Umberto Bossi ha temporaneamente stoppato il dialogo con il Centrosinistra. E non poteva fare altrimenti. Non tanto per le parole di Silvio Berlusconi, il quale si è detto certo della lealtà del Senatur, quanto per la contestata (anche dal Carroccio) Finanziaria che inizia il suo iter al Senato. Il leader leghista ha lanciato il sasso nello stagno dell'Unione e ha raccolto la disponibilità in particolare dei Ds. Ma ora è troppo presto per ipotizzare un appoggio esterno. Impossibile a pochi giorni dalla grande manifestazione contro la manovra del 2 dicembre a Roma, durante la quale lo stesso Bossi prenderà la parola al fianco del Cavaliere e di Gianfranco Fini.Ma il Senatùr non ha alcuna intenzione di restare nell'angolo, vuole tornare a contare e far pesare i suoi voti in Parlamento. Per il momento ha ascoltato le parole dell'ex presidente del Consiglio, secondo il quale il governo Prodi ha i mesi contati (certo anche del 'tradimento' di 4-5 senatori del Centrosinistra). E per questo ha aperto alla possibilità delle larghe intese, proprio per entrare in una Grande Coalizione strappando un minimo impegno sul federalismo.
Ma secondo quanto risulta ad Affari, il numero uno della Lega ha confidato ai suoi più stretti collaboratori di aver dato una sorta di ultimatum a Berlusconi: o l'esecutivo del Professore cade e non arriverà veramente a mangiare l'uovo di Pasqua oppure il movimento padano avrà le mani libere. D'altronde la Casa delle Libertà - spiegano in Via Bellerio - aveva senso di esistere come maggioranza, proprio in funzione della devolution, ma non come opposizione. Mani libere per fare cosa? Per trattare direttamente con il ministro per le Riforme Vannino Chiti e con il vicepremier Massimo D'Alema; o lo stesso Bossi in prima persona o attraverso il capogruppo alla Camera Roberto Maroni.
Il Senatùr, soddisfatto delle aperture di una parte della Quercia, ha in mente una sorta di decalogo (dal federalismo fiscale all'ttuazione del Titolo V della Costituzione, dal Senato delle autonomie alla riforma delle legge elettorale) da sottoporre all'Unione e sul quale trattare. In caso di accordo, poi, nessuna ipotesi viene esclusa. Nemmeno l'appoggio esterno. Il segretario federale, che ormai si è rassegnato alle dimissioni di Giancarlo Giorgetti dalla guida del movimento in Lombardia (altro che delfino del capo!), punta a riconquistare quel ruolo di ago di bilancia che aveva in passato. Con la Lega forze regionale, autonomista, che di volta in volta dialoga con chi sta a Palazzo Chigi, indipendentemente dal colore politico. Insomma, il progetto catalano che tanto piace a molti colonnelli leghisti e che è anche alla base delle clamorose sconfitte degli uomini voluti dall'alto (e troppo filo-berlusconiani) nei congressi provinciali della Lega a Varese e Bergamo. In Via Bellerio non hanno dubbi: "Se restiamo cinque anni all'opposizione, come una costola sbiadita di Forza Italia, probabilmente nel 2011 non esisteremo più". Bossi, che sa ascoltare gli umori della base, l'ha capito.
Ma ora è troppo presto per mollare il Centrodestra e aprire un confronto con l'esecutivo (che comunque non significherebbe passare da uno schieramento all'altro), a causa della Finanziaria e dei fragili equilibri politici in Lombardia e in Veneto. Il Senatùr però continua a ripetere che "il federalismo non è né di destra né di sinistra". Quindi il Cavaliere è avvisato: o si concretizzeranno presto le sue previsioni funeste sul governo Prodi, e quindi via alle larghe intese, oppure ognuno per la sua strada. Con la Lega libera di bussare alla porta di Palazzo Chigi.
Nel Centrosinistra, però, mentre anche Enrico Letta apre all'intesa con il Carroccio, almeno sul federalismo fiscale, c'è anche chi si oppone. Rifondazione Comunista per motivi ideologici, mentre i partiti minori come l'Italia dei Valori del ministro Di Pietro e la Rosa nel Pugno perché un allargamento della maggioranza farebbe perdere loro il potere di condizionare l'esecutivo. Lo stesso discorso vale per l'Udeur di Mastella, anche se il ministro della Giustizia nei giorni scorsi ha lanciato segnali positivi a Bossi
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