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    Predefinito 25 novembre - Venerabile Margherita Occhiena, madre di S. Giovanni Bosco

    Reso noto il Decreto
    della Congregazione delle Cause dei Santi
    È venerabile Margherita Occhiena (1788-1856)
    mamma di san Giovanni Bosco



    I Salesiani di tutto il mondo sono in festa per "Mamma Margherita": la madre di Don Bosco è stata infatti dichiarata "venerabile" con Decreto della Congregazione delle Cause dei Santi del 23 ottobre scorso. Il testo del Decreto è stato letto nella mattina di mercoledì 15 novembre, nel corso di un momento di preghiera svoltosi nella Cappella della Comunità Salesiana in Vaticano, alla presenza del Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato. "Sua Santità - si legge nel Decreto -, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, ha dichiarato: "Consta che la Serva di Dio... abbia esercitato in grado eroico le virtù teologali della Fede, della Speranza e della Carità, sia verso Dio sia verso il prossimo, nonché le virtù cardinali della Prudenza, della Giustizia e della Temperanza"".

    http://www.vatican.va/news_services/...uo/text.html#2

  2. #2
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    Vaticano - Mamma Margherita è Venerabile
    (ANS – Città del Vaticano: 15 novembre 2006) - Oggi, 15 novembre, nella Cappella della Comunità Salesiana del Vaticano, il Cardinale Prefetto José A. Saraiva Martins ha dato lettura - durante un breve ma intenso momento di preghiera - del Decreto che riconosce l’eroicità della vita e delle virtù di Mamma Margherita, nonché la fama della sua santità. Erano presenti il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Pascual Chávez, il Postulatore Generale, don Enrico dal Covolo, il Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, don Raffaele Farina, il Direttore Generale della Tipografia Vaticana, don Elio Torrigiani, e i Confratelli della Comunità. Al termine della lettura l’Eminentissimo Segretario di Stato, Cardinale Tarcisio Bertone, ha portato il suo saluto e la sua benedizione. Il 23 ottobre scorso la Congregazione delle Cause dei Santi, su invito del Papa Benedetto XVI, aveva promulgato il Decreto. Al termine delle breve e sentita cerimonia il Rettor Maggiore ha dichiarato: “È una giornata memorabile per la Famiglia Salesiana che vede Mamma Margherita fare un passo in più verso gli altari. È un evento atteso da tempo da tutto il mondo salesiano e al quale si è preparato realizzando molte iniziative in onore della mamma di Don Bosco. Ci affidiamo a lei perché interceda per tutta la Famiglia Salesiana e per la Congregazione che si appresta a celebrare il Capitolo Generale 26 nel 2008”. Tra le tante merita attenzione l’”Associazione Mamma Margherita” – incoraggiata dallo stesso Rettor Maggiore – che riunisce i genitori dei Salesiani invitandoli alla preghiere e all’incoraggiamento per la vocazione dei propri figli.

    http://www.sdb.org/

  3. #3
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    Dal sito SANTI E BEATI:

    Venerabile Margherita Occhiena, Madre di San Giovanni Bosco

    Capriglio, Asti, 1 aprile 1788 - Torino, 25 novembre 1856

    Inizio del Processo: 8 Febbraio 1995.
    Nasce il 1° aprile 1788 a Capriglio (AT), e il giorno stesso viene battezzata nella chiesa parrocchiale. Rimane al paese fino al matrimonio, celebrato qui con Francesco Bosco; poi passa ai Becchi.
    Alla prematura morte del marito, la ventinovenne Margherita si trova ad affrontare da sola la conduzione della famiglia in un momento di grande carestia, ad assistere la mamma di Francesco e il di lui figlio Antonio; poi a educare i suoi figli Giuseppe e Giovanni.
    Donna forte, dalle idee chiare, determinata nelle scelte, con un regime di vita sobrio, nell'educazione cristiana è severa, dolce e ragionevole. Cresce tre ragazzi dal temperamento molto diverso: ma non livella e non mortifica nessuno.
    Costretta a fare scelte talvolta drammatiche (come l'allontanamento da casa del figlio minore per non rompere la pace e per farlo studiare), asseconda con fede, saggezza e coraggio le propensioni dei figli aiutandoli a crescere nella generosità e nella intraprendenza. Accompagna con particolare amore Giovanni fino al sacerdozio e poi, lasciando la cara casetta del Colle, lo segue nella sua missione tra i giovani poveri e abbandonati di Torino. Qui per dieci anni, la sua vita si confonde con quella del figlio e con gli inizi dell'Opera salesiana: è la prima e principale Cooperatrice di don Bosco; con bontà fattiva diventa l'elemento materno del sistema preventivo; è, senza saperlo, "confondatrice" della Famiglia salesiana che crea santi come Domenico Savio e Don Rua.
    Illetterata, ma piena di quella sapienza che viene dall'alto, è stata l'aiuto per tanti poveri ragazzi della strada, figli di nessuno; ha messo Dio prima di tutto, consumandosi per Lui in una vita di povertà, di preghiera e di sacrificio. Muore a 68 anni, a Torino, il 25 novembre. L'accompagnano al cimitero tanti ragazzi che la piangono come "Mamma".

