L’Italia sta perdendo i suoi pezzi più pregiati e poiché non disponiamo di una classe dirigente degna di questo nome è inevitabile che le più importanti aziende pubbliche o ex pubbliche, nella quasi indifferenza generale, vengano messe in vendita e trasferite sic e simpliciter ad imprese straniere un tempo loro concorrenti. Il Libero Mercato in Italia si è manifestato assumendo forme che testimoniano di come siamo diventati terra di conquista per avventurieri italiani e stranieri. In vendita ultimamente è finita Alitalia, travolta dai debiti e da una gestione dissennata che ha trasformato in un colabrodo quello che un tempo, negli anni sessanta e settanta, era un fiore all’occhiello della nostra economia. In vista c’è un matrimonio con Air France che finirà inevitabilmente per cannibalizzarla, troppo enorme è infatti il divario economico e industriale tra la compagnia francese e quella italiana. Per quanto riguarda le autostrade non è che vada meglio; i Benetton soci di riferimento di Autostrade spa hanno deciso la fusione per incorporazione della società italiana nella spagnola Abertis, un matrimonio che comporterà il trasferimento in Spagna della direzione del nuovo grande gruppo concessionario che da lì verrà gestito e dove affluirà la gran parte dei dividendi. E' notte fonda pure per le Ferrovie che stanno pagando adesso le dissennate scelte fatte dai vari governi nei decenni passati a favore del trasporto su gomma, un regalo fatto alla Fiat. Ci troviamo così oggi con una rete ferroviaria che è 10 anni indietro rispetto ad altri paesi europei e già fanno capolino società straniere intenzionate a fare man bassa approfittando della inevitabile separazione che ci sarà tra la società gestore della rete e le società che la utilizzeranno.
Non sfuggirà che abbiamo parlato di aerei, strade e ferrovie, quindi di infrastrutture, senza il cui sviluppo un paese muore. Quello che purtroppo sta succedendo all’Italia