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  1. #1
    scienzaevita
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    Predefinito A proposito di un libro sull'Opus Dei.

    A proposito di un libro sull' Opus Dei
    “Opus Dei segreta”, di Ferruccio Pinotti, presenta 17 testimonianze di persone che hanno avuto rapporti con la prelatura dell'Opus Dei.

    26 novembre 2006


    Alcuni libri ben documentati sull'Opus Dei.

    Quattordici di queste testimonianze erano già note. Tre di esse furono pubblicate quindici anni fa in un libro di Peter Hertel. Un’altra è quella di Alberto Moncada che uscì dall’Opus Dei quarant’anni fa e fu pubblicata da una piccola rivista spagnola anticlericale. Altre circolano da tempo su Internet.

    Il libro di Pinotti presenta alcuni problemi metodologici che meritano una riflessione.

    Problemi metodologici

    Il titolo del libro sembra indicare un'inchiesta esauriente e nuova sulla realtà dell'Opus Dei. In realtà non è esauriente perché sceglie solo alcuni testimoni che hanno lasciato l’istituzione dopo un’esperienza a loro giudizio negativa, e ignora la vita delle migliaia di fedeli della prelatura, che sono felici di esserlo.

    L’inchiesta non è nuova perché, come si è visto, la maggior parte delle testimonianze sono già note e accessibili su internet.

    Il problema metodologico fondamentale sta dunque nella unilateralità delle fonti: l'autore non ha intervistato persone dell'Opus Dei e neppure ex membri soddisfatti della loro esperienza nella prelatura. Manca, inoltre, di altri strumenti professionali utili per affrontare seriamente l'analisi di qualsiasi istituzione o gruppo etnico, geografico o religioso. Per esempio non viene fornito supporto documentale alle tesi principali; non è concessa la possibilità di rispondere a chi viene criticato, ecc.

    Si precisano alcuni punti che nel libro vengono instancabilmente ripetuti:

    a) Segretezza

    L'Opus Dei cerca di farsi conoscere con tutti i mezzi alla propria portata. Ogni giornalista che vuole scrivere o sapere qualcosa sull'Opus Dei trova le porte aperte: centinaia di giornalisti italiani hanno potuto verificarlo in prima persona. Le istituzioni sociali ed educative avviate dall'Opus Dei sono sotto gli occhi di tutti: si sa dove sono, chi le dirige e come si finanziano. La prelatura offre ben quattro siti web in 25 lingue, sui quali possono essere consultati nomi, telefoni, statuti, nomine e altri documenti. In tale contesto è ridicolo affermare, come fa il libro, che i membri debbano tenere nascosta la propria appartenenza. Ci si domanda: come farebbero a fare apostolato senza parlare della propria fede, della propria vita e della propria condizione di fedele della prelatura?

    Sembra che la scusa della “segretezza” sia utilizzata dall’autore per evitare che l’evidenza dei fatti smentisca idee preconcette.

    Il libro fa continuo riferimento ai “poteri forti”, al possesso di banche, imprese, giornali e TV, alla segreta appartenenza di “capi di Stato e di governo, ministri e intellettuali” in un elenco tanto ampio quanto approssimativo, ma di fatto non è in grado di indicare con sicurezza alcun nome. Perché sono segreti, si afferma nel libro. Perché non esistono, è la risposta giusta. Con questo metodo, si può affermare qualsiasi cosa, lasciando agli altri l'onere della prova.

    b) Mortificazione corporale

    Il cilicio e le discipline sono usate con gioia e in piena libertà da alcuni fedeli della prelatura come parte del patrimonio ascetico della Chiesa e della tradizione cristiana. Questi umili strumenti di penitenza, che hanno poco a che vedere con la loro fantasiosa presentazione e che non causano nessun male alla salute, sono stati usati dalla maggior parte dei santi (come Padre Pio, Madre Teresa di Calcutta, San Tommaso Moro) e da altri personaggi quali Paolo VI, Von Balthasar, ecc. Insieme a questo, va sottolineato che lo spirito dell’Opera dà priorità alle piccole mortificazioni e rinunce che rendono più amabile la vita agli altri, come quelle legate al servizio a chi ci sta accanto.