    Fonte: www.sdb.org








  4. #4
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    Preghiera
    per ottenere la Canonizzazione
    della Venerabile Margherita Occhiena,
    Mamma di Don Bosco


    Ti ringraziamo, o Dio nostro Padre,
    perché hai fatto di
    Mamma Margherita
    una donna forte e saggia,
    una madre eroica
    e una sapiente educatrice.
    Donaci la gioia di vederla glorificata,
    affinché risplenda per tutti
    la via della santificazione,
    vissuta nel quotidiano
    e umile servizio del prossimo.
    Per la sua intercessione
    concedi le grazie che ti chiediamo
    con cuore fiducioso.
    Per Gesù Cristo nostro Signore.
    Amen!

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da arduinus Visualizza Messaggio
    Preghiera
    per ottenere la Canonizzazione
    della Venerabile Margherita Occhiena,
    Mamma di Don Bosco


    Ti ringraziamo, o Dio nostro Padre,
    perché hai fatto di
    Mamma Margherita
    una donna forte e saggia,
    una madre eroica
    e una sapiente educatrice.
    Donaci la gioia di vederla glorificata,
    affinché risplenda per tutti
    la via della santificazione,
    vissuta nel quotidiano
    e umile servizio del prossimo.
    Per la sua intercessione
    concedi le grazie che ti chiediamo
    con cuore fiducioso.
    Per Gesù Cristo nostro Signore.
    Amen!
    Questa preghiera compare da oggi sul sito dei salesiani...
    Una cosa mi è poco chiara: perchè pregano già per la canonizzazione se non è ancora stata beatificata???
    Mi viene il dubbio che vogliano chiedere a Benedetto XVI una speciale dispensa per canonizzarla direttamente, approvando subito i 2 miracoli richiesti nel caso vi siano già...

  6. #6
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    Sempre dal sito SANTI E BEATI, una nuova biografia:

