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  1. #21
    F***ing stubborn
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    perchè sono riportati due volte??
    saluti
    echiesa

  2. #22
    F***ing stubborn
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    Io riconosco i valori del liberismo economico, non ci polemizzerei, soprattutto pensando alla situazione italiana, ma non ho una dottrina liberista in economia nel senso che ritengo che lo Stato debba assumere un ruolo anche se mollto più limitato dell'attuale.

    Infatti.
    saluti
    echiesa

  3. #23
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    Predefinito Ma insomma,

    in assenza di un internazionale a nostra misura diciamo così,è chiaro che tra quelle esistenti io trovo più affinità con quella liberale.Vero è che lì dentro convivono partiti che hanno fisionomie politiche anche assai diverse magari per storia e caratteristiche nazionali ma le diversità esistono persino all'interno dell'ELDR e del relativo gruppo all'Europarlamento figuriamoci un pò...E' proprio l'assenza di una sostanziale omogeneità politica che mi fa guardare senza troppo entusiasmo a questo dibattito relativo alle grandi famiglie politiche siano esse europee o internazionali.Poi,per carità facciamo bene a stare nell'ELDR perchè diverse consonanze con i partiti che ne fanno parte ce l'abbiamo,di certo più di quelle che abbiamo o che non abbiamo con i socialisti e/o con i popolari.Tra l'altro i liberali europei nei loro rispettivi Stati a volte sono alleati dei socialisti e a volte(nella maggior parte dei casi)sono nella coalizione avversa il che attesta una loro apprezzabile autonomia politica che li porta a secondo dei casi(e cioè della affinità politica e programmatica)a decidere quali alleanze siano più opportune.Comunque,non mi straccerei le vesti su questo argomento e non scomoderei Cavour e Mazzini caro Calvin per confutare le iniziative di Zanone nè tantomeno, li metterei in contrapposizione per così poco(magari lo dico perchè quella di Cavour è la figura che in chiave storica ed in qualità di statista ammiro di più in assoluto)...
    Detto questo,non è caro Gizzi che il gruppo all'europarlamento mi abbia sempre entusiasmato per come si è mosso.Il leader Graham Watson non mi piace molto e non piace molto nemmeno a quelli del mio partito visto che qualche problemino con lui ce l'abbiamo avuto,poi capita che del gruppo facciano parte anche persone con le quali politicamente parlando non prenderei nemmeno un caffè(vedi di Pietro)o- ed è successo- ne faceva parte persino Giulietto Chiesa che sempre politicamente parlando anzi,non solo politicamente,mi fa semplicemente schifo ma a ben guardare ne potrei citare altri per cui va bene stare lì anche per ragioni storiche però perdonami Gizzi,se l'argomento al momento non mi accende d'entusiasmo.Anche perchè come diceva giustamente Calvin se devo individuare affinità politiche in campo internazionale,io ne sento molte di più e vere con i democratici americani che non con tutti i partiti dell'ELDR messi assieme.

    Ah,dimenticavo;per quel che ne so io,diversi anni fa i democratici americani stipularono una partenship con l'Internazionale Liberale non ricordo se in qualità di osservatori e quindi non di membri effettivi, però un qualche accordo di associazione vi fu.
    omar proietti

  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da Lincoln Visualizza Messaggio
    Ah,dimenticavo;per quel che ne so io,diversi anni fa i democratici americani stipularono una partenship con l'Internazionale Liberale non ricordo se in qualità di osservatori e quindi non di membri effettivi, però un qualche accordo di associazione vi fu.
    Veramente a quanto ne sapevo io i democratici statunitensi partecipavano sì come osservatori ai lavori di un'Internazionale.

    Ma era quella socialista.

