da gazzettino.it
Come un vortice sempre più rabbioso, la spirale di tensione e di atti violenti aumenta in città ad un ritmo serrato: giovedì notte l'incendio alla sede di Forza Nuova, all'Arcella, venerdì quella che sembra, con ogni probabilità, la reazione dell'estrema destra ovvero l'aggressione ai danni di tre giovani all'interno di Radio Sherwood.
«Chi semina vento - dice Paolo Caratossidis, coordinatore nazionale di Forza Nuova - raccoglie tempesta, questo è inevitabile. Serve pensare bene prima di bruciare la sede di un movimento, perché poi, a qualcuno, potrebbero anche girare le scatole. E comunque è chiaro che commettere certi atti significa far aumentare la scala del "confronto"».
«Nessuno - continua Caratossidis, riferendosi ai Disobbedienti - era andato a dar loro fastidio. La logica del rifiuto dell'avversario politico è stata inventata dagli estremisti di sinistra nel 1977, mica da noi. Comunque sia chiaro che a Padova il tempo di scherzare è finito. L'esasperazione a cui è giunta la destra in questa città ha toccato il culmine».
«Ora l'obiettivo di Forza Nuova - termina Caratossidis - è quello di ripulire la sede, dopo i danneggiamenti subiti, e di riprendere la propria attività. Noi rimaniamo convinti delle nostre idee. Per quello che è accaduto a Radio Sherwood, visto quanto abbiamo subito noi, non ho nessun messaggio rincuorante da offrire, magari un suggerimento a Max Gallob: forse è meglio se si prende un periodo di vacanza».
Accusati di essere i mandanti politici dell'aggressione subita dai giovani a Radio Sherwood, i parlamentari Maurizio Saia e Filippo Ascierto, replicano a loro volta: «Io - commenta il senatore Saia - condanno l'atto di violenza di venerdì notte e dico che l'unico responsabile di questo clima di violenza è il sindaco Flavio Zanonato. In questi giorni ho ricevuto da lui, dall'assessore Ruffini, dall'onorevole Naccarato e dal consigliere Zampieri le più becere offese: da poveraccio a neonazista, a feccia. Nessuno ha mai chiesto scusa. Zanonato è ampiamente uscito dai limiti istituzionali e pare evidente che non riesce a reggere più le redini della città».
«Nei prossimi giorni - termina Saia - porterò alla luce le delibere, che il nostro primo cittadino si è sempre premurato di ben celare, e che dimostrano come abbia finanziato negli ultimi tempi movimenti di estrema sinistra come Ya Basta e Razzismo Stop».
«La notte dopo la visita, voluta da Alleanza nazionale - ricorda l'onorevole Filippo Ascierto - del vice ministro agli interni, Minniti, la sinistra autogestita ha distrutto una sede di Forza Nuova ben sapendo la reazione che l'atto avrebbe innescato».
«E' in atto - conclude Ascierto - una sfida, di matrice politica, alle istituzioni. Ora, oltre alle parole, ci aspettiamo una ferma azione da parte della Magistratura, delle forze di polizia e di tutta la città, prima che la situazione degeneri ulteriormente e che i rimedi arrivino troppo tardi».
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Domenica, 19 Novembre 2006
Pestaggio a radio Sherwood, pietre contro il Gramigna
Alle 23.30 spaccate le finestre del locale Ombra Rossa, un’ora dopo aggrediti tre giovani a Pontecorvo
Tre ragazzi che uscivano da Radio Sherwood aggrediti da almeno quindi individui incappucciati e armati di spranghe di ferro e bastoni, e sassaiola contro il locale Ombra Rossa frequentato dai simpatizzanti del centro sociale Gramigna. Ventiquattro ore dopo l'attentato incendiario alla sede di Forza Nuova una nuova notte di violenza di evidente matrice politica. Una coppia di fidanzati e la loro amica spagnola, tutti ventiseienni, sono finiti all'ospedale. Il ragazzo ha rimediato sei punti di sutura alla testa, le ragazze se la sono cavata con qualche contusione. Nessun ferito, invece, all'Ombra Rossa dove le pietre hanno solo mandato i frantumi una vetrata.