    Venerabile Margherita Occhiena, Madre di San Giovanni Bosco

    Senza data

    Capriglio, Asti, 1 aprile 1788 - Torino, 25 novembre 1856

    Non è cosa semplice tracciare un breve profilo biografico di questa semplice donna, genitrice di un grande santo quale Giovanni Bosco. La santità di Margherita Occhiena non è infatti frutto di eventi straordinari, ma è piuttosto di una vita umile e nascosta vissuta in armonia con l’insegnamento evangelico.
    Nacque il 1° aprile 1788 a Capriglio, sulle colline astigiane, ed il giorno stesso venne battezzata nella chiesa parrocchiale del paese. Qui rimase sino al matrimonio con Francesco Bosco, amico di famiglia, già vedovo e padre di un figlio. Il matrimonio fu celebrato a Capriglio il 6 giugno 1812. La coppia si stabilì ai Becchi, frazione di Castelnuovo d’Asti (odierna Castelnuovo Don Bosco), sul colle ove oggi sorge la grande basilica, nella casa del mezzadro Francesco. Iniziò così per Margherita una nuova vita. Il marito aveva un sogno: diventare un piccolo proprietario, con le proprie terre e la propria casa. Per questo acquistò alcuni campi, una striscia di vigna, e una casupola che trasforma in stalla per i due buoi e la mucca che già possedeva. Il 17 aprile 1813, nacque Giuseppe, il primo figlio di Margherita e Francesco. Il 16 agosto 1815 nacque poi il secondo figlio, Giovanni, che diventerà il celeberrimo Don Bosco.
    Ancora due anni di rustica serenità, poi morì il padre, come Don Bosco narrò nelle sue Memorie: “Non avevo ancora due anni, quando Dio misericordioso ci colpì con una grave sventura. Mio papà era nel pieno delle forze, nel fiore degli anni, ed era impegnato a darci una buona educazione cristiana. Un giorno, tornando dal lavoro madido di sudore, scese senza pensarci nella cantina sotterranea e fredda. Fu assalito da una febbre violenta, sintomo di una grave polmonite. In pochi giorni la malattia lo stroncò. Nelle ultime ore ricevette i santi Sacramenti e raccomandò a mia madre di avere fiducia in Dio. Cessò di vivere a 34 anni. Era il 12 maggio 1817”.
    Alla prematura morte del marito, la ventinovenne Margherita si trovò ad affrontare da sola la conduzione della famiglia in un momento di grande carestia, ad assistere la suocera ed il figliastro Antonio, nonchè ad educari i due figli nati dal matrimonio: Giuseppe e Giovanni. Donna forte, dalle idee chiare, determinata nelle scelte, con un regime di vita sobrio, nell’educazione cristiana è severa, dolce e ragionevole. I tre ragazzi avevano un temperamento assai diverso, ma Mamma Margherita non livellò e non mortificò mai nessuno. Costretta a fare scelte talvolta drammatiche, quale l’allontanamento da casa del figlio minore per non rompere la pace e per farlo studiare, era solita assecondare con fede, saggezza e coraggio le propensioni dei figli, aiutandoli a crescere nella generosità e nell’intraprendenza.
    All’età di nove anni, il piccolo Giovannino ebbe un sogno che lo guidò verso il suo futuro di educatore di una immensa schiera di giovani. Con il passare degli anni si consolidò in lui il desiderio di diventare sacerdote, ma mancavano in famiglia le possibilità economiche per un tale passo e l’unica via percorribile sarebbe stata diventare francescano. Questa idea fu anche comunicata dal parroco a Mamma Margherita, che allora chiese al figlio: “Il parroco è stato da me per confidarmi che tu vuoi farti religioso. È vero?”. Giovanni rispose: “Sì, madre mia. Credo che voi non avrete nulla in contrario”. Allora la madre lo ammonì sapientemente: “Io voglio solamente che tu esamini attentamente il passo che vuoi fare e poi segui la tua vocazione senza guardar ad alcuno. La prima cosa è la salvezza della tua anima. Il parroco voleva che io ti dissuadessi da questa decisione in vista del bisogno che potrei avere in avvenire del tuo aiuto. Ma io dico: in queste cose non c’entro, perché Dio è prima di tutto. Non prenderti fastidio per me. Io da te voglio niente; niente aspetto da te. Ritieni bene: sono nata in povertà, sono vissuta in povertà, voglio morire in povertà. Anzi te lo protesto. Se ti decidessi per lo stato di prete secolare, e per sventura diventassi ricco, io non verrò neppure a farti una sola visita, anzi non porrò mai piede in casa tua. Ricordalo bene”.