  5. #25
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    Citazione Originariamente Scritto da calvin Visualizza Messaggio
    la motivazione dei nostri padri derivava dal semplice fatto che entrare nell'internazionale liberale significava stare sotto il pli, cosa che forse capirete che per noi era inaccettabile, essendo il pli erede di cavour e noi di mazzini, cioè loro erano monarchici. Io non voglio stare sotto i liberali francesi che sono antiatlantici e più conservatori dei popolari. I liberali sono liberisti tout court. Io riconosco i valori del liberismo economico, non ci polemizzerei, soprattutto pensando alla situazione italiana, ma non ho una dottrina liberista in economia nel senso che ritengo che lo Stato debba assumere un ruolo anche se mollto più limitato dell'attuale.
    Citazione Originariamente Scritto da calvin Visualizza Messaggio
    non ci tengo ad essere linciato per Zanone! Il PRI può aderire solo ad un'internazionale in cui vi è il partito democratico statunitense, l'unica forza con cui abbiamo delle affinità politiche vere e non formali. E i democratici usa non ci entrano nell'internazionale liberale. Io aderirei invece allo shinui ed ero amicissimo dei liberali ivoriani! Ammetto una certa curiosità per i liberali del malawi. Qualcuno vada pure avanti e ci riferisca. Buona fortuna. Attenti ai tanzani, per quel che mi ricordo hanno curiose usanze tribali!
    I vostri padri si riferivano alla situazione di almeno trent'anni fa, perchè già negli anni Ottanta PRI e PLI si presentarono insieme alle elezioni europee e nei primi anni Ottanta strinsero anche un patto di consultazione; e sì che il PLI di allora, in confronto agli alleati odierni del PRI, appare un partito di estrema sinistra.

    Calvin, mi sei molto simpatico e ti leggo con interesse, ma in tutta onestà credo che il tuo sia un atteggiamento settario e "zitellesco", in senso politico. Insomma, chi ti va bene? Democristiani e comunisti no perché hanno rovinato l'Italia, i socialisti no perché Mazzini e Marx erano avversari, i liberali no perché Zanone non va bene e sono liberisti (!)...temo che il tuo atteggiamento sia anche condiviso all'interno del PRI e credo sia anche per questo che il PRI si è ridotto allo 0,1 per cento.

    L'adesione ad una famiglia politica come l'Internazionale Liberale ha, per quanto mi riguarda, un significato soprattutto simbolico. Serve a far capire, più o meno, da che parte si sta in termini ideologici generali; serve a dimostrare che si è riconosciuti a livello internazionale e probabilmente a stabilire qualche contatto con i partiti stranieri, e magari ad esporsi ad un dibattito politico meno angusto. Serve anche a dimostrare che si ha un minimo di capacità di inserirsi nelle correnti politiche del proprio tempo.

    Io trovo molto triste che l'Italia sia uno dei pochi paesi occidentali: anzi, uno dei non molti paesi del mondo tout court, visto che dell'IL fanno parte anche diversi partiti esteuropei, di paesi arabi, africani e sudamericani, e persino qualcuno asiatico come il DPP taiwanese, a non essere rappresentata nell'IL; se si esclude lo status di osservatore dell'ectoplasmatica Federazione dei Liberali, cui sono stato iscritto per due anni nel 2000 e 2001 e che riuscì a tenere un congresso in due fasi con la seconda rinviata sine die. Ovviamente non ci perdo il sonno: non basta l'adesione all'Internazionale Liberale per farmi decidere l'adesione ad un partito se non ne condivido le posizioni (e viceversa non è certo la mancata adesione a farmi decidere di non aderire se ne condivido le posizioni), soprattutto quando è dettata da considerazioni che mi sembrano, più che fuori moda, del tutto superate dagli avvenimenti.

    Ovviamente si fa per parlare.


    PS E anche per cazzeggiare. Perché voglio proprio vederle, le "affinità vere e non formali", con il Partito Democratico statunitense.
    Io non ce lo vedo proprio, nel suo complesso, ad allearsi con Berlusconi, i clericali dell'UDC, i nazionaloscurantisti dell'AN e i razzisti della Lega Nord.

    Perché la Lega Nord, quella che il PRI fece entrare nell'ELDR, quella del Borghezio che va a spruzzare lo spray sui sedili del treno dove stavano le prostitute nigeriane, è, tra le altre cose, un partito razzista.

  6. #26
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    Citazione Originariamente Scritto da Jan Hus Visualizza Messaggio
    Veramente a quanto ne sapevo io i democratici statunitensi partecipavano sì come osservatori ai lavori di un'Internazionale.

    Ma era quella socialista.
    Allora,non ci metterei la mano sul fuoco ma- e ti parlo di una ventina di anni fa o giù di lì-,il partito democratico usa aveva una qualche forma di associazione(anche se non organica) e/o di contatto con l'Internazionale Liberale.
    Poi,è vero che negli ultimi anni,qualche contatto e qualche rapporto in termini però di dialogo, i democratici usa lo hanno sviluppato anche con L'internazionale socialista però, non mi risulta proprio che abbiano un qualche status tanto meno di osservatori, al suo interno.Ad ogni modo,cercherò di saperne di più...
    omar proietti

  7. #27
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    Predefinito Qualcosa ho scoperto...

