Originariamente Scritto da
Galatos
Concordo con Arjuna e Stuart.
A proposito degli "UFO" ho sempre pensato che siano un retaggio ancestrale dei tempi in cui gli dei cammninavano sulla terra, ovvero di quando l'uomo aveva un rapporto diretto con gli esseri celesti (extraterrestri appunto), c'è un libro interessante in proposito scritto da un discepolo di Prabhupada sulla vita extraterrestre da un punto di vista scentifico e vedico.
Per i brahmastra, in effetti il loro uso era limitato agli kshatrya ed essi lo usavano esclusivamente contro i nemici in duello, mai contro gli innocenti. Quell'episdio narrato da Manuele racconta di Asvatthama in fuga, ma Asvatthama era un dvija bandu, un figlio di brahmana senza nessuna caratteristica brahminica, molto giovane e inesperto, sapeva lanciare un'arma ma non ritirarla.
La peculiarità di quelle armi, descritte benissimo anche nel Ramayana, dove l'imperatore Rama nel raccoglie a decine nella sua giovinezza prima dell'esilio nella foresta, è di essere si devastanti e micidiali, ma di essere localizzate e controllabili, nulla a che vedere con le attuali armi nucleari.
C'erano Brahmastra di fuoco, d'acqua, d'aria, di terra, che creavano paura, sonno, stordimento, vertigine.
Qualcosa di simile lo si trova curiosamente in molte saghe celtiche irlandesi e gallesi. Le avventure di Cù-Chullain ad esempio sono molto vediche; egli ha un carro armato molto simile ad una vimana, possiede armi fantastiche che usano l'acqua e il vento, e le ottiene da divinità in cambio di favori o dopo averle vinte a duello e mostrato il suo valore... Molte similitudini infatti.