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  1. #1
    Gyné politiké
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    Predefinito Coppie di fatto, matrimonio civile, matrimonio religioso, annullamento

    Siamo in una fase politica in cui molto si parla di famiglia.
    La Chiesa si schiera decisamente contro il divorzio, contro l'istituzione del riconoscimento delle coppie di fatto e delle coppie non convenzionali e poi, per puro caso, mi passa sotto gli occhi questo articolo.

    http://www.report.rai.it/R2_popup_ar...^90143,00.html

    Brevemente: un matrimonio celebrato in Chiesa e riconosciuto civilmente si può annullare e questa nullità (nullità, non annullamento, perchè è proprio come se non fosse mai avvenuto) ha effetti anche civili. Significa nessuna attesa per il divorzio, nessun obbligo nei confronti del coniuge, nessuna partecipazione all'eredità. Si torna semplicemente due estranei.

    La causa avviene in un tribunale ecclesiastico e poi va fatta riconoscere civilmente, ma con una procedura d'ufficio molto semplice. Le ragioni per la nullità? Come potete leggere nell'articolo la prima causa di nullità è la dichiarazione di non aver considerato la durata "eterna" del matrimonio. Vuol dire che se pensi di sposarti tenendoti la possibilità di poter divorziare, il matrimonio è nullo.

    La cosa risibile è che parrebbe che questa nullità non sia prevista in caso di matrimonio civile. Insomma, il matrimonio civile avrebbe più obblighi e più vincoli di quello religioso.

    Da non credente non ho alcun interesse in quello che la Chiesa ritenga o meno religiosamente corretto, ma da cittadina non posso tollerare che un atto civile sia diverso se celebrato o meno con l'assistenza di un padre spirituale.
    E non posso tollerare che motivi di coscienza religiosa siano vincolanti per conseguenze civili quali gli obblighi di mantenimento di coniuge e figli.

    Questo buco legislativo andrebbe decisamente coperto, a mio avviso anche prima di legiferare sulle coppie di fatto.

    --
    Amy

  2. #2
    marea
    Ospite

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Amy Squirrel Visualizza Messaggio
    Siamo in una fase politica in cui molto si parla di famiglia.
    La Chiesa si schiera decisamente contro il divorzio, contro l'istituzione del riconoscimento delle coppie di fatto e delle coppie non convenzionali e poi, per puro caso, mi passa sotto gli occhi questo articolo.

    http://www.report.rai.it/R2_popup_ar...^90143,00.html

    Brevemente: un matrimonio celebrato in Chiesa e riconosciuto civilmente si può annullare e questa nullità (nullità, non annullamento, perchè è proprio come se non fosse mai avvenuto) ha effetti anche civili. Significa nessuna attesa per il divorzio, nessun obbligo nei confronti del coniuge, nessuna partecipazione all'eredità. Si torna semplicemente due estranei.

    La causa avviene in un tribunale ecclesiastico e poi va fatta riconoscere civilmente, ma con una procedura d'ufficio molto semplice. Le ragioni per la nullità? Come potete leggere nell'articolo la prima causa di nullità è la dichiarazione di non aver considerato la durata "eterna" del matrimonio. Vuol dire che se pensi di sposarti tenendoti la possibilità di poter divorziare, il matrimonio è nullo.

    La cosa risibile è che parrebbe che questa nullità non sia prevista in caso di matrimonio civile. Insomma, il matrimonio civile avrebbe più obblighi e più vincoli di quello religioso.

    Da non credente non ho alcun interesse in quello che la Chiesa ritenga o meno religiosamente corretto, ma da cittadina non posso tollerare che un atto civile sia diverso se celebrato o meno con l'assistenza di un padre spirituale.
    E non posso tollerare che motivi di coscienza religiosa siano vincolanti per conseguenze civili quali gli obblighi di mantenimento di coniuge e figli.

    Questo buco legislativo andrebbe decisamente coperto, a mio avviso anche prima di legiferare sulle coppie di fatto.

