Rifiuti, in 13 anni un miliardo di euro al vento
«Una voragine da un miliardo, una situazione tremenda». Una battuta del presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, basta a riaccendere lo scontro in Parlamento sull’emergenza rifiuti in Campania. «I dati sono inquietanti - spiega Realacci dopo l’audizione del commissario Guido Bertolaso - perché ai 500 stanziati nel corso degli anni e finiti, nel migliore dei casi, in sperperi e iniziative sbagliate, bisogna aggiungere altrettanti di debiti accumulati e di crediti difficilmente esigibili, di cui 60 del Comune di Napoli». «Il quadro è pesante soprattutto per il passato - spiega Realacci -. Presidenti di consorzi che si scambiavano le consulenze passandosi favori, scambi di terreni poco chiari per le discariche». Il nodo più difficile, i nuovi fondi necessari a Bertolaso. Nel decreto ci sono 20 milioni, appena sufficienti a Bertolaso per arrivare a gennaio. Certo, c’è l’impegno a trovare i fondi in Finanziaria per il 2007, ma si tratta di un impegno. «Cambiare il decreto è difficile, visti i tempi ridotti - insiste Realacci -. Ma stiamo lavorando per risolvere il problema e anche per dare forza a Bertolaso per completare il piano». «Servono risorse - attacca Paolo Russo, componente della commissione ed ex presidente della Bicamerale rifiuti - ma a nessuno salti in mente di far ricadere sulla tassa per i rifiuti i maggiori costi dell’emergenza. Secondo un calcolo non basterebbero 50 euro a testa in più per coprire i soli costi dei 2.300 ex Lsu. Bisogna fissare modi e tempi dell’azione di Bertolaso, consentirgli di liberare le strade della Campania dai rifiuti, di fare il piano con gli strumenti giusti e passare presto, prestissimo la gestione agli enti, Regione e Province, che ne hanno competenza in via ordinaria. È l’unico modo - conclude Russo - per tagliare con un passato di gestione approssimativa». Ma che cosa ha detto Bertolaso in commissione Ambiente? Ha parlato di «difficoltà inimmaginabili», di «una massa debitoria di 520 milioni» in cui le spese per i rifiuti fino al 2004 avrebbero provocato l’utilizzo di 250 milioni di fondi destinati ad altri scopi come la bonifica di suoli, sottosuolo, acque (in quel periodo il commissariato era unificato). Bertolaso ai deputati non avrebbe nascosto preoccupazioni per il testo del decreto sull’emergenza varato in Senato: si prevede che nei tempi indicati il commissario vari il nuovo piano d’intesa con Regione e ministero dell’Ambiente. Insomma, l’intesa tra i due enti non sarebbe facile da realizzare a breve viste le differenze dei punti di vista. Bertolaso ha consegnato anche un documento sulle anomalie evidenziate da Natale Monsurrò, dirigente dei servizi ispettivi del ministero delle Finanze: «La costituzione senza autorizzazione e la successiva sessione gratuita del 51% di azioni della società Pan. Gli aumenti dei compensi alla commissione giudicatrice per il progetto Sirenetta, gli aumenti di indennità a figure commissariali, consulenze». Bertolaso ieri ha incontrato in Regione Bassolino e l’assessore all’Ambiente Luigi Nocera. Si è parlato della necessità di accordi con le province per discariche di servizio fino all’apertura del termovalorizzatore di Acerra e dei necessari «solleciti al ministero dell’Ambiente per la seconda Valutazione di impatto ambientale per Santa Maria La Fossa». Bassolino ha inoltre chiesto a Bertolaso il pieno utilizzo degli ex Lsu nella differenziata. E intanto Regione e Comune di Acerra hanno firmato ieri un’intesa per lo sviluppo: 50 milioni di investimento per il recupero ambientale. Entro quattro mesi il Comune presenterà un progetto-quadro sugli interventi che la Regione si impegna a finanziare nell’ambito della programmazione dei fondi Ue 2007-2013. «Siamo pronti a incrementare ulteriormente le risorse», dice Bassolino. «L’intesa - aggiunge il sindaco Espedito Marletta - è frutto di una concertazione che è punto di arrivo fondamentale, ma anche di partenza per le cose da fare».
Il Mattino, 17-11-2006