Il governo nepalese e la guerriglia maoista, dopo circa sei mesi di quiete, hanno sottoscritto un accordo di pace che mette formalmente fine a dieci anni di scontri e violenze che hanno causato la morte di circa 13 mila persone. L’accordo prevede che i ribelli si uniscano al governo di transizione e che le loro armi siano messe sotto la sorveglianza delle Nazioni Unite. Gran parte della popolazione nel regno himalayano vive in povertà e fino ad oggi la guerriglia, che ha controllato ampie zone del Paese, ha fortemente limitato lo sviluppo sociale e soprattutto quello del turismo, che è una delle principali risorse economiche. Tutti felici, tranne il re, il cui ruolo, adesso che le parti sono unite, è quantomeno incerto. Non sarà facile trasformare il paese in una repubblica: molti partiti nel governo spingono perché il monarca mantenga un ruolo pubblico, almeno a titolo cerimoniale. Il re è considerato dai fedeli induisti come l’incarnazione di una divinità.

Fonte: Peacereporter