Dopo la pubblicazione su 'la Repubblica' di un'intervista all'ex agente del Kgb Limarev
Caso Litvinenko, Guzzanti: ''Ho chiesto io audizione al Copaco''
Il senatore di FI: ''Ho deciso di presentarmi come accusatore e non come accusato per smontare criminale montatura giornalistica''
Roma, 29 nov. (Adnkronos/Ign) - ''Devo ancora concordare con il presidente del Copaco Claudio Scajola la data e l'ora dell'audizione che io ho chiesto per smontare la criminale montatura giornalistica fondata su una fonte mercenaria che, peraltro facendo marcia indietro nel giro di 24 ore, mi attribuisce atti e fatti gravissimi incorrendo nel reato di calunnia. Io ho deciso di presentarmi all'organismo parlamentare di controllo sui servizi segreti come accusatore e non come accusato, ciò che farò non soltanto al Copaco ma in tutte le sedi''. Lo afferma in una nota il senatore Paolo Guzzanti (FI).
Il riferimento è alla pubblicazione sul quotidiano 'la Repubblica' di un'intervista all'ex agente del Kgb Euvgenij Limarev, che racconta di un'attività investigativa proseguita anche dopo la chiusura della Commissione Mitrokhin e volta a reperire informazioni su eventuali intrecci tra il Kgb ed esponenti del centrosinistra (Prodi, D'Alema e Pecoraro Scanio). A tal proposito Limarev afferma d'aver incontrato Guzzanti e cita anche l'ex consulente della Commissione Mario Scaramella. Sono appunto queste dichiarazioni ad aver spinto il membro del Copaco, Milziade Caprili (Prc) e quelli dell'Ulivo Gianclaudio Bressa, Massimo Brutti e Emanuele Fiano a chiedere l'audizione di Guzzanti, Limarev e Scaramella.
Ieri inoltre il ministro dell'Interno aveva annunciato verifiche sull'operato della commissione Mitrokhin, precisando però che ''l'iniziativa riguarda esclusivamente i documenti in possesso degli apparati del ministero relativi alla commissione Mitrokhin e la verifica del ruolo esercitato da parte di personale appartenente a suddetti apparati rispetto ad attività della Commissione'' e sottolineando che ''il ministro dell'Interno non conosce molte cose, ma di certo conosce il diritto costituzionale ed è ben consapevole dell'inammissibilità di un'indagine dell'esecutivo su una Commissione parlamentare''.
Oggi, nella nota, Guzzanti deplora appunto ''che autorevoli organi di stampa si siano abbassati a titolare il falso, sostenendo che il ministro Amato avrebbe messo sotto inchiesta nientemeno che una Commissione del Parlamento della Repubblica. Amato ha giustamente ricordato di non conoscere molte cose, ma di conoscere bene il diritto costituzionale''.
''A me preme dichiarare con voce forte e chiara che io non mi lascio né intimidire né processare né indagare, che non devo spiegazioni a nessuno ma semmai ne chiedo (anche se sono pronto a fornire ogni ragguaglio che mi venisse richiesto nel più scrupoloso rispetto della persona e delle funzioni) e reagirò con la massima fermezza a tutte le fabbricazioni criminali e in particolare al giornalismo criminale che pubblica il falso senza chiedere preventivamente conferma o smentita dalle persone calunniate e a tutte le speculazioni politiche infami e infamanti che hanno fatto seguito a tale infernale, ben preparata e annunciata fabbricazione''.
''Di conseguenza confermo di aver ricevuto dal presidente Scajola la sua disponibilità a ricevermi presso il Copaco di cui è autorevole presidente, ma non ho ancora deciso in che giorno e a che ora recarmi a Palazzo San Macuto, decisioni che faranno seguito a successivi accordi fra me e il Presidente del Copaco, così da poter conciliare le diverse e reciproche esigenze personali e istituzionali'', conclude Guzzanti.