Il primo atto intimidatorio è accaduto intorno alle 23.30. Una quindicina di individui ha raggiunto il locale Ombra Rossa. L'azione è durata qualche secondo e le pietre hanno rotto una vetrata senza però provocare feriti. I responsabili non hanno nemmeno chiamato la polizia e la denuncia dell'episodio è stata fatta sul sito "Pane-rose", al quale fanno riferimento gli esponenti del Gramigna che rappresentano la frangia più estremista del movimento no-global. Hanno attribuito la paternità dell'atto ai "fascisti".
Un'ora dopo, a Radio Sherwood, il secondo episodio. Mezzanotte era passata da venticinque minuti quando una guardia giurata ha telefonato al 113 segnalando di aver visto passare a piedi per piazzale Pontecorvo una quindicina di persone. Alcune erano incappucciate, altre indossavano caschi integrali da moto. Tutte erano armate, chi con spranghe di ferro, chi con bastoni. Quale fosse il loro obiettivo lo si è capito qualche minuto dopo. Raffaele Sartorelli Pizzati, operaio ventiseienne residente all'Arcella, la fidanzata Silvia Cerri, studentessa, e l'amica spagnola Olaja Brieto Peres, tutti ventiseienni, stavano fumando una sigaretta in vicolo Pontecorvo, accanto all'ingresso di Radio Sherwood che, come ogni venerdì, ospitava l'appuntamento con un concerto musicale. All'improvviso sono comparsi i quindici individui travisati che si sono avventati sui tre ragazzi. Pizzati è stato colpito più volte alla testa con le spranghe e preso a calci e pugni mentre la fidanzata e l'amica, entrambe studentesse, sono state scaraventate a terra. Le grida dei tre ragazzi ha richiamato l'attenzione di chi stava al piano superiore, dove era in corso la festa accanto agli studi radiofonici, una settantina di persone in tutto. Il gruppo è subito corso giù per le scale e a questo punto i quindici aggressori sono scappati via abbandonando a terra una spranga di metallo e la parte dell'impugnatura di una stecca da biliardo.
Immediatamente è stato dato l'allarme e sul posto è corsa un'ambulanza del Suem. Mentre Pizzati veniva medicato sono sono arrivate la Volanti della polizia e le radiomobili dei carabinieri. I quindici aggressori, che probabilmente erano arrivati a bordo di alcune auto parcheggiate in zona, si erano già allontanati.
I tre feriti sono stati accompagnati in ospedale. All'operaio i medici hanno dovuto mettere sei punti per suturare un taglio sulla testa. Il giovane è stato poi trattenuto in osservazione fino a ieri mattina quando è stato dimesso. Al pronto soccorso sono state medicate anche le due ragazze che, comunque, hanno rimediato soltanto qualche lieve contusione. Loro hanno avuto una prognosi di tre giorni, Pizzati di una settimana. Sentiti dagli investigatori della Digos, avrebbero detto ben poco di utile per risalire all'identità degli aggressori che avevano tutti le facce ben coperte. Eventuali impronte digitali potrebbero essere trovate solo sulla spranga di ferro, che è stata subito sequestrata, mentre la stecca di biliardo ieri pomeriggio era ancora in mano a Vilma Mazza, voce storica di Radio Sherwood.
Che i due episodi di venerdì sera possano essere stati compiuti da uno stesso gruppo pare certo anche per il tempo intercorso, compatibile con gli spostamenti da un punto all'altro della città. È poi inevitabile collegare questi fatti con l'attentato incendiario della notte precedente alla sede di Forza Nuova anche se è tutto da accertare che effettivamente gli aggressori facciano parte o meno del movimento dell'estrema destra. Di certo il piano era stato studiato a tavolino visto che sono stati colpiti i due obiettivi meno protetti in considerazione del fatto che i centri sociali del Pedro e del Gramigna da qualche settimana sono divenuti inavvicinabili. Resta la gravità di una situazione che sembra essere degenerata. Un'escalation di violenza politica che da anni ormai era sopita.
