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Discussione: In ricordo di Codreanu

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    Arrow In ricordo di Codreanu

    Il 17 aprile 1938 Codreanu venne arrestato insieme a migliaia di "Guardie di Ferro". La repressione del movimento trovò il suo apice il 30 novembre 1938 quando Codreanu, insieme ad alcuni compagni di prigionia, venne fucilato per ordine del ministro degli interni Calinescu. La direzione del movimento passò nelle mani di Horia Sima

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    LEGIONARISMO ASCETICO

    di Julius Evola


    Bucarest, marzo

    Rapidamente la nostra auto lascia dietro di se quella curiosa cosa che è la Bukarest del centro: un insieme di piccoli grattacieli e di edifici modernissimi, prevalentemente di tipo "funzionale", con mostre e magazzini fra la parigina e l'americana, l'unico elemento esotico essendo i frequenti cappelli di astrakan degli agenti e dei borghesi. Raggiungiamo la stazione del Nord, imbocchiamo una polverosa strada provinciale costeggiata da piccoli edifici del tipo della vecchia Vienna, che con rigorosa rettilineità raggiunge la campagna. Dopo una buona mezz'ora, l'automobile svolta improvvisamente a sinistra, prende una via campestre, si arresta di fronte ad un edificio quasi isolato fra i campi: è la cosiddetta "Casa Verde", residenza del Capo delle "Guardie di Ferro" romene.

    "L'abbiamo costruita con le nostre stesse mani" ci dicono con un certo orgoglio i legionari che ci accompagnano. Intellettuali e artigiani si sono associati per costruire la residenza del loro capo, quasi nel significato di un simbolo e di un rito. Lo stile della costruzione è romeno: ai due lati, essa si prolunga con una specie di portico, tanto da dar quasi l'impressione di un chiostro.

    Entriamo, raggiungiamo il primo piano. Ci viene incontro un giovane alto e slanciato, in vestito sportivo, con un volto aperto, il quale dà immediatamente una impressione di nobiltà, di forza e di lealtà. è appunto Cornelio Codreanu, capo della Guardia di Ferro. Il tipo è caratteristicamente ariano-romano: sembra una riapparizione dell'antico mondo ario-italico. Mentre i suoi occhi grigio-azzurri esprimono la durezza e la fredda volontà propria ai Capi, nell'insieme dell'espressione vi è simultaneamente una singolare nota di idealità, di interiorità, di forza, di umana comprensione. Anche il suo modo di conversare è caratteristico: prima di rispondere, egli sembra assorbirsi, allontanarsi, poi, ad un tratto, comincia a parlare, esprimendosi con precisione quasi geometrica, in frasi bene articolate ed organiche.

    "Dopo tutta una falange di giornalisti, di ogni nazione e colore, che altro non sapevano rivolgermi se non domande della politica più legata al momento, è la prima volta, e con soddisfazione" dice Codreanu "che viene da me qualcuno che si interessa, prima di tutto, all'anima, al nucleo spirituale del mio movimento. Per quei giornalisti avevo trovato una formula per soddisfarli e per dire poco più che nulla, cioè: nazionalismo costruttivo.

    "L'uomo si compone di un organismo, cioè di una forma organizzata, poi di forze vitali, poi di un'anima. Lo stesso può dirsi per un popolo. E la costruzione nazionale di uno Stato, benché riprenda naturalmente tutti e tre gli elementi, pure, per ragioni di varia qualificazione e varia eredità, può soprattutto prendere le mosse da uno particolare di essi.

    "Secondo me, nel movimento fascista predomina l'elemento Stato, che equivale a quello della forma organizzata. Qui parla la potenza formatrice dell'antica Roma, maestra del diritto e dell'organizzazione politica, della quale d'Italiano è il più puro erede. Nel nazionalsocialismo viene invece in risalto quanto si connette alle forze vitali; la razza, l'istinto di razza, l'elemento etnico-nazionale. Nel movimento legionario romeno l'accento cade soprattutto su quel che, in un organismo, corrisponde all'elemento anima: sull'aspetto spirituale e religioso.

    "Da ciò sorge la caratteristica dei vari movimenti nazionali, per quanto essi, alla fine, comprendano tutti e tre questi elementi, e non ne trascurino nessuno. Il carattere specifico del nostro movimento ci viene da una remota eredità. Già Erodoto chiamava i nostri progenitori: "I Daci immortali". I nostri antenati getotraci avevano per fede, già prima del cristianesimo, l'immortalità e l'indistruttibilità dell'anima, ciò che prova il loro orientamento verso la spiritualità. La colonizzazione romana ha aggiunto a questo elemento lo spirito romano di organizzazione e di forma. Tutti i secoli successivi hanno fatto miserabile e disgregato il nostro popolo: ma come anche in un cavallo malato e frustro si può riconoscere la nobiltà della sua tazza, così anche in ciò che ieri e oggi è il popolo romeno si possono riconoscere gli elementi latenti di questa doppia eredità.

    "Ed è questa eredità che il movimento legionario vuole destare" continua Codreanu. "Esso parte dallo spirito: vuole creare un uomo spiritualmente nuovo. Realizzato come "movimento" questo compito, ci attende il risveglio della seconda eredità, cioè della forza romana politicamente formatrice. Così lo spirito e la religione sono per noi il punto di partenza, il "nazionalismo costruttivo" è il punto di arrivo e quasi una conseguenza. A congiungere l'un punto con l'altro sta l'etica ascetica e simultaneamente eroica della "Guardia di Ferro"".

    Chiediamo a Codreanu in che rapporto stia la spiritualità del suo movimento con la religione cristiano-ortodossa. La risposta è:

    "In genere, noi tendiamo a vivificare nella forma di una coscienza nazionale e di una esperienza vissuta ciò che, in questa religione, molto spesso si è mummificato ed è diventato il tradizionalismo di un clero sonnolento. Noi poi ci troviamo in una condizione felice per il fatto che alla nostra religione, articolata nazionalmente, è estraneo il dualismo tra fede e politica ed essa può fornirci elementi etici e spirituali senza imporsi come una entità comunque politica. Dalla nostra religione il movimento delle Guardie di Ferro riprende poi un'idea fondamentale: quella della ecumenicità. Questo è il superamento positivo di ogni internazionalismo e di ogni universalismo astratto e razionalistico. L'idea ecumenica è quella di una societas come unità di vita, come organismo vivo, come un vivere insieme non solo col nostro popolo, ma anche con i nostri morti e con Dio. L'attuazione di una simile idea in forma di esperienza effettiva è il centro del nostro movimento; politica, partito, cultura, ecc. per noi non so
    no che conseguenze e derivazioni. Noi dobbiamo rivivificare questa realtà centrale, e rinnovare per tal via l'uomo romeno, per poi procedere e costruire anche la nazione e lo Stato. Un punto particolare è che, per noi, la presenza dei morti nella nazione ecumenica non è astratta, ma reale: dei nostri morti e soprattutto dei nostri eroi. Noi non possiamo separarci da essi; essi, come forze divenute libere dalla condizione umana, compenetrano e sostengono la nostra vita più alta. I legionari si radunano periodicamente in piccoli gruppi, chiamati "nidi" ["cuib" n.d.c.]. Queste adunanze seguono riti speciali. Quello con cui si apre ogni riunione è l'appello a tutti i nostri compagni caduti, al quale i convenuti rispondono con "Presente". Ma ciò per noi non è una pura cerimonia e una allegoria, bensì una evocazione reale.