    Toccò proprio a Margherita accompagnare con particolare amore il figlio sino al sacerdozio e poi, lasciando la cara casetta dei Becchi, lo seguì nella sua missione tra i giovani poveri e abbandonati di Torino. In una sera piovosa del maggio del 1847, Mamma Margherita e Don Bosco accolsero a Valdocco il primo ragazzo, dando così inizio alla loro opera. Illetterata, parlava solamente in lingua piemontese, ma piena di quella sapienza che viene dall’alto poté essere d’aiuto a tanti poveri ragazzi di strada, figli di nessuno. Pose sempre Dio innanzi a tutto, consumandosi per Lui in una vita di povertà, di preghiera e di sacrificio.
    Qui, per ben dieci anni, la sua vita si confuse con quella del figlio e con gli albori dell’opera salesiana: Mamma Margherita fu così la prima e principale Cooperatrice di Don Bosco ed estese la sua maternità allo stuolo di ragazzi che affollarono il celebre oratorio di Valdocco. Con bontà fattiva divenne l’elemento materno del “sistema preventivo” e senza saperlo fu vera “confondatrice” della Famiglia Salesiana, sarta che da una buona stoffa seppe creare grandi santi come Domenico Savio e Michele Rua.
    Una sera Margherita sussurrò al figlio: “Giovanni, sono stanca. Lasciami tornare ai Becchi. Lavoro dal mattino alla sera, sono una povera vecchia, e quei ragazzacci mi rovinano sempre tutto. Non ce la faccio proprio più”. Don Bosco guardò il volto di sua madre e sente un nodo alla gola. Non trova parole potenzialmente capaci di consolare quella povera donna. Si limitò allora a fare un gesto: le indicò il Crocifisso appeso alla parete e la vecchia mamma capì in silenzio.
    Il 29 ottobre 1854 arrivò all’oratorio Domenico Savio, un ragazzino di Mondonio. Mamma Margherita, sempre più frequentemente faceva qualche pausa durante il suo pesante lavoro e per riprendere fiato si recava nella nuova chiesa di San Francesco di Sales, tirava fuori la corona del Rosario e la sgranava lentamente. Un giorno osservò con Don Bosco: “Tu hai tanti giovani buoni, ma nessuno supera la bellezza del cuore e dell’animo di Domenico Savio”. Don Bosco le chiese il perché e lei riprese: “Interrompe i giochi per venire a trovare Gesù nel tabernacolo. Sta in chiesa come un angelo”. Fu dunque lei la prima persona ad accorgersì della santità di quel ragazzo al quale un giorno un papa avrebbe concesso l’aureola dei santi.
    Nell’autunno del 1856, Mamma Margherita non usciva ormai quasi più dalla cucina. Ad ottobre, Don Bosco si recò come sempre ai Becchi per la festa della Madonna del Rosario, portando con sé i ragazzi migliori. Ma per la prima volta Mamma Margherita restò a casa. Per alcuni giorni rimase a letto, tormentata da una tosse insistente. Sopraggiunse poi una febbre alta. Don Bosco chiamò il medico e la diagnosi fu “polmonite”. SI avvicinava dunque la sua morte, vista che per gli anziani quelle era una malattia fatale. Don Bosco pensò che questa sarebbe stata una gravissima perdita per l’oratorio e specialmente per lui. Sua madre gli aveva insegnato a vivere, ad essere prete, ad educare i ragazzi, tutto ciò mentre andavano insieme in campagna, quando si confidava con lui alla sera, mentre all’oratorio rimestava la polenta. Gli aveva insegnato la forza di non stancarsi mai, la fiducia nella Provvidenza. Gli aveva regalato, senza che lui se ne rendesse conto, il suo sistema educativo che meravigliò il mondo. Tutto questo fu condensato nella sua vita e può essere riassunto in sei parole: “bontà dolce e forte della madre”.
    Don Giovanni Battista Borel, suo confessore, le amministrò gli ultimi sacramenti. Lei disse al figlio: “Quando eri bambino, ti aiutavo io a ricevere Gesù. Ora tocca a te aiutare tua madre. Di’ le parole forte. Io le ripeterò”. Giunse dai Becchi anche l’altro figlio, Giuseppe, con le mani ancora sporche di terra. Con le sue ultime parle lasciò il suo testamente spirituale: “Vogliatevi sempre bene”. Dio la venne a prendere alle 3 del mattino del 25 novembre 1956. Aveva 68 anni di età. L’accompagnano al Cimitero Monumentale di Torino tanti ragazzi che la piansero quale vera “Mamma”.
    Purtroppo i suoi resti mortali sono oggi andati perso, ma mai svanì nella Famiglia Salesiana il suo ricordo e la sua fama di santità. Il suo processo di canonizzazione iniziò però solo nel 1995. E’ stata dichiarata “venerabile” nel 2006, nel 150° anniversario della sua nascita al cielo, eroica nell’esercizio “delle virtù teologali della Fede, della Speranza e della Carità, sia verso Dio sia verso il prossimo, nonché le virtù cardinali della Prudenza, della Giustizia e della Temperanza”, come recita il decreto promulgato dalla Congregazione delle Cause dei Santi.

