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Risultati da 1 a 8 di 8

Discussione: Il Mahabharata

  1. #1
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    Predefinito Il Mahabharata

    da www.matadevi.com

    Il Mahabharata o "Racconto della grande guerra dei Bharata" è un imponente poema - 220.000 linee, otto volte l'Iliade e l'Odissea prese insieme - composto in sanskrito ed attribuito a Vyasa, che l'avrebbe dettato di getto a Ganesha - il figlio di Shiva e Parvati - in una grotta dominante la confluenza dei fiumi Saraswati e Alaknanda, a poca distanza dall'attuale città-tempio di Badrinath - luogo in seguito dedicato da Shankaracharya al culto di Nara e Narayan, gli dèi primevi.


    In realtà, quest'opera venne "costruita" secolo dopo secolo dalle numerose scuole dottrinali preesistenti all'attuale società brahminica, che amalgamarono in un unico "corpus" le idee antiche (i miti), i loro modelli di società ideale e ogni aspetto del sapere umano: "quanto si trova in questo libro si potrà trovare altrove, ma quanto qui non c'è, non c'è da nessun'altra parte" (I, 56, 33).


    In occidente, il Mahabharata viene scoperto soltanto nel XVIII secolo, con la traduzione di una sua minima parte, che estrapolata dal testo principale prese il nome proprio di Bhagavad Gita o "Cantico del Beato".


    Dell'intero poema, solo un quinto è dedicato alla lunga contesa per la conquista del regno di Kurukshetra da parte dei Kaurava - nobili dalla pelle scura, discendenti della dinastia lunare, così detta perché fatta risalire al dio Soma, la Luna - e dei i loro cugini Pandava, nobili di pelle bianca, capostipiti della dinastia solare perché generati - attraverso le loro vergini madri - direttamente dagli dèi.


    I KAURAVA, LA DINASTIA LUNARE


    Nella terra di Bharata regnava il re Shantanu, padre di tre figli.

    Il primo, l'eroe Bhisma, ha per madre la dea Ganga.

    Gli altri due, Citrangada e Vicitravurya, nascono dalla traghettatrice Satyavati, a sua volta già madre di Vyasa, avuto dall'asceta Parashara.

    Crescendo in età, Vyasa si ritira in un eremo dedicandosi alle più rigide pratiche ascetiche mentre Bhisma, l'erede al trono, fa voto di castità cedendo il diritto di primogenitura ai suoi fratellastri.

    Purtroppo, questi muoiono anzitempo lasciando il regno senza eredi.

    Nel tentativo d'impedire l'estinzione della dinastia, Satyavati richiama a palazzo suo figlio Vyasa, con l'ordine di sposare le due vedove dei suoi fratellastri.

    Segnato da inenarrabili atti d'ascesi, il corpo di Vyasa è orribile a vedersi.

    All'atto del concepimento, la prima moglie chiude spaventata gli occhi e per questo genera un figlio cieco: Dhritarastra.

    La seconda moglie impallidisce dall'orrore e dà alla luce un figlio di carnagione bianca: Pandu.

    In seguito, spinta dal ribrezzo, la prima moglie si farà sostituire nel letto da un'ancella, dalla quale Vyasa genererà un terzo figlio, il saggio Vidura.

    Divenuto uomo, il cieco Dhritarastra sposa Gandhari da cui, tramite un prodigio compiuto da Vyasa, diverrà padre di cento figli - detti Kaurava o Kuruidi - di cui il primogenito è Duryodhana.


    I PANDAVA, LA DINASTIA SOLARE


    Il pallido Pandu, invece, avrà due mogli - Kunti e Madri - e cinque figli - Yudhisthira, Bhima e Arjuna dalla prima, i gemelli Nakula e Sahadeva dalla seconda - detti Pandava o Panduidi.

