Tg1 leader incontrastato, il Tg5 nel baratro. Ma il merito non è solo di Riotta
Lunedí 20.11.2006 13:01
di Alessandro Rimassa
Sono ormai alcune settimane che il Tg1 batte in maniera devastante il Tg5, con apici di 8/10 punti di share di differenza (giovedì 34.69% di share contro 26.36%).
C’è poco da dire: il Tg5 di Carlo Rossella è nel baratro.
Il merito del successo del Tg1 non è, però, tutto del neo direttore Gianni Riotta: certo, da quando l’ex vicedirettore del Corriere si è insediato a viale Mazzini, gli ascolti sono cresciuti, ma già Clemente J. Mimum superava regolarmente Rossella.
E quando c’era Mentana al Tg5? A quel tempo, per il Tg1 era molto più difficile superare il rivale Mediaset: era un continuo testa a testa con diverse vittorie per Canale 5.
Prima di proseguire nella lettura politica di questo successo, va aggiunto un dato: lo scorso anno Gerry Scotti con “Passaparola” faceva da traino al Tg5; oggi con il “Fattore C” di Bonolis doppiato da “L’Eredità” di Carlo Conti, il Tg5 parte in netto svantaggio rispetto al Tg1. Questi numeri sicuramente influenzano il risultato finale che, però, non può essere certamente spiegato solo così.
Eccoci allora all’analisi politica: Berlusconi capo del Governo aveva messo un uomo di sua fiducia, Mimum, al Tg1; non soddisfatto poi dalla troppa indipendenza di Mentana al Tg5, lo aveva sostituito con un fidatissimo, Carlo Rossella. Che ha modificato il taglio del telegiornale trasformandolo da tg di cronaca e politica a una via di mezzo tra il telegiornale e il rotocalco. Quando col nuovo Governo al Tg1 è arrivato Riotta, scelto sì da Prodi ma giornalista con la “schiena dritta”, molti telespettatori, fino ad allora in dubbio sul telegiornale da scegliere, si sono fiondati di corsa sul nuovo Tg1. Scoprendo che entrambi gli schieramenti politici vengono trattati con onestà intellettuale, ma soprattutto che il Tg1 ora riesce a guardare al mondo contemporaneo e non solo ai salotti della politica: un esempio che la dice lunga, è l’aver inserito nei titoli di testa “Second life”, nuova realtà virtuale Internet che sta spopolando in mezzo mondo.
Ecco allora che una somma di elementi (traino, indipendenza politica, occhio al nuovo e al contemporaneo), spiega il successo di Gianni Riotta: che è anche il segnale di una grande voglia di libertà degli italiani!