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    Predefinito Soldatesse israeliane confessano torture contro palestinesi, anche ragazzini.

    Soldatesse israeliane confessano torture contro palestinesi, anche ragazzini. Leader palestinese ucciso a Dubai. Hamas accusa il Mossad


    Soldatesse israeliane29-01-2010/19:04 --- Confessioni choc di alcuni militari-donna israeliani su abusi compiuti da loro e dalle loro unità in Cisgiordania, la parte di territorio palestinese ancora sottoposta al controllo parziale dell'esercito dello Stato cosiddetto ‘ebraico’, compaiono in un nuovo rapporto diffuso in queste ore da Breaking the Silence, una organizzazione israeliana di attivisti dei diritti umani impegnata da anni a far luce sui crimini compiuti dalle forze armate di Tel Aviv. Impiegate in misura crescente in azioni di combattimento o di prima linea, le soldatesse ammettono - in alcuni casi - di aver partecipato o assistito a episodi di cui oggi si vergognano e che contrastano con i loro valori e con gli stessi principi insegnati nelle scuole militari. Si parla di atti di umiliazione o di pestaggi inflitti ai palestinesi compiuti solo per mostrarsi 'più dure' dei commilitoni maschi, del brivido provato da qualcuna nel poter schiaffeggiare impunemente un ragazzo arabo, ma anche di una mano rotta a un ragazzino fermo a un posto di blocco. E persino - lo racconta una ragazza che é stata in servizio nelle Guardie di Frontiera - di un bambino di 9 anni ferito a morte da un colpo sparato così, alla cieca. Tutti casi che Breaking the Silence - organizzazione naturalmente nel mirino dell'establishment politico israeliano - continua a chiedere invano al governo e allo stato maggiore di approfondire.

    E intanto oggi in tutto il Medio Oriente impazza la polemica dopo che il movimento politico palestinese Hamas ha denunciato l’assassinio di un suo leader, avvenuto il 20 gennaio scorso a Dubai. Forse é stata una dose di veleno, forse la morsa di uno strangolatore seguita a una misteriosa scossa elettrica. La cosa certa é che Mahmoud al-Mabhouh, esponente di spicco di Hamas e cofondatore delle brigate Ezzeldin al-Qassam (l'ala militare del movimento islamico palestinese che ha vinto le elezioni nel 2007), é morto in un albergo di Dubai: vittima - secondo familiari e compagni di lotta - del Mossad, i servizi segreti israeliani. A dare per primo la notizia é stato Izzat al-Rishq, uno dei membri del Politburo di Hamas rifugiati a Damasco, la città nella quale anche Mabhouh, 50 anni, viveva da oltre un ventennio dopo aver partecipato alla prima Intifada, essere uscito dalle carceri israeliane ed essere tornato nel mirino dello Stato occupante quale ''terrorista recidivo'' e presunto architetto della cattura e della morte di due soldati (Avi Sasportas e Ilan Saadon), nel 1989. ''Il nemico sionista ha assassinato Mahmoud al-Mabhouh'', ha sentenziato Rishq, accennando ad almeno due sicari. ''Non posso rivelare di più - ha aggiunto - poiché stiamo collaborando alle indagini con gli Emirati Arabi Uniti, ma posso dire che risponderemo (a Israele) a tempo debito''. L'annuncio non ha trovato - e non sorprende - alcun commento ufficiale in Israele che non ha smentito. Mentre le autorita' di Dubai si sono fatte vive solo alcune ore dopo Rishq per comunicare di aver individuato i responsabili della morte del palestinese in una non meglio precisata ''banda di criminali professionisti'': composta da persone in possesso ''per lo più di passaporti europei'' e ovviamente ormai lontana dal Golfo.

