffrono ecc.. Poi pregano il Padre Nostro tutti insieme, e si scambiano il segno della Pace. E così ogni Domenica in ogni famiglia cristiana……
    ma kiko se le inventa le cose o è vero che si fa così?

    ossia in ogni coppia neocatecumenale con figli, si fa questo? un figlio suona la chitarra, uno il flauto... e se una famiglia ha un figlio solo? e se gli va di fare altre domande?

    sentite, a me questa mania di kiko di organizzare nei minimi particolari tutto, addirittura gli strumenti, il colore della tovaglia, le domande da fare, e così via, un po' mi stupisce.

    ma ancora....il momento centrale dela domenica per una coppia cattolica dovrebbe essere la celebrazione eucaristica nella parrocchia. NON questa paraliturgia inventata da kiko.

    e soprattutto. qui leggo che si fa regolarmente ogni domenica.
    adesso stampo questo testo, vado in parrocchia e chiedo a tutte le coppie neocatecumenali se la domenica fanno questo.

    e se non lo fanno devo pensare che

    a - o kiko spaccia per cose che fanno tutti, solo i suoi desideri

    b - i neocatecumeni che conosco contravvengono agli ordini di kiko.

    in sintesi: se ti esponi come fa kiko, con una precettistica così minuziosa, è meglio che stai attento: se poi la gente non fa coem dici, fai la figura del parolaio.

    terzo punto.
    Quando alle lezioni di educazione sessuale gli viene insegnato a masturbarsi e altre cose contrarie al Vangelo, si alzano in piedi e fanno obiezione
    vorrei che la gente non parlasse per cliché.
    dove sono queste scule dove si insegna a masturbarsi?
    non esistono. Kiko se le inventa, pur di strappare un applauso all'uditorio.

    ma in generale la rappresentazione che kiko fa del mondo è catastrofica.
    e non è vera.

    lui la usa per poter dire "visto? il mondo fa schifo, tu da solo non puoi resistere, SOLO se entri nel cammino puoi salvarti".
    non se entri nella chiesa. se entri nel cammino.

    bei testi. molto rivelatori. però occorre saperli leggere.

  7. #27
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    che poi nel 2000 al seminario sulla famiglia abbia parlato il fondatore dei legionari di cristo, tale Marcial, successivamente allontanato da benedetto XVI per aver crimini sessuali su ragazzi aderenti ai legionari...

    TREMENDA VICENDA QUELLA LEGATA AL SIG. MARCIAL..
    ANCORA DI PIU DI QUANTO SI PENSI.

    CORDIALMENTE

    PS.

    SUL DISCORSO LEGATO A KIKO NON VOGLIO NEMEMNO ENTRARE, TANTO SI SA COME LA PENSO IO, E LO RIPETO SENZA TROPPI GIRI DI PAROLE:

    NON MI CONVINCE, NON MI PIACE NON MI PIACE PER NIENTE.


    PF

    BUONA DOMENICA

  8. #28
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    Caro bottero,
    apoliticos ha usato il parallelo tra "azione cattolica" e il "cammino neocatecumenale" per attacare quest'ultimo sulla famiglia, mi chiedo se fosse stato l'inverso tu cosa avresti fatto? Avresti evangelicamente taciuto, tanto è facile sparare a noi a voi che vi possono dire.....?
    Poi magari col centimetro in mano avremmo misurato e premiato il campione dei prolissi.

    Scusa ma sul testo (non entro nel merito, perchè troppo lungo) non hai capito cristianamente una cippalippa.

    Cmq 2 punti si possono verificare; regola non togliere mai la frase da un contesto.

    Noi in famiglia (tutta) la domenica mattina facciamo una celebrazione domestica recitando le Lodi mattuttine, e spiegamo ai nostri figli (quelli un pò più grandicelli) "I tre Altari" Cioè:

