Pur correndo il rischio di apparire impopolare, tutto il casino sollevato per l'indulto a me sembra un esagerazione.
Come al solito l'opinione pubblica cavalca l'onda di quella televisiva e si guarda bene dal soffermarsi un attimo e riflettere.
Nessuno mette in dubbio che una parte dei detenuti torni a delinquere e che il provvedimento in se non risolva granché, ma ha una sua ragione di essere, soprattutto una sua giustificazione razionale.
D'Amico fa notare che nemmeno in america esiste niente di simile (vabbè, come se la giustizia americana potesse essere presa a modello). Ad ogni modo lì c'è la grazia, e trovano ridicolo un
provvedimento di stato che possa scarcerare intere categorie di imputati ( è vero, loro non li scarcerano, li gassano ).
In Italia si può fare.
Uno dei motivi principali è perché culturalmente l'Italia è meno giustizialista della maggior parte degli altri stati, quindi trovo fuori luogo il cerchiobottismo che un giorno vuole la repressione e il giorno dopo clemenza e tolleranza.
Dovremmo tutti avere le idee un po' più chiare, su questo punto; destra e sinistra, cattolici e laici.
L'indulto non va giù a nessuno. Si dice che sia passato in parlamento con ampio consenso e contestato dal 95% degli italiani.
ah, se non si è capito io sono tra quel residuo 5%.
E' vero che chi ha usufruito del beneficio d'indulto è facile che torni a delinquere, così come chi ha usufruito della condizionale, così come chi ha usufrito di forti riduzioni di pena, di chi ha usufrito permessi premio e chi per difetto di legge viene prescritto, assolto in terzo grado.
Guarda caso, solo il provvedimento svuota carceri viene contestato, perché una parte politica decide di svincolare dalle spese carcerarie chi nel giro di un paio di anni sarebbe comunque tornato sulla strada.
Quello che voglio dire è che se c'è qualcosa da contestare è la causa, non l'effetto .
Le carceri si svuotano con leggi più efficienti, ad esempio obbligando al luogo di cura i detenuti per droga
(al momento è _miseramente_ opzionale).
Invece si contesta l'effetto, diventando la legge italiana una brutta copia di quella americana, che vede perorare il sillogismo
prima ti ammanetto e poi ti chiedo cosa hai fatto . Da noi è diventato prima ti chiedo se hai usufruito dell'indulto e poi ti chiedo cosa hai fatto .
Se no, sei un delinquente comune, altrimenti sei di livello un po' più infimo.
Non si capisce il perché di questa nuova tendenza. A casa mia se sei criminale sei criminale e basta.
L'indulto mette a casa chi ci sarebbe andato nel giro di poco tempo, è inutile girarci intorno, è del tutto inutile farne un caso.
L'esempio più rappresentativo (anche se lo sono tutti!) è quello di Erika: Condannata a 27 anni, dopo vari appelli, ricorsi e istanze le è stata ridotta la pena a 17 anni.
10 anni di riduzione, non due mesi!!
L'indulto le toglie altri 3 anni, e si va a 14.
In totale Erika si farà 14 anni dietro le sbarre.
Ecco, nessuno si preoccupa dei 10 anni durante i quali potrà sbarazzarsi di tutti i parenti, gatti e galline.
Sono più pericolosi quei tre, chissà perché.
Previti libero subito? e senza indulto quanto ci sarebbe stato carcerato, venti anni?
Davvero c'è qualcuno che nutre la speranza che tenendolo ai domiciliari due o tre anni poi faccia penitenza?
Fosse stato per me, per il rivolo di acqua che porta al mulino l'indulto l'avrei evitato, ma visto che c'è non è nemmeno il caso di fasciarsi la testa più di tanto.
Fabio.
http:\\prcvaldelsa.altervista.org\blog