    Nulla di ufficiale, invece, sulle modalità dell’omicidio, che un fratello della vittima ha sostenuto essere stato perpetrato con l'uso di strumenti sofisticati: attraverso un congegno nascosto in un qualche oggetto (attualmente all'esame di specialisti) che avrebbe trasmesso una potente scossa elettrica alla vittima, mettendola al tappeto e consentendo ai suoi giustizieri di strangolarlo con tutto comodo. Fonti di Hamas da Damasco hanno parlato tuttavia di ''tracce di veleno'' nel corpo del ''martire''. Nelle ultime settimane altri due esponenti di Hamas sono stati uccisi in Libano in altrettanti attentati. Da Damasco il numero uno del movimento palestinese, Khaled Meshaal, si é rivolto direttamente a Israele: ''Dico a voi sionisti - ha tuonato - di non rallegrarvi. Avete ucciso un grande uomo, ma i suoi figli vi combatteranno... La Palestina é una terra benedetta e non resterà paziente''.

    IL MINATORE ROSSO: Soldatesse israeliane confessano torture contro palestinesi, anche ragazzini. Leader palestinese ucciso a Dubai. Hamas accusa il Mossad
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    Predefinito Rif: Soldatesse israeliane confessano torture contro palestinesi, anche ragazzini.

    Le soldatesse israeliane tirano fuori un po’ di cadaveri dall’armadio.

    6 anni dopo l’inizio della sua attività possiamo dire che l’organizzazione israeliana “Breaking the silence” sta facendo un buon lavoro. Il giornalista israeliano Amir Shilo racconta su Y-net le ultime testimonianze uscite su un libricino di testimonianze di soldati israeliani. Queste ultime dichiarazioni hanno una particolarità comune non da poco: sono state tutte rilasciata da donne, soldati dell’IDF, impegnate nei Territori Occupati.
    Ci raccontano come le donne abbiano la necessità di dimostrare ai colleghi uomini la loro forza e la loro capacità di essere macchine da guerra e quindi, spesso, questa morbosa necessità si risolve diventando peggio di loro, usando ancora più violenza, umiliando ancora di più il nemico. Che in questo caso, molto spesso, è inerme, è minorenne, è in uno stato di totale costrizione.
    E così le dichiarazioni lasciano particolarmente senza parole, i metodi usati per umiliare gli arabi fanno rabbrividire e pensare che tutto ciò venga compiuto da donne alla sottoscritta fa decisamente più schifo del solito. Negli ultimi anni il numero delle donne soldato impiegate nelle operazioni di guerra e in quelle di frontiera è di molto moltiplicato: avere testimonianze da loro è ancora più difficile perchè in quanto minoranza all’interno dell’IDF si trovano in una situazione di debolezza.
    Ma nel report dell’associazione sono circa 50 le donne soldato ad aver preso parola: tutte raccontano di come la violenza sia molto più brutale rispetto a quella dei loro colleghi. Si prendono i prigionieri e li si sbatte al muro, li si umilia facendoli cantare canzoncine, facendoli saltare al ritmo desiderato, deridendoli e schiaffeggiandoli anche per 6-8 ore di fila, senza alcuna ragione.
    Una soldatessa impiegata nell’unità di polizia militare Sachlav racconta di un bambino palestinese che ripetutamente avrebbe provocato i soldati e lanciato anche alcune pietre. Lo stesso bambino sembrerebbe aver causato la frattura di una gamba ad un soldato, perchè spaventatosi dal lancio di una pietra, sarebbe caduto rompendosi l’arto. L’immediata ritorsione viene raccontata così: il bimbo viene preso da due soldati e caricato su una jeep per esser portato al check point, da dove esce con una mano rotta, rotta sulla sedia su cui era stato fatto sedere.
    Ma nemmeno i bambini più piccoli vengono risparmiati da queste perversioni legalizzate: un’altra donna soldato racconta di un bimbo di soli 5 anni, schiaffeggiato con forza perchè piangeva. Gli urlavano di smettere di piangere, quando c’è riuscito ed ha abbozzato un sorriso gli è stato dato un forte pugno nello stomaco: “Non mi ridere in faccia!”, gli è stato urlato.
    Chi ha provato a ribellarsi a simili atti di violenza gratuita è stata/o rimproverato dagli ufficiali. ”Anche chi non partecipa a certe azioni sa che avvengono: tutti sanno e vedono quello che compie l’IDF”, racconta una testimone di guardia in un checkpoint nell’area di Jenin.
    “Ai checkpoint ci appropriamo del cibo e di qualunque oggetto: giocattoli, batterie, sigarette. Sono sicura che qualcuno di noi prende anche i soldi durante le perquisizioni. Una volta uno di questi furti è stato ripreso da una telecamera. Pensavo scoppiasse un caso e invece nessuno è stato punito. A noi è permesso colpire e umiliare come vogliamo.”
    Alcune testimonianze parlano con preoccupazione delle procedure israeliane per poter aprire il fuoco nei Territori Occupati, in particolare in situazioni di “ordine pubblico”. Ad esempio è procedura comune usare i proiettili di gomma puntando all’addome. Viene raccontato un episodio che ha portato alla morte di un bambino di 9 anni. Aveva provato a scavalcare la palizzata, è caduto e ha rinunciato fuggendo via in bicicletta: colpito all’addome (hanno dichiarato che stando in bici non lo riuscivano a colpire alle gambe). ”Nessuno viene mai punito per questo. Subito viene decisa una versione ufficiale: si parla di situazioni fuori controllo, pericolo di fuga di terroristi e il caso viene chiuso.”