    --
    Amy
    a parte il fatto che il tribunale civile deve autonomamente riconoscere questa nullità e se il risultato è quello anche civilmente non capisco dove sia il problema?
    forse se due sono sposati solo civilmente ed il matrimonio viene dichiarato nullo da ltribunale civile cambia qualcosa rispetto al non riconsocimento dei diritti del coniuge piu' debole? non credo ...

  3. #3
    Gyné politiké
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    Citazione Originariamente Scritto da marea Visualizza Messaggio
    a parte il fatto che il tribunale civile deve autonomamente riconoscere questa nullità e se il risultato è quello anche civilmente non capisco dove sia il problema?
    forse se due sono sposati solo civilmente ed il matrimonio viene dichiarato nullo da ltribunale civile cambia qualcosa rispetto al non riconsocimento dei diritti del coniuge piu' debole? non credo ...
    Il punto è che non credo sia possibile dichiarare nullo civilmente un matrimonio, soprattutto con motivazioni vane come "mentre mi sposavo pensavo al divorzio".
    I canali per il divorzio dovrebbero essere gli stessi, sia che il matrimonio sia stato celebrato civilmente sia che si sia trattato di matrimonio religioso.
    Poi se la Chiesa vuole annullare i propri matrimoni perchè celebrati con la luna storta, sono fatti della Chiesa.

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Amy Squirrel Visualizza Messaggio

    La causa avviene in un tribunale ecclesiastico e poi va fatta riconoscere civilmente, ma con una procedura d'ufficio molto semplice.
    Mi sembra ingeneroso liquidare la procedura con queste due righe......in quando per "delibare" la sentenza, ovvero fargli avere effetti nell'ordinamento civile, bisogna che si pronunci la Corte d'Appello, la quale verificherà che durante il processo canonico sia stato garantito il contraddittorio, il diritto alla difesa.....ovvero non siano venute meno le prerogative del processo civile.
    Aggiungo, che qualora ci fosse già una sentenza di divorzio di un tribunale civile, che garantisca un mantenimento o qualcos'altro, essa non viena cancellata e continua ad avere effetti. Solo se essa manca allora con la "dichiarazione di nullità", vengono meno tutti gli obblighi.
    Ma è una circostanza molto rara, in quanto la maggiorn parte si rivolge al Tribunale Ecclesiastico dopo aver divorziato civilmente. Su questo problema cmq ci sono dibattiti aperti e non tutti la pensano allo stesso modo.

  5. #5
    Gyné politiké
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    Citazione Originariamente Scritto da Boccadifalco Visualizza Messaggio
    Mi sembra ingeneroso liquidare la procedura con queste due righe......in quando per "delibare" la sentenza, ovvero fargli avere effetti nell'ordinamento civile, bisogna che si pronunci la Corte d'Appello, la quale verificherà che durante il processo canonico sia stato garantito il contraddittorio, il diritto alla difesa.....ovvero non siano venute meno le prerogative del processo civile..
    Dall'indagine di Report sembrerebbe però che questa verifica sia abbastanza "lieve". In ogni caso motivazioni religiose per l'annullamento (come ad esempio la sterilità) potrebbero non valere nell'ordinamento civile. Almeno così penso. Anzi, se mi dessi delucidazioni in tal senso te ne sarei grata.
    Nel caso di matrimonio solo civile, invece, mi confermi che non si possa rendere nullo? O almeno non si possa con motivazioni vane?


    .
    Aggiungo, che qualora ci fosse già una sentenza di divorzio di un tribunale civile, che garantisca un mantenimento o qualcos'altro, essa non viena cancellata e continua ad avere effetti. Solo se essa manca allora con la "dichiarazione di nullità", vengono meno tutti gli obblighi.
    Ma è una circostanza molto rara, in quanto la maggiorn parte si rivolge al Tribunale Ecclesiastico dopo aver divorziato civilmente. Su questo problema cmq ci sono dibattiti aperti e non tutti la pensano allo stesso modo.
    Questo è un dato interessante. Grazie.