    c) Questioni economiche

    Quanto alle questioni economiche, la vera novità dell'Opus Dei è che i membri sono dei laici (e non dei religiosi) che cercano di vivere un completo distacco, come successe anche nei primi tempi del cristianesimo, quando molti lasciavano i loro beni ai piedi degli Apostoli. D’altra parte, non è vero che i membri dell'Opus Dei siano obbligati a fare testamento a favore della Prelatura, come si ripete diverse volte in questo libro.

    d) Le donne

    Come è noto, le donne dell’Opus Dei svolgono una molteplicità di professioni: dalla docenza universitaria alla politica, dalla cura della casa alla imprenditoria. San Josemaría Escrivá fu un precursore nella valorizzazione della condizione femminile, come dimostra fra l'altro il fatto che già nei primi anni '50 chiese il permesso perché le donne dell'Opus Dei potessero frequentare le università ecclesiastiche: fu anche grazie a questa lungimiranza se oggi ci sono molte donne - fra le quali molte dell'Opus Dei - che sono affermate docenti di teologia. Le donne dell'Opus Dei non hanno bisogno di alcuna rivalutazione: molte, oltre al loro lavoro, hanno incarichi direttivi nella prelatura e nelle più varie attività in cui le persone dell’Opus Dei collaborano con altri cittadini: università, centri di formazione, associazioni culturali ecc.

    e) Libri e le letture

    Per i fedeli dell'Opus Dei, che svolgono professioni di ogni genere, i libri hanno un ruolo importante. Per migliaia di essi, che hanno una professione di tipo intellettuale, i libri sono materia di lavoro ordinario. Per tutti, si propone lo studio come abitudine quotidiana. La lettura viene promossa anche come fonte di formazione spirituale, di arricchimento, di riflessione, di maturazione, tramite il ricorso a libri di teologia e di spiritualità, senza dimenticare che la letteratura è fondamentale per la conoscenza dell'anima umana.

    Nell'Opus Dei si consiglia di informarsi sulle letture che si intende fare, salva restando la libertà di decisione, che spetta al singolo. Si tratta quindi di una pratica che si pone a un livello spirituale: capire che cosa merita di essere letto, e farsi muovere dal desiderio di scegliere libri consoni con la propria fede e con le proprie libere scelte di vita. Niente di più lontano da un “indice di libri proibiti” come quello menzionato da Pinotti. La richiesta di consiglio si pone nel contesto menzionato da Giovanni Paolo II nel libro “Alzatevi, andiamo!”: “Ho sempre avuto questo dilemma: che cosa leggere? Cercavo si scegliere quello che era piú essenziale. La produzione editoriale è cosí vasta! Non tutti i libri sono di valore o utili. Bisogna saper scegliere e chiedere consiglio riguardo a ciò che merita di essere letto” (p. 74).

    f) Rispetto per chi ha sofferto

    Infine, vorrei riferirmi alle persone che hanno fatto parte dell'Opus Dei e che mantengono dei risentimenti. Di fronte a un’esperienza negativa è necessario il rispetto, condividere il dolore, anche se a volte non si condivide l’interpretazione dei fatti. Di fronte a una ferita, a un ricordo doloroso, non c’è posto per una smentita. Non si tratta di vero o di falso, si tratta di atteggiamenti più profondi. Tutti coloro che si sono avvicinati alla prelatura possono essere sicuri di avere sempre la considerazione e la stima dei fedeli dell'Opus Dei. Quando l’autore di un libro precedente ha interpellato il Prelato al riguardo, monsignor Echevarría ha affermato che alle persone che non si sono sentite trattate bene si chiede scusa con tutto il cuore (1).

    Libertà di espressione e ricerca della verità

    La libera espressione delle proprie opinioni, atteggiamenti e scelte, è uno dei pilastri di una società aperta e pluralista. Ma il loro esercizio è davvero liberatore quando lo si cerca di fare in modo obiettivo. Le analisi parziali possono mettere in ombra e nascondere l'oggetto di studio.

    In alcuni casi, il pregiudizio genera imprecisioni ed errori di sostanza che sfiorano il ridicolo: le descrizioni delle visite dell’autore ai centri dell'Opus Dei e alla sede centrale, per esempio, fanno ridere i lettori che ci sono stati.