    Tuttavia, la sua è una paternità putativa: maledetto da un asceta e condannato a non potersi mai unire a una donna pena la morte, grazie a una formula magica conosciuta da Kunti quattro dèi solari - nell'ordine: Dhrama, Vayu, Indra e, per i gemelli, Aswin Nasatya - s'incaricano d'ingravidare per lui le sue vergini spose.

    In seguito, spinto dalla passione, Pandu ignora la profezia e muore felice fra le braccia di Madri.

    Ovviamente, per eliminare il suo corpo ormai impuro e quindi permettere al marito una rinascita senza problemi, Madri fa 'sati', immolandosi viva sulla pira funeraria di Pandu.


    I PANDAVA ALLA CORTE DEI KAURAVA


    Ai cinque Panduidi, troppo giovani per regnare, non resta che emigrare con la madre Kunti presso la corte dello zio Dhritarastra.

    Allevati e istruiti dai due brahmini Kripa e Drona, i cugini diventano abili nell'esercizio delle armi, ma anche sempre più astiosi gli uni verso gli altri, cosicché quando Dhritarastra elegge Yudhisthira erede al trono in quanto primogenito fra tutti i cugini, Duryodhana, con lo zio materno Shakuni e l'amico Karna - che in realtà è un figlio segreto di Kunti, nato prima del matrimonio con Pandu e generato anche lui in stato di verginità da un raggio di sole - escogita un piano per eliminare i Pandava.


    Con un pretesto allontana i cugini in un'altra città dove ha fatto costruire per loro un palazzo di lacca infiammabilissimo, cui dar fuoco appena essi vi fossero giunti.

    Interviene lo zio Vidura, che avverte i Pandava del complotto e i cinque, con la madre, riescono a mettersi in salvo - facendo però credere di essere morti nell'incendio - nascondendosi nelle foreste presso le rive del Gange.


    DRAUPADI DIVENTA LA MOGLIE DEI CINQUE FRATELLI


    Girovagando in incognito, un giorno i cinque arrivano nel regno di Drupada, nel momento stesso in cui si sta indicendo lo 'svayamvara', ossia la 'scelta dello sposo': al termine di un difficilissimo torneo, il vincitore avrà per sposa la bellissima Draupadi, la figlia del re.

    Alla gara convengono molti nobili guerrieri e principi, tra cui anche i cento Kaurava, ma a vincere sarà il Pandava Arjuna.

    Tornato a casa, sua madre, ignara del premio conquistato, gli ingiunge di dividere come al solito con i fratelli quanto s'era procurato quel giorno. E siccome l'ordine di una madre non può essere disatteso, la giovane Draupadi si trova moglie di tutti e cinque i fratelli.

    Svelata la loro identità e guadagnatasi l'alleanza con il suocero, i Pandava stabiliscono la loro residenza a Indraprastha, capitale di metà del regno che lo zio Dhritarastra ha deciso di concedere loro.

    Cresce dunque l'odio di Duryodhana, anche perché nel corso dello 'svayamvara' i cugini hanno fatto amicizia con il valoroso Krishna, colui che poi si rivelerà l'emanazione del dio Assoluto.

    Per evitare reciproche gelosie, i cinque fratelli Pandava stabiliscono la regola che chi di loro sorprenderà la moglie in intimità con un fratello dovrà ritirarsi in esilio per dodici anni.

    E questo succede ad Arjuna, il cui esilio viene però rallegrato dall'amore, ricambiato, di altre donne quali Ulupi, figlia del re dei Serpenti, e Subhadra, sorella di Krishna, da cui avrà un figlio chiamato Abhimanyu.

    Col tempo, anche Draupadi genera cinque figli, uno da ogni sposo.


    GIOCANDO AI DADI, YUDHISTHIRA PERDE IL REGNO, I FRATELLI E DRAUPADI


    Regnando Yudhisthira, la vita scorre pacifica e serena e Arjuna, tornato dall'esilio, rafforza la sua amicizia con Krishna.

    Dopo una serie di vittoriose campagne militari, Yudhisthira decide di compiere il solenne sacrificio del cavallo per la sua consacrazione a sovrano universale, ed alla fastosa cerimonia partecipa anche il cugino Duryodhana, il quale, divorato dall'invidia, una volta tornato a Hastinapura, la capitale del suo regno, medita una nuova trappola per privare i cugini della loro parte di regno.

    Conoscendo la smodata passione di Yudhisthira per il gioco dei dadi, Duryodhana lo sfida e in successive partite il Pandava perde il regno, i fratelli, se stesso e infine la moglie Draupadi, che - come affronto supremo ai cugini perdenti - viene denudata, lei mestruante, davanti a tutti.

    A Duryodhana che gioisce, Bhima risponde giurando di uccidere e bere il sangue di tutti quelli che hanno insultato la sua sposa.


    GLI ANNI DELL'ESILIO


    Sconfitti e poveri, Yudhisthira e i panduidi partono per tredici anni d'esilio, in parte trascorso nella vallata di Ar-Ki-Dun.

    Come da prassi, in questo periodo gli esuli saranno coinvolti in numerose storie, tra le quali vi è l'incontro di Bhima con Hanuman, il re delle scimmie protagonista del Ramayana.

    Seguono il rapimento di Draupadi da parte del re Jayadratha e gli innumerevoli combattimenti tra i Pandava e i loro occasionali avversari, umani e immortali.

    Poi vi sono i pellegrinaggi alla volta di sacre località, dove i nostri hanno l'opportunità di farsi raccontare i miti e le leggende locali.

    Nel testo, le avventure vissute dai fratelli s'intrecciano con quelle dei personaggi incontrati, tutte con un denominatore comune: la devozione e la fedeltà della sposa al marito.


    Terminato il periodo d'esilio, sotto mentite spoglie i Pandava arrivano alla corte del re Virata.

    Qui, un auriga di nome Kicaka s'innamora di Draupadi - nel frattempo divenuta ancella della regina - e per avere tentato di sedurla viene ucciso da Bhima.

    Approffittando dello scompiglio generato da quest'avvenimento, i Trigarta - nemici del re Virata - si alleano con i Kaurava - ancora ignari della presenza a corte dei cugini - ed insieme promuovono due spedizioni di guerra contro di lui: decisiva sarà la presenza in battaglia dei Pandava, con Arjuna che da solo sbaraglia un attacco dei Kaurava.

    Dopo le battaglie, i cinque fratelli si rivelano e Arjuna, accetta la figlia di Virata come sposa per suo figlio Abhimanyu.


    LA GRANDE GUERRA DI KURUKSHETRA


    Alleati del re Virata, i Pandava decidono che è giunta l'ora di rivedere i loro rapporti con i Kaurava, decidendosi ad un gesto di forza per riappropriarsi del regno perduto.

    Inizia un convulso periodo di trattative, nel corso del quale le ambascerie di pace e i preparativi di guerra si sovrappongono.

    Alla fine, quando i patteggiamenti sembrano sfociare in un accordo - grazie soprattutto al contegno pacato dei panduidi - arriva la sprezzante replica di Duryodhana, che respinge l'ultimo compromesso recatogli da Krishna a nome di Yudhisthira.

    Lo scontro è inevitabile.


    A Kurukshetra la guerra è in atto, ma mentre le due armate si schierano l'una contro l'altra, il testo del Mahabharata divaga: è il momento del lungo dialogo filosofico fra Krishna e Arjuna, noto come Bhagavad Gita.


    La battaglia si fa ogni giorno più cruenta, con gli dèi costretti ad assistere ai sanguinosi combattimenti che lasciano ogni giorno migliaia di morti sul terreno.

    Talvolta si combatte con prodezza, ma spesso con stratagemmi poco leali: cadono vittima degli inganni dapprima Bhisma - trafitto in un giaciglio di frecce - e poi Drona e Karna.

    In favore dei Pandava scende in campo anche Garuda - la cavalcatura di Vishnu metà gigante e metà aquila, nata dall'unione tra l'asceta Kashyapa e Vinata - che si diverte a combattere i Naga (serpenti), i suoi nemici giurati.

    In aiuto ai Kaurava arrivano i 'kinnara', gli uccelli lunari - semi-divinità dalla testa di cavallo e dal corpo d'uccello al seguito di Kubera, il dio delle ricchezze e custode dei tesori - costretti da una maledizione a cantare soltanto di notte.


    I generali si avvicendano al comando e gli eserciti, decimati dalle carneficine, si assottigliano sempre di più.

    Ormai si combatte anche di notte, al lume delle torce.

    Dopo diciotto giorni di battaglia, dei cento fratelli Kaurava ne restano soltanto quattro, che si danno alla fuga; il loro primogenito, Duryodhana, scovato in uno stagno dove si era nascosto, viene sfidato ed ucciso da Bhima.

    I Kaurava sono sconfitti, ma il destino vuole che la strage debba essere totale: mentre nell'accampamento panduide i guerrieri vittoriosi dormono, i tre Kaurava sopravvissuti piombano su di loro e li sterminano: si salveranno soltanto i cinque fratelli Pandava, che quella notte si erano accampati altrove.


    Ormai privi di eredi, lo zio Dhritarastra e sua moglie Gandhari si riconciliano con i vittoriosi nipoti.

    Alle donne non resta altro da fare che recarsi sul campo di battaglia e piangere i defunti: mogli e madri compongono i corpi straziati dei loro uomini e immense pire funerarie s'innalzano ovunque.


    Per Yudhisthira è giunto il momento di compiere nuovamente il solenne sacrificio del cavallo, quello che ogni monarca ambiva a celebrare perché ne sanciva il potere e la gloria: uno stallone di colore bianco è lasciato libero di vagabondare per un intero anno, e durante questo periodo ogni territorio da lui attraversato diventa proprietà del promotore il rito.

    Arjuna - che ha ricevuto l'incarico di seguire l'animale - è quindi costretto ad affrontare ardue battaglie contro gli eserciti dei territori calpestati dal cavallo, dalle quali esce sempre vincitore.

    Alla fine il cavallo è ricondotto al luogo di partenza ed immolato, consacrando Yudhisthira monarca universale.


    EPILOGO


    Il poema si avvia a conclusione.

    Dhritarstra, Gandhari, Kunti e Vidura si ritirano in eremitaggio in una foresta dove, poco tempo dopo, i primi tre periscono in un incendio.

    Trentasei anni dopo la battaglia, assolta la missione per la quale si era incarnato, Krishna-Vishnu fa ritorno nella sua dimora celeste, ucciso da tre frecce.


    Distrutti nel morale da tante morti e distruzioni, anche i cinque fratelli Pandavae la loro unica sposa prendono la strada dell'eremitaggio.

    Oppressi dai sensi di colpa per le loro azioni, uno dopo l'altro muoiono e Yudhisthira, rimasto solo, sale al cielo condotto dal dio Indra.

    Ma qui giunto, con suo grande dolore non trova né gli amici, né gli amati fratelli e neppura Draupadi, condannati dagli déi all'infelicità; a questo punto, anziché godere del suo nuovo stato semi-divino, Yudhisthira sceglie di condividere la condanna dei suoi cari.

    Superata la trappola di quest'ultima prova morale cui gli dèi hanno voluto sottoporre Yudhisthira, ora tutti i Pandava si ritrovano in cielo, trasformati in esseri divini.


    LA METAFISICA DEL MAHABHARATA


    Voluto e descritto da uomini mortali, il destino degli dèi si è dunque compiuto.

    A me resta solo lo spazio per 'decifrare' in chiave metafisica il complesso testo del Mahabharata.

    Dunque:


    La battaglia di Kurukshetra rappresenta l'epica lotta tra ciò che è bene e ciò che è male.



    Al suo termine, la dinastia lunare - i popoli primitivi dell'India, di pelle scura, cresciuti nel mito delle arcaiche dee madri di villaggio e nel culto totemico dei serpenti - ne esce sconfitta, senza eredi 'sacerdotali'.



    La dinastia solare - gli uomini di pelle chiara che impongono il culto rituale degli dèi di sesso maschile - è sì vincitrice, ma soltanto perché platealmente aiutata da terzi, intermediari tra gli uomini ed il divino.


    La strada che porterà alla supremazia assoluta dei brahmini - casta sacerdotale di pelle bianca auto-nominatasi intermediaria unica tra terra e cielo - su ogni altro essere umano, sia pure esso un re o un imperatore, è spalancata.

    Il mito è morto.

    Il rito nasce e trionfa.

  2. #2
    zilath mexl rasnal
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    Predefinito Il Mahabharata

    Il Mahabharata - versione integrale 2 DVD



    Mahabharata, un poema epico scritto in diciotto libri, è uno dei testi più importanti della cultura indù. In sanscrito significa letteralmente "la grande storia dell'umanità" e ruota intorno alla saga di due famiglie regnanti i principi Pandavas e i terribili cugini Kauravas che lottano per la conquista del potere. L'opera che Peter Brook aveva già portato sul palcoscenico viene qui riproposta nella sua versione integrale. Le vicende si susseguono numerose e ricche di personaggi. Il film si avvale anche della partecipazione di attori provenenti da sedici paesi di tutto il mondo, tra cui Vittorio Mezzogiorno nel ruolo di Arijuana, principe della famiglia Kauravas.
    CAST


    Mallika Sarabhai
    Robert Langdon Lloyd
    Vittorio Mezzogiorno
    Bruce Myers

    DATI TECNICI
    Formato video
    4/3 1.66:1
    Lingue / Formato audio
    Originale con sottotitoli in italiano / Dolby Digital 2.0 Stereo

    RECENSIONI
    "La tenuta stilistica della regia di Peter Brook è sempre di alto decoro formale, talvolta di grande suggestione dinamica e figurativa: riesce a conciliare la raffinatezza con la semplicità. La recitazione di un'affiatata compagnia di attori è in un inglese che possiede nello stesso tempo una limpidezza da Berlitz School e una densità drammatica da tragedia scespiriana, e ha una fisicità sapiente che passa in platea. E' quasi un obbligo patriottico citare Vittorio Mezzogiorno nella parte del buono e appassionato Arjuna, in giusto equilibrio tra straniamento epico e partecipazione emotiva". Morando Morandini, Il Giorno, 17 Luglio 1990
    “tutto è notevole, dalla recitazione ai costumi, alle musiche, alla fotografia”. Luigi Paini, Il Sole 24 Ore
    "Appassionante, semplice e favoloso " Irene Bignardi

    CONTENUTI EXTRA
    DISCO 1 > Prima e seconda parte del film
    DISCO 2 > Terza parte del film; Making of


  3. #3
    Dasanudas Das
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    Grande opera!

  4. #4
    Mjollnir
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    Citazione Originariamente Scritto da nhmem Visualizza Messaggio
    Il Mahabharata - versione integrale 2 DVD
    Segnalazione molto preziosa, grazie nhmem

  5. #5
    ulfenor
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    Sapete mica dove lo posso acquistare il dvd

  6. #6
    zilath mexl rasnal
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    Nei negozi che vendono DVD, o per corrispondenza (es.: BOL, IBS, ecc.)

  7. #7
    Vittima del kali yuga
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    Il desiderio, è come un fuoco insaziabile. Grazie alla barca della conoscenza certamente varcherai tutto l'oceano del male (b. gità)
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    è un filmone stupendo, anche se con piccole licenze poetiche

  8. #8
    against the modern world
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    Mi associo: un film interessante e molto teatrale (me l'ha fatto conoscere un amico qualche anno fa...)

 

 

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