Una vera e propria strategia comune. O meglio, un vero e proprio patto di ferro. E' quello che stato siglato negli ultimi giorni da Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Secondo quanto Affari è in grado di anticipare, l'ex premier e il leader di Alleanza Nazionale hanno messo a punto un piano ben preciso per rivoluzionare la Casa delle Libertà. Un piano che punta a rispondere al partito democratico di Ds e Margherita con una forza che si rifarà al PPE e che certamente avrà nel proprio nome il richiamo alla parola 'libertà'. Nel 2007 inizierà il percorso che porterà alla fusione tra Forza Italia e An, con l'obiettivo di costruire un nuovo partito in grado di raggiungere il 35%. E che dovrà essere l'architrave del polo dei moderati, sul modello della Cdu tedesca e dei conservatori britannici.
L'operazione di immagine di Fini è propedeutica a questo progetto. I colonnelli di Via della Scrofa sono avvisati: chi non è d'accordo, leggi Storace, se ne vada pure. Da qui l'ipotesi di togliere la Fiamma dal simbolo di An e l'affondo contro Il Secolo, tanto per citare alcuni esempi. In sostanza, l'ex titolare della Farnesina punta a diventare una sorta di Sarkozy all'italiana, ovvero un leader capace di animare la folla (e nei sondaggi Fini è sempre il più apprezzato a livello personale tra i big della CdL), ben ancorato ai valori cristiani e dell'Occidente, ma che sappia anche dialogare con tutte le forze della società.
Da qui le aperture del presidente di An sul voto agli immigrati, sulle staminali e su molto altro. Il Cavaliere ha capito che serve un ringiovanimento della classe dirigente e che non potrà, anche per motivi di età, presentarsi alle prossime elezioni contro Veltroni (probabile futuro candidato del Centrosinistra). E così ha scelto Fini. Anche in chiave anti-Casini. Di fronte a un partito che potenzialmente rappresenterà più di un terzo degli italiani - è il ragionamento di Berlusconi - il leader dell'Udc non avrà molti spazi. Se vorrà potrà aderire, accettando però le gerarchie, altrimenti l'ex presidente del Consiglio è sicuro, attraverso Giovanardi e la Dc di Rotondi, di svuotare i centristi.
Quanto alla Lega, il Cavaliere (d'intesa con Fini) prevede accordi elettorali al Nord e nessun coinvolgimento diretto del Carroccio nel nuovo soggetto politico. E così, quando si tornerà alle urne, non prima del 2009 (in caso di crisi del governo Prodi nessuno scommette sulle elezioni anticipate), Fini sarà il candidato a Palazzo Chigi del Centrodestra. Mentre Berlusconi resterà il capo storico e il padre nobile dei moderati italiani. Con un obiettivo ben preciso: il Quirinale. La prossima legislatura, infatti, eleggerà il successore di Napolitano, nel 2013, e il leader di Forza Italia considera il Colle come l'obiettivo finale della sua carriera politica. Il coronamento di un sogno.