VICENZAPIU' DEL 17112006
Se ne parla da dieci anni, e sembra ieri. Già, perché ‘ieri’, cioè nel 1996, vinceva l’Ulivo con a capo Romano Prodi (più la ‘desistente’ Rifondazione Comunista) e si discuteva di creare una nuova formazione politica che riunisse il centro e la sinistra della coalizione. Oggi al governo abbiamo sempre Romano Prodi (con Rifondazione dentro l’Unione) e si continua a dibattere su questa innovativa ‘cosa’ chiamata, all’americana, ‘Partito Democratico’. L’inerzia di chi rappresenta il popolo italiano sarebbe materia da far studiare nei laboratori di fisica. Anche a Vicenza si è da poco costituita un’“Associazione per il Partito Democratico”, sotto il cui marchio – che già esisteva, coordinatore Federico Formisano – sono confluite “Vicenza Riformista”, guidata dal consigliere comunale diessino Ubaldo Alifuoco, e il “Comitato Cittadini per l’Ulivo”, responsabile Adriano Verlato. Una sfida, questa del partitone ulivista, che potrebbe avere ricadute destabilizzanti anche sul quadro politico locale.
Ma cominciamo dal chiarire un punto: si sono spesi fiumi di parole e d’inchiostro sul ‘contenitore’, cioè su cosa uscirà dall’unione fra Margherita e Ds, ma si sa ancora poco o niente del ‘contenuto’, ovvero delle idee che dovranno ispirare il futuro Pd. Formisano (ex democristiano, già consigliere comunale e assessore) risponde con la magica parola “riformismo”. Sì ma che vuol dire?, gli chiediamo. “Politica riformista è avere una cultura di governo, che in economia significa puntare alla crescita e alle riforme strutturali, per esempio nelle pensioni. Superando l’ottica di chi vuole soltanto che la torta venga distribuita equamente. Questo va bene, ma bisogna anche pensare a farla crescere, la torta!”. Cioè essere attenti allo ‘sviluppo’, ovvero ai profitti delle imprese. “Che non vanno demonizzati come fa la sinistra radicale”, puntualizza Alifuoco, “ancorata com’è a un’ideologia otto-novecentesca che vorrebbe si uscisse dal sistema di mercato. Noi invece diciamo: riformiamo, correggiamo gli spontaneismi del mercato attraverso una politica di solidarietà sociale in cui lo Stato non intervenga direttamente, ma si limiti a regolare. Noi uniamo socialismo, liberalismo – perché per noi fondamentale è la libertà individuale e la distinzione Stato-impresa – e il cattolicesimo progressista”, spiega Alifuoco. D’accordo, ma a proposito di cattolicesimo, come conciliare le posizione etiche di certe frange della Margherita più legate alla Chiesa e la laicità di gran parte dei Ds, per esempio sui pacs, l’eutanasia o la liberalizzazione delle droghe leggere? “Nei grandi partiti come il Democratico americano o il Laburista inglese questi problemi di carattere etico non esistono”, taglia corto Formisano, “solo da noi se ne fa una questione strumentale. Ci si intestardisce a voler cercare punti in comune là dove non ce ne potranno mai essere. Ma questo non impedisce di trovare un collante sui grandi temi di politica economica, sociale, estera”. Ecco, quali saranno le idee del Pd su questi temi? Stanno emergendo in qualche modo? “Vicenza Riformista e ora l’Associazione per il Pd stanno proprio svolgendo il ruolo di approfondimento programmatico tramite gruppi di lavoro tematici, che poi producono schede sintetiche da pubblicare su internet come questa”, ci dice Alifuoco porgendoci un documento sull’urbanistica. Sinistra Ds e settori della Margherita lamentano tuttavia un completo deficit di dibattito interno. “La verità è che pensano alle poltrone, alle rendite di potere: se ora ci sono due segreterie, poi ce ne sarà soltanto una”, è la dura replica di Alifuoco. E di rincalzo Formisano: “Nella Margherita esponenti come Variati si dicono favorevoli ma hanno sempre voluto rimandare. Chi vuole partecipare all’elaborazione delle idee si faccia avanti”.
La palla ora rimbalzerà sul campo dei congressi dei Ds e della Margherita, entrambi previsti nella primavera del 2007 quando a Vicenza si svolgeranno le elezioni per la Provincia. “Per quella data, si dice, ci sarà una lista unitaria dell’Ulivo”, dice Formisano. E per le comunali del capoluogo nel 2008? Risposta formisaniana: “C’è chi ipotizza che il Pd vedrà la luce nel 2009, in tempo per le politiche. Di sicuro noi vogliamo andarci passando per delle vere primarie, in cui cioè ci sia una reale competizione fra candidati”. Sempre restando sul locale, col Pd saranno più facili alleanze con centristi (il Ppe di Carollo, o l’Udc) o anche con una Lega Nord corrente Dal Lago che già a Roma manda segnali collaborativi al centrosinistra? Formisano: “In una democrazia che vede, caso unico al mondo, un Berlusconi che definisce ‘comunisti’ tutti quelli che stanno dall’altra parte, non essere più considerati tali mette in una posizione che permette un dialogo su alcuni temi”. Alifuoco: “Il nostro è un atteggiamento pragmatico, vogliamo andare a vedere se ci sono punti d’incontro”. A Vicenza il ‘governo dei migliori’ con Lega e centristi si può fare, dunque. “Dipende: se il Pd riuscirà a essere quel nucleo forte che non prescinde ma coinvolge i due partiti che lo compongono, e se supererà la soglia del 30%, allora non è esclusa questa possibilità”, dicono in coro i due. Perché “per rimettere in sesto Vicenza dal disastro di 9 anni di governo Hullweck bisogna avere un consenso ampio, non una maggioranza risicata”, sottolinea Formisano. L’anno che verrà sarà quello decisivo