    ciao

    Amy

  6. #6
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    I divorzi vatiani, che loro chiamano annullamenti, non sono ammissibili per il semplice motivo che si fondano su degli artifici giuridici, come la riserva mentale, l'esclusione della volontà di proceare o su motivazioni risibili come l'impotenza (al momento del matrimonio), il desiderio di farsi prete (l'unico caso di vero e proprio divorzio ammesso dalla chiesa cattolica: se ti vuoi far prete si può fare tutto).

    tutta questa casistica ecclesiastica è stata creata per far fronte alla ovvia constatazione che, per quanto i gerarchi vaticani vogliano incatenare teologiamente fino alla morte 2 persone, la realtà ci dice che quando vengono meno i sentimenti o semplicemente la coppia scoppia, non ci sono sacramenti che tengano.

    Fortunatamente il nostro ordinamento non si fondasui sacrmenti, anche se, purtroppo,ritiene valida la casistica ecclesiastica su questi cavilli assurdi.

    Il problema è un altro: dovrebbe essere ammessoil divorzio immediatamente, non dopo 4 anni di separazione (perché gli anni sono 4 nella pratica e non i 3 previti dalla legge). E il divorzio dovrebbe essere ammissibile per recesso individuiale, senza la necessità di individuare per forza una causa e quindi di dover iustificare il perchémsidivorzia (con le relative conseguenze in termini di addebito)

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Amy Squirrel Visualizza Messaggio
    In ogni caso motivazioni religiose per l'annullamento (come ad esempio la sterilità) potrebbero non valere nell'ordinamento civile.
    Non è la sterilità che può far dichiarare nullo un matrimonio cattolico (canone 1084), ma solo l'aver nascosto la sterilità al fine di viziare il consenso (canone 1098).

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Amy Squirrel Visualizza Messaggio
    Nel caso di matrimonio solo civile, invece, mi confermi che non si possa rendere nullo? O almeno non si possa con motivazioni vane?
    No, anche nell'ordinamento civile abbiamo l'istituto dell' invalidità del matrimonio. Anche se con l'introduzione del divorzio ha reso in alcune circostanze, meno essenziale la ricerca di una causa di nullità; per farla breve.......MOLTO BREVE......diciamo che le cause che viziano lo stato matrimoniale per un difetto di base, portano all'invalidità dell'atto stesso del matrimonio, mentre le cause che portano alla fine del rapporto per una sua estinzione portano al divorzio.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Amy Squirrel Visualizza Messaggio
    Questo è un dato interessante. Grazie.
    Si, come accennato la questione è ed è stata molto dibattuta: in passato vigeva una riserva di giurisdizione a favore dei tribunali ecclesiastici per quanto concerneva la valutazione circa la validità dei matrimoni concordatari.
    Tralasciando le diatribe in merito, nel periodo degli accordi di Palazzo Madama, si può citare la sentenza n. 3345 del 97, con la quale la Cassazione ribadisce che la riserva di giurisdizione in materia di nullità di matromonio concordatario deve ritenersi abrogata; la stessa afferma anche che i rapporti tra giurisdizione ecclesiastica e giurisdizione civile sono disciplinati sulla base di un principio di prevenzione a favore della giurisdizione civile, quindi: mentre la pendenza di un giudizio civile impedisce la delibazione della sentenza ecclesiastica, il giudizio civile viene paralizzato solo dalla delibazione già avvenuta della sentenza ecclesiastica.
    A dar man forte, sempre nel 1997, con la sentenza n. 1345, la Cassazione ha sancito che la pendenza di un giudizio di divorzio di fronte alla giurisdizione italiana non viene interrotta per il contemporaneo svolgimento di un giudizio ecclesiastico di nullità.

  10. #10
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    Ho sentito dire che, essendo la verifica della Corte d'Appello soltanto sul metodo e non sul merito, si possono avere annullamenti ecclesiastici riconosciuti dalla legge italiana per motivi che non costituiscono, per la legge italiana, motivo di annullamento (ma lo costituiscono per quella ecclesiastica).
    E' corretto?
    There is no calamity greater than lavish desires.
    There is no greater guilt than discontentment.
    And there is no disaster greater than greed.

    Lao-Tzu

 

 
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