Non c'è dubbio su questo.
L'archivio dell'UCSI (comunicazioni Nato ecc. ecc.) ad esempio è inaccessibile e per quanto riguarda gli archivi dei paesi dell'Est, i documenti venuti fuori sono una minima parte di quelli disponibili.
Materiale interessante ci sarebbe ai NARA di Washington, ma senza adeguati finanziamenti per la ricerca, sono ben pochi gli studiosi che si possono permettere uno studio sistematico ed approfondito di quella documentazione.
D'altronde, il problema è che spesso anche i documenti ormai pubblici e, teoricamente, liberamente consultabili, presentano problemi di accesso.
Vedi gli stessi atti processuali di Piazza Fontana che stanno di fatto marcendo nell'archivio del Tribunale di Catanzaro o anche solo tutti gli atti della Commissione Stragi che sono ammucchiati alla rinfusa e cercarvi qualcosa è divenuta una vera e propria impresa.
E' questo l'idolo no global????
Questa mi e' nuova.
Qualcuno mi sa dire se e' campata la' cosi' o se ci sono altri dati che fanno anche solo ipotizzare una simile affermazione?
No perche' se cosi' fosse, mi domando se devo fare una cura di fosforo oppure se ho abitato sulla luna pensando di essere qui...
Non so di questa strategia destabilizzante del PCI. Ma che
nel PCI ci fosse alla bisogna una struttura militare coperta e segreta è cosa risaputa. La prima pistola che ebbe il brigatista Franceschini, non la comprò mica in un'armeria. Gliela regalò un partigiano comunista di Reggio Emilia
Sempre a fare le verginelle voi comunisti.
Non mi interessa quanti anni hai ma ti ricordo che fai sempre in tempo a trasferirti in Cina dove i tuoi amici ti aspettano a braccia aperte per farti cucire i palloni per 20 ore al giorno e far incrementere il PIL!!!
Io sono di destra me ne sono andato in belgio e mi spacco la schiena per vivere.....
se nn ti piace l'italia fai sempre in tempo ad andartene....
Ti posso consigliare anche un viaggetto in Venezuela....ma attento a nn guadagnare più di 1000 euro al mese eh? che se no ti scambiano per ricco e ti espropriano pure le mutandine.
Ammetto di nn sapere chi sei, ma spero non sarai uno di quei tanti cretini comunisti che hanno famiglia ricca e si divertono a difendere i poveretti con i soldi ben tenuti in tasca.
Io sono di famiglia povera, ho studiato e ora mi trovo in Belgio a lavorare. Orgoglioso di essere di destra perchè da italiano, se vuoi il pane te lo riesci a guadagnare. Basta che la mattina ti svegli con il pensiero di lavorare e nn con il pensiero che lo 'Stato' ti debba trovare un posto lavoro, magari in pubblica amministrazione come i tuoi compagni, dove nn produrresti altro che spreco di soldi.
4 giugno 2001 Giovanni Pellegrino - Le ferite della memoria
Puntata realizzata con gli studenti del Liceo Scientifico "Giordano Bruno" di Torino
STUDENTESSA: Per iniziare vorrei leggerLe una poesia che Pietro Valpreda ha scritto durante la sua carcerazione per la Strage di Piazza Fontana: "Il silenzio, tre colpi nel silenzio: uno per uccidere la tua menzogna, uno per uccidere il tuo ricordo, uno per uccidere il mio tormento. Il silenzio è ora il nulla". La mia domanda è questa: quanta luce è stata fatta su questa strage e quanta menzogna è rimasta? A chi ha fatto comodo questo silenzio?
