FOLGORAZIONI
“[...] conobbi Ar per merito (oh, sommo merito!) Suo.
La frase cui alludevo viene citata in una nota. E' tratta dai distici introduttivi di Freda ai testi collezionati in Risguardo IV; precisamente da quello che presentava lo scritto di Vulpitta (persona che, se non erro, fu il tramite per cui Lei giunse a riportare le righe dell'Editore).
Ed è la seguente (cito a memoria): "...la naturalezza di questa rappresentazione è per cuori inclini a scorgere; la sua bellezza è per occhi addestrati a vedere".
Pensava si trattasse di qualcosa di più grosso, di più eclatante? L'ho stupita?
In quella frase c'è così tanto da poter dedurre! C'è un uomo che ebbe il più grande coraggio attivo e reattivo, Freda, capace di obbedire con tutto sé stesso alle ragioni dello stile, al diktat della pertinenza semantica.
Così: i vocaboli della sfumatura, dell'imprecisato ("naturalezza", "cuori", "inclini", "scorgere"), che si dispongono in parallelo rispetto a quelli della precisione e della decisione ("bellezza", "occhi", "addestrati", "vedere"). I miei occhi (addestrati, se non a vedere, a contemplare le parole), colsero i profili di una sensibilità incomune. Per me, di fulgida bellezza.
E ora, quando mi propongono gli enigmi di un'Italia misteriosa rimandandomi cupamente a Freda, e seguendo piste indiziarie impossibili, non accetto neppure l'ipotesi di una riprovazione verso di lui.
Chi risponde con tutto sé stesso agli imperativi dello stile non può essere sottoposto a inquisizione da coloro i quali non sanno nemmeno che cosa esso sia, né che ci sia. Lo stile
-------------------------------
Onorevoli Convenuti,
propongo un Amnistia , magari contro il volere degli Amministiati.
il primo firmatario , se alcuno , dovrà essere M.M.