Il Kgb conferma: la commissione Mithrokin voleva infangare la sinistra
Marco Tedeschi
Le spie russe confermano: il vero obiettivo della commissione Mithrokin era fabbricare scandali falsi per incriminare Prodi, la sinistra e i Verdi. Lo rivela Repubblica pubblicando la sbobinatura di due lunghe conversazioni, che risalgono ai primi mesi dello scorso anno. Una con Aleksandr Litvinenko, la spia russa uccisa per avvelenamento a Londra ed Evgeni Limarev, ex ufficiale del Kgb. Non furono mai sentiti ufficialmente dalla commissione, ma interrogati, in incontri segreti, da quel Mario Scaramella che lavorò come braccio destro di Paolo Guzzanti, il senatore forzista presidente della Mitrokin. Riferisce Litvinenko a Repubblica: «Ho offerto i nomi degli uomini del Kgb che avevano operato in Italia, ma Mario (Scaramella, ndr) insisteva su tre questioni: il sequestro Moro e i rapporti di Prodi con il Kgb. Mi raccontò che Prodi conosceva l'indirizzo dove le Br tenevano sequestrato Moro per averlo appreso durante una seduta spiritica. Mi chiese se non ritenevo che Prodi avesse appreso del covo dal Kgb. Mi chiese anche se il sequestro non fosse stato organizzato dal Kgb e se avesse addestrato le Br. Dissi che non conoscevo alcun dettaglio del sequestro e che non avevo mai sentito parlare di Prodi».
Seconda questione: «Mario sembrava ossessionato dal gruppo dei Verdi. Non avevo particolari informazioni. Piuttosto fui io ad ascoltarlo attentamente, mentre sosteneva che dietro la loro attività politica potessero nascondersi interessi del Kgb». Terza ossessione di Scaramella: «Voleva sapere se gli affari dell'Olivetti nell'ex Unione Sovietica nascondevano legami con il Kgb. Ho semplicemente spiegato che ogni azienda che operava sul mercato sovietico veniva spiata dal Kgb». Mario gli ha fatto molte altre domande su personaggi italiani di cui parla Limarev: «Scaramella voleva che avvallassi le sue notizie che mi sembravano grottesche. Mi mostrò anche un elenco di personalità». Limarev fa i nomi: il Verde Pecoraro Scanio, Cosimo Sgobio e Oliviero Diliberto (Comunisti Italiani) Alfonso Giani (Rifondazione comunista) Antonio Rotundo,Umberto Ranieri e Eugenio Duca (Ds). Non avevo visto mai in vita mia alcuno di quegli uomini ma anche un bambino avrebbe capito cosa bolliva in pentola. Il dossier Mitrokin per Scaramella e Guzzanti era solo un negozio in cui ammassare dividendi politici, ricatti per le personalità coinvolte, buoni affari con la raccolta di finanziamenti da organizzazioni governative».
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=61352
Ennesima conferma della bontà di questi farabutti che hanno anche il coraggio di pretendere solidarietà per il burattinaio...