    Le testimonianze sono tante e fastidiose che non ho la forza di raccontarvele tutte: non mi piace mettermi a tradurre le perversioni di una donna in divisa che per sentirsi “accettata” da un arabo in stato di fermo lo prende a calci nelle palle con i suoi “spettacolari anfibi militari”. Penso che non serva, sbagliandomi probabilmente, entrare per forza nel dettaglio.
    Ieri invece è stato PeaceReporter ( le notizie vengono sempre dal quotidiano israeliano Yedioth Ahronot ) a raccontarci come furono riscritte le regole di ingaggio per l’operazione “Piombo Fuso” a Gaza lo scorso anno. Anche questa volta le notizie ci arrivano attraverso le ammissioni di un alto ufficiale israeliano. “Non ci deve essere nessuno nell’area delle operazioni. Se ci sono segni di movimento, si spara. Sono queste, essenzialmente, le regole d’ingaggio. Sparare a cio’ che si muove”.

    http://baruda.net/2010/02/04/le-sold...i-dallarmadio/
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    Predefinito Rif: Soldatesse israeliane confessano torture contro palestinesi, anche ragazzini.

    Cisgiordania, confessioni choc delle soldatesse israeliane

    MILANO - Disposte a tutto. Pur di mostrare di essere come i colleghi maschi. Se non meglio. Anche a costo di uccidere un bambino. Senza motivo. O di spezzargli un braccio. Le confessioni choc di alcune soldatesse d’Israele stanno facendo discutere. Perché, per la prima volta, tutto questo è nero su bianco nell’ultimo rapporto diffuso da Breaking the Silence, una ong di attivisti israeliani dei diritti umani impegnata a far luce sul comportamento delle forze armate.

    Abusi, violenze ingiustificate, offese, atti di umiliazione, pestaggi. Sotto accusa tutte le unità femminili in Cisgiordania. Impiegate in misura crescente in azioni di combattimento o di prima linea, le soldatesse ammettono - in alcuni casi - di aver partecipato o assistito a episodi di cui oggi si vergognano e che contrastano con i loro valori e con gli stessi principi insegnati nelle scuole militari.

    E tutto per mostrarsi «più dure» dei commilitoni maschi, per provare il brivido nello schiaffeggiare senza motivo un ragazzo arabo, ma anche di rompere una mano a un ragazzino fermo a un posto di blocco. Così come sparare senza motivo - ammette una ragazza che ha prestato servizio nelle Guardie di Frontiera - a un bambino di 9 anni ferito poi a morte. Per il momento dai vertici dell’Esercito israeliano non è arrivata nessuna dichiarazione.

    La Sestina Esteri Cisgiordania, confessioni choc delle soldatesseisraeliane
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    Predefinito Rif: Soldatesse israeliane confessano torture contro palestinesi, anche ragazzini.

