Sono tutti d’accordo, Visco, Bersani e Padoa Schioppa, sul fatto che l’aumento del gettito fiscale registrato negli ultimi 11 mesi, pari al 12,2%, rappresenta l’elemento necessario per poter pensare in un futuro non troppo lontano ad una riduzione della pressione fiscale.
«La terapia del governo funziona», dice il viceministro dell’economia Vincenzo Visco, dichiarandosi «molto soddisfatto» dell'andamento delle entrate fiscali, che registrano un boom a novembre. «Negli ultimi mesi – continua Visco - avevamo assistito a qualcosa del genere. Questo risultato era inatteso nell'entità. E' stata importante la manovra di luglio, che ha chiuso possibilità di evasione ed elusione». C'e' più attenzione a pagare «assolutamente. E la cosa più interessante di questi dati è che l'imposta che aumenta di più è l'Iva che è quella in teoria è legata al ciclo dell'economia: qui finisce che molta gente si è messa a fare ricevute, e a pagare di più».
Secondo Visco, «la cosa più importante è che abbiamo invertito una tendenza negativa del gettito». Anche se questo non si tradurrà in un immediato abbassamento delle tasse. «Dipendesse da me, lo farei anche subito, se fossimo sicuri sul lato della spesa». Ma il fatto è che «quello di cui l'opinione pubblica non è stata informata assolutamente è che la situazione del Paese era sull'orlo del collasso. Sul bilancio 2006 vale la sentenza sull'Iva auto che si poteva evitare tranquillamente se avessero gestito la situazione con più consapevolezza. Poi abbiamo la questione delle Ferrovie che pesa sul disavanzo. Poi abbiamo le spese pubbliche che erano bloccate e devono ripartire, perchè sennò si ferma la macchina dello Stato. C'e' l'ordine pubblico, la Difesa, l'istruzione: erano tutti tagli spaventosi fatti solo sulla carta per far tornare i conti. Tutta questa roba viene meno. Poi ci sono situazioni come Alitalia: la situazione è drammatica. Quello che c'è di positivo è che probabilmente abbiamo ripreso il controllo del bilancio, e riavviato un minimo funzionamento ordinario. E quindi, se le cose continueranno così, forse, potremmo cominciare a ridurre le tasse abbastanza presto».
Concorde sull’analisi del viceministro anche il ministro per lo sviluppo economico Pierluigi Bersani. «Direi che è un buon segnale. Mi sembra che l'aria che tira cominci ad essere quella: qualche segnale di ripresa nell'economia e anche un segnale netto di ripresa dal lato della fedeltà fiscale. La nostra intenzione – spiega Bersani - è aumentare il tasso di fedeltà fiscale per poter via via ridurre le aliquote. Questo fa bene al mercato, alla vita civile e ai contribuenti, perché l'unica vera possibilità di ridurre le tasse è il fatto che un po' tutti le paghino. Senza questo non ci sarà mai la possibilità di ridurre sul serio le aliquote».
Le tasse potranno essere ridotte grazie al buon andamento delle entrate ma «l'operazione non può essere fatta immediatamente». Cautamente ottimista anche il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, che - mentre va avanti la discussione in Senato - ha invitato gli osservatori della Finanziaria a non essere «precipitosi» e ad aspettare che i provvedimenti del Governo diano i propri frutti. «Occorre prima vincere la guerra contro l'evasione e poi godersi i frutti» ha detto il ministro precisando anche che il Governo rimborserà i proventi maggiori che deriveranno dalla lotta all'evasione fiscale.
In ogni caso, secondo il ministro, la Finanziaria rappresenta «uno sforzo che ci possiamo permettere», e la retorica del 'lacrime e sangue', ha proseguito è quindi «eccessiva». Questo perchè «la generazione vivente italiana - ha aggiunto - è quella che gode di maggior benessere da secoli. Lo sforzo che ci possiamo permettere non mette in discussione in maniera fondamentale i livelli di benessere».