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    Predefinito Tafferugli all'università di Napoli

    TAFFERUGLI AI CANCELLI DELL’UNIVERSITA’ BLINDATA


    Stamattina, 28 novembre 2006 in una Monte Sant’Angelo presidiata da carabinieri, polizia, finanza, s’è tenuta l’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università Federico II: c’era il Presidente della Repubblica Napolitano, il Ministro Mussi, i Rettori Trombetti e Ciriello, professori in toga d’ermellino, rappresentanti del Ministero e – a testimonianza che l’Università s’è fatta azienda- Confindustria!
    Gli unici esclusi, ovviamente: gli studenti!
    Come studenti appartenenti ai collettivi studenteschi universitari autorganizzati abbiamo deciso di essere presenti in questa giornata vergognosa, presidiando l’entrata di Monte Sant’Angelo per tutta la mattinata.
    Abbiamo visto sfilare davanti ai nostri occhi decine e decine di auto blu, nelle quali sedevano, protetti da imponenti cordoni di poliziotti, solo alcuni dei responsabili dello sfacelo in cui versa la nostra università.
    Diritto allo studio negato perché dato in gestione ad aziende (ADISU), ricerca e didattica sempre più asservite alle logiche del mercato, università che si pubblicizzano, che si metto sul mercato, che ci offrono uno studio sempre più nozionistico e ci spingono ad una competizione sfrenata.

    Ovviamente queste verità non potevano rovinare la festa e perciò, quando la polizia ha permesso l’ingresso ai rappresentanti dell’UDU ( “rappresentanti ufficiali degli studenti”, in realtà politicanti in erba legati ai poteri forti, al governo nazionale, alla Regione Campania ), la provocazione ha assunto toni insopportabili: il clima s’è fatto teso.
    Noi non siamo amici di nessun governo, di nessun ministro, di nessun presidente, ed a ricordarcelo
    sono state le “attenzioni” che abbiamo ricevuto da parte delle forze dell’ ordine che con calci, pugni, spintoni e virilissimi sputi hanno finito per accerchiarci.
    Per più di un’ora, come affermato senza vergogna dal questore Fiorolli, siamo stati letteralmente “sequestrati”: la polizia, circondandoci, infatti, ci ha impedito qualsiasi spostamento.
    Quando gli illustri ospiti hanno lasciato l’Università, ci siamo diretti al Rettorato della Federico II –anch’esso per l’occasione presidiato dalla DIGOS - da dove stiamo inviando questo comunicato.
    Siamo tornati nella NOSTRA università per ribadire a tutti, Rettore, Ministro, Confindustria, Unione Europea, che è solo con esercito e polizia che ci possono tenere fuori!
    Domani, come ogni giorno, continueremo nelle nostre facoltà a denunciare le loro sporche politiche: aziendalizzazioni, privatizzazioni, asservimento alle logiche del profitto di ricerca e didattica.

    NESSUN GOVERNO, NESSUN MINISTRO, NESSUNA RIFORMA AMICA!

    INTERFACOLTA’ (COORDINAMENTO DEI COLLETTIVI UNIVERSITARI) - NAPOLI

  2. #2
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    Comunicato Stampa : Studenti caricati dalla polizia all’inaugurazione dell’anno accademico a Napoli

    Stamane centinaia di studenti hanno manifestato contro la presenza del Ministro dell’Universita’ Mussi alla inaugurazione dell’anno accademico dell’Universita’ Federico II . Il Ministro Mussi dopo i tagli in finanziaria alle Universita’ ha avuto il coraggio di presentarsi all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Universita’ di Napoli, citta’ dove i tagli alla cultura, alla ricerca ed alla formazione sicuramente assumono un rilievo maggiore data la situazione drammatica che la citta’ sta vivendo.
    Il rettore della Federico II Trombetti ha deciso insieme alla Questura di Napoli di blindare l’Universita’ di Monte Sant’Angelo dove si teneva l’inaugurazione dell’anno accademico, impedendo con un massiccio schieramento di forze dell’ordine che gli studenti potessero intervenire alla cerimonia, caso di assoluta gravita’ in cui la stessa istituzione universitaria e’ stata sottratta agli studenti per un giorno per consentire al ministro di poter sfilare in passerella.
    Nel frattempo alcuni studenti appartenenti alla CGIL sono stati invitati ad entrare per conferire con il Ministro Mussi.
    Quando le organizzazioni di base degli studenti, in presidio fuori all’edificio di Monte Sant’Angelo, hanno provato ad avvicinarsi all’ingresso dell’Universita’ per consegnare a Mussi un documento di critica per i tagli all’univerista’ ed alla ricerca del governo Prodi, sono stati violentemente caricati dalla polizia.
    Diversi studenti sono rimasti contusi negli scontri che si sono sviluppati fuori dall’Universita’ di Monte Sant’Angelo.
    Un episodio gravissimo che testimonia come ogni critica al governo Prodi venga repressa con i manganelli e con la violenza poliziesca utilizzando le questure come metodo di risoluzione dei conflitti sociali.
    In questo momento gli studenti si stanno ricompattando in presidio sotto la Universita’ di Monte Sant’Angelo dove sono completamente circondati dalla polizia, e terranno nel pomeriggio un’assemblea degli studenti universitari per raccontare quanto accaduto.