    PREGHIERA

    Ti ringraziamo, o Dio nostro Padre,
    perché hai fatto di Mamma Margherita
    una donna forte e saggia, una madre eroica
    e una sapiente educatrice.
    Donaci la gioia di vederla glorificata,
    affinché risplenda per tutti la via della santificazione,
    vissuta nel quotidiano e umile servizio del prossimo.
    Per la sua intercessione concedi le grazie
    che ti chiediamo con cuore fiducioso.
    Per Gesù Cristo nostro Signore. Amen!

    Autore: Fabio Arduino

  8. #8
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    Predefinito mamma Margherita è in Paradiso dopo esser passata in Purgatorio

    Don Bosco sogna sua madre

    Don Bosco conservò vivissimo l’affetto per sua madre; ne parlava sempre con commozione; e più volte se la vide comparire in sogni che restarono indelebili nella sua mente.

    Bosco conservò vivissimo l’affetto per sua madre; ne parlava sempre con commozione; e più volte se la vide comparire in sogni che restarono indelebili nella sua mente.

    Così nell’agosto del 1860 (quattro anni dopo la sua morte), gli parve d’incontrarla presso il Santuario della Consolata, mentre egli tornava all’Oratorio. Il suo aspetto era bellissimo.

    — Ma come! Voi qui? — le disse Don Bosco —. Non siete morta?

    — Sono morta, ma vivo — rispose Margherita.

    — E siete felice?

    — Felicissima!

    Don Bosco le chiese se dopo morta fosse entrata subito in paradiso. Margherita rispose di no. Quindi le chiese se in paradiso vi fossero vari giovani dei quali fece i nomi; e Margherita rispose di sì.

    — E ora — continuò Don Bosco — fatemi conoscere che cosa godete in paradiso.

    — Non posso — rispose la mamma.

    — Datemi almeno un saggio della vostra felicità.

    Allora vide sua madre tutta splendente, ornata di una veste preziosissima, con un aspetto di maestà meravigliosa, e dietro a lei un coro numeroso. Poi si mise a cantare. Il suo canto d’amore a Dio, di una inesprimibile dolcezza, andava diritto al cuore, lo invadeva e lo attirava senza fargli violenza. Sembrava l’armonia di mille cori e di mille gradazioni di voci, che dai bassi più profondi salivano agli acuti più alti, con varietà di toni e differenza di modulazioni e vibrazioni più o meno forti, combinate con tanta arte, delicatezza e accordo che formavano un sol tutto. Don Bosco, a quella soavissima melodia, rimase come fuor di sé e non seppe più che cosa dire e domandare a sua madre. E Margherita, quando ebbe finito il canto, si rivolse a lui dicendo:

    — Ti aspetto, perché noi due dobbiamo stare sempre insieme. Proferite queste parole, disparve.

    Quando una persona cara ci lascia, siamo soliti consolarci e con solare dicendo: «È andato nella Casa del Padre». Benissimo! Ma la fede ci dice che la Casa del Padre ha un’anticamera, nota col nome di «purgatorio »,dove l’umano spirito si purga e di salir al ciel diventa degno (Purg. 1,5).

    Anche la santa Mamma di Don Bosco è passata per questa misteriosa ma reale anticamera del paradiso.

    Più tardi, nel 1886, Don Bosco sognò sua madre nell’atto di attingere acqua alla fontana vicino alla sua casetta. Mamma Margherita si mostrava preoccupata perché quell’acqua, che era sempre stata limpida e pura, ora appariva limacciosa e popolata d’insetti.

    Richiesta da Don Bosco del motivo di quella preoccupazione, rispose:

    — Aquam nostram pretio bibimus (Noi beviamo la nostra acqua pagandola).

    — Sempre col vostro latino — le rispose Don Bosco.

    Mamma Margherita continuò col suo latino facendo capire a Don Bosco che in avvenire le sue parole si sarebbero avverate. Quindi lo condusse dietro la fontana, in un luogo elevato donde si distinguevano Capriglio e altre borgate sparse qua e là; e additandogliele, disse:

    — Che differenza c’è tra questi paesi e la Patagonia?

    — Ma io vorrei, se potessi, fare del bene qui e là.

    Allora la madre si dileguò. Don Bosco, nel raccontare il sogno, fece questa osservazione: «Il posto nel quale mi condusse mia madre, è molto adatto per farvi qualche opera, essendo centrale fra molte borgate che non hanno chiesa».

    FONTE (V. anche Fioretti di don Bosco).

  9. #9
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