    Noi insegniamo loro che la famiglia Cristiana ha tre altari : il primo è la mensa della santa Eucaristia, dove Gesù offre il sacrificio della sua vita per la nostra salvezza. Il secondo altare è il talamo nuziale, dove si compie il sacramento del matrimonio e si da’ la vita a nuovi figli di Dio. Insegniamo loro come si deve compier l’atto coniugale, che prima hanno bisogno di pregare, e si insegna ai bambini che la stanza da letto dei genitori è un luogo santo. Ai Cristiani si deve insegnare che il talamo nuziale si deve tenere in grande onore e gloria. Il terzo altare è il tavolo dove la famiglia si riunisce per mangiare, benedicendo il Signore per i suoi doni. La celebrazione domestica, nella quale si trasmette la fede ai figli, si svolge attorno allo stesso tavolo, dove i genitori possono passare la fede ai figli.
    Dopo più di trent’anni dall’inizio del Cammino Neocatecumenale, uno dei frutti che più ci consola è vedere la famiglia ricostituita. E la famiglia diventa un vero “ santuario domestico della Chiesa.” Queste famiglie che sono nel Cammino sono tutte aperte alla vita. Il Cammino Neocatecumenale ha uno dei più alti tassi di natalità nel mondo – cinque figli per famiglia – finanche più dei mussulmani. Insegniamo loro cosa vuol dire dare un figlio a Dio. Queste famiglie che sono numerose, compiono il dovere fondamentale della famiglia cristiana, che è di trasmettere la fede ai propri figli. Oltre alle preghiere del mattino e della sera, rendono grazie prima dei pasti e partecipano all’Eucaristia con i loro genitori nelle loro comunità.
    Tratto da:http://www.laquerciamillenaria.org/d...edeaifigli.htm


    Qual'è il problema non ti è mai capitato che i bambini chiedano come sono nati?
    Noi gli lo spieghiamo da cristiani, i pagani da pagani, come quelle belle famiglie che dormono tutti insieme (magari anche con l'elefante) oppure si fanno il bagno tutti insieme e tutti nudi, tanto che male c'è? almeno i nostri figli cominciano a crescere sapendo e conoscendo l'importanza di quell'altare; mai sentito, papa mammma posso venire a dormire al letttone? Beh......NO! e gli si spiega cosa e perchè non può (poi se c'è qualcuno che glielo fa fare sono cacchi suoi).


    questa non l'ho capita. i neocatecumeni insegnano agli sposi che prima di fare l'amore devono pregare? tutte le volte? ossia si riprende alla lettera la scena di tobia?
    Certo se è vero che esso è un Altare, a proposito ti ricordi quegli antichi baldacchini con sopra una copertura quasi conica, essa simboleggiava lo Spirito Santo che calava sul "talamo nunziale". Cmq non vedo lo scandalo di due sposi che prima di unirsi pregano, non è una legge, chi vuole lo fa, se no punto.

    Cita:
    La trasmissione della fede ai figli avviene principalmente, come abbiamo detto, in una liturgia domestica, celebrata regolarmente nel Giorno de Signore. In questa celebrazione, siccome la famiglia è grande, si prepara il tavolo con una tovaglia bianca, una candela i fiori e la Bibbia. Uno dei figli suona la chitarra, un alto il flauto e pregano insieme ai loro genitori e i loro nonni. In questa celebrazione i genitori pregano i salmi delle lodi con i loro figli. I genitori preparano una lettura, che può essere anche il Vangelo della Messa di quella Domenica. Quindi il padre domanda ad ogni figlio: “ cosa ti dice Dio attraverso questa lettura, per la tua vita?”. Colpisce molto vedere come i bambini siano capaci di applicare la Parola di Dio alla loro esperienza di vita. Alla fine, dopo che tutti i bambini hanno parlato, i genitori danno una catechesi basata sulla loro esperienza. Dicono ciò che la Parola significa per loro. Infine invitano i bambini a pregare per il Papa, la Chiesa, per coloro che soffrono ecc.. Poi pregano il Padre Nostro tutti insieme, e si scambiano il segno della Pace. E così ogni Domenica in ogni famiglia cristiana……
    Siccome la Celebrazione Eucaristica la facciamo il sabato sera.
    E non mi venire a dire che non si può fare, sennò devi spiegami la messa vespertina del sabato valida anche per la domenica!!

    La mattina è dedicata ai bambini, all'educazione cristiana dei piccoli o più grandicelli (comunque quelli che non hanno fatto la 1a Comunione)

    No Kiko non si inventa nulla era una delle tante usanze delle prime comunità cristiane, che noi abbiamo ripreso:

    Per i primi cristiani la trasmissione della fede ai figli, attraverso le Sacre Scritture compiute in Gesù Cristo, era una missione fondamentale. Ne conosciamo la testimonianza nella seconda lettera di San Paolo a Timoteo: “ Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l’hai appreso e che fin dall’infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù” (2 Tim. 3, 14-15). Questa tradizione è stata mantenuta in diverse forme nelle famiglie cristiane lungo i secoli. Questa è ancora più evidente nella testimonianza di numerosi bambini e giovani che furono martirizzati.