    "Noi distinguiamo l'individuo, la nazione e la spiritualità trascendente" continua Codreanu "e nella dedizione eroica consideriamo ciò che porta dall'uno all'altro di tali elementi, fino ad una superiore unità. Noi neghiamo in ogni sua forma il principio dell'utilità bruta e materialistica: non solo sul piano del singolo, ma anche su quello della nazione. Di là dalla nazione noi riconosciamo dei principi eterni ed immutabili, in nome dei quali si deve esser pronti a combattere, a morire e a tutto subordinare almeno con la stessa decisione in nome del nostro diritto di vivere e di difendere la nostra vita. La verità e l'onore sono, per es., dei principi metafisici, che noi poniamo più in alto della nostra stessa nazione".

    Noi abbiamo saputo che il carattere ascetico del movimento delle Guardie di Ferro non è generico, ma anche concreto e, per dir così, praticante. Ad esempio, vige la regola del digiuno: tre giorni alla settimana circa 800.000 uomini praticano il cosiddetto "digiuno nero", cioè l'astinenza da ogni specie di cibo, da bevande, da tabacco. Del pari, la preghiera ha nel movimento una parte importante. In più, per il corpo scelto di assalto che porta il nome dei due capi legionari caduti in Spagna, Mota e Marin, vige la regola del celibato. Chiediamo al Codreanu che ci indichi il senso preciso di tutto ciò. Egli sembra concentrarsi un momento, poi risponde:

    "Vi sono due aspetti, per chiarire i quali bisogna tener presente il dualismo dell'essere umano, composto di un elemento materiale naturalistico e di un elemento spirituale. Quando il primo domina il secondo, è l'"inferno". Ogni equilibrio fra i due è cosa precaria e contingente. Solo il dominio assoluto dello spirito sul corpo è la condizione normale e il presupposto di ogni vera forza, di ogni vero eroismo. Il digiuno viene da noi praticato perché propizia una tale condizione, allenta i vincoli corporei, propizia l'autoliberarsi e l'autoaffermarsi della pura volontà. E quando a ciò si aggiunge la preghiera, noi chiediamo che forze dall'alto si uniscano alle nostre e ci sostengano invisibilmente. Il che conduce al secondo aspetto: è una superstizione pensare che in ogni combattimento solo le forze materiali e semplicemente umane siano decisive; in esso entrano invece in giuoco anche delle forze invisibili, spirituali, almeno altrettanto efficaci quanto le prime. Noi siamo coscienti della positività e dell'importanza di tali forze. Per questo diamo al movimento legionario un preciso carattere ascetico. Anche negli antichi ordini cavallereschi vigeva il principio della castità. Rilevo tuttavia che esso da noi è ristretto al Corpo di Assalto, anche sulla base di una giustificazione pratica, cioè che chi deve votarsi interamente alla lotta e non deve temere la morte è bene non abbia gli impedimenti della famiglia. Del resto, in quel corpo si resta solo fino ai 30 anni compiuti. Ma, in ogni caso, resta sempre una apposizione di principio: vi sono da un lato coloro che conoscono solo la "vita" e che quindi non cercano che la prosperità, la ricchezza, il benessere, l'opulenza; dall'altro lato vi sono coloro che aspirano a qualcosa più che la vita, alla gloria e alla vittoria in una lotta interiore quanto esteriore. Le Guardie di Ferro appartengono a questa seconda schiera. E il loro ascetismo guerriero si completa con una ultima norma: col voto di povertà a cui è tenuta l'élite dei capi del movimento, con i precetti di rinuncia al lusso, ai vuoti divertimenti, agli svaghi cosiddetti mondani, insomma con l'invito ad un vero cambiamento di vita che noi facciamo ad ogni legionario".

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    IL CAPITANO

    di Andrea Monastra


    Intendiamo dedicare queste brevi note ad uno degli uomini più rappresentativi del Fronte della Tradizione, come testimoniò Julius Evola che lo conobbe personalmente, cioè Corneliu Zelea Codreanu.

    Il Capitano nacque il 13 settembre 1899 a Husi, una piccola città della Moldavia settentrionale romena, immersa in una natura aspra e severa ove il retaggio atavico della stirpe era preservato ben più che nella capitale Bucarest, attratta dalle sirene della modernità e del cosmopolitismo.

    Per noi che militiamo su posizioni antagoniste al mondo moderno, è doveroso ricordare la figura del leggendario fondatore della "Legione Arcangelo Michele" (24 giugno 1927), della "Guardia di Ferro" (20 giugno 1930) e del raggruppamento "Tutto per la Patria" (20 marzo 1935).

    Inquadrabili fra quei movimenti di rinascita nazionale -sorti un po' dapertutto, nel periodo fra le due guerre mondiali, sull’onda della Rivoluzione Fascista- tali formazioni, oltre che alla salvezza della Romania dal pericolo marxista e dall’usura, intendevano procedere anche al rinnovamento spirituale della stirpe, nonchè alla realizzazione interiore del singolo militante.

    Codreanu adottò, infatti, quale uniforme dei legionari, la camicia verde, colore tradizionalmente simbolo di rigenerazione, di vita e di speranza.

    Ascesi, mistica del sacrificio, pratica del digiuno, fede nella forza della preghiera, culto delle icone e degli antenati, fedeltà alla monarchia, tutto ciò era riconducibile ad una visione del mondo, tipica della Tradizione Cristiano-Ortodossa, che affonda le sue radici nelle ultime, limpide espressioni dell’ethnos indoeuropeo.

    Inoltre, attività lavorative, ricreative e sportive diventavano ulteriori tappe per la fortificazione psichica e fisica del singolo legionario e del Cuib o nido, cellula-base attorno alla quale si articolava la Legione.

    Le lunghe escursioni nei boschi, sui monti o nelle località ove si erano svolte importanti battaglie, i bivacchi attorno al fuoco ricollegavano il fenomeno legionario romeno a quei Wandervogel che, in un mondo guglielmino avviato alla dissoluzione, cercavano nella natura incontaminata l’essenza d’una Germania archetipica e primordiale (Sublimata poi nelle trincee o fra le fila dei Corpi Franchi).

    "La domenica e tutti i giorni di festa i cuiburi di ogni categoria devono mettersi in marcia. Noi non conosciamo la nostra terra. Alcuni non conoscono nemmeno il villaggio vicino. Nei giorni di festa, sotto la pioggia o col bel tempo, d’inverno o d’estate, dobbiamo uscire in mezzo alla natura. La terra romena deve diventare una specie di formicaio in cui si incontrino, su tutte le strade, migliaia di cuiburi che marciano verso ogni direzione. All’ora della funzione religiosa, ci si fermi nella chiesa che si trova sul cammino. Ci si fermi dai camerati dei villaggi vicini. La marcia è salutare. La marcia ristora e ridà vigore ai nervi e allo spirito. Ma sopratutto la marcia è il simbolo dell’azione, dell’esplorazione, della conquista legionaria" ("Il Capo di Cuib", Edizioni di Ar, Padova 1981).

    Corneliu Zelea Codreanu attribuiva poi notevole importanza al canto, quale fattore di salute spirituale e di coesione del gruppo.

    Ed allora, canti legionari di battaglia e vecchie canzoni dei soldati e dei contadini, dedicate alle gesta degli antichi eroi ed al lavoro dei campi, accompagnavano ovunque le camice verdi.

    La creazione di mense ed ostelli a prezzi politici per i legionari -ognuno dei quali doveva considerarsi un "viandante della rivoluzione"- dimostrano una volta di più l’importanza attribuita da Codreanu alla gioventù, intesa come quella particolare predisposizione dell’anima alla purezza, all’avventura ed all’intransigenza, malgrado le avversità della vita ed il naturale decadimento fisico.

    Il legionario, anche se incanutito, è sempre giovane poichè interiormente non si è mai allontanato da quella sorgente di vita che è l’adesione ai principi atemporali della Tradizione.