    Intanto la Federazione dei Liberali unico gruppo italiano nell'Internazionale Liberale, non risulta tra i full members ma tra i membri Osservatori.
    L'ELDR il gruppo al Parlamento Europeo,figura tra i soggetti che hanno rapporti di cooperation con l'IL.
    Tra i think tanks e cioè istituti di elaborazione politica associati all'Internazionale Liberale,vi è l'Istituto Nazionale Democratico strettamente legato al Partito Democratico Usa che si occupa di politica internazionale ed è guidato se non sbaglio, dall'ex Segretario di Stato sotto Clinton,Madeleine Albright.E vi è anche per venire a noi, la Fondazione Luigi Einaudi.
    omar proietti

  8. #28
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    si mo so pure zitellesco! Jan qui non si discute di collaborazione o simpatia politica si parla del perchè il pri non è entrato nell'internazionale liberale e visto che la cosa risale agli anni '60 scomodo ahimè chi devo scomodare. E quindi per motivi di rivalità politica il pri non poteva entrare nell'internazionale che portava il nome del partito di malagodi, quando preparava il centrosinistra. Questo è un motivo pratico immediato che spiega la divisione storica fra repubblicani e liberali in Italia che non è che uno può ignorare e lo ripeto perchè sono la stessa tradizione risorgimentale: una cavouriana monarchica e una mazziniana non monarchica. La storia lascia delle tracce anche quando scorre. Allora il tempo è passato tanto che io manco m'ero più accorto che non c'era più il partito di Giscard - e si che pure lo sapevo - che aveva una certa preponderanza nelle linee dell'internazionale liberale, in compenso c'è una miriade di partiti e movimenti, quello della tanzania è independentista come la lega, combatte il partito unico socialista della tanzania non con lo spray come borghezio ma a bastonate e sassate caro jan e questo è relativo agli scontri a zanzibar del 2005, un anno fa, perchè il cuf o come si chiama vuole separare zanzibar dal resto della regione e usa le armi di cui dispone. Magari hanno ragione non lo so, perchè il punto non è questo. Il punto è che un partito che ha una tradizione politica complessa misura i suoi passi con circospezione. Dell'eldr siamo fondatori, ossia sul piano europeo troviamo un' intesa con le forze liberali ed anche con il pli superando le differenze nazionali, sulla base di un patto federato che ci lascia la massima indipendenza. Nell'internazionale quale che sia non funziona così. Sapete perchè i popolari della margeherita hanno lasciato il ppe e l'internazionale democristiana? Perchè l'internazionale democristiana - all'epoca presieduta da un cileno - richiamò formalmente il ppe a rompere l'alleanza con il pds. l'Internazionale è un organismo di controllo, cosa credete che sia, Jan? Mi stupisce ossorio che queste cose dovrebbe saperle. Se domani noi decidiamo un'alleanza con il psi o chi per loro, come è avvenuto e l'internazionale è contraria entriamo in contrasto. E per quale motivo dobbiamo legarci le mani ad una famiglia che non è la nostra, oltretutto, perchè noi siamo liberali, certo, ma non siamo la tradizione liberale che comprende una precisa visione dell'economia in senso liberista, è chiaro? Questo non significa che io non collaboro con i liberali,io posso collaborare persino con i comunisti, ma il mio dovere è di difendere l'identità della mia famiglia politica caro Jan perchè ne voglio preservare i suoi valori, tra cui c'è l'indipendenza di giudizio nei confronti del liberismo. Sul fatto poi che i democratici usa non condividano un'alleanza con Berlusconi, scusa, evidentemente non hai contatti con i democratici usa. Loro non capiscono come sia possibile un'alleanza con diliberto, semmai.