Egle Luca Cocco
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LE REAZIONI
Si leggono sconcerto, preoccupazione e grande disappunto negli occhi e nelle parole dei redattori di radio Sherwood, la storica emittente di informazione sui movimenti, che da trent'anni trasmette dagli studi di vicolo Pontecorvo, il giorno dopo l'aggressione subita da tre giovani che stavano assistendo ad una serata di musica live, all'interno del locale radiofonico.Ma dopo le emozioni, arriva l'analisi politica di quanto accaduto e così il pensiero di Vilma Mazza, redattrice che ha seguito la nascita e la genesi, sino ad oggi, di Radio Sherwood, non lascia certo spazio a fraintendimenti individuando immediatamente i mandanti politici dell'aggressione subita venerdì notte.
«Non abbiamo dubbi nell'accertare come appartenenti a organizzazioni neonaziste - spiega Vilma Mazza - i responsabili dell'aggressione, avvenuta ai danni di due ragazze e di un ragazzo, che si trovavano all'interno del cortile della nostra radio e che dopo l'assalto sono finiti al pronto soccorso, mentre i picchiatori si sono allontanati a bordo di alcune auto. Ci sono responsabili e mandanti politici molto precisi, di quanto accaduto, e che portano i nomi di due parlamentari: Maurizio Saia e Filippo Ascierto, ma anche del sindaco Flavio Zanonato che ha concesso le piazze di Padova per le manifestazioni di Forza Nuova, prima, e della Fiamma Tricolore poi».
«E non si può - prosegue la redattrice - rispolverare il clima di paura e di tensione degli anni settanta per spiegare quanto sta accadendo oggi, perché questo significa nascondersi e non volersi prendere le responsabilità su quanto avviene nel presente».
Quindi Vilma Mazza esamina l'episodio di venerdì notte alla luce dell'incendio appiccato ventiquattro ore prima alla sede di Forza Nuova: «Le due cose non possono, nella maniera più assoluta, essere comparate. Noi siamo uno strumento di comunicazione che copre l'intera Regione e l'aggressione che abbiamo subito è un atto di estrema gravità verso quanti lottano contro chi predica l'odio razziale, l'intolleranza e il razzismo. In città ci sarebbe un clima diverso se le piazze non fossero state concesse ai neonazisti e se l'Amministrazione comunale, dal tram al muro di via Anelli, non si fosse comportata in maniera totalmente autoritaria».
Nel corso della giornata, a condannare l'episodio di violenza subito dall'emittente radiofonica cittadina, è giunta anche una nota dell'Associazione Stampa di Padova e del Sindacato dei Giornalisti del Veneto.
«Esprimiamo la nostra viva condanna e preoccupazione - si legge nel documento firmato da Lorella Miliani, presidente dell'Associazione Stampa di Padova e da Daniele Carlon, segretario del Sindacato dei Giornalisti del Veneto - per il pestaggio subito venerdì notte da alcuni giovani nel corso di un tentativo di irruzione, attribuibile ai neofascisti, ai danni di Radio Sherwood. Auspichiamo un ritorno ad un clima di confronto democratico che invece a Padova è turbato da continui episodi di violenza avvenuti nel corso dell'ultimo anno. Il sindacato dei giornalisti condanna fermamente ogni episodio di violenza contro i mezzi di comunicazione che pregiudichi la libertà di espressione che anche Radio Sherwood ha contribuito, come gli altri media, a garantire nella nostra Regione».
M.B.
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La guerriglia urbana per Borghezio e in via Anelli, la "missione punitiva" contro Ascierto
17 DICEMBRE 2005 -L'europarlamentare leghista Mario Borghezio viene aggredito assieme agli agenti della scorta sul treno dove viaggiano anche i no-global padovani che stanno rientrando in città dopo la manifestazione in Piemonte contro la costruzione della linea per i treni ad alta velocità. Quando il convoglio giunge in stazione disobbedienti trovano ad aspettarli cinquanta poliziotti del Reparto mobile e della questura e i carabinieri. Cinquantaquattro vengono identificati. Tra loro simpatizzanti sia del Pedro che del Gramigna.