    RETE STUDENTI CONTRO LA PRECARIETA’

  3. #3
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    Napoli, contestazioni a Napolitano
    all'università scontri studenti-polizia

    Un gruppo di giovani dei collettivi di sinistra protestava contro la privatizzazione degli atenei. E ha tentato di entrare nell'Aula Magna dove il presidente assisteva all'inaugurazione dell'anno accademico


    Napolitano all'Università di Napoli
    Scontri tra polizia e studenti
    Un gruppo di manifestanti voleva entrare nell'Aula Magna dove
    il presidente si trovava per l'inaugurazione dell'anno accademico

    NAPOLI - Momenti di tensione fuori dall'Università "Federico II", dove il capo dello Stato Giorgio Napolitano sta assistendo all'inaugurazione dell'anno accademico. Una cinquantina di studenti aderenti a collettivi di sinistra ha tentato di portare la protesta nell'Aula magna, per manifestare contro la privatizzazione dell'università.

    Un tentativo impedito dalla polizia. Inevitabile il contatto con i ragazzi che sostengono di essere stati anche presi a calci e gli agenti che spiegano di aver semplicemente impedito l'ingresso ai manifestanti e parlano di due poliziotti contusi. A scatenare il contatto il tentativo di otto manifestanti di scavalcare una transenna per entrare nell'aula magna e consegnare un documento al ministro della Ricerca Fabio Mussi.

    I manifestanti hanno poi contestato la delegazione del sindacato studentesco che è entrata nell'ateneo dove ha mostrato uno striscione con la scritta "Rilanciamo l'università pubblica" e una lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica.

    (28 novembre 2006)

    http://www.repubblica.it/2006/11/sez...apolitano.html


    Napoli, 112
    NAPOLITANO: MOMENTI TENSIONE PER PROTESTA STUDENTI
    Momenti di tensione fuori dall'Universita' "Federico II", dove il capo dello Stato Giorgio Napolitano assiste all'inaugurazione dell'anno accademico. Una cinquantina di studenti aderenti a collettivi di sinistra, che protestavano all'esterno della struttura, ha tentato di portare la protesta nell'Aula magna, per manifestare contro la privatizzazione dell'universita'; la polizia gliel'ha impedito e ci sono stati momenti di frizione e di contatto. I ragazzi sostengono di essere stati anche presi a calci, gli agenti di aver semplicemente impedito l'ingresso ai manifestanti. Otto dei manifestanti hanno anche tentato di scavalcare una transenna per entrare nell'Aula magna e consegnare un documento al ministro della Ricerca Fabio Mussi. Da questo gesto, il contatto fra dimostranti e polizia al termine del quale gli agenti danno un bilancio di due poliziotti contusi.

    http://www.repubblica.it/news/ired/u...ml?ref=hpsbdx4

  4. #4
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    Ecco la versione dell'Unità su quanto accaduto oggi all'Università di Napoli.
    State molto attenti a quello che c'è scritto perchè a mio parere queste righe si sarebbero potute benissimo leggere su testate come "Libero" o "Il Secolo d'Italia".

    L´ultimo appuntamento partenopeo del capo dello Stato – l´inaugurazione dell´anno accademico dell´università Federico II - è stato accompagnato da alcuni momenti di tensione. Alcune decine di studenti dei collettivi di sinistra, che protestavano all'esterno della struttura contro la privatizzazione e la precarizzazione negli atenei, ha tentato di portare la protesta nell'Aula magna, ma la polizia li ha respinti con decisione.

    Lunedì pomeriggio, il presidente della Repubblica, parlando nella sacrestia della basilica di Santa Maria al rione Sanità di Napoli, dove si è collegato in video-conferenza la parrocchia di un altro quartiere difficile, Salicelle, aveva chiesto ai giovani uno sforzo comune: «Il futuro è nelle vostre mani, nelle vostre e nelle nostre. Non siamo due cose differenti, i giovani, i ragazzi, e lo Stato e la Chiesa. Siamo impegnati nella stessa battaglia».


    Il "governo amico"....
    E questo è il giornale di massimo riferimento della sinistra italiana.

    A luta continua

  5. #5
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    A luta continua

  6. #6
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    Sta diventando una polveriera...

  7. #7
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    A Napoli la situazione è sempre più tragicomica...
    A pugno kiuso!

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da chenap Visualizza Messaggio
    A Napoli la situazione è sempre più tragicomica...
    Effettivamente compagno tu sei di quelle parti. Sicuramente saprai dirci qualcosa di più di quello che sappiamo noi.
    Certo che vedendo quelle foto e leggendo quelle dichiarazioni e sapendo che dietro c'è tutto l'allarme Camorra (che è interessante notare che a Napoli sia conosciuta anche col termine di "Il Sistema") mi sembra tutto un pò surreale.