PELLEGRINO: Che sulla Strage di Piazza Fontana negli ultimi anni si sono fatti notevoli progressi, sul piano dell'accertamento della verità direi che, ormai, sia un fatto assodato. C'è stata una grande inchiesta, affidata ad un magistrato che ha lavorato in solitudine e con coraggio, accompagnato da un eccezionale Ufficiale dei Carabinieri, che è riuscito, soprattutto negli anni Novanta, a fare luce su tutto il contorno in cui maturò la Strage di Piazza Fontana: stiamo parlando del giudice Guido Salvini. Da quella inchiesta e da una inchiesta parallela, che ha riguardato la Strage di Via Fatebenefratelli, la Strage della Questura di Milano, sono nati poi due processi. Uno si è già concluso in Primo Grado davanti alla Corte di Assise di Milano, e l'altro si sta svolgendo davanti alla Corte di Assise di Milano; quest’ultimo è il processo che riguarda, specificamente, l’attentato di Piazza Fontana. L'ipotesi, che è stata formulata, la nuova ipotesi accusatoria, è che la strage di Piazza Fontana sia stata compiuta da giovani elementi di "Ordine Nuovo", una formazione politica che era a destra del Movimento Sociale Italiano, che intorno alla metà degli anni Sessanta furono sostanzialmente ingaggiati dal Servizio Segreto Militare Italiano, con tanto di autorizzazione. Questi elementi compirono la Strage di Piazza Fontana o nella speranza o nell'aspettativa, che da quella strage sarebbe poi nata la dichiarazione dello stato di emergenza da parte del governo e quindi uno spostamento a destra dell'asse politico italiano. Di fronte alla reazione eccezionale che la città di Milano ebbe dopo la strage di fronte ai morti e ai feriti, il Presidente del Consiglio, Mariano Rumor, non dichiarò lo stato di emergenza, cosicché la Strage della Questura, che fu di qualche anno successivo, ebbe come obiettivo proprio Rumor. Quest’ultimo, nel frattempo, era divenuto Ministro dell'Interno, ma l’attentato non cerco di colpire in lui il Ministro degli Affari Interni, come era all'epoca, ma il Presidente del Consiglio colpevole di non aver dichiarato lo stato di emergenza subito dopo la Strage di Piazza Fontana. Noi, in questa legislatura, in Commissione Stragi abbiamo ascoltato uno dei protagonisti della Prima Repubblica, il Senatore Paolo Emilio Taviani, che ci ha detto espressamente che non possiamo capire nulla di Piazza Fontana se non partiamo dal presupposto che la bomba, nelle ipotetiche intenzioni degli organizzatori della strage, doveva scoppiare quando la banca era chiusa, così come, in effetti, scoppiarono altre bombe in quella stessa tragica notte, del 12 dicembre '69, a Roma e a Milano, e che però non fecero vittime. Ha aggiunto Taviani che Piazza Fontana fu organizzata da "persone serie". Io, personalmente, non posso pensare che persone serie, come, ad esempio, un certo, ipotetico, colonnello dei Carabinieri - cito a memoria - abbiano potuto deliberatamente uccidere sedici italiani dilaniandoli con una bomba. In un libro di Memorie di Edgardo Sogno, che è stato pubblicato pochi mesi fa, Edgardo Sogno riferisce di aver saputo pochi giorni prima della Strage di Piazza Fontana da un deputato democristiano, vicino ad Andreotti, che ci sarebbero stati dei botti, ma che quei botti non avrebbero dovuto fare vittime. Quindi noi possiamo ritenere oggi, sul piano della verità storica, anche se non ancora sul piano della verità processuale, accertata la ragione, il perché di quella strage. Quello che non possiamo sapere con assoluta certezza è se le vittime ci furono perché il timer fu posizionato male o perché si sbagliò nel prevedere l'orario di apertura e di chiusura della banca. Non possiamo sapere con assoluta certezza se ci furono tutti quei morti solo perché la Banca Nazionale dell'Agricoltura, quel pomeriggio, rimase aperta più a lungo (in quanto si stava svolgendo la Borsa dei Bovini), oppure perché concretamente coloro che misero la bomba, i giovani di Ordine Nuovo, ritennero opportuno "innalzare il livello offensivo dell'attentato". Direi quindi che, sul piano della verità storica, il problema che poneva quella poesia di Valpreda può considerarsi risolto.
http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=815