    Emblematiche le parole del comandante legionario Ion Motza, caduto poi eroicamente nella guerra di Spagna: "Lo spirito delle fiabe dell’infanzia e delle battaglie epiche del nostro passato vive nella gioventù. Essa sente che nulla può dare alla vita bellezza e incanto se non lo slancio eroico e l’amore per un ideale. Questa purezza di sentire, dalla quale si leva la generosità del giovane per la conquista eroica della vittoria, questo vigoroso e splendido slancio verso l’ideale lo proteggono dall’angusta prigione dell’individualismo materialista e lo rendono atto ad essere integrato nella comunità" ("L’uomo nuovo", Edizioni di Ar, Padova1978).

    Bellissimo, inoltre, il saluto legionario, sull’attenti con la mano destra posata sul cuore, a raccogliere la propria saldezza interiore, e poi subito slanciata nel saluto romano, verso le forze della Luce.

    "Il Paese va in rovina per mancanza di uomini, non per mancanza di programmi. E’ questa la nostra convinzione. Dobbiamo quindi non elaborare nuovi programmi ma allevare uomini, uomini nuovi...Di conseguenza la Legione Arcangelo Michele sarà una scuola e un esercito più che un partito politico" ("Per i legionari", Edizioni di Ar, Padova 1984), volendoci insegnare il Capitano come solo dopo aver sottomesso il nemico interiore, cioè il proprio ego, nella cosiddetta Grande Guerra, si possa poi aver ragione di quello esterno, nella lotta politica propriamente intesa o Piccola Guerra.

    Ancora validissime sono le sei leggi fondamentali del Cuib, di seguito elencate:

    "1) La legge della disciplina: sii legionario disciplinato, perchè solo in questo modo sarai vittorioso. Segui il tuo capo nella buona e nella cattiva sorte.

    2).La legge del lavoro: lavora. Lavora ogni giorno. Lavora con amore. Ricompensa del lavoro ti sia non il guadagno, ma la soddisfazione di aver posto un mattone per la gloria della Legione e per il fiorire della Romania.

    3) La legge del silenzio: parla poco. Parla quando occorre. Di’ quanto occorre. La tua oratoria è l’oratoria dell’azione. Tu opera, lascia che siano gli altri a parlare.

    4) La legge dell’educazione: devi diventare un altro. Un eroe. La tua scuola, compila tutta nel Cuib. Conosci bene la Legione.

    5) La legge dell’aiuto reciproco: aiuta il tuo fratello a cui è successa una disgrazia. Non abbandonarlo.

    6) La legge dell’onore: percorri soltanto le vie indicate dall’onore. Lotta e non essere mai vile. Lascia agli altri le vie dell’infamia: Piuttosto che vincere per mezzo di un’infamia, meglio cadere lottando sulla strada dell’onore" ("Il Capo di Cuib").

    Decine di migliaia di giovani accorsero sotto le bandiere della rivoluzione nazionale romena, sconvolgendo i piani delle centrali bolsceviche e del grande capitale finanziario, allarmate dai successi anche elettorali della Legione.

    Purtroppo, per un insieme sciagurato di circostanze, le istituzioni che avrebbero avuto il dovere di favorire il movimento legionario -e cioè la Chiesa Ortodossa e la Monarchia- disertarono tale compito.

    L’alto clero tenne una posizione furbesca ed attendista, mentre il Re Carol II, circuito dall’amante e da consiglieri al soldo di forze straniere, avversò duramente Codreanu (A ciò non fu estranea una politica estera tedesca più legata a schemi sciovinistici che ad una visione europea e rivoluzionaria d’ ampio respiro, come quella dell’Italia Fascista).

    Il movimento legionario, vittima delle provocazioni di un regime e di una polizia segreta -la famigerata Oculta- che non esitarono a ricorrere ad una vera e propria "strategia della tensione", cadde in un vortice quasi samsarico di violenze e di vendette.

    Malgrado tutto -come possiamo leggere su "Raido", n°16, solstizio d’estate 1999- "i legionari quando dovevano vendicare il tradimento o le persecuzioni dei propri camerati, arrivando anche all’assassinio di qualche aguzzino, si costituivano poichè, ferventi religiosi, sapevano che quell’azione doveva essere espiata con la carcerazione ed in ultimo con il giudizio di Dio".

    Dopo innumerevoli persecuzioni, processi ed incarcerazioni (Non a caso, fra i simboli della Legione v’erano le grate del carcere), il Capitano e tredici Camerati, durante un finto tentativo di fuga, vennero assassinati, la notte fra il 29 ed il 30 novembre 1938 nella foresta di Jilava, da alcuni gendarmi prezzolati dal nemico.

    L’ordine fu dato da quelle stesse forze cosmopolite ed antinazionali che, tuttora, si ostinano a denominare Rumenia -e non Romania- la terra dei daci e dei legionari di Traiano, per svilirne i millenari legami con Roma e con il mondo indoeuropeo.

    Del resto, stante l’inarrestabile avanzare dell’età oscura, un uomo cavalleresco ed eroico come Codreanu non poteva che essere "colui che doveva morire", come egregiamente definito da Cesare Mazza.

    Ora, a prescindere da quanto strettamente attinente alla situazione romena dell’epoca, gli insegnamenti del Capitano e degli altri comandanti legionari offrono validissimi punti di riferimento ed elementi di riflessione per chi, come noi, si pone su posizioni metapolitiche.

    Specialmente i libri di Codreanu possono essere considerati una sorta di manuali d’istruzione per una corretta formazione del giovane legionario e l’attività d’una comunità militante inserita organicamente in un più vasto progetto nazional-rivoluzionario, quale "zona libera" in un mondo di rovine (A nostro avviso, nel concetto di Cuib si possono rinvenire taluni echi del Ribelle jungeriano e dell’idea comunitaria delle saghe di Tolkjen).

    Nel concludere, vogliamo ricordare come l’attuale Romania, uscita dal plumbeo regime comunista e poi caduta nelle spire del liberalcapitalismo, veda di nuovo i legionari percorrere quei sentieri dell’Onore e della Riscossa indicati un tempo da Corneliu Zelea Codreanu.


    Andrea Monastra

    Per gentile concessione della rivista "Orientamenti"

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    Corneliu Z. Codreanu, Il Capo di cuib
    Edizioni di Ar, Padova, 1974 - Traduzione e cura di Claudio Mutti


    http://www.codreanu.ro/ilcapo.html

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    Corneliu Z. Codreanu, Guardia di Ferro
    Edizioni di Ar, Padova, 1972 - Traduzione e cura di Claudio Mutti


    http://www.codreanu.ro/guardia.html

  6. #6
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    Lightbulb Re: In ricordo di Codreanu

    In Ricordo di CORNELIU ZELEA CODREANU (Huși, 13 settembre 1899 – Tâncăbești, 30 novembre 1938) nell'ottantesimo anniversario del suo assassinio (martirio è una definizione da riservare esclusivamente ai fedeli cattolici uccisi in odio alla vera fede cattolica...Speriamo comunque che questo esemplare eroe rumeno si sia convertito ed unito almeno in voto al Cattolicesimo romano, l'unico vero Cristianesimo ortodosso, e si sia salvato spiritualmente!):
    30/11/1938 – 30/11/2018, RIP…




    https://www.ordinefuturo.it/
    https://www.facebook.com/OrdineFuturo/?tn-str=k*F
    “Oggi ricorrono 80 anni dal martirio del Capitano. Il pensiero di Codreanu, oggi, si è fatto ancor più imprescindibile ed attuale, perché così forte è il divario fra ciò che il mondo è e quello che dovrebbe essere. Codreanu marcia insieme a noi!”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...6c&oe=5CA9BF16






    http://www.barbadillo.it/?foto-del-g...te-di-codreanu

    “Per gli 80 anni dalla morte di Corneliu Zelea Codreanu, il sindacato studentesco CUIB d’Avanguardia insieme ad Ordine Futuro e le Edizioni Ar organizza una tavola rotonda allo Spazio Ritter di Milano sul nazionalista rivoluzionario rumeno per eccellenza, tra i principali protagonisti ed ideologi di quelli che saranno chiamati Fascismi europei. Codreanu ha restituito infatti a quella stagione politica un’immagine di innocenza ed eroismo che ha conquistato intere generazioni di europei dal primo Dopoguerra sino ai giorni nostri. Un convegno per discutere di Corneliu Codreanu, ma sopratutto per capire perché la sua figura significa così tanto ancora oggi. Interverranno il Prof. Claudio Mutti (All’Insegna del Veltro), Fabrizio Fiorini (direttore de L’Uomo Libero) e Piergiorgio Seveso (presidente Radio Spada). Saranno introdotti e moderati da Lorenzo Nicola Roselli, responsabile del CUIB d’Avanguardia in Università Cattolica. Appuntamento alle 18:00 allo Spazio Ritter in via Achille Maiocchi 28 a Milano.”
    http://www.barbadillo.it/wp-content/...u-640x905.jpeg





    http://www.infonotizie.com/articolo/...zelea_codreanu


    http://www.forzanuova.eu/corneliu-ze...1938-30112014/
    http://www.forzanuova.eu/wp-content/...reanunuova.jpg








