Ho rapito Tommy per i debiti"
Il 45enne accusato dell'omicidio del bimbo dal carcere: "Ero disperato"
PARMA (13 nov. 2006) - Sarebbero state le difficoltà finanziare dell'azienda di Mario Alessi il movente del sequestro che ha portato all'uccisione del piccolo Tommaso Onofri nella notte tra l'1 e il 2 marzo, a Parma. Secondo quanto riportato dal quotidiano "La Stampa" l'idea del sequestro venne ad Alessi a causa delle difficoltà economiche della sua piccola impresa edile, in cui lavoravano 16 operai.
Ora Alessi, accusato di omicidio, sta scontando la pena nel carcere di Viterbo.
E' stato l’onorevole Salvatore Buglio, della Rosa nel Pugno, a incontrarlo nella sua cella. Al deputato Mario Alessi ha spiegato il movente del delitto: "Avevo un'impresa. Avevamo fatto un lavoro importante e dovevano pagare 260mila euro. Invece sono falliti". Niente soldi, lo spettro del fallimento e il muratore originario di San Biagio Platani, nell'Agrigentino, va in crisi. "Ero disperato - racconta Alessi -. Non sapevo più cosa fare. Mi cercavano le banche, ero disperato".
Alessi èsorvegliato 24 ore su 24 anche se non ha mai tentato il suicidio. La direzione del carcere gli ha messo a disposizione uno psicologo.
L'onorevole Buglio gli chiede se ha qualcosa da dire ai genitori di Tommy. "Non c'è niente da dire. Non mi permetto di dire niente. Tornare indietro non si può, il mio tempo si è fermato. Ho dentro un dolore continuo - ammette Alessi - e voglio scontare la pena fino all'ultimo".