    Quando parlo di faziosità e preconcetto e anche una buona dose di ignoranza (insomma modello TdG) e dico non estrapolare mai un frase o un solo concetto da un periodo scritto, perchè potrebbe risultare distorto per chi legge, tu fai la stessa cosa, ciò mi porta a pensare che tra i tizi testè citati ci sia anche tu!! Il periodo, o la frase, o il concetto era:

    Ma alla Chiesa riamane qualcosa che è una formula vincente: la famiglia. Noi abbiamo visto che i nostri figli, educati in una famiglia stabile, non vacillano a scuola. Diventano obiettori. Quando alle lezioni di educazione sessuale gli viene insegnato a masturbarsi e altre cose contrarie al Vangelo, si alzano in piedi e fanno obiezione. I genitori vanno a parlare con il preside. Non soccombono a tutto questo. All’università’, dove tutto è contrario ai valori Cristiani, non soccombono, non si possono convincere. Dietro a loro c’è la loro famiglia e la loro comunità Cristiana, una comunità Neocatecumenale di 40 o 50 fratelli che sono tutti uniti, dove appare Dio, dove non ci sono più classi sociali. Tutti sono fratelli: ingegneri, donne delle pulizie, vagabondi, tutti fratelli! Non ci sono più differenze di lingua o cultura, tra bianchi e neri, tra gente colta e ignoranti, o altro. Non ci sono poveri o ricchi, sono tutti fratelli che si aiutano l’un con l’altro. Se c’è una famiglia con molti figli che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, la comunità fa una colletta per aiutarli. La comunità aiuta la famiglia, e la famiglia salva la Chiesa!.



    La domenica lo famo strano; Invece di correre a divertirci dopo una settimana stressante, lavoro, moglie, marito, figli, suoceri, me devo rilassa, invece noi che semo matti la dedichiamo alla preghiera e alla Benedizione per i doni che Dio ci concede.

    Un sacerdote di mia vecchia conoscenza, ora itinerante in Albania, mi di disse:

    Noi non facciamo altro che ingrassare il "cadavere" (dal latino carne per i vermi); perchè lavoriamo per poter mangiare, mangiamo per darci le forze per poter lavorare e tutti i giorni della nostra vita li passiamo cosi

    Una preghiera la sera non credo che scandalizzi, specialmente in questi tempi in cui anche l'unione tra eterosessuali sposati tante volte riserva sorprese molto, molto sgradite. Un divorzio ogni 4 minuti, non so se mi spiego


    VOGLIO RIBADIRE CHE QUESTO TRHEAD E' STATO APERTO A PURO TITOLO INFORMATIVO SU UN'INTERVISTA A MONS. DELGADO SULLO STATO DEI LAVORI PER IL RICONOSCIMENTO DEFINITIVO DEL CAMMINO.

    QUINDI E' IL PRIMO POST CHE CONTA, LE ALTRE SONO SOLO POLEMICHE STRUMENTALI DEI SOLITI NOTI

  9. #29
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    BUON GORNO CARO NIOCAT;

    A PROPOSITO DI QUESTE SUE PAROLE

    No Kiko non si inventa nulla era una delle tante usanze delle prime comunità cristiane, che noi abbiamo ripreso:

    POTRESTI CORTESEMENTE DIRMI DI PIU?
    QUALI COMUNITA CRISTIANE?
    QUALI USANZE NELLO SPECIFICO?
    SU QUALI DOCUMENTI STORICI AVETE TROVATO CHE SI PARLI DI TALI USANZE?

    POTREBBE ESSERE UTILE A TUTTI, AL FINE DI UNA MIGLIOR COMPRENSIONE DELLE RADICI DELLA VOSTRA LITURGIA.

    AMICHEVOLMENTE

    PF

  10. #30
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    Per Onesta Solo Per Onesta del mio limitato intelletto voglio aggiungere pure questo.

    Io Vado Ripetendo Che Kiko Non Mi Piace E Non Mi Convince Affatto, Tuttavia....non mi chiudo la possibilita di Potermi Trovare Ad Essere Sonoramente Dalla Parte Del Torto, No?

    Magari Il Mio Intuito Non E¨poi Cosi Funzionante Ne Valido...chissa¨

    Pf

    Have a Nice Day

 

 
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