    Tutti quei poliziotti e carabinieri impegnati a tenere buoni e manganellare degli studenti che protestano per i loro diritti (visto e considerato che le tasse universitarie si pagano e salate) avrebbero potuto essere impiegati per ben altri scopi oggi.

    A luta continua

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Sandinista Visualizza Messaggio
    Effettivamente compagno tu sei di quelle parti. Sicuramente saprai dirci qualcosa di più di quello che sappiamo noi.
    Certo che vedendo quelle foto e leggendo quelle dichiarazioni e sapendo che dietro c'è tutto l'allarme Camorra (che è interessante notare che a Napoli sia conosciuta anche col termine di "Il Sistema") mi sembra tutto un pò surreale.

    Tutti quei poliziotti e carabinieri impegnati a tenere buoni e manganellare degli studenti che protestano per i loro diritti (visto e considerato che le tasse universitarie si pagano e salate) avrebbero potuto essere impiegati per ben altri scopi oggi.

    A luta continua
    la parola "camorra" è poco utilizzata dagli ambienti malavitosi che appunto denominano l'"organizzazione" genericamente come "o sistema".

    ho messo le virgolette intorno alla parola organizzazione perché faccio fatica a pensare ad una organizzazione strutturata per parlare del sistema, che in realtà ha ben poco di strutturalizzato.

    Il sistema non è fortemente centralizzato e gerarchico come (penso che sia) la mafia in Sicilia.
    E' formato di tanti piccoli clan legati a famiglie allargate che riescono ad avere l'egemonia su piccole zone (spesso su singole vie) e il coordinamento (da quanto si percepisce) è molto debole e avviene solo tramite accordi tra singoli clan. Non c'è in poche parole una struttura superiore come funziona in Sicilia o come funzionava fino agli anni '80 anche in Campania con la Nuova Camorra (che era una sorta di tentativo di "mafizzazione" della camorra).

    O Sistema ha un radicamento sul territorio molto più capillare di quel che si può credere grazie all'assenza totale dello Stato, alla mancanza di lavoro, all'enorme quantità di attività illegali e soprattutto per la completa mancanza di "senso della legalità" di vastissime zone della popolazione.

    Lo Stato è visto dalla stragrande maggioranza della popolazione come un nemico da combattere e fregare in qualunque maniere. Lo Stato è "nu mariulo" (ladro) ed evadere le tasse è visto come sinonimo di furbizia.

    Il lavoro è una pura utopia per molti e la stragrande maggioranza dei giovani si devono accontentare di piccoli lavoricchi rigorosamente in nero. Se un padrone ti offre un lavoro "regolare" (anche se supersfruttato e interinale) sei molto fortunato. E da questo si spiega un certo servilismo dei napoletani nei confronti dei "datori di lavoro" che sono visti un po come dei venditori di acqua nel deserto.

    La piccola delinquenza è a livelli impressionanti. Con l'assenza dello Stato e di un qualsiasi potere (almeno fino a qualche anno fa i grandi clan riuscivano a tenere sotto controllo i delinquentelli da strada) la città è in balia di piccole gang di ragazzini di 15/16 anni che possono fare il bello ed il cattivo tempo.
    La violenza e la completa mancanza di senso della legalità riguarda grandissima parte della popolazione napoletana e le norme che possono sembrare scontate nel resto d'Italia sono disconosciute a Napoli e provincia. Portare il casco sul motorino è una rarità che viene presa di scherno e sinonimo di stupidità per la maggior parte della popolazione ed in alcuni quartieri i clan proibiscono addirittura l'uso del casco per poter essere sempre identificati nella zona.
    Sono piccole cose che però danno il senso della completa mancanza di senso civico che colpisce la stragrande maggioranza dei ceti popolari napoletani.

    Tutti questi fattori sono alla base del profondo radicamento delle logiche criminali del sistema nell'humus profondo della cittadinanza napoletana.

    I poliziotti ed i carabinieri si lavano spesso le mani anche perché possono poco in una città che li percepisce come i "guastafeste" e se cercano di entrare nelle zone sensibili della città vengono spesso accolti da insulti e non di raro si è assistito a scene da vera e propria guerra civile incitata dalle donne del sistema e combattuta dall'esercito dei ragazzini pronti a difendere il boss della zona.

    Finché lo Stato verrà percepito come uno straniero, un nemico da combattere c'è poco da fare.
    La risposta repressiva può al massimo provocare una gigantesca guerra civile senza fine con la popolazione. Bisogna sapere questo prima di qualsiasi discorso sui problemi di Napoli.

    Scusate se sono stato un po confusionario e non ho reso proprio bene l'idea, ma ho scritto un po di getto le prime cose che mi vengono in mente. CI sarebbero da scrivere decine di libri sulla realtà che viviamo ogni giorno a Napoli e periferia, ma in questa sede non mi sembra il caso.
    A pugno kiuso!

  10. #10
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    chenap, grazie del contributo!

    Potresti iniziare a lavorare in questa direzione per fare un bel dossier su Napoli, sulla vita e sull'aria che si respira nella bella città partenopea...

    Pensaci! Comunità e Resistenza ti aspetta...

 

 
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