    «Israele, le soldatesse parlano»
    di Alessandra Colla - 09/02/2010

    Fonte: Alessandra Colla

    E pensare che il videoclip di Gianna Nannini Hey Bionda!, girato in Israele, in Italia l’avevano censurato…
    Correva l’anno 1988:

    Nel 1988, in piena Intifada (sollevazione) palestinese, la Commissione dell’ONU per i Diritti Umani vota una risoluzione che denuncia ancora il Terrorismo di Israele: “Nella risoluzione 1988/1A, la Commissione ripete la sua condanna delle politiche israeliane di violenza nei territori occupati, dove vengono spezzate le ossa ai bambini, alle donne e agli uomini, e dove le donne abortiscono a causa dei pestaggi. (La Commissione) condanna altre pratiche violente e sistematiche di Israele, fra cui le uccisioni, i ferimenti, gli arresti e le torture… e i rapimenti di bambini palestinesi.” […] Nel corso dell’anno (1988) Israele continuò a reprimere i palestinesi nei territori occupati… culminando con l’assassinio a Tunisi, commesso da un commando israeliano il 16 aprile, di Khalil al-Wazir, vice comandante in capo delle forze palestinesi e membro del Comitato centrale dell’OLP… Il 25 aprile il Consiglio di Sicurezza dell’ONU adottò la risoluzione 611… in cui si condanna Israele per l’aggressione contro la sovranità e l’integrità territoriale della Tunisia, in violazione flagrante della Carta delle Nazioni Unite, della legalità internazionale e delle norme di condotta.

    La canzone fu sbrigativamente tacciata di antimilitarismo, ma io e qualche altro malpensante ci vedemmo altro — e a giudicare dal videclip magari non è che ci siamo sbagliati tantissimo, va’.
    Fatto sta che 22 anni dopo le cose non sono cambiate di un ette, e anzi vanno pure peggio a giudicare dalle rivelazioni di alcune soldatesse israeliane, meritoriamente raccolte dall’organizzazione israeliana Breaking The Silence e meritoriamente tradotte da Maurizio Blondet. Qualche stralcio:

    Israele, le soldatesse parlano

    «Li facciamo stare in piedi, e c’è una canzoncina delle guardie confinarie che dice (in arabo) ‘Un hummus, un fagiolo, io amo le guardie di frontiera’; gliela facciamo cantare. Devono cantare e saltare, come si fa con le reclute… lo stesso, solo molto peggio. E se uno di loro ride, o noi decidiamo che qualcuno ha riso, lo prendiamo a pugni: perchè hai riso?, e giù un colpo… La cosa può andare avanti per ore, dipende da quanto si annoiano i soldati. Un turno di otto ore è lungo, bisogna passare il tempo in qualche modo».
    Così ha raccontato una soldatessa israeliana della Seam Line Border Guard. E’ una delle cinquanta testimonianze anonime che la benemerita associazione israeliana «Rompere il Silenzio» (Breaking the Silence) ha raccolto; cinquanta ragazze che hanno fatto il servizio militare a contatto coi palestinesi, hanno sorvegliato coi loro camerati maschi i posti di blocco ad Hawara, a Naalin o altrove, hanno partecipato alle brutalità quotidiane. […] «Abbiamo scoperto», dice Dana Golan, direttrice di Breaking the silence, «che le femmine erano anche più brutali e violente dei ragazzi, per mettersi alla pari». […]
    Una soldatessa della unità di polizia militare Sachlav, di base ad Hebron (città dove abitano 80 mila palestinesi e i soldati proteggono 480 ‘coloni’) ha raccontato di un bambino che provocava i soldati tirando delle pietre.
    «Un giorno ha persino spaventato un soldato nostro, che è caduto dalla torretta e s’è rotto una gamba. Allora due soldati l’hanno messo in una jeep, e due settimane dopo l’abbiamo rivisto con entrambe le braccia ed entrambe le gambe ingessate… ne abbiamo riso molto nell’unità… ci hanno raccontato come l’avevano messo a sedere, messo le sue mani su una sedia, e gliele hanno spezzate lì sulla sedia…».
    […]
    Un’altra soldatessa che è stata in servizio al posto di blocco di Eretz ha detto: «C’era una procedura per cui, prima di lasciare rientrare un palestinese nella Striscia, lo porti dentro la tenda e lo picchi».
    Una procedura?!, chiede l’intervistatrice di Rompere il Silenzio: «Sì, una procedura, coi comandanti». E quanto durava il pestaggio? «Non tanto, entro 20 minuti i camerati tornavano alla base, ma si fermavano a bere caffè e fumare sigarette mentre quelli del posto di comando lo picchiavano… Non era una cosa che accadeva tutti i giorni, ma c’era una sorta di procedura…».
    «Possono passare anche due o tre ore prima che (il palestinese) riesca a rientrare nella Striscia. Nel caso di un ragazzo, gli ci è voluta tutta una notte (in attesa al posto di blocco); il che è pazzesco, perchè si tratta di deici minuti a piedi. Li fermavamo continuamente mentre andavano, e ogni soldato gli dava un ‘buffetto’, compresi i comandanti».
    Una soldatessa, di leva nella guardie confinarie, ha raccontato come una volta andò con gli ufficiali a vedere un evento culturale a Tel Aviv: «Tornata al posto di blocco a Gaza, mi ha colpito la dissonanza: mezz’ora prima stavamo applaudendo a teatro, e mezz’ora dopo ci comportavamo come bestie. Quando sei al checkpoint, entri in un altro mondo. I palestinesi camminano con carrelli della spesa, con carretti coi muli, con borse e valige sul lato della strada… e le guardie di frontiera li bersagliano con spazzatura presa dal camion dei rifiuti… gli tirano resti di cibo, verdure marce…».
    […]
    Un’altra soldatessa ha parlato dei bambini che si avvicinando al checkpoint con dei giocattoli da poco prezzo da vendere: «Le guardie di confine negoziano con loro: bene, apri la borsa… Oh, ho bisogno di batterie… Le prendono, prendono qualunque cosa gli piace. Giocattoli, batterie, qualunque cosa. Sono certa che prendono anche soldi, ma non ricordo un episodio specifico…».
    […]
    Una soldatessa che è stata in servizio ad Hebron ricorda un altro divertimento: colpire quelli che aspettano al posto di blocco con i proiettili di pistole-giocattolo. «Ne avevamo un sacco… Ti annoi, sei seduto a fare la guardia e ‘tac, tiri ad uno, ‘tac’, tiri a un altro». Una volta una reporter palestinese scattò una foto: un soldato israeliano che teneva puntato il mitragliatore alla testa di un ragazzo. Una «pattuglia speciale» si formò, entrò a Hebron e tornò con le foto.
    «Non so se l’abbiano minacciata o l’abbiano pagata, la reporter. Le foto sono state distrutte il giorno stesso».
    Ma spesso non ci si limita ad usare proiettili-giocattolo. Le guardie di frontiera giudee hanno in dotazione proiettili di acciaio coperti da uno strato di gomma (li chiamano «proiettili di gomma», appunto).
    «C’era il protocollo chiamato ‘smantellare la gomma’, ossia spelare la gomma dai proiettili». Con questo, i cosiddetti «proiettili di gomma per il controllo delle folle» diventano letali. «E’ procedura normale mirare all’addome».
    Un’altra soldatessa ha raccontato di un bambino di 9 anni ucciso a Jenin: aveva cercato di superare la barriera, era caduto e stava scappando indietro, quando gli hanno sparato: «Gli hanno sparato quando era già nei Territori e non poneva alcun pericolo. E’ stato colpito alla pancia; i soldati hanno detto che era in bicicletta, per cui non sono stati in grado di mirare alle gambe».
    […]
    Un’altra dell’unità Sachalv ha descritto come, sotto i suoi occhi, una bambina ebrea di otto anni ha deciso di tirare una pietra in testa ad un passante palestinese: «Bum! Quello passava per strada, lei gli è saltata addoso e gliel’ha picchiata proprio sulla testa… poi ha cominciato a gridare: “Yuck, yuck, ho il suo sangue addosso!”».
    Siccome il palestinese s’era voltato verso la ragazzina, il gesto è stato interpretato come una minaccia da uno dei nostri soldati, che l’ha preso a pugni… l’arabo s’è riparato la ferita in testa con la mano ed è scappato…. Ero lì e guardavo con orrore… una bambina innocente, nel suo vestitino dello Shabbat… una volta l’ho vista che portava un suo fratellino sul passeggino, un bambino. Gli dava dei sassi e gli diceva: tirali agli arabi».
    […]
    Il portavoce di Tsahal ha risposto così alla pubblicazione di queste testimonianze: «Si tratta di testimonianze anonime, senza alcuna precisazione quanto ai luoghi e ai tempi, la cui credibilità non possiamo controllare» […]