4 MARZO 2006 -Lo stesso europarlamentare Mario Borghezio torna a Padova per partecipare a un convegno su cristianesimo e islam. La sede dell'incontro viene più volte spostata per motivi di sicurezza fin quando la scelta cade sulla Fiera che di fatto diventa un fortino circondato da almeno cento uomini delle forze dell'ordine. Via Tommaseo diventa una sorta di zona rossa chiusa completamente al traffico. Il Pedro organizza una contro-manifestazione che si conclude con gli scontri con poliziotti e carabinieri quando gli autonomi cercano di entrare in Fiera. Vengono sequestrati sacchi di pietre, scudi e spranghe. Cento i disobbedienti che, nei giorni successivi, vengono denunciati a piede libero per i disordini.
24 SETTEMBRE 2006 -Duecento disobbedienti guidati dai leader Luca Casarini e Max Gallob manifestano in via Grassi contro il muro di via De Besi. Il complesso Serenissima viene blindato per impedire ai no-global di raggiungere la barriera anti-spaccio fatta costruire dal Comune. Dopo due ore il corteo cerca di entrare in via Anelli forzando un check-point. Polizia e carabinieri sono costretti a sparare diversi lacrimogeni per disperdere i violenti. Quattro "pedrini" vengono subito arrestati. Sette poliziotti e due funzionari della questura restano feriti. I manifestanti occupano il piazzale della Stanga dopo aver appiccato le fiamme a una striscia di benzina sull'asfalto. I cassonetti vengono rovesciati, fino alle otto di sera una delle principali porte di accesso alla città resta chiusa. Paolo Manfrin, presidente del comitato dei residenti, viene preso a pugni.
20 OTTOBRE 2006 -Una quarantina di no-global arriva a sorpresa in via Anelli con l'obiettivo di abbattere il muro del complesso Serenissima. Davanti, però, i disobbedienti si trovano un cordone di poliziotti e carabinieri in assetto anti-sommossa. I manifestanti riescono comunque a rimuovere il check-point all'angolo di via Grassi utilizzando un furgone. Poi se ne vanno senza provocare incidenti.
28 OTTOBRE 2006 -Oltre cinquecento aderenti a Forza Nuova sfilano per il centro. Contemporaneamente manifestano anche Pedro, Gramigna e Collettivo scienze politiche. Un giovane, scambiato per un no-global, viene aggredito in galleria Borromeo. Per tutto sabato pomeriggio la città è blindata.
4 NOVEMBRE 2006 -In piazza Capitaniato vengono aggrediti il deputato di Alleanza Nazionale Filippo Ascierto, Enzo Vanzan, padre di Matteo, il militare morto in Iraq il 17 maggio di due anni fa in un attentato, e Orfeo Dargenio, presidente del circolo di An di Solesino. Si tratta di una vera e propria "missione punitiva". Il fatto accade intorno alle 23.30. Due ore prima un gruppo di autonomi aveva tentato di strappare le locandine dell'incontro che si stava svolgendo nella sala "Nassiriya" durante il quale An testimoniava la propria vicinanza alle forze armate. Gli organizzatori erano intervenuti e dopo qualche spintone e qualche insulto i no-global se n'erano andati. Poi erano arrivati quattro individui che avevano picchiato Ascierto, Vanzan e Dargenio e, successivamente, anche un vigile urbano che era intervenuto. Due responsabili erano stati denunciati, un terzo arrestato. Tutti personaggi con precedenti penali alle spalle e vicini al centro sociale Pedro.
15 NOVEMBRE 2006 -Una quarantina di studenti del Collettivo di scienze politiche viene fatto sgomberare dall'università. Poliziotti e carabinieri sono costretti a usare le maniere forti. Intorno alle 19.30, gli autonomi bloccano via del Santo con alcuni cassonetti. Le forze dell'ordine non fanno nemmeno in tempo a caricare che i manifestanti si disperdono.
17 NOVEMBRE 2006 -Alle 4.30 del mattino dieci litri di benzina vengono fatti scivolare sotto la porta di ingresso della sede di Forza Nuova all'Arcella. Le fiamme provocano danni all'ingresso e anche all'interno.