    Riassumendo, Pinotti approfitta maldestramente di un aumentato interesse circostanziale nei confronti dell’Opus Dei, per elaborare un prodotto dalle tinte sensazionalistiche, che manca di rigore e peso specifico.

    Bruno Mastroianni

  2. #2
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    Le risposte ufficiali restano le migliori per sintesi e chiarezza.

  3. #3
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    ok, ma mi resta una curiosità: le esperienze negative riportate sono vere si o no?

  4. #4
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    ok, ma mi resta una curiosità: le esperienze negative riportate sono vere si o no?
    Mi può fare qualche esempio? Le posso dire, però, della storia di Maria Carmen Tapia, che in grandi linee conosco. Durante numerose tertullie (che sono le conversazioni dopo i pasti che i membri dell'opera fanno), San Josemarìa chiese ai suoi figli di pregare soprattutto per quei suoi figli che se ne erano andati. E per Maria Carmen successe lo stesso, anche prima che lei rivolgesse quelle accuse all'Opus Dei: ma stai sicuro, San Josemarìa pregò ancor di più quando lei porto avanti quelle tesi.

    La risposta che io dò sempre in questi casi è quella di andare a vedere come funziona un centro dell'Opus Dei, anche quello della propria città. Di conoscere qualche membro dell'opera. Chi conosce anche solo un pochetto questa realtà non può far altro che sorridere di fronte a queste accuse. Bisognerebbe chiedersi se a qualcuno, invece, fa comodo che ex membri dell'opera facciano determinate accuse.

    Ma al di là di questo, vorrei però che anche nell'ambiente cattolico ci fosse un pò più di disponibilità nel voler conoscere l'Opus Dei. Qualcuno continua con le solite accuse: ad esempio l'altro giorno leggevo su "famiglia cristiana" di questa ragazza che aveva deciso di abbandonare l'opera perchè voleva sposarsi. Lei dice che non aveva nulla contro l'Opus Dei e la sua vocazione era stata, magari, una conseguenza emotiva alla morte del padre. Bene, tutto lì. Non voleva accusare l'opera di niente. Mentre il giornalista del settimanale cercava in tutti i modi di incalzarla con domande provocatorie affinchè lei dicesse qualcosa di sconveniente. Questo è un atteggiamento, chiaramente, astioso e prevenuto. E dispiace ancor più perchè in un giornale che è scritto e letto da cristiani: non è scritto di certo da laicisti incalliti.

  5. #5
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    merello, ripeto a rischio di sembrare noioso:

    le esperienze riportate nel libro opus dei segreta sono vere si o no? se non sono vere è un conto e l'autore può essere accusato di menzogna e il libro fatto togliere dal commercio.

    se SONO vere allora è un altro paio di maniche. io posso essere cattolico, ma se in un ospedale cattolico trattano male i pazienti io non posso dire "non diciamo nulla perché sono fratelli nella fede"

    idem , io sono cattolico, ma se in una realtà particolare avvengono cose che non vanno io non posso passarci sopra dicendo "non diciamo nulla, perché sono fratelli nella fede".

    questo ragionamento (stare zitti, perché era un fratello nella fede) lo si è fatto per decenni con padre macial. bisognava dire che le accuse contro di lui erano tutte false, perché era cattolico come noi.

    poi è andata come è andata.

    Se le esperienze riportate nel libro sono vere, ossia sono andate proprio così a me interessa saperlo.

    non mi interessa sapere se ci sono esperienze positive. QUALSIASI organizzazione può vantare esperienze positive di gente a cui va bene QUELLA organizzazione. sia organizzazioni ottime sia organizzazioni pessime.

    sono sicuro che se si va a cercare si trovano testimonianze positive su tutto: Azione Cattolica, Sout, FOcolarini, CL, Opus Dei, Neocatecumenali... ma anche Testimoni di geova, Mormoni, i seguaci di Jim JOnes (quelli che si sono suicidati), gli spiritisti, il comunismo stalinista, il nazismo..eccetra. di TUTTO.

    la presenza di testimonianze SOGGETTIVE positive non è indice della bontà OGGETTIVA della realtà sperimentata, perché la capacità di autoinganno della persona è infinita. A meno di analisi approfondite non puoi mai capire da un puro e semplice resoconto se la persona ha vissuto una esperienza positiva o se ha dato una lettura positiva all'esperienza (e sono due cose DIVERSE)

    per cui ripeto.... : le esperienze negative citate nel libro opus dei segreta sono vere si o no?