    Codreanu
    https://forum.termometropolitico.it/...re-1938-a.html








    30 NOVEMBRE 2018: SANT'ANDREA, APOSTOLO…



    «30 NOVEMBRE SANT'ANDREA, APOSTOLO.»
    Guéranger, L'anno liturgico - Sant'Andrea, Apostolo
    http://www.unavoce-ve.it/pg-30nov.htm





    http://www.sursumcorda.cloud/
    https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
    «Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    "Preghiera al Santo del giorno.

    In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Amen.

    Eterno Padre, intendo onorare sant’Andréa Apostolo, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima, per i meriti di questo santo Apostolo e glorioso Martire della vera fede, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’Andréa Apostolo possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

    "30 novembre, Sant’Andrea Apostolo.

    + Per quell’ ammirabile prontezza con cui voi, o glorioso Sant’ Andrea, vi deste a seguir Gesù Cristo ed a Lui conduceste il vostro fratello, che divenne poi il capo dell’Apostolico collegio e la pietra fondamentale della Chiesa; deh! ottenete e noi tutti la grazia di seguir prontamente le divine ispirazioni, di confessar generosamente la verità, di amar sempre le croci e i patimenti di questa terra, al fine di assicurarci i beni perfetti ed eterni del Paradiso. Così sia. +."»

    "La questione del «Papa eretico» → https://goo.gl/USjRdm "
    LA QUESTIONE DEL "PAPA ERETICO".
    https://www.sursumcorda.cloud/artico...a-eretico.html
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...1b&oe=5CA3BC67



    "30 novembre 1839. [Papa Gregorio XVI condanna una delle prime iniziative ecumeniche a Friburgo, in Brisgovia]. Ci fu riferito che parecchi canonici e numerosi parroci e sacerdoti, in lunga schiera, hanno seguito la processione di acattolici che in codesta città inauguravano un nuovo tempio. Non si trattava, Venerabile Fratello, di qualche ricorrenza civile, per nulla attinente alla Religione, in cui il clero cattolico è presente in omaggio al Principe e per attestare agli altri la civile concordia. Fu dedicata al culto acattolico una più ampia sede che i protestanti avevano sontuosamente costruita demolendo un antico tempio cattolico, perché i ministri protestanti potessero celebrare in essa, con maggiore sfarzo, i riti acattolici e insegnare l’eresia a un maggiore concorso di popolo, avversando la verità cattolica; pertanto tutta quella pompa sembra predisposta al fine di celebrare un nuovo trionfo dell’errore. Tanto meno Ci aspettavamo tali notizie in quanto riteniamo che tu sappia con quale lettera il Nostro Predecessore Papa Pio VIII di gloriosa memoria abbia rimproverato il Vescovo tuo predecessore che non aveva rifiutato di essere presente con il suo clero, mentre i protestanti collocavano una lapide celebrativa dello stesso tempio. Sappiamo che la tua fraternità, finora, non è stata presente alla cerimonia di inaugurazione del tempio e non vogliamo in alcun modo sospettare che per tuo ordine una tale ragguardevole schiera di tuoi sacerdoti abbia partecipato a quella cerimonia, tuttavia, dalle notizie che Ci sono state riferite, a stento possiamo dubitare che almeno alcuni di essi abbiano compiuto quel gesto dopo averti consultato. Era inoltre tuo preciso dovere prevenire l’accaduto o richiamare, in relazione al tuo ufficio, chi aveva commesso tale errore e condannare apertamente lo stesso fatto per porre riparo allo scandalo. Infatti da quel comportamento deve aver avuto origine un grosso scandalo poiché i sacerdoti cattolici, accompagnando la cerimonia acattolica con siffatto particolare rispetto, sembrano per ciò stesso averla approvata insieme con gli errori su cui si regge. Certo non altro vogliono i ministri protestanti se non che il clero cattolico, indotto a un tal modo di agire, attenui poi nel popolo fedele la memoria di quel dogma che riguarda la necessità della fede e dell’unità cattolica, al fine di raggiungere la salvezza; così essi potranno più facilmente adescare molti altri, in modo che si allontanino dallo stretto sentiero della verità cattolica e imbocchino sciaguratamente l’ampia via dell’errore e della perdizione.
    Da SS Gregorio XVI
    Dolorem quo."






    "Sant'Andrea - Sodalitium"
    Sant'Andrea - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/santandrea/
    «30 novembre, Sant’Andrea Apostolo.

    “A Patràsso, nell’Acàia, il natale di sant’Andréa Apostolo, il quale predicò il santo Vangelo di Cristo nella Tràcia e nella Sazia. Arrestato dal Proconsole Egèa, fu prima chiuso in prigione, quindi gravissimamente flagellato, e da ultimo appeso in croce, sulla quale sopravvisse due giorni, istruendo il popolo; e, avendo pregato il Signore di non permettere che egli fosse deposto dalla croce, fu circondato da un grande splendore celeste, e, cessato poi tale splendore, rese lo spirito”.
    Per quell’ammirabile prontezza con cui voi, o glorioso Sant’Andrea, vi deste a seguir Gesù Cristo ed a Lui conduceste il vostro fratello, che divenne poi il capo dell’Apostolico collegio e la pietra fondamentale della Chiesa; deh! ottenete e noi tutti la grazia di seguir prontamente le divine ispirazioni, di confessar generosamente la verità, di amar sempre le croci e i patimenti di questa terra, al fine di assicurarci i beni perfetti ed eterni del Paradiso. Così sia.
    Pater, Ave, Gloria.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...ea-214x300.jpg





    http://www.sodalitium.biz/wp-content...lo-300x300.jpg






    http://www.sodalitium.biz/indulgenze-per-i-defunti/
    "INDULGENZE PER I DEFUNTI."


    Novena all?Immacolata Concezione - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/novena-all...ta-concezione/



    Calendario 2019: 50 anni di resistenza alla nuova messa - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/calendario...a-nuova-messa/
    «Il 30 novembre 1969 fu la data fatale in cui il modernismo osò rinnegare il Santo Sacrificio della Messa. L’omaggio del calendario di Sodalitium va a tutti quei sacerdoti e quei fedeli che si batterono per la Messa Romana: a noi, adesso, di continuare e portare a compimento la loro battaglia, senza stancarci mai.