  9. #29
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    Mi sembra che ognuno di voi stia difendendo un tassello della questione, e che lo faccia anche con argomenti legittimi, ma che nel complesso si stia perdendo il quadro generale.
    Non nego che il PRI e i repubblicani in genere abbiano maturato differenze (storiche prima che legate alla spicciola competizione) con l'ambiente liberale.
    E' altrettanto vero che alle differenze storico-culturali, hanno fatto spesso da contraltare assonanze e battaglie politiche comuni.
    E' un fatto, infine, che oggi le differenze abbiano molto meno senso di un tempo. E che urga invece rispolverare le vicinanze.
    A differenza del mondo repubblicano, l'ambiente liberale conta su un impianto ideale univoco, forte, pregnante e inossidabile che è, appunto, il liberalismo. Cosa che offre ai liberali una matrice unificante che sotto certi aspetti manca ai repubblicani, la cui storia politica è stata più articolata e contaminata.
    A differenza del mondo repubblicano, però, quello liberale non può vantare la stessa formidabile e specchiata coscienza democratico-progressista, che ha fornito la bussola per garantire alla tradizione mazziniana quella lungimiranza che l'ha resa anticipatrice delle grandi scelte del nostro Paese.
    Entrambe le culture, comunque, vivono oggi lo stesso problema politico: entrambe subiscono una frantumazione, una riduzione del generale al particolare, un complessivo disorientamento, che le sta portando ad un passo dall'estinzione.
    Di fronte a questa situazione disperata, che scaturisce dalla debolezza numerica e dalle dinamiche della politica degli ultimi dodici anni, diventa indispensabile una strategia d'uscita comune.
    Rivangare l'incompatibilità tra Mazzini e Cavour, in questo senso, è la cosa più sciocca che si possa fare. Sciocca perché, sul piano politico attuale, risulta del tutto irrilevante e controproducente. Se proprio si vuole operare su questo livello, si può farlo sottolineando la comune matrice risorgimentale, che ha conferito ad entrambi i filoni politici un ruolo dominante per giungere all'unificazione del Paese. Anzi, può essere interessante, a livello meramente culturale, intraprendere un percorso di "riconciliazione" storica, osservata con lo sguardo di oggi, a posteriori, alla luce dei risultati positivi e delle vittorie che entrambe le tradizioni hanno concorso a costruire, in modo complementare.
    L'uscita dal pantano dunque, può avvenire insieme. Arricchendosi e contaminandosi reciprocamente, più di quanto non sia già stato fatto in passato.
    Il liberalismo non è certo ostrogoto per il Pri di Ugo La Malfa, anzi, ne costituisce uno dei tratti qualificanti. Così come le conquiste democratiche dei repubblicani, e la loro maggiore flessibilità culturale possono essere utili ai liberali per arricchire il proprio bagaglio.
    Insomma, a fronte della vaghezza sprigionata dalla proposta politica dei maggiori partiti della sinistra (ben riassunta dall'impalpabilità del Partito Democratico), repubblicani e liberali (ma anche il mondo laico-democratico in generale) possono trovare, con un'opera di contaminazione e di comune rielaborazione, le linee guida di un progetto forte.

    In questo senso, l'intergruppo parlamentare liberaldemocratico del centrosinistra è un primo passo importante, che non va lasciato isolato.
    L'obiettivo non deve essere quello di costituire un'improbabile "terza via", che in un sistema ancora così polarizzato (nella coscienza degli italiani, più che nel tecnicismo elettorale) non ha ragione di esistere. L'obiettivo dev'essere quello di costruire, nel centrosinistra, un'area politicamente influente e caratterizzata, capace di guardare, giudicare e definire autonomamente le proposte politiche. Un'area che possa diventare un riferimento solido, oltre i numeri di cui può disporre. Tanto più in un momento in cui il Paese, imbrigliato tra il carisma totalizzante di Berlusconi, che piega la politica ai propri interessi, e la confusione di un centrosinistra impantanato tra differenze e velleitari tentativi di sintesi, ha bisogno di ritrovare uno slancio.
    Uno slancio da offrire al governo e a questa coalizione, e non da coltivare in proprio. Nel pieno spirito di collaborazione autonoma e indipendente che ha caratterizzato, dal dopoguerra ad oggi, i repubblicani e i liberali.

  10. #30
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    pensate che invece a me sembra sciocco creare un integruppo liberale nel centrosinistra affiliarlo all'internazionale liberale e avere domani l'internazionale liberale che su proposta del partito liberale della tanzania - che i socialisti prende a bastonate a zanzibar - chiede all'intergruppo liberale di uscire dal centrosinistra perchè socialismo e liberalismo sono incompatibili.

 

 
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