    Chissà se queste testimonianze appariranno sui grandi media di casa nostra. Nutro un ragionevole dubbio. E mi sembra un valido motivo per romperlo, quel silenzio.

    «Israele, le soldatesse parlano», Alessandra Colla
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    Predefinito Rif: Soldatesse israeliane confessano torture contro palestinesi, anche ragazzini.

    Uno stato esemplare!
    Altro che le dittature arabe!
    ncav:

  6. #6
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    Predefinito Rif: Soldatesse israeliane confessano torture contro palestinesi, anche ragazzini.

    Le comunità israetiliche, Polverini, Bonino, padagni e berluscojoni, libera/zionisti e rifonda/zionisti etc che dicono?
    Ultima modifica di ARMINIUS; 19-02-10 alle 21:24

  7. #7
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    Predefinito Rif: Soldatesse israeliane confessano torture contro palestinesi, anche ragazzini.

    Citazione Originariamente Scritto da ARMINIUS Visualizza Messaggio
    Le comunità israetiliche, Polverini, Bonino, padagni e berluscojoni, libera/zionisti e rifonda/zionisti etc che dicono?
    Niente.
    Polverini,Bonino,padagni e berluscojoni sono esplicitamente
    filosionisti,mentre i rifonda-zionisti e la feccia della sionistra
    sono criptosionisti.

  8. #8
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    Predefinito Rif: Soldatesse israeliane confessano torture contro palestinesi, anche ragazzini.

    Citazione Originariamente Scritto da Nazionalistaeuropeo Visualizza Messaggio
    i rifonda-zionisti e la feccia della sionistra
    sono criptosionisti.
    "cripto" ?onf:

  9. #9
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    Predefinito Rif: Soldatesse israeliane confessano torture contro palestinesi, anche ragazzini.

    Citazione Originariamente Scritto da ARMINIUS Visualizza Messaggio
    "cripto" ?onf:
    Diciamo semicripto...
    parlano di Palestina(intendendo 2 popoli 2 stati)
    ma non si dichiarano apertamente filosionisti come
    fanno i destroidi.
    Mitici quando fecero i furbi evitando
    la marcia antiiraniana a Roma nel 2006 (
    tirarono fuori la scusa che non si parlava
    anche di Palestina)presentandosi e partecipando però
    a quella di MIlano organizzata da sionisti meno pittoreschi
    di quelli romani.

  10. #10
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    Predefinito Rif: Soldatesse israeliane confessano torture contro palestinesi, anche ragazzini.

    Citazione Originariamente Scritto da Nazionalistaeuropeo Visualizza Messaggio
    Diciamo semicripto...
    parlano di Palestina(intendendo 2 popoli 2 stati)
    ma non si dichiarano apertamente filosionisti come
    fanno i destroidi.
    Mitici quando fecero i furbi evitando
    la marcia antiiraniana a Roma nel 2006 (
    tirarono fuori la scusa che non si parlava
    anche di Palestina)presentandosi e partecipando però
    a quella di MIlano organizzata da sionisti meno pittoreschi
    di quelli romani.
    Visto che ho "diritto all'odio", confesso che odio più i siOnistri, spie e infiltrati, dei zionisti rei confessi. Quando arriverà il dies irae, i primi saranno squartati tra quattro cavalli imbizzarriti, gli altri semplicemente segati in due....
    P.S. Il termine "sionistra" è sotto MIO COPYRIGHT!
    Ultima modifica di ARMINIUS; 19-02-10 alle 22:45

 

 
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