    Editoriale
    “Cattolici,
    Domenica 30 novembre 1969 è un giorno di lutto per ogni cattolico fedele alle tradizioni che hanno fatto grande e gloriosa la Chiesa, dandole splendore di tesori spirituali e di cultura che restano, ad onta del tempo e degli uomini, monumenti immortali. Quasi ad epilogo di una serie di sconvolgimenti sicuramente dannosi, ora si tocca, si muta e si inquina la stessa cristallina purezza della Santa Messa (…). Cattolici, sappiate mantenere integra la vostra Fede e la Dottrina tramandata dai Padri, unica garanzia nell’ora presente così incerta, crepuscolare ed equivoca, frequentando solo sacerdoti dottrinalmente sicuri ed assistendo esclusivamente a Sante Messe celebrate secondo l’antico Messale di San Pio V”.
    Così iniziava e terminava un volantino, che ho sotto gli occhi, diffuso a Roma cinquant’anni fa – in occasione dell’introduzione del nuovo messale ecumenico – da un gruppo di cattolici che – non senza senso dell’umorismo – si firmava col nome di “Gaudium et spes”.
    Pochi giorni prima di quella data fatale, il 1 ottobre, Padre Guérard des Lauriers, domenicano, allora docente alla Pontificia Università Lateranense, scriveva a Dom Gérard, facendo allusione al “Breve Esame critico del Novus Ordo Missæ”: “La ‘nuova messa’ – che non è più la Messa – resta per me – e per altri – uno scandalo violento. Stiamo per agire, portando a termine l’azione già iniziata da sei mesi. Umanamente, la credo inutile, ma lo faccio al contempo per amore e per dovere. Non si può non fare tutto il possibile per impedire un così gran male (…) Il rinnegamento del sacrificio ci deve mettere in stato di sacrificio”.
    Lutero e Calvino erano riusciti a sopprimere il Sacrificio della Messa e a distruggere gli altari, in gran parte della Cristianità. A Gorcum, in Olanda, 19 religiosi cattolici furono impiccati dai calvinisti nel fienile di un monastero diroccato perché rifiutavano di rinnegare la fede cattolica nel primato del Papa, nella Presenza reale di Cristo nell’Eucarestia e nel Sacrificio della Messa; uno di essi era così vecchio e malandato da fare pietà, ma i carnefici dissero che aveva ancora abbastanza testa per dire la Messa, e questo bastò perché subisse il destino degli altri. Ma la Messa che non venne più celebrata in tante contrade di Europa, fu offerta ancora, e con quanto amore, in tante altre, e persino nelle lontane terre del Nuovo Mondo: in ogni luogo sarà offerta al mio nome un’oblazione pura (cf Malachia 1, 11).
    I modernisti sono riusciti a fare quello che non riuscì ai protestanti, loro padri nell’eresia, spegnendo la Fede, il Sacrificio, il Sacerdozio, e la divina Presenza eucaristica quasi ovunque; e a 50 anni dall’imposizione della ‘nuova messa’, rito programmaticamente ecumenico, se ne vedono gli effetti in tante chiese vuote e desolate, messe in vendita o abbattute.
    Dio non ci ha però abbandonati. Chi non ha vissuto quei tempi, forse non si rende conto di quello che fu, ed ancora deve essere, l’amore di tanti cattolici per la Messa proprio nel momento in cui ne venivano privati. La reazione al ‘nuovo messale’ sorse spontanea in tutto il mondo, fenomeno veramente cattolico ovvero universale; il nostro calendario privilegia quanti difesero la Messa Romana in Italia ed in Francia, ma ovunque si levarono sacerdoti e fedeli disposti a ogni sacrificio perché la Messa potesse continuare. Non dimentichiamo quei sacerdoti che furono disposti a rinunciare alla loro parrocchia, quelle famiglie che ogni domenica percorrevano centinaia e centinaia di chilometri per avere la Messa, quelli che ogni domenica dovevano trasformare un locale profano in una chiesa per permettere la celebrazione della Messa, e poi rimettere ogni cosa come prima, a volte senza sapere il sabato se ci sarebbe stato un sacerdote il giorno dopo, quelli che aprivano le loro case ai sacerdoti e ai fedeli per la celebrazione del Sacrificio. Ancor oggi, spesso, è ancora così, per chi non vuole, perché non può, nominare al canone della Messa il nome di colui che occupa la Sede di Pietro senza esserne il vero Successore. Ma dopo 50 anni possiamo dire che no, il demonio non è riuscito neppure questa volta a far cessare del tutto quello che più teme: la celebrazione del Sacrificio della Messa, rinnovamento incruento di quello del Calvario.
    Oggi come allora, e giorno dopo giorno, dobbiamo essere in ‘stato di sacrificio’, uniti al Sacrificio di Cristo: perché sia offerto a Dio quell’atto supremo di adorazione che gli è dovuto, e perché i troppi peccati degli uomini siano espiati, e Dio ci sia nuovamente propizio, ed esaudisca le nostre preghiere.
    L’omaggio del calendario di Sodalitium va a tutti quei sacerdoti e quei fedeli, quelli che abbiamo ricordato e quelli che abbiamo dimenticato, che 50 anni fa si batterono per la Messa Romana: a noi, adesso, di continuare e portare a compimento la loro battaglia, senza stancarci mai.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...MBC2018cop.jpg







    “Video e Foto del XVII Convegno di Studi Albertariani - Sodalitium.”
    Video e Foto del XVII Convegno di Studi Albertariani - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/video-foto...-albertariani/

    "Video del XVII convegno di studi albertariani - Centro Studi Giuseppe Federici."
    Video del XVII convegno di studi albertariani - Centro Studi Giuseppe Federici
    http://www.centrostudifederici.org/v...-albertariani/

    "Video e Foto del XVII Convegno di Studi Albertariani - Centro Studi Davide Albertario."
    Video e Foto del XVII Convegno di Studi Albertariani ? Centro Studi Davide Albertario
    http://www.davidealbertario.it/2018/...-albertariani/

    https://www.agerecontra.it/2018/11/v...-albertariani/



    "Sante Messe - Sodalitium."
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium."
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




    https://www.agerecontra.it/2017/11/s...e-di-novembre/
    “Santorale del mese di Novembre
    IL SANTORALE DI NOVEMBRE A cura di Padre Romualdo Maria Lafitte O.S.B.
    Pregare per le anime del Purgatorio e chiedere le Grazie in questo mese importante per le anime dei defunti, che tanto possono ricevere da noi e tanto possono intercedere per noi.”
    https://1.bp.blogspot.com/-xB2EAFN1B.../modestos1.jpg
    http://www.agerecontra.it/wp-content...image-text.pdf








    SECONDO GIORNO DELLA NOVENA ALL'IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA (DAL 29 NOVEMBRE AL 7 DICEMBRE, FESTA 8 DICEMBRE):


    Novena all?Immacolata Concezione - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...ta-300x209.jpg


    https://stateettenetetraditiones.blo...one-della.html


    https://www.radiospada.org/2018/11/d...-espana-dia-2/
    https://i1.wp.com/www.radiospada.org...pg?w=490&ssl=1










    https://tradidiaccepi.blogspot.com/


    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...22&oe=5C74A904





    “SANT'ANDREA
    Apostolo.
    Doppio di II classe.
    Paramenti rossi.
    Guéranger, L'anno liturgico - Sant'Andrea, Apostolo
    http://www.unavoce-ve.it/pg-30nov.htm
    Dal sec. IV la festa di sant'Andrea - apostolo e martire - si celebra il 30 novembre. Egli fu chiamato - ci dice l'Orazione -, a reggere e istruire la Chiesa. Anche l'Epistola e il Vangelo ci parlano della vocazione di colui che, per primo fra gli Apostoli, conobbe Gesù Cristo. Alla chiamata del Maestro, egli lasciò prontamente le reti per diventare pescatore di uomini (Vangelo) e la sua voce «si sparge per tutta la terra ad annunziare la pace» (Epistola). Dopo la Pentecoste egli predicò il santo Vangelo di Cristo nella Palestina, poi evangelizzò la Scizia e la Tracia. A Patrasso, nell'Acaia, arrestato dal Proconsole Egea, fu prima chiuso in prigione, quindi gravissimamente flagellato, e da ultimo appeso in croce, sulla quale sopravvisse due giorni istruendo il popolo; e avendo pregato il Signore di non permettere che egli fosse deposto dalla croce, fu circondato da un grande splendore celeste, e, cessato poi tale splendore, rese lo spirito.
    Il suo nome è nel Canone della Messa (I elenco).