  6. #6
    motan
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    Citazione Originariamente Scritto da bottero Visualizza Messaggio
    sono sicuro che se si va a cercare si trovano testimonianze positive su tutto: Azione Cattolica, Sout, FOcolarini, CL, Opus Dei, Neocatecumenali... ma anche Testimoni di geova, Mormoni, i seguaci di Jim JOnes (quelli che si sono suicidati), gli spiritisti, il comunismo stalinista, il nazismo..eccetra. di TUTTO.

    la presenza di testimonianze SOGGETTIVE positive non è indice della bontà OGGETTIVA della realtà sperimentata, perché la capacità di autoinganno della persona è infinita. A meno di analisi approfondite non puoi mai capire da un puro e semplice resoconto se la persona ha vissuto una esperienza positiva o se ha dato una lettura positiva all'esperienza (e sono due cose DIVERSE)
    Questo è un problema che sta alla base di molte controversie sulle analisi delle esperienze religiose e sul fatto che alcune vengono denigrate e altre sono "socialmente" approvate.
    Gli stessi errori metodologici citati dal post iniziale li ho trovati in diversi testi, di cui uno ricordo sui Testimoni di Geova, dove venivano presi i "delusi" fuoriusciti (in percentuali non statisticamente rappresentative) che dicevano peste e corna sul movimento (e quando mai uno che se ne è andato sbattendo la porta, usa parole di miele su un'affiliazione che ha ritenuto deludente) oppure si cercava di delineare un profilo di debolezza psicologica dei membri, infine di trovare motivazioni occulte non spirituali per dare la mazzata finale e squalificare in toto il "culto".

    Detto questo, io non credo esista una bontà oggettiva nelle esperienze religiose. Esiste solo la rappresentazione soggettiva, legata a quanto tali esperienze appagano vari bisogni: di senso, di autorealizzazione, affettivi, ecc..
    La bontà "spirituale" esiste in chi ci crede che esista, ma non lo ritengo un autoinganno, ma una strada (delle tante) per trovare un equilibrio nella persona.
    Altro discorso invece se si parla di fatti (comprovati) che riguardano situazioni illecite e punibili dalla legge, non sporadiche, ma "architrave" di un movimento e finalizzate a tutt'altro rispetto all'indicare un "percorso di salvezza".
    Non mi allargo oltre, però è un tema che coinvolge spesso le cosiddette "sette", suscitando non pochi problemi sulla loro interpretazione.

  7. #7
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    è vero, forse usare la parola "autoinganno" è scorretto. diciamo allora che la capacità di una persona di "relativizzare" e "minimizzare" fatti negativi, quasi scusandoli o giustificandoli, è immensa, se nel COMPLESSO il sentimento di appartenenza forte che suscitano tipo ben precisi di esperienze comunitarie, da un senso di direzione e progettualità alla propria vita che magari PRIMA di entrare in quella comunità X tu non avevi.

    al di del gergo culturaloide: se ti senti accolto da una comunità e ti convinci che la gente di quella comunità ti vuole bene, sei favorevolmente disposto a "chiudere un occhio" su fatti anche negativi.

  8. #8
    motan
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    Citazione Originariamente Scritto da bottero Visualizza Messaggio
    è vero, forse usare la parola "autoinganno" è scorretto. diciamo allora che la capacità di una persona di "relativizzare" e "minimizzare" fatti negativi, quasi scusandoli o giustificandoli, è immensa, se nel COMPLESSO il sentimento di appartenenza forte che suscitano tipo ben precisi di esperienze comunitarie, da un senso di direzione e progettualità alla propria vita che magari PRIMA di entrare in quella comunità X tu non avevi.

    al di del gergo culturaloide: se ti senti accolto da una comunità e ti convinci che la gente di quella comunità ti vuole bene, sei favorevolmente disposto a "chiudere un occhio" su fatti anche negativi.
    Pienamente d'accordo..
    Uno studioso americano di questi fenomeni, Galanter, ipotizza anche qualcosa più in là.. sostiene che la permanenza in un movimento non è determinata principalmente dal "contenuto" trasmesso, ma dal fattore "coesione". In sostanza ritiene che è il "fare gruppo", (anche, e a volte soprattutto, emotivamente) a stare al centro dell'esperienza e a determinare il "restare dentro" oppure no, non tanto la peculiarità del messaggio religioso.
    Ora non voglio generalizzare, ma lo "spirito di unione" può certamente far passare come poco importanti fatti negativi, ad attribuirli a cause esterne, o a dire è "il mondo che non ci capisce". Chiaramente parlo in generale, e non mi sto riferendo a fatti specifici dell'Opus Dei.
    Un po come quando un genitore, amando il proprio figlio, tende a prenderne le difese o a giustificarlo in situazioni in cui magari è dura non dargli torto..

  9. #9
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    merello, ripeto a rischio di sembrare noioso:

    le esperienze riportate nel libro opus dei segreta sono vere si o no? se non sono vere è un conto e l'autore può essere accusato di menzogna e il libro fatto togliere dal commercio.

    se SONO vere allora è un altro paio di maniche. io posso essere cattolico, ma se in un ospedale cattolico trattano male i pazienti io non posso dire "non diciamo nulla perché sono fratelli nella fede"

    idem , io sono cattolico, ma se in una realtà particolare avvengono cose che non vanno io non posso passarci sopra dicendo "non diciamo nulla, perché sono fratelli nella fede".

    questo ragionamento (stare zitti, perché era un fratello nella fede) lo si è fatto per decenni con padre macial. bisognava dire che le accuse contro di lui erano tutte false, perché era cattolico come noi.

    poi è andata come è andata.

    Se le esperienze riportate nel libro sono vere, ossia sono andate proprio così a me interessa saperlo.

    non mi interessa sapere se ci sono esperienze positive. QUALSIASI organizzazione può vantare esperienze positive di gente a cui va bene QUELLA organizzazione. sia organizzazioni ottime sia organizzazioni pessime.

    sono sicuro che se si va a cercare si trovano testimonianze positive su tutto: Azione Cattolica, Sout, FOcolarini, CL, Opus Dei, Neocatecumenali... ma anche Testimoni di geova, Mormoni, i seguaci di Jim JOnes (quelli che si sono suicidati), gli spiritisti, il comunismo stalinista, il nazismo..eccetra. di TUTTO.

    la presenza di testimonianze SOGGETTIVE positive non è indice della bontà OGGETTIVA della realtà sperimentata, perché la capacità di autoinganno della persona è infinita. A meno di analisi approfondite non puoi mai capire da un puro e semplice resoconto se la persona ha vissuto una esperienza positiva o se ha dato una lettura positiva all'esperienza (e sono due cose DIVERSE)

    per cui ripeto.... : le esperienze negative citate nel libro opus dei segreta sono vere si o no?
    Le ho chiesto, Bottero, di farmi qualche esempio, perchè io non ho letto quel libro e non conosco quelle storie.

  10. #10
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    Mettetevi nei miei panni: non conosco le storie di cui state parlando. Ripeto, l'unica che conosco è quella della Tapia che mi sento di escludere in maniera categorica, senza il rischio di sbagliarmi.

    Chiaramente a queste storie, e a tutte le storie su tutte le organizzazioni, i movimenti, ecc, ci si può credere o meno: va in conflitto la credibilità di una persona e la credibilità di un movimento. E' inutile che vi dica: no, nell'Opus Dei è andato sempre tutto bene e quelli che se ne sono andati sono pazzi, infiltrati massoni, ecc...non ha senso. Non è mica una setta l'opera. Fa bene il prelato a chiedere scusa a prescindere perchè in qualsiasi caso è colpa dell'opera se un membro se ne va:
    vuoi perchè chiese l'ammissione senza avere una vera vocazione, vuoi perchè non è stato seguito in maniera corretta, vuoi perchè non si è stati attenti alle sue esigenze, ecc. A me, personalmente, fa cadere le braccia chi getta fango perchè, davvero, sembra mosso da qualcun altro. O da qualcos'altro.

 

 
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