" Visto l’esito scontato, non occorre quindi soffermarsi sulle posizioni assunte da Strauss-Kahn e Fabius nel corso del dibattito, incentrato sulla politica estera. Piuttosto rimane interessante capire la posizione della Royal su alcuni temi fondamentali di questo periodo storico. Sull’Unione Europea, La Royal ha auspicato una ridefinizione delle regole di funzionamento della Comunità, soprattutto a seguito dell’allargamento; dopo questo processo si augura che i francesi possano accettare una nuova costituzione. Sempre in materia comunitaria, si è dichiarata contraria all’entrata della Turchia nella UE, perché in questo momento non ci sono le condizioni. Se tra 10-15 anni (…) vi saranno le condizioni, la Turchia potrà chiedere di entrare ma gli europei portanno comunque decidere negativamente con un referendum. Sul conflitto israelo-palestinese, si è mostrata aperta al dialogo e al rinnovo degli aiuti ai palestinesi e crede che un gruppo di paesi scelti in seno alla UE potrebbe svolgere un ruolo fruttifero di mediazione tra le parti.
Infine, sia la Royal che gli altri due candidati hanno concluso il dibattito sul tema dei rapporti con gli USA, dando per l’ennesima volta l’esempio di come la Francia non si sia ancora rimessa dal trauma di Omaha Beach. Fabius ha parlato del rifiuto di diventare “il barboncino di Bush“, Strauss-Kahn ha detto che “non c’è ragione di farsi sottomettere“. La Royal ha concluso in crescendo:
«Non possiamo assolutamente aderire al concetto di guerra preventiva, né al concetto di lotta contro il bene e il male, né al disimpegno dal Medioriente, nè alla tentazione di onnipotenza, né all’unilateralismo o al protezionismo…non possiamo tollerare che la prima potenza del mondo rifiuti di ratificare il protocollo di Kyoto. Sì all’alleanza con il popolo americano, no a lasciarci divorare o prelevare il nostro cervello e la nostra metria grigia in Europa.»
Con queste posizioni non propriamente filo atlantiche, il confronto con la destra si è definitivamente polarizzato. Non resta ora che aspettare la conferma definitiva ed entrare quindi nel vivo della campagna elettorale, lunga più di sei mesi e certamente avvincente, visti i personaggi, al contempo interessanti e nuovi sull’arena politica francese ed europea.
Accanto a dichiarazioni esplicitamente filopalestinesi ed anti-U$raeliane, non ne ho trovate di esplicitamente filo-russe. Ed è vero che si è espressa marcatamente contro la ricerca nucleare iraniana. Ma poi, il nemico del mio nemico .... Inoltre, a Marzo dovrà vedersela con Sarkozy, è ieri il suo avversario era Strauss-Khan