    • L’Apostolo Andrea nacque a Betsaida, borgo della Galilea, ed era fratello di Pietro e discepolo di Giovanni Battista: avendo sentito dire da questo del Cristo: «Ecco l'Agnello di Dio» (Gv 1,36) egli seguì Gesù e gli condusse pure suo fratello. Più tardi mentre pescava col fratello nel mare di Galilea, chiamati tutti e due prima di tutti gli altri apostoli dal Cristo Signore che passava, con quelle parole; «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori d'uomini» (Mt 4,19), subito, senza frapporre indugi, abbandonate le reti, lo seguirono. Dopo la sua passione e risurrezione, Andrea andò a predicare la fede di Cristo nella provincia toccatagli, la Scizia d'Europa, poi percorse l'Epiro e la Tracia; e colla predicazione e i miracoli convertì a Cristo innumerevoli persone. Quindi giunto a Patrasso, città dell'Acaia, condusse moltissimi alla verità del Vangelo, riprese coraggiosamente il proconsole Egea, che resisteva alla predicazione del Vangelo, perché mentre voleva essere riconosciuto giudice dei suoi simili, si lasciava ingannare dai demoni a tal punto da misconoscere Cristo Dio giudice di tutti.
    Allora Egea irritato: «Finiscila, gli disse, di vantare il Cristo, che propositi simili non gl'impedirono d'essere crocifisso dai Giudei». Ma siccome Andrea continuava a predicare intrepidamente che Cristo s'era offerto da se stesso alla croce per la salvezza del genere umano, egli l'interruppe con un discorso empio, esortandolo infine a provvedere alla sua salute sacrificando agli dèi. Allora Andrea: «Per me c'è un solo vero Dio onnipotente, al quale io sacrifico sull'altare ogni giorno, non già le carni dei tori né il sangue dei capri, ma l'Agnello senza macchia; e dopo che tutto il popolo dei credenti s'è cibato della sua carne, l'Agnello ch'è stato immolato, rimane sempre intero e vivo». Perciò Egea acceso d'ira lo fece gettare in prigione: donde il popolo avrebbe facilmente liberato Andrea, se questi non avesse calmata la moltitudine, supplicandola istantemente di non impedirgli di arrivare alla desideratissima corona del martirio.
    Poco dopo essendo stato condotto davanti al tribunale, Egea non potendolo più soffrire perché esaltava il mistero della croce e gli rimproverava ancora la sua empietà, comandò che lo si mettesse in croce per fargli imitare la morte di Cristo. Andrea, giunto al luogo del martirio, al vedere la croce cominciò ad esclamare da lontano: «O buona croce, resa gloriosa dalle membra del Signore, lungamente desiderata, ardentemente amata, continuamente cercata e finalmente preparata all'animo mio bramoso, ritirami dagli uomini e rendimi al mio maestro; affinché per te mi riceva colui che per te m'ha redento». Egli fu dunque appeso alla croce: sulla quale restò appeso vivo due giorni, non cessando mai di predicare la fede di Cristo, andandosene poi a lui, la cui morte aveva bramato d'imitare. I preti e i diaconi dell'Acaia, che scrissero la sua passione, attestano d'aver udito e visto tutte queste cose così come sono state raccontate. Le sue ossa furono trasportate prima a Costantinopoli sotto l'imperatore Costante, e poi ad Amalfi. Il suo capo, portato a Roma sotto il Pontificato di Pio II, fu collocato nella basilica di san Pietro.
    SANTA MESSA
    - Al Vangelo.
    • Omelia di san Gregorio Papa.
    Omelia 5 sul Vangelo.
    Avete udito, fratelli carissimi, che al primo cenno di voce, Pietro e Andrea, abbandonate le reti, seguirono il Redentore. Non lo avevano ancora veduto fare alcun miracolo, non lo avevano udito parlare del benefizio d'una ricompensa eterna: e tuttavia al primo ordine del Signore, dimenticano e abbandonano ciò che possiedono. E noi quanti suoi miracoli non vediamo, da quante prove non siamo ammaestrati, da quante terribili minacce atterriti, eppure disprezziamo la sua chiamata?
    Colui che ci esorta alla conversione siede già in cielo; ha già curvato il collo dei Gentili al giogo della fede, ha già confuso la gloria del mondo, già ci annunzia per le rovine di esso così frequenti l'avvicinarsi del giorno del suo rigoroso giudizio: e tuttavia la superba nostra mente non vuole ancora spontaneamente abbandonare ciò che ogni giorno perde involontariamente. Che diremo dunque, fratelli carissimi, il giorno in cui egli ci giudicherà, noi che né coi suoi precetti possiamo essere distaccati dall'amore del secolo presente, né ci correggiamo alle sue percosse?
    Ma forse qualcuno dirà in cuor suo: Che cosa, o quanto lasciarono alla voce del Signore, questi due pescatori che non avevano quasi nulla? Ma in ciò, fratelli carissimi, noi dobbiamo guardare piuttosto all'affetto che al valore. Lascia molto chi non ritiene nulla per sé: lascia molto chi, per quanto poco, lascia tutto. Noi al contrario e siamo attaccati alle cose che possediamo, e col desiderio cerchiamo quelle che non abbiamo. Molto, dunque, lasciarono Pietro e Andrea, quando l'uno e l'altro rinunziarono fin'anche al desiderio di possedere.”
    https://sardiniatridentina.blogspot....stolo.html?m=1
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    “MESE DI NOVEMBRE: MESE DEDICATO SPECIALMENTE ALLA COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI.

    In questo mese di Novembre, mediteremo con l'ausilio del libro "Chi morrà, vedrà... Il Purgatorio e il Paradiso" (Napoli, agosto 1959) di don Dolindo Ruotolo, che fu sacerdote napoletano, morto in odore di santità, strenuo difensore della dottrina cattolica contro gli errori del modernismo ed autore di diversi testi esegetici e pastorali.
    Capitolo decimo quinto: L'anima contempla Maria madre di Dio e l'umanità gloriosa di Gesù Cristo.
    Capitolo XV: L'anima contempla Maria madre di Dio e l'umanità gloriosa di Gesù Cristo
    Capitolo decimo sesto: L'anima nell'ineffabile gloria della Santissima Trinità.”
    Capitolo XVI:L'anima nell'ineffabile gloria della SS.ma Trinità
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    «Radio Spada è un sito di controinformazione cattolico http://www.radiospada.org/ e una casa editrice http://www.edizioniradiospada.com/
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/ »

    “29 novembre - 7 dicembre 2018: Novena dell'Immacolata.”
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    “30 NOVEMBRE 2018: SANT'ANDREA, APOSTOLO.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...b2&oe=5C692E3D





    "Venerabile Cranio di Sant'Andrea.
    Fu donato a Papa Pio II Piccolomini dai fratelli di Costantino XI, l'ultimo Imperatore dei Romei (morto cattolico). Il Cardinale Bessarione di Nicea lo consegnò nelle mani del Romano Pontefice l'11 aprile 1462. Conservato nella Basilica di San Pietro, assieme ai frammenti della Croce
    , fu donato da Paolo VI agli scismatici Foziani nel settembre del 1964. Consegnarono la reliquia al metropolita di Patrasso due loschi figuri a nome Augustin Bea sj e Johannes Willebrands. Dopo le reliquie di sant'Andrea saranno smerciate per sacrilega mano modernista, nel 2004, anche quelle del Crisostomo e del Nazianzeno."

    https://www.radiospada.org/2018/11/i...andrea-a-roma/
    «Il Capo di Sant’Andrea a Roma di Redazione RS il 30 novembre 2018.

    L’Apostolo Andrea, il primo chiamato, fratello di san Pietro, dopo la Pentecoste secondo la tradizione recepita anche dal Breviario Romano “andò a predicare la fede di Cristo nella provincia toccatagli, la Scizia d’Europa, poi percorse l’Epiro e la Tracia; e colla predicazione e i miracoli convertì a Cristo innumerevoli persone”. Compì il martirio a Patrasso in Acaia, condannato alla crocefissione dal Proconsole Egea. San Girolamo nel De viris illustribus al libro IX, ci informa che al tempo di Costanzo II le sue reliquie furono traslate a Costantinopoli. Dopo la caduta di Costantinopoli il 29 maggio 1453, dal 1461 al 1964 fu invece conservata in San Pietro il suo Venerabile Cranio. L’arrivo in Italia di questa reliquia è raccontato con dovizia di particolari da Egidio Fortini nel suo Solenne ricevimento della testa di sant’Andrea Apostolo e cappella presso al Ponte Milvio a lui consacrata (Roma, 1848) i cui punti salienti offriamo ai nostri lettori.»
    https://www.radiospada.org/wp-conten...immagine-3.bmp





    https://i0.wp.com/3.bp.blogspot.com/...size=639%2C456





    https://www.radiospada.org/tag/santandrea-apostolo/



    “Il 30 novembre 1969 entrava in vigore il Novus Ordo Missae. Proponiamo ai nostri lettori le “Considerazioni sull’Ordo Missae di Paolo VI” del Professore Arnaldo Vidigal Xavier da Silveira, una delle voci più eminenti nell’ambito della Tradizione Cattolica spentasi il 19 settembre 2018.”
    https://www.radiospada.org/tag/consi...e-di-paolo-vi/


    “Ludovico di Giovanni de' Medici, detto Giovanni delle Bande Nere (Forlì, 6 aprile 1498 – Mantova, 30 novembre 1526), spada al servizio del Papato.”
    https://www.radiospada.org/2018/05/v...le-bande-nere/


    “Il 30 novembre 1406 Papa Gregorio XII Correr viene esaltato al Sommo pontificato.”


    "Il 30 novembre 1957 moriva S.E.R. il Cardinale Giovanni Adeodato Piazza OCD, Vescovo di Sabina e Poggio Mirteto. Nel 1947, a nome di tutto l'Episcopato d'Italia, protestò ufficialmente contro i "traditori" democristiani che non inserirono nella Costituzione l'indissolubilità del matrimonio. (…)
    Morì a Roma il 30 novembre 1957. L’epigrafe, posta sulla sua tomba nella basilica romana di Santa Teresa, sintetizza in maniera perfetta la vita di questo figlio del Carmelo: INCENSISSIMO IN ECCLESIAM CHRISTIQVE VICARIVM AMORE PRAECLARVS EXSTITIT."
    https://www.radiospada.org/2018/11/g...ocd-1884-1957/
    «Il volontario oscuramento della verità è uno dei fenomeni più sconcertanti del nostro tempo».
    (Card. Piazza, Lettera pastorale “I diritti della verità”, 1947 [1])
    https://i2.wp.com/www.radiospada.org...70%2C735&ssl=1


    "Andare in Paradiso con Tre Ave Maria | Radio Spada"
    Andare in Paradiso con Tre Ave Maria | Radio Spada

    «CLICCATE QUI PER ANDARE ALLA NUOVA PAGINA SUL Piccolo catechismo (13 domande) sulla Promessa del Paradiso per le “Tre Ave Maria” (anno 1931)"
    "Sulle pagine di Radio Spada già avevamo trattato questo tema in due occasioni: Andare in Paradiso con Tre Ave Maria e Piccolo catechismo (13 domande) sulla Promessa del Paradiso per le “Tre Ave Maria” (1931).
    Ecco un nuovo foglietto devozionale che approfondisce la Grande Promessa del Paradiso per chi recita quotidianamente le “Tre Ave Maria”.»
    "DIFFONDETE QUESTA PAGINA PERCHE’ “CHI SALVA UN’ANIMA, HA SALVATO LA SUA” (SANT’AGOSTINO)"







    Guéranger, L'anno liturgico - Sant'Andrea, Apostolo
    http://www.unavoce-ve.it/pg-30nov.htm
    «30 NOVEMBRE SANT'ANDREA, APOSTOLO.

    Poniamo sant'Andrea al principio di questo Proprio dei Santi dell'Avvento perché, per quanto la sua festa cada spesso prima dell'apertura dell'Avvento, avviene tuttavia di tanto in tanto che questo sacro tempo è già cominciato quando si celebra dalla Chiesa la memoria del grande Apostolo. Questa festa è dunque destinata ogni anno a chiudere maestosamente il Ciclo cattolico che si spegne o a brillare in testa al nuovo che si è appena aperto. Senza dubbio, era giusto che l'Anno Cristiano, cominciasse e finisse con la Croce, che ci ha meritato ciascuno degli anni che alla misericordia divina piace concederci, e che deve apparire nell'ultimo giorno sulle nubi del cielo, come un sigillo posto sui tempi.
    Diciamo questo perché ogni fedele deve sapere che sant'Andrea è l'Apostolo della Croce. A Pietro Gesù Cristo ha dato la solidità della Fede; a Giovanni la tenerezza dell'Amore; Andrea ha ricevuto la missione di presentare la Croce del Divino Maestro. Ora, è con l'aiuto di queste tre prerogative, Fede, Amore e Croce, che la Chiesa si rende degna del suo Sposo: tutto in essa ricalca questo triplice carattere. È dunque per questo che dopo i due Apostoli che abbiamo nominati, sant'Andrea costituisce l'oggetto d'un culto particolare nella Liturgia universale.
    Ma leggiamo le gesta dell'eroico pescatore del lago di Genezareth, chiamato a diventare più tardi il successore di Cristo stesso e il compagno di Pietro sul legno della Croce. La Chiesa le ha attinte dagli antichi Atti del Martirio del santo Apostolo [1].
    VITA. - Andrea Apostolo, nato a Betsaida, borgo della Galilea, era fratello di Pietro e discepolo di san Giovanni. Avendo sentito quest'ultimo dire di Cristo: "Ecco l'Agnello di Dio!", seguì Gesù, e gli condusse il fratello. Più tardi, mentre egli pescava insieme con il fratello nel mare della Galilea, furono entrambi chiamati, prima di tutti gli altri Apostoli, dal Signore che, passando vicino, disse loro: "Seguitemi: vi farò pescatori di uomini". Essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Dopo la passione e la risurrezione, Andrea andò a predicare la fede cristiana nella provincia che gli era toccata in sorte, la Scizia d'Europa; quindi percorse l'Epiro e la Tracia e con la predicazione e i miracoli convertì a Gesù Cristo una moltitudine innumerevole. Giunto a Patrasso, città dell'Acaia, fece abbracciare a molti la verità del Vangelo, e non esitò a riprendere coraggiosamente il proconsole Egeo, che resisteva alla predicazione evangelica, rimproverandogli di voler essere il giudice degli uomini, mentre i demoni lo ingannavano fino a fargli misconoscere il Cristo Dio, Giudice di tutti gli uomini.
    Egeo adirato gli dice: Finiscila di esaltare il tuo Cristo che simili propositi non hanno impedito che venisse crocifisso dai Giudei. E siccome Andrea continuava tuttavia a predicare intrepido che Gesù Cristo s'era lui stesso offerto alla Croce per la salvezza del genere umano, Egeo lo interrompe con un discorso empio, e lo avverte di pensare alla sua salvezza, sacrificando agli dei. Andrea gli dice: Per me, c'è un Dio onnipotente, solo e vero Dio, al quale sacrifico tutti i giorni, non già le carni dei tori né il sangue dei capri, ma l'Agnello senza macchia immolato sull'altare; e tutto il popolo partecipa alla sua carne, e l'Agnello che è sacrificato rimane integro e pieno di vita. Perciò Egeo, fuor di sé dalla collera, lo fa gettare in prigione. Il popolo ne avrebbe facilmente tratto fuori il suo Apostolo, se quest'ultimo non avesse calmato la folla, scongiurandola di non impedirgli di giungere alla corona del martirio.
    Poco dopo, condotto davanti al tribunale, siccome esaltava il mistero della Croce e rimproverava ancora al Proconsole la sua empietà, Egeo esasperato ordinò che lo si mettesse in croce, per fargli imitare la morte di Cristo. Fu allora che, giunto sul luogo del martirio e vedendo la croce, Andrea esclamò da lontano: O buona Croce che hai tratto la tua gloria dalle membra del Signore, Croce lungamente bramata, ardentemente amata, cercata senza posa e finalmente preparata ai miei ardenti desideri, toglimi di mezzo agli uomini, e restituiscimi al mio Signore, affinché per te mi riceva Colui che per te mi ha riscattato. Fu dunque infisso alla croce, sulla quale rimase vivo per due giorni, senza cessar di predicare la fede di Gesù Cristo, e passò così a Colui del quale si era augurato di imitare la morte. I Sacerdoti e i Diaconi dell'Acaia, che hanno scritto la sua Passione, attestano che hanno visto e sentito tutte quelle cose così come le hanno narrate. Le sue ossa furono trasportate dapprima a Costantinopoli, sotto l'imperatore Costanzo, e quindi ad Amalfi. Il suo capo, recato a Roma sotto il papa Pio II, fu posto nella basilica di S. Pietro.

    Preghiamo ora, in unione con la Chiesa, questo santo Apostolo il cui nome e la cui memoria costituiscono la gloria di questo giorno; rendiamogli onore, e chiediamogli il soccorso di cui abbiamo bisogno.
    Sei tu, o beato Andrea, che incontriamo per primo in quella mistica via dell'Avvento nella quale camminiamo, cercando il nostro divin Salvatore Gesù Cristo; e ringraziamo Dio per averci voluto concedere un simile incontro. Quando Gesù, nostro Messia, si rivelò al mondo, tu avevi già prestato docile orecchio al santo Precursore che annunciava il suo avvicinarsi, e fosti uno dei primi fra i mortali a confessare, nel figlio di Maria, il Messia promesso nella Legge e nei Profeti. Ma non volesti rimanere il solo confidente di così meraviglioso Segreto; facesti presto partecipe della Buona Novella Pietro tuo fratello, e lo conducesti a Gesù. Santo Apostolo, anche noi desideriamo il Messia, il Salvatore delle anime nostre; poiché tu l'hai trovato, degnati dunque di condurre anche noi a lui. Poniamo sotto la tua protezione il sacro periodo di attesa e di preparazione che ci rimane da percorrere, fino al giorno in cui il Salvatore tanto atteso apparirà nel mistero della sua meravigliosa Nascita. Aiutaci nel renderci degni di vederlo in mezzo alla notte radiosa in cui apparirà. Il battesimo della penitenza ti preparò a ricevere la insigne grazia di conoscere il Verbo di vita; ottieni anche a noi di essere veramente pentiti e di purificare i nostri cuori, in questo sacro tempo, affinché possiamo contemplare con i nostri occhi Colui che ha detto: Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
    Tu sei potente per introdurre le anime presso il Signore Gesù, o glorioso Andrea, poiché colui stesso che il Signore doveva costituire Capo di tutto il gregge fu presentato da te al divino Messia. Non dubitiamo che il Signore abbia voluto, chiamandoti a sé in questo giorno, assicurare la tua intercessione ai cristiani che, cercando nuovamente, ogni anno, Colui nel quale tu vivi per sempre, vengono a chiedere la via che conduce a lui.
    Questa via, tu ce l'hai insegnata, è la via della fedeltà, della fedeltà fino alla Croce. Tu vi hai camminato con coraggio; e poiché la Croce conduce a Gesù Cristo, hai amato con passione la Croce. Prega, o Apostolo santo, affinché comprendiamo l'amore della Croce; affinché, dopo averlo compreso, lo mettiamo in pratica. Il tuo fratello ci dice nella sua Epistola: Poiché Cristo ha sofferto nella carne, armatevi, o fratelli, di questo pensiero(1Pt 4,1). Tu, o beato Andrea, ci presenti oggi il commento vivente di questa massima. Poiché il tuo Maestro è stato crocifisso, hai voluto esserlo anche tu. Dall'alto del trono a cui sei stato elevato con la Croce, prega dunque affinché la Croce sia per noi l'espiazione dei peccati che ci coprono, l'estinzione delle fiamme mondane che ci bruciano, e infine il mezzo per unirci con l'amore a Colui che solo l'amore vi ha affisso.
    Ma, per quanto importanti e preziose siano per noi le lezioni della Croce, ricordati, o grande Apostolo, che esso è la consumazione e non il principio. È il Dio bambino, il Dio della mangiatoia che noi dobbiamo innanzitutto conoscere e gustare; è l'Agnello di Dio indicatoti da san Giovanni che noi abbiamo sete di contemplare. Il tempo attuale è quello dell'Avvento, e non quello della dolorosa Passione del Redentore. Fortifica dunque il nostro cuore per il giorno della battaglia; ma aprilo in questo momento alla compunzione e alla tenerezza. Poniamo sotto il tuo patrocinio la grande opera della nostra preparazione alla Venuta di Cristo nei nostri cuori.
    Ricordati anche, o beato Andrea, della santa Chiesa di cui sei una delle colonne, e che hai irrorata con il tuo sangue; leva le tue potenti mani su di essa, davanti a Colui per il quale essa milita senza posa. Chiedi che la Croce che essa porta attraverso questo mondo sia alleviata; prega anche perché ami quella Croce, e vi attinga la forza e la vera felicità. Ricordati in particolar modo della santa Romana Chiesa, Madre e Maestra di tutte le altre, e ottienile la vittoria e la pace mediante la Croce, per il tenero amore che ha per te. Visita nuovamente, nel tuo Apostolato, la Chiesa di Costantinopoli, che ha perduto la vera luce insieme con l'unità, perché non ha voluto rendere omaggio a Pietro, tuo fratello, che tu hai onorato come tuo Capo per amore del comune Maestro. Infine, prega per il regno di Scozia, che da quattro secoli ha dimenticato la tua dolce tutela; fa' che i giorni dell'errore siano abbreviati, e che quella metà dell'Isola dei Santi rientri presto, insieme con l'altra, sotto il vincastro dell'Unico Pastore.
    [1] La maggior parte degli storici moderni pongono tra gli scritti apocrifi la celebre lettera dei sacerdoti e dei diaconi dell'Acaia che riferisce il martirio di sant'Andrea e dalla quale l'Ufficio del 30 novembre ha attinto i suoi tratti più belli. Tutti ammettono nondimeno che è un documento della più remota antichità. I Protestanti l'hanno rigettata soprattutto perche vi si trova un'esplicita professione di fede nella realtà del Sacrificio della Messa e del sacramento dell'Eucaristia.
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 252-255.»





    http://www.cmri.org/ital-index.html


    "Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
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    “Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
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    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

    30 novembre : Saint André, Apôtre (vers l'an 62) :: Ligue Saint Amédée
    "30 Novembre : Saint André, Apôtre (vers l'an 62)."
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    Réquiem aetérnam dona eis, Dómine, et lux perpétua lúceat eis. Requiéscant in pace. Amen.
    Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis!!!
    Regina Sacratissimi Rosarii Ora Pro Nobis!!!

    Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

 

 

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