scienze

Il complotto anti-industriale
Maurizio Blondet
16/11/2006
Giove e le sue luneAnche Kofi Annan ha esortato a ridurre le emissioni e a moderare le attività industriali per salvare la Terra dal riscaldamento globale.
«Più coraggio politico, più leadership mondiale», ha esortato davanti ai delegati dei 180 Stati che hanno firmato il Trattato sul Clima del 1992.
Dunque anche lui è entrato nella grande campagna concertata che ha luogo dall’uscita del Rapporto Stern britannico, e che vuole convincerci che, se si sciolgono i ghiacciai e si estendono i deserti, è colpa dell’uomo.
Ma c’è una categoria scientifica che non pare affatto convinta: sono gli astronomi.
Nel maggio 2006, lo studio delle immagini prese dal telescopio di Hubble ha mostrato che anche su Giove la temperatura sta salendo: di almeno dieci gradi Farenheit, dicono Imke de Pater e Philip Markus di Berkeley, università di California. (1)
Quanto alle calotte polari di Marte, il loro scioglimento è stato osservato già dal 2001, con la formazione di «pozzi» nello spessore del ghiaccio.
Segno di «un profondo cambiamento climatico in corso», secondo Andy Ingersoll, l’astronomo planetario del California Institute of Technology (Caltech) di Pasadena. (2)
Su Saturno, lo stesso Ingersoll ha segnalato un enorme e insolito uragano vasto 7 mila chilometri, con venti a 500 chilometri orari, presso il polo sud del pianeta, e ripreso dalla sonda Cassini.
Tritone, la maggiore luna di Nettuno, «pare attraversare un periodo di riscaldamento globale almeno dal 1989», ha segnalato James Elliot, docente di scienze atmosferiche, terrestri e planetarie al Massachusetts Institute of Technology (MIT): un aumento di temperatura «percentualmente molto grande». (3)
Persino sul lontanissimo Plutone, con la sua orbita estremamente ellittica, la temperatura planetaria pare essere aumentata di 2 gradi centigradi negli ultimi 14 anni: lo hanno dedotto gli astronomi della Hawaii University, basandosi sul fatto che la pressione dell’atmosfera del pianeta è triplicata in questo periodo. (4)
E ciò, nonostante Plutone stia attualmente allontanandosi dal sole nelle gelide profondità della spazio, avendo raggiunto il perielio (il punto più vicino al sole) nel 1989.



Il riscaldamento non è solo «globale», è interplanetario.
Ma se è così, la causa non è nelle attività umane, ma di tipo cosmico.
Poichè si può escludere che su Giove ci siano troppe centrali a carbone, che su Tritone siano di moda i SUV o che Plutone stia attraversando un boom industriale di tipo cinese, gli astronomi tendono a chiamare in causa il Sole.
Già nel 1997 Richard C. Wilson, del Center for Climate Systens Research alla Columbia University, segnalava sulla rivista Science l’aumentata radiazione solare almeno come con-causa o aggravante dell’effetto-serra. (5)
Rispetto al 1986 il Sole, scriveva, è diventato più caldo, e i suoi raggi che raggiungono la Terra sono dello 0,036 % più caldi che dieci anni prima.
L’aumento sembra piccolo, ma può avere effetti per nulla insignificanti nel giro di un secolo, aggiungeva.
«Il Sole è al suo massimo energetico rispetto agli ultimi 60 anni, e può influire sulla temperatura del pianeta», ha detto Sami Solanki, che dirige il centro di ricerca sul sistema solare al Max Planck Institute di Gottinga.
La nostra stella sta cambiando di stato da tempi relativamente recenti (tra i 100 e i 150 anni fa) e sta diventando più luminosa.
Solanki ha studiato l’attività delle macchie solari, la cui frequenza sembra essere in relazione con il riscaldamento terrestre.
Nei periodi in cui sono scarse, la Terra è più fredda; ora, da qualche anno, l’attività solare è più intensa e ciò, secondo l’esperto, può avere una relazione con il rapido riscaldamente globale.
Un altro segno viene dalle tracce di Berillio 10 trovate in Groenlandia in strati fossili: questo isotopo viene creato dai raggi cosmici, i quali decrescono nell’atmosfera quando cresce il campo magnetico solare.
Oggi, il Berillio 10 si trova nella quantità minore rispetto agli ultimi mille anni, segno di un aumento rilevante dell’attività solare. (6)

Se gli astronomi hanno almeno in parte ragione, le misure di riduzione concertata delle emissioni umane proposte dal Rapporto Stern avrebbero poco effetto su un fenomeno cosmico ed epocale, che nasce dal Sole e coinvolge anche i più lontani pianeti del sistema.
Ma sarebbero assai utili nella pianificazione di un «governo mondiale» autoritario giustificato dall’emergenza climatica globale, per aumentare i controlli sulle popolazioni e le attività individuali, e per ridurre lo sviluppo a livelli giudicati «sostenibili» dai signori della finanza globale.
Non a caso, fa notare Paul J. Watson (7), altre minacce ambientali, assai più evitabili come il pericolo dell’ingegneria genetica e la diffusione di sementi e alimenti geneticamente modificati, o la clonazione per produrre «chimere» umano-animali, non provocano lo stesso livello di allarme mediatico: in quei settori, l’interesse del business è appunto silenziare o smentire ogni allarme.
Né mancano progetti peggiori dietro le quinte; nel marzo 2006 il professor Eric Pianka, un ecologo di fama mondiale, in una riunione in suo onore all’università del Texas fece spegnere le telecamere e poi - ai presenti - confidò che riteneva auspicabile la morte di 5 miliardi di esseri umani, perché «la Terra sarebbe stata in forma molto migliore» con meno uomini.
Lamentò che il virus Ebola, in teoria la forma di epidemia migliore per raggiungere lo scopo, in realtà non riesce ad ammazzare che poche migliaia di persone a causa della sua stessa eccessiva letalità.
I presenti applaudirono freneticamente. (8)

Maurizio Blondet




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Note
1) Sara Goudarzi, «New storm on Jupiter hints at climate change», Space.com, 4 maggio 2006.
2) http://mars.jpl.nasa.gov/mgs/msss/ca...rel/index.html
3) «Global warming detected on Triton», Science Agogo, 4 maggio 2006.
4) Robert R. Britt, «Global warming onPluto puzzles scientists», Space.com, 9 ottobre 2002.
5) «Study says sun getting hotter», Associated Press, 27 settembre 1997.
6) Michael Leidig, «The truth about global warming: it’s the sun that is to blame», Telegraph, 18 luglio 2004.
7) Paul J. Watson, «SUV’s on Jupiter?», PrisonPlanet, 16 novembre 2006.
8) Shawn Carlson, Ph.D. «Dealing with doctor Doom», The citizen Scientist